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sabato, ottobre 15, 2005

Torniamo nel pollaio 

Dopo avere fatto qualche passeggiata all’esterno e avere respirato l’aria “pura” della cronaca (la natura malvagia, Lapo Elkann, l’invasione delle merci cinesi, ecc.) torniamo a parlare della nostra politica; ma lo faccio – come dicono i latini – obtorto collo, perché trattare dei temi cari ai nostri uomini di governo o di opposizione mi sembra tanto poca cosa rispetto a tutto quello che succede nel mondo.
Domani, domenica 16, si terranno le “primarie” del centro sinistra, un rito nuovissimo per la nostra scena politica, nel corso del quale gli elettori di quella sponda, ma anche altri, possono indicare le loro preferenze per il condottiero della coalizione alle prossime elezioni politiche della primavera 2006; gli “iscritti” ai partiti facenti parte del raggruppamento hanno diritto di voto solo presentando la tessera del partito, mentre gli “altri” che vorranno andare alle urne dovranno presentare il certificato elettorale e pagare un euro (sic!): sono attese percentuali “bulgare” per Romano Prodi (e guai se non sarà così), ma risultati interessanti potrebbero esserci per il candidato Bertinotti ed anche per il “verde” Pecoraro Scanio.
Staremo a vedere, certo che su queste consultazioni peserà l’approvazione – per ora solo alla Camera – della nuova legge elettorale a prevalenza proporzionale, tanto combattuta dal centro sinistra ma passata con una stupefacente dimostrazione di omogeneità dei deputati della Casa della Libertà.; visto che i sospirati “franchi tiratori” non comparivano, il povero Fassino è stato mandato in avanscoperta per sondare la possibilità di mettersi attorno ad un tavolo ed apportare alcune modifiche alla legge: troppo tardi, gli è stato risposto dal centro destra e Fassino ha avuto una bella reazione – questa sì – affermando “vinceremo lo stesso!”.
Dalle parti del centro destra c’è soddisfazione per avere sparigliato il gioco dell’avversario con la nuova legge elettorale – se il Senato confermerà il provvedimento – ma allo stesso tempo non c’è modo di festeggiare che subito si apre una nuova crisi: Follini – segretario dell’U.D.C. - rassegna le proprie dimissioni dalla massima carica nel partito affermando, all’invocazione di restare rivoltagli da Casini, “Preferisco fare del male al partito piuttosto che a me stesso”, il che la dice lunga sulle motivazioni “di servizio” di certi politici.
Cosa chiedeva Fassino? In ordine di importanza, anzitutto la primarie anche nel centro destra (rifiutate da Berlusconi ma anche da tutti gli altri leader) e successivamente una nuova legge a matrice proporzionale; ma ora c’è – direte voi – quindi cos’altro vuole? Sì, c’è, ma non è esattamente come lui la desiderava, cioè senza alcuna formula di sbarramento, mentre il provvedimento in approvazione ha una soglia del 2% (non mi sembra la fine del mondo).
Le motivazioni mi sembrano delle autentiche scuse; evidentemente l’uomo politico – al quale dobbiamo riconoscere il fiuto dell’ex DC – vuole presentarsi alle prossime elezioni con le mani libere, come si dice in gergo, decidendo le posizioni da prendere sulla base della situazione del momento.
Come vedete non mi sono addentrato in una disanima accurata dei pro e contro circa la nuova legge elettorale: lo farò nel caso che venga approvata, poiché non amo fare i discorsi a vuoto e questo – in caso di bocciatura del Senato – lo sarebbe.

mercoledì, ottobre 12, 2005

Ma che porcheria di giornalismo é questo? 

A margine della vicenda di Lapo Elkann si è mostrata una faccia del nostro giornalismo che più becera e volgare non si può: ovviamente mi attendevo che i “personaggi” che erano con il giovane quando si è sentito male venissero rintracciati, un poco presi in giro, insomma, si costruisse un piccolo ritrattino comico della storia, anche se mi sembra che non ci sia proprio niente da ridere.
Sulla base di quanto già accaduto poco tempo fa nel corso dell’overdose di Calissano, mi sarei aspettato che anche del travestito che ha telefonato al 118 si dicesse qualche cosa, ma così mi sembra troppo: proviamo ad esaminare quello che un quotidiano di prestigio – del quale non faccio il nome per non pubblicizzarlo invano – oggi riporta ai suoi lettori (ripeto, si tratta di un quotidiano a tiratura nazionale e non di una rivista basata sul gossip, come ce ne sono tante in Italia).
Allora,si incomincia con un “richiamo” in prima pagina, corredato da una foto in cui si vede Donato “Patrizia” Bracco in un vestitino molto scollato, di un improbabile verde pisello, con un cappelluccio di maglia in tinta con l’abito: “Mi sono svegliata e lui non respirava più” e poi, a seguire, “Lapo ha esagerato; l’ho salvato io dalla bomba di droga”, e l’indicazione del numero delle pagine interne sulle quali è trattato il caso con dovizia di particolari.
All’interno abbiamo addirittura due pagine dedicate interamente alla vicenda; ovviamente il personaggio principale è il già citato Donato/Patrizia, del quale viene tracciato un breve profilo e una piccola storia personale: nasce a Molfetta e sale successivamente al Nord in cerca di fortuna e di una identità esteriore che assomigli in qualche modo alla sua interiorità: non è dato sapere se questo è un problema che ha risolto oppure no, fatto sta che adesso “passeggia” vicino al Parco del Valentino e, per i clienti particolari, riceve nel suo appartamento, 40 metri quadrati al pianterreno di una tranquilla strada vicino a Corso Massimo D’Azeglio.
Anche questo secondo “incontro con Donato/Patrizia” è corredato da una foto, un primissimo piano un po’ impietoso per la verità, che mostra due grandi labbra siliconate, molte rughe e un caschetto di capelli dal colore indefinibile.
Dalle due immagini che vengono mostrate direi che il nostro Lapo si accompagnava con un signore/signora che mi sembra abbia superato i cinquanta anni. Contento lui!
Niente si dice – ad eccezione del nome “maschile” – degli altri due travestiti che hanno partecipato al festino: si chiamano Daniele e Gabriele, ma soltanto per l’anagrafe.
“Striscia la Notizia” ha poi trovato una vicina di casa del travestito che ha raccontato come Lapo fosse “un cliente abituale” di “Patrizia” e spesso ci passava addirittura la notte. “Le da una cifra fuori del normale – continua la vicina di casa – che oscilla tra i 1.500 e i 2.000 euro a volta”.
Conclude poi la ciarliera vicina, con una frase ad effetto e anche assai ambigua: “La fidanzata? Una copertura”, con la quale sembra ipotizzare strane tendenze del giovane Lapo, tendenze che soltanto una conoscenza approfondita e continuata posso fare intuire: evidentemente il “club dei travestiti” ha avuto modo di dialogare con la vicina e di raccontarle vari aspetti della personalità del rampollo degli Agnelli.
Ovviamente il servizio di Canale 5 viene riportato quasi integralmente da tutti i quotidiani che non si fanno certo mancare anche quest’ultimo scampolo di pettegolezzo.
Uno storico, di recente, ha coniato questa frase: “siamo una repubblica fondata sul gossip”; sottoscrivo in pieno, ma vorrei dissociarmi, se fosse possibile!

martedì, ottobre 11, 2005

Droga e travestiti per ricchi...scemi 

Dopo la vicenda Calissano – attualmente in una Comunità per il recupero dei tossicodipendenti, anche per scansare il carcere – il VIP di turno a cascare nella rete della droga è nientemeno che Lapo Elkann, rampollo della famiglia Agnelli, nipote del grande Gianni, "l’avvocato", figlio della sua secondogenita, Margherita e dello scrittore Alain Elkann.
La vicenda del giovane Lapo é, se vogliamo, ancora più squallida di quella di Calissano: il micidiale cocktail di droga e alcool con la conseguente overdose che ha provocato una insufficienza respiratoria "su base farmacologica" (come recita il comunicato della FIAT); la telefonata di soccorso fatta da un appartamento nel centro storico di Torino, dove una "profonda" voce di donna ha chiesto l’intervento del 118 per il ricovero in terapia intensiva: la voce profonda sembra non appartenere ad una donna ma ad un "travestito brasiliano", tale Lino B., che insieme ad un paio di "colleghi" stava intrattenendo il rampollo degli Agnelli.
Dopo le superiori, frequentate in un liceo pubblico francese, il giovane Lapo – sotto il falso nome di Lapo Rossi – si fa assumere in una azienda di famiglia, la Piaggio di Pontedera, con la qualifica di operaio; l’esperienza non dura molto, anche se ne parlerà per tanto tempo, perché dopo aver seguito un corso di Relazioni Internazionale a Londra si mette a lavorare con l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, grande amico del nonno Gianni.
Rientrato in Italia assume l’incarico di responsabile della promozione dei marchi FIAT, mentre il fratello John – Yaki per la famiglia – viene cooptato nel CdA FIAT e nominato vicepresidente dell’azienda automobilistica.
Sentimentalmente legato all’attrice Martina Stella, ha anche sfarfallato qua e là con modelle ed attricette da quattro soldi, senza purtroppo quella classe che contraddistingueva il nonno Gianni.
Dov’è il problema? I commenti degli amici VIP fanno perno sulla necessità di non criminalizzare il ragazzo, sul perdono che egli si merita per essere la prima volta che viene trovato in questa circostanza, diciamo così imbarazzante: tutti commenti "interessati", perché ognuno di loro penserà che domani potrebbe toccare a lui e quindi ci andrà cauto nello stigmatizzare il comportamento di Lapo. In concreto, un bis delle dichiarazioni rilasciate per Calissano.
Altri commenti, della gente normale per esempio, non ne ho trovati: sarebbe stato interessante sentire qualche operaio della FIAT, ma uno vero, non uno finto come era Lapo alla Piaggio.
Da parte mia due sole osservazioni: la prima è che della numerosa famiglia Agnelli non si è visto nessuno all’ospedale dove è ricoverato il giovane: hanno forse paura della stampa? Hanno forse paura di mischiarsi con quel "drogato" frequentatore di travestiti?
Anche Martina Stella – che ho avuto modo di conoscere agli albori della sua carriera – ha preso le distanze da Lapo e non è con lui a tenergli la mano in questo tragico momento, anche lei ha preferito gettare dell’abbondante acqua sulla loro relazione e far risalire l’ultimo loro incontro allo scorso mese di giugno, come dire una vita fa!
Seconda osservazione: ero un fedele seguace del motto: il denaro non fa la felicità…ma i poveri sono tutti incazzati neri; con la vicenda Elkan – che nel giro di qualche settimana va ad aggiungersi a quella di Calissano, di Kate Moss e di Boy George, tutti straricchi – forse è vera la prima parte del celebre motto e quindi mi debbo ricredere.

domenica, ottobre 09, 2005

La natura ce l'ha ancora con noi 

La natura continua a mietere vittime e soprattutto vittime assolutamente innocenti; mi spiego meglio: se è vero che tutti questi cataclismi e questi sommovimenti della terra avvengono per la cattiva gestione del territorio da parte dell’animale – uomo, coloro che sono stati colpiti da queste catastrofi sono tra i meno colpevoli dello sviluppo smodato della nostra civiltà, sono tra i meno utilizzatori e forse i più rispettosi fruitori delle risorse, sono insomma quelli che non dovrebbero essere puniti da questa natura che sembra essere assai miope.
E veniamo ai fatti: in testa – per numero di vittime e disastri vari – c’è indubbiamente il territorio pakistano del Kashnir, dove un terremoto di grado 7,8 della scala Richter ha provocato almeno 32.000 morti, ma ancora ci sono molte zone non ancora raggiunte dai soccorsi e tantissime macerie sotto le quali si teme che ci siano ancora molte persone; pensate che un’intera scuola è stata distrutta come un castello di carte e sotto ci sono rimasti oltre 200 bambini.
Dall’oriente pakistano spostiamoci all’America del Sud e precisamente in Guatemala, regione poverissima, ancora abitata dagli ultimi discendenti Maya, sulla quale si è abbattuto l’uragano "Stan" – definito addirittura peggiore della famigerata Katrina - che ha provocato frane e smottamenti e – almeno per il momento, ma cresceranno con le ore – circa 1.500 fra morti e dispersi; anche in questo caso sono i più deboli (vecchi e bambini) a subire maggiormente la forza degli elementi.
Quindi in due parti molto distante tra loro, la furia cieca degli elementi si è scagliata contro l’uomo e – come sempre accade – l’ha avuta vinta, uccidendo e distruggendo a tutto spiano; e l’uomo cosa fa per rispondere a questi attacchi? L’animale – uomo che è in testa alle classifiche animalesche per il fatto di essere l’unico animale "che sa e sa di sapere" come si propone di reagire?.
L’uomo, amici belli, continua a vivere come se niente fosse, come se le risorse che la natura gli ha messo a disposizione durassero in eterno, come se le varie fonti energetiche fossero inesauribili e, se qualcuno si azzarda a far suonare qualche campanello d’allarme, lo taccia di menagramo e sostiene inoltre una curiosa teoria per la quale lo sviluppo dell’attuale società non è che una tappa "dell’infinito progresso" che attente l’umanità.
E tutti ci credono – o fanno finta di crederci – tutti sono disposti a far sì che il vicino rinunci a qualcosa purché io non sia costretto a rinunciare a niente.
Ed anche nel campo delle ricerche, tutto questa libidine per lo spazio, quando abbiamo una terra da amministrare, mi fa veramente arrabbiare, a meno che non si cerchi qualche altro mondo da andare a colonizzare quando il nostro sarà spremuto come un limone: a questo proposito nel recente Festival di Venezia è stato presentato un film di Werner Herzog dal titolo "The wild blue yonder" che si potrebbe tradurre in "L’ignoto spazio profondo"; il film non è ancora uscito in Italia, ma segnatevi il titolo e quando uscirà andare a vederlo, perché tratta un argomento di grande interesse: la fine di un pianeta e la ricerca di un altro posto in cui abitare.

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