sabato, giugno 17, 2006
H.J.W.
A cosa si riferisce il titolo di questo post? Alle iniziali di una multinazionale? Oppure al temuto nome di un bandito del Far-West? Oppure alle iniziali di un celebre attore o cantante pop?
Niente di tutto questo, poiché sono le iniziali di nome e cognome (Henry John Woodcock) di un magistrato (sostituto procuratore) addetto alla procura di Potenza, che è al momento uno degli uomini più celebri d’Italia.
Perché, vi domanderete? Ma perché ha scatenato l’ennesima polemica sulla magistratura, portando a conclusione una inchiesta – ne parleremo dopo – dalla quale sono risultate indagate 24 persone, 13 delle quali arrestate (tra loro il più famoso è Vittorio Emanuele di Savoia) e 6 poste agli arresti domiciliari; tra loro i più famosi sono: Salvo Sottile (portavoce di Fini), il sindaco di Campione d’Italia, Roberto Salmoiraghi, e il Direttore dei Monopoli di Stato di Messina, Francesco Tarantino.
Non voglio parlare dell’inchiesta, che ha occupato due anni della vita e della carriera di HJW e 2.000 pagine per il provvedimento restrittivo firmato dal G.I.P. di Potenza, ma cerchiamo invece di vedere meglio la figura di questo sostituto procuratore, alla luce anche delle sue più recenti “imprese”.
Anzitutto diciamo che a Henry piacciono le cose complicate: andando un po’ indietro negli anni, lo troviamo nel 2002 alle prese con una inchiesta difficoltosa di corruzione che riguarda l’INAIL e in particolare la realizzazione delle sedi di Avellino e Potenza; un secondo troncone dell’indagine si riferisce alle tangenti per l’oleodotto di Viggiano con il relativo coinvolgimento di imprenditori e funzionari dell’ENI: come si vede due cose abbastanza dissimili tra loro che portano a una ventina di arrestati…tutti assolti.
Nel dicembre 2003 lancia il celebre “Vip-gate” che porta all’iscrizione nel registro degli indagati di 78 persone, tutti VIP, tra i quali politici, due ministri, personaggi dello spettacolo e del giornalismo, funzionari di ministeri ed altre personalità, tutti accusati di associazione per delinquere per la turbativa di appalti con conseguente estorsione, corruzione, millantato credito e favoreggiamento: risultato solito e cioè archiviazione per i personaggi più noti e alcuni dei fascicoli minori ancora aperti in qualche scaffale polveroso della procura, ma senza nessun “disturbo” per alcuno.
Nel 2004 abbiamo la “Iene 2”, inchiesta sui legami tra criminalità, politica e affari nella gestione degli appalti in Basilicata: 52 gli arrestati, alcuni facenti parte del mondo politico e imprenditoriale locale; quasi tutti rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame, mentre gli altri hanno ancora i fascicoli che stanno a galleggiare in procura.
Tornando brevemente all’inchiesta attuale – della quale si conoscono solo alcune linee guida – le persone indagate devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso in riferimento al “mercato dei nulla osta per videogiochi usati nel gioco d’azzardo”; in questo filone se ne innesta un altro (sfruttamento della prostituzione) che riguarda il reclutamento di ragazze da offrire ai clienti del Casinò di Campione d’Italia; ci sarebbero poi anche dei legami non meglio precisati con esponenti della criminalità organizzata siciliana.
Senza conoscere le carte dell’inchiesta, ma conoscendo il P.M. per i suoi precedenti, ci sarebbe da dire che HJW si sta occupando di cose che riguardano truffe e attività malavitose avvenute a Campione d’Italia, cioè un bel po’ lontano dalla sua sede di lavoro: va bene che c’è il detto che “la legge ha braccia lunghe”, ma qui mi sembra che si vada oltre.
Comunque sia, il Principe è in gattabuia (sono altre le volte che se la sarebbe meritata!) e il P.M. è su tutti i giornali, insieme al Principe: tirate voi le conclusioni!
Niente di tutto questo, poiché sono le iniziali di nome e cognome (Henry John Woodcock) di un magistrato (sostituto procuratore) addetto alla procura di Potenza, che è al momento uno degli uomini più celebri d’Italia.
Perché, vi domanderete? Ma perché ha scatenato l’ennesima polemica sulla magistratura, portando a conclusione una inchiesta – ne parleremo dopo – dalla quale sono risultate indagate 24 persone, 13 delle quali arrestate (tra loro il più famoso è Vittorio Emanuele di Savoia) e 6 poste agli arresti domiciliari; tra loro i più famosi sono: Salvo Sottile (portavoce di Fini), il sindaco di Campione d’Italia, Roberto Salmoiraghi, e il Direttore dei Monopoli di Stato di Messina, Francesco Tarantino.
Non voglio parlare dell’inchiesta, che ha occupato due anni della vita e della carriera di HJW e 2.000 pagine per il provvedimento restrittivo firmato dal G.I.P. di Potenza, ma cerchiamo invece di vedere meglio la figura di questo sostituto procuratore, alla luce anche delle sue più recenti “imprese”.
Anzitutto diciamo che a Henry piacciono le cose complicate: andando un po’ indietro negli anni, lo troviamo nel 2002 alle prese con una inchiesta difficoltosa di corruzione che riguarda l’INAIL e in particolare la realizzazione delle sedi di Avellino e Potenza; un secondo troncone dell’indagine si riferisce alle tangenti per l’oleodotto di Viggiano con il relativo coinvolgimento di imprenditori e funzionari dell’ENI: come si vede due cose abbastanza dissimili tra loro che portano a una ventina di arrestati…tutti assolti.
Nel dicembre 2003 lancia il celebre “Vip-gate” che porta all’iscrizione nel registro degli indagati di 78 persone, tutti VIP, tra i quali politici, due ministri, personaggi dello spettacolo e del giornalismo, funzionari di ministeri ed altre personalità, tutti accusati di associazione per delinquere per la turbativa di appalti con conseguente estorsione, corruzione, millantato credito e favoreggiamento: risultato solito e cioè archiviazione per i personaggi più noti e alcuni dei fascicoli minori ancora aperti in qualche scaffale polveroso della procura, ma senza nessun “disturbo” per alcuno.
Nel 2004 abbiamo la “Iene 2”, inchiesta sui legami tra criminalità, politica e affari nella gestione degli appalti in Basilicata: 52 gli arrestati, alcuni facenti parte del mondo politico e imprenditoriale locale; quasi tutti rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame, mentre gli altri hanno ancora i fascicoli che stanno a galleggiare in procura.
Tornando brevemente all’inchiesta attuale – della quale si conoscono solo alcune linee guida – le persone indagate devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso in riferimento al “mercato dei nulla osta per videogiochi usati nel gioco d’azzardo”; in questo filone se ne innesta un altro (sfruttamento della prostituzione) che riguarda il reclutamento di ragazze da offrire ai clienti del Casinò di Campione d’Italia; ci sarebbero poi anche dei legami non meglio precisati con esponenti della criminalità organizzata siciliana.
Senza conoscere le carte dell’inchiesta, ma conoscendo il P.M. per i suoi precedenti, ci sarebbe da dire che HJW si sta occupando di cose che riguardano truffe e attività malavitose avvenute a Campione d’Italia, cioè un bel po’ lontano dalla sua sede di lavoro: va bene che c’è il detto che “la legge ha braccia lunghe”, ma qui mi sembra che si vada oltre.
Comunque sia, il Principe è in gattabuia (sono altre le volte che se la sarebbe meritata!) e il P.M. è su tutti i giornali, insieme al Principe: tirate voi le conclusioni!
giovedì, giugno 15, 2006
EUROPA E STANGATE
La mia posizione critica nei confronti dell’Europa vi sarà ben nota, dato che l’ho espressa a più riprese, ma voglio ribadire alcuni concetti, anche alla luce dell’entrata in funzione del nuovo governo e del nuovo Ministro dell’Economia, quel Padoa Schioppa che – in perfetto stile politichese (eppure non è un politico) – sembra nato l’altro ieri, tanto si meraviglia di un sacco di cose delle quali era perfettamente a conoscenza.
E allora vediamo quali sono le ultime cose che mi hanno fatto inquietare verso l’Europa: il commissario U.E. Almunia, di matrice spagnola, sostanzialmente di estrazione politica e non tecnica, si affanna a esternare verso l’Italia ed i suoi conti pubblici, richiedendo una sollecita e “importante” manovra correttiva – leggi stangata – per riequilibrare la situazione; questo Almunia è lo stesso che appena un paio di mesi fa, all’allora ministro dell’economia Tremonti, aveva assicurato che la “finanziaria 2006” era sufficiente per sistemare le cose e per rientrare nei parametri stabiliti dal famigerato trattato di Maastrickt.
Ora mi chiedo e vi chiedo: ma se i conti andavano “abbastanza bene” i primi di aprile, cosa sarà mai successo da allora ai primi di giugno per modificare così il giudizio del commissarie europeo? Non sarà che questo signore – ripeto, politico di professione – gioca di sponda con i ministri dell’economia dei vari paesi membri e dice quello che ai singoli ministri “fa comodo che dica”? Cioè, Tremonti aveva bisogno di affrontare le elezioni con una situazione di tranquillità sostanziale (e Almunia gliela fornisce prontamente), mentre Padoa Schioppa ha bisogno di avere le mani libere per mettere in piedi una stangata che….speriamo bene (ed anche qui Almunia gli fornisce l’occasione). Lo so che sono un “malpensante”, ma ormai sopportatemi!
Ma a proposito di stangate, il Centro Studi degli artigiani della Cgia di Mestre fornisce alcuni dati che fanno riflettere: in dieci anni lo Stato-cannibale ha saccheggiato ad aziende e cittadini qualcosa come 240 miliardi di euro che, tradotti in lire, danno un risultato di 465 seguito da dodici zero (non so cosa significhi, se trilioni, biliardi o altro).
Ed allora vediamo se con questa cifra così spropositata almeno abbiamo risolto qualcosa, per esempio, siamo riusciti ad abbattere il debito pubblico, e la risposta è un bel “no” con l’aggiunta della specifica che in questo periodo è addirittura aumentato; allora forse saranno serviti a fornire ai cittadini migliori servizi, tipo ferrovie o viabilità autostradale: la risposta datevela da soli, e potrei continuare a lungo..
Ma allora con questa montagna di soldi che cosa ci abbiamo fatto? A mio modo di vedere è servita a due “classi”, abbastanza contigue, che si vanno sempre più espandendo ed arricchendo: da una parte ci sono i cosiddetti “statali”, dagli uscieri fino agli alti burocrati, tutti impegnati a fare il meno possibile e a guadagnare sempre di più, magari non facendo niente nell’orario di lavoro e facendosi pagare lo straordinario per sistemare quelle quattro cose da fare.
Dall’altra ci sono i politici, sempre più mangiasoldi, sempre più affamati e sempre in crescita come numero: una recente statistica ha rilevato che in Italia sono almeno 400.000 che vivono, e bene, di politica, loro e le loro famiglie.
La politica dunque ingrassa sempre più chi la fa e affama sempre più quei cittadini in nome dei quali i signori politici dovrebbero operare.
Ovviamente, in testa a questa caterva di mangia pane a tradimento ci sono quelli di Bruxelles, sia che si parli di politici che di funzionari, entrambi dediti alla rapina autorizzata dello stipendio ed alla ricerca ossessiva di qualcosa di sensato da fare.
Meditiamo, gente, meditiamo!
E allora vediamo quali sono le ultime cose che mi hanno fatto inquietare verso l’Europa: il commissario U.E. Almunia, di matrice spagnola, sostanzialmente di estrazione politica e non tecnica, si affanna a esternare verso l’Italia ed i suoi conti pubblici, richiedendo una sollecita e “importante” manovra correttiva – leggi stangata – per riequilibrare la situazione; questo Almunia è lo stesso che appena un paio di mesi fa, all’allora ministro dell’economia Tremonti, aveva assicurato che la “finanziaria 2006” era sufficiente per sistemare le cose e per rientrare nei parametri stabiliti dal famigerato trattato di Maastrickt.
Ora mi chiedo e vi chiedo: ma se i conti andavano “abbastanza bene” i primi di aprile, cosa sarà mai successo da allora ai primi di giugno per modificare così il giudizio del commissarie europeo? Non sarà che questo signore – ripeto, politico di professione – gioca di sponda con i ministri dell’economia dei vari paesi membri e dice quello che ai singoli ministri “fa comodo che dica”? Cioè, Tremonti aveva bisogno di affrontare le elezioni con una situazione di tranquillità sostanziale (e Almunia gliela fornisce prontamente), mentre Padoa Schioppa ha bisogno di avere le mani libere per mettere in piedi una stangata che….speriamo bene (ed anche qui Almunia gli fornisce l’occasione). Lo so che sono un “malpensante”, ma ormai sopportatemi!
Ma a proposito di stangate, il Centro Studi degli artigiani della Cgia di Mestre fornisce alcuni dati che fanno riflettere: in dieci anni lo Stato-cannibale ha saccheggiato ad aziende e cittadini qualcosa come 240 miliardi di euro che, tradotti in lire, danno un risultato di 465 seguito da dodici zero (non so cosa significhi, se trilioni, biliardi o altro).
Ed allora vediamo se con questa cifra così spropositata almeno abbiamo risolto qualcosa, per esempio, siamo riusciti ad abbattere il debito pubblico, e la risposta è un bel “no” con l’aggiunta della specifica che in questo periodo è addirittura aumentato; allora forse saranno serviti a fornire ai cittadini migliori servizi, tipo ferrovie o viabilità autostradale: la risposta datevela da soli, e potrei continuare a lungo..
Ma allora con questa montagna di soldi che cosa ci abbiamo fatto? A mio modo di vedere è servita a due “classi”, abbastanza contigue, che si vanno sempre più espandendo ed arricchendo: da una parte ci sono i cosiddetti “statali”, dagli uscieri fino agli alti burocrati, tutti impegnati a fare il meno possibile e a guadagnare sempre di più, magari non facendo niente nell’orario di lavoro e facendosi pagare lo straordinario per sistemare quelle quattro cose da fare.
Dall’altra ci sono i politici, sempre più mangiasoldi, sempre più affamati e sempre in crescita come numero: una recente statistica ha rilevato che in Italia sono almeno 400.000 che vivono, e bene, di politica, loro e le loro famiglie.
La politica dunque ingrassa sempre più chi la fa e affama sempre più quei cittadini in nome dei quali i signori politici dovrebbero operare.
Ovviamente, in testa a questa caterva di mangia pane a tradimento ci sono quelli di Bruxelles, sia che si parli di politici che di funzionari, entrambi dediti alla rapina autorizzata dello stipendio ed alla ricerca ossessiva di qualcosa di sensato da fare.
Meditiamo, gente, meditiamo!
martedì, giugno 13, 2006
E ADESSO PARLIAMO DI DONNE
Se non ricordo male, questo argomento l’ho trattato altre volte, ma – a parte che ripetere serve sempre – l’apprendere dalla stampa o dai TG di queste forme di violenza bestiale nei confronti delle donne, mi manda in bestia e così mi ritrovo al computer a scrivere un post per condividere con gli amici questo mio stato d’animo.
Questa volta le vicende sono due, avvenute lo stesso giorno a poche ore di distanza una dall’altra: la prima ha avuto luogo a Pescara e si riferisce ad una giovane donna che si ritrova con alcuni amici in un pub alla moda per bere qualche bicchierino e parlare del più e del meno: una delle solite serate per “tirare tardi”, ed infatti alle 2.30 la ragazza esce dal locale e si dirige verso la propria auto parcheggiata a pochi metri, seguita da un giovane che l’aveva molestata all’interno del pub, accompagnato da due o tre persone.
I violentatori la bloccano in una via ancora centralissima e la trascinano all’interno di un edificio dove la sventurata viene prima pestata selvaggiamente – frattura del naso e dell’orbita oculare – e poi la violentano barbaramente a turno; la cosa va avanti per alcune ore, finché la donna sviene e non sa dire quello che è accaduto in quel lasso di tempo fino al mattino verso le sette e mezzo quando riprende i sensi e comincia a invocare aiuto: arriva la Polizia, la ragazza viene portata all’Ospedale, ma prima riesce a dare precise indicazioni sul capo del commando degli stupratori: è un giovane di appena 22 anni che viene arrestato e risulta essere una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine.
Gli altri componenti del branco sono stati identificati e vengono attivamente ricercati; nel frattempo arriva il referto dell’ospedale con la relativa prognosi: la donna ne avrà almeno per sette settimane (cioè circa 50 giorni).
Il secondo caso avviene a Firenze, lungo la pensilina esterna della Stazione, dove trova un po’ di riposo una anziana “clochard” (traduzione letteraria: senzatetto) che noi definiamo “barbona”: cinquantasette anni su un corpo di un centinaio di chili, un sorriso dolce alla caccia di pensieri nascosti, una ricerca continua di un pasto caldo e di un bicchiere per scaldarsi il cuore; una notte viene avvicinata da un marocchino di 40 anni, più volte ospite delle patrie galere, dalle quale era uscito una quindicina di giorni prima.
Il bruto – non so se è giusto definirlo così e basta – si avvicina alla povera donna e comincia a infastidirla, lei prima lo supplica di lasciarla stare, poi comincia a invocare aiuto, allora lui le mette sulla faccia una sudicia coperta e la riempie di pugni finché la donna sviene, allora il “maschio”, le abbassa i pantaloni di una sudicia tuta e abusa di lei.
Si trovano a passare due guardie giurate che vedono lo spettacolo e, non sentendo i lamenti della donna, pensano ad una copulazione consenziente che loro cercano di interrompere, ma il marocchino non ne vuole sapere di smettere e fino a che non avrà fatto i suoi comodi non cessa di tormentare la povera donna, poi si chiude i pantaloni e se ne và; la “barbona” dopo un po’ si riprende e chiede aiuto, raccontando tutto alla Polizia Ferroviaria che non impiega molto tempo per arrestare il violentatore.
So bene che le due vicende mal si accordano – almeno sotto certi aspetti psicologici – ma al tempo stesso rappresentano due facce della stessa medaglia: la furia cieca dell’uomo/bestia nei confronti della femmina/preda; in entrambi i casi i due maschi non hanno pensato di meglio che sottoporre due donne ai loro sudici intenti e, con tutta probabilità, si saranno meravigliati assai che ci sia qualcuno che abbia qualcosa da ridire su azioni che loro ritengono un proprio insindacabile diritto.
Questa volta le vicende sono due, avvenute lo stesso giorno a poche ore di distanza una dall’altra: la prima ha avuto luogo a Pescara e si riferisce ad una giovane donna che si ritrova con alcuni amici in un pub alla moda per bere qualche bicchierino e parlare del più e del meno: una delle solite serate per “tirare tardi”, ed infatti alle 2.30 la ragazza esce dal locale e si dirige verso la propria auto parcheggiata a pochi metri, seguita da un giovane che l’aveva molestata all’interno del pub, accompagnato da due o tre persone.
I violentatori la bloccano in una via ancora centralissima e la trascinano all’interno di un edificio dove la sventurata viene prima pestata selvaggiamente – frattura del naso e dell’orbita oculare – e poi la violentano barbaramente a turno; la cosa va avanti per alcune ore, finché la donna sviene e non sa dire quello che è accaduto in quel lasso di tempo fino al mattino verso le sette e mezzo quando riprende i sensi e comincia a invocare aiuto: arriva la Polizia, la ragazza viene portata all’Ospedale, ma prima riesce a dare precise indicazioni sul capo del commando degli stupratori: è un giovane di appena 22 anni che viene arrestato e risulta essere una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine.
Gli altri componenti del branco sono stati identificati e vengono attivamente ricercati; nel frattempo arriva il referto dell’ospedale con la relativa prognosi: la donna ne avrà almeno per sette settimane (cioè circa 50 giorni).
Il secondo caso avviene a Firenze, lungo la pensilina esterna della Stazione, dove trova un po’ di riposo una anziana “clochard” (traduzione letteraria: senzatetto) che noi definiamo “barbona”: cinquantasette anni su un corpo di un centinaio di chili, un sorriso dolce alla caccia di pensieri nascosti, una ricerca continua di un pasto caldo e di un bicchiere per scaldarsi il cuore; una notte viene avvicinata da un marocchino di 40 anni, più volte ospite delle patrie galere, dalle quale era uscito una quindicina di giorni prima.
Il bruto – non so se è giusto definirlo così e basta – si avvicina alla povera donna e comincia a infastidirla, lei prima lo supplica di lasciarla stare, poi comincia a invocare aiuto, allora lui le mette sulla faccia una sudicia coperta e la riempie di pugni finché la donna sviene, allora il “maschio”, le abbassa i pantaloni di una sudicia tuta e abusa di lei.
Si trovano a passare due guardie giurate che vedono lo spettacolo e, non sentendo i lamenti della donna, pensano ad una copulazione consenziente che loro cercano di interrompere, ma il marocchino non ne vuole sapere di smettere e fino a che non avrà fatto i suoi comodi non cessa di tormentare la povera donna, poi si chiude i pantaloni e se ne và; la “barbona” dopo un po’ si riprende e chiede aiuto, raccontando tutto alla Polizia Ferroviaria che non impiega molto tempo per arrestare il violentatore.
So bene che le due vicende mal si accordano – almeno sotto certi aspetti psicologici – ma al tempo stesso rappresentano due facce della stessa medaglia: la furia cieca dell’uomo/bestia nei confronti della femmina/preda; in entrambi i casi i due maschi non hanno pensato di meglio che sottoporre due donne ai loro sudici intenti e, con tutta probabilità, si saranno meravigliati assai che ci sia qualcuno che abbia qualcosa da ridire su azioni che loro ritengono un proprio insindacabile diritto.
domenica, giugno 11, 2006
CARO PRODI, STUPISCIMI
Il nuovo governo si è insediato ufficialmente, ha nominato anche gli ultimi due sottosegretari, raggiungendo così la cifra record di 102 addetti tra ministri, vice ministri e, appunto, sottosegretari; adesso ci aspettiamo che inizi a lavorare, parli meno e agisca di più; a proposito del governo, mi è particolarmente piaciuta una affermazione di Prodi, rivolta alla sua squadra: “dobbiamo avere il coraggio di stupire!”: ecco è proprio quello che ci aspettiamo.
Le cose che si stiamo leggendo in questi giorni non ci stupiscono affatto, perché sembrano messe apposta per non essere comprese dalla gran massa della gente, di quella normale come io e voi: per esempio che significa “cuneo fiscale”? Ci sarà un cristiano che avrà il coraggio di venire in TV e spiegarlo alla massa, ma con parole semplici che possano essere capite da tutti, sia dalla casalinga di Voghera che dal bracciante di Corleone?
Ed anche tutto l’intruglio che viene presentato come sgravio per l’energia, con l’IVA che non viene aumentata, ma che è come se lo fosse, perché la differenza viene messa in un fondo da utilizzare per….bla, bla…bla: modestia a parte, tutto l’enunciato del ministro Bersani non mi è stato per niente chiaro: sarà stata colpa delle mie cellule grigie oppure era fatto “per non essere capito”?
A questo governo, così come ebbi a fare con il precedente, pongo tre “priorità” che dovrebbero essere risolte; esse sono “i vecchi”, “i malati”, “i giovani”, tutto il resto viene dopo; mi spiego meglio analizzando voce per voce i miei desideri.
I VECCHI: la popolazione mondiale, in particolare quella italiana, ha visto salire la soglia di mortalità a livelli ancora più alti e continua a impennarsi: succede, però – come ho avuto modo di dire altre volte – che l’attuale sistema “non permette di morire, ma neppure di vivere”.
Mi spiego meglio: le strutture assistenziali non hanno fondi per far sì che la vita di un anziano non dipenda dai figli o da qualche badante straniera, ma venga svolta in ambienti specializzati e con la professionalità che la cosa richiede; e, ovviamente, gratuitamente, o meglio, con la sola pensione che l’anziano percepisce e non andando a cercare altre entrate da figli o nuore o altro ancora; e il tutto realizzato con il decoro che appunto faccia dire al vecchio che “sta vivendo” e non “sopravvivendo”.
I MALATI: anche qui non si dovrebbe badare a spese affinché chiunque abbia la sfortuna di ammalarsi, possa ricevere la migliore assistenza possibile in forma assolutamente gratuita; quindi maggiori investimenti in questo settore, a meno che non si preferisca far morire la gente prima che invecchi
I GIOVANI: quando uso questo termine mi riferisco a “tutti coloro che non sono adulti” e quindi dall’asilo all’università: lo stato dovrebbe impegnare tutte le risorse necessarie affinché queste generazioni, che poi saranno il nostro futuro, ricevano il massimo dell’istruzione che questo paese è in condizione di dare loro, ricordandoci che la formazione dei giovani è sicuramente il migliore investimento possibile; ovviamente si deve pensare anche al mercato del lavoro, altrimenti…
E così ho presentato i miei tre punti, che poi – se qualcuno se lo ricorda – sono nient’altro che il programma che i laburisti del nord Europa, nel periodo del dopo guerra, racchiusero in uno slogan semplicissimo: “dalla culla alla tomba”.
Caro Prodi, se riuscirai a risolvere questi tre ambiti programmatici e, di conseguenza, non ti farai fuorviare da altre cose tipo TAV, Ponti, cunei, ecc. - tutte cose belle ma da fare “DOPO” - avrai vinto la tua personale scommessa con me e, quindi, mi avrai stupito: auguri di buon lavoro e cerca di far lavorare quei 101 mangia pane a tradimento!
Le cose che si stiamo leggendo in questi giorni non ci stupiscono affatto, perché sembrano messe apposta per non essere comprese dalla gran massa della gente, di quella normale come io e voi: per esempio che significa “cuneo fiscale”? Ci sarà un cristiano che avrà il coraggio di venire in TV e spiegarlo alla massa, ma con parole semplici che possano essere capite da tutti, sia dalla casalinga di Voghera che dal bracciante di Corleone?
Ed anche tutto l’intruglio che viene presentato come sgravio per l’energia, con l’IVA che non viene aumentata, ma che è come se lo fosse, perché la differenza viene messa in un fondo da utilizzare per….bla, bla…bla: modestia a parte, tutto l’enunciato del ministro Bersani non mi è stato per niente chiaro: sarà stata colpa delle mie cellule grigie oppure era fatto “per non essere capito”?
A questo governo, così come ebbi a fare con il precedente, pongo tre “priorità” che dovrebbero essere risolte; esse sono “i vecchi”, “i malati”, “i giovani”, tutto il resto viene dopo; mi spiego meglio analizzando voce per voce i miei desideri.
I VECCHI: la popolazione mondiale, in particolare quella italiana, ha visto salire la soglia di mortalità a livelli ancora più alti e continua a impennarsi: succede, però – come ho avuto modo di dire altre volte – che l’attuale sistema “non permette di morire, ma neppure di vivere”.
Mi spiego meglio: le strutture assistenziali non hanno fondi per far sì che la vita di un anziano non dipenda dai figli o da qualche badante straniera, ma venga svolta in ambienti specializzati e con la professionalità che la cosa richiede; e, ovviamente, gratuitamente, o meglio, con la sola pensione che l’anziano percepisce e non andando a cercare altre entrate da figli o nuore o altro ancora; e il tutto realizzato con il decoro che appunto faccia dire al vecchio che “sta vivendo” e non “sopravvivendo”.
I MALATI: anche qui non si dovrebbe badare a spese affinché chiunque abbia la sfortuna di ammalarsi, possa ricevere la migliore assistenza possibile in forma assolutamente gratuita; quindi maggiori investimenti in questo settore, a meno che non si preferisca far morire la gente prima che invecchi
I GIOVANI: quando uso questo termine mi riferisco a “tutti coloro che non sono adulti” e quindi dall’asilo all’università: lo stato dovrebbe impegnare tutte le risorse necessarie affinché queste generazioni, che poi saranno il nostro futuro, ricevano il massimo dell’istruzione che questo paese è in condizione di dare loro, ricordandoci che la formazione dei giovani è sicuramente il migliore investimento possibile; ovviamente si deve pensare anche al mercato del lavoro, altrimenti…
E così ho presentato i miei tre punti, che poi – se qualcuno se lo ricorda – sono nient’altro che il programma che i laburisti del nord Europa, nel periodo del dopo guerra, racchiusero in uno slogan semplicissimo: “dalla culla alla tomba”.
Caro Prodi, se riuscirai a risolvere questi tre ambiti programmatici e, di conseguenza, non ti farai fuorviare da altre cose tipo TAV, Ponti, cunei, ecc. - tutte cose belle ma da fare “DOPO” - avrai vinto la tua personale scommessa con me e, quindi, mi avrai stupito: auguri di buon lavoro e cerca di far lavorare quei 101 mangia pane a tradimento!