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giovedì, novembre 13, 2003

Le trasmissioni sportive 1.puntata 

Uno degli spettacoli che in qualunque televisione (pubblica o privata) non può mancare è “la trasmissione sportiva”. Partecipanti: giornalisti sportivi, calciatori, presidenti di società calcistiche, varia umanità e immagini (non molte per la verità, perché viene privilegiata la chiacchiera).
In questo primo intervento parliamo dei giornalisti sportivi: la loro caratteristica principale è la “prosopopea”, intendendo con ciò quella supponenza, quel sussiego degno di ben altri argomenti.
In pratica, il loro degnarsi di partecipare, mentre…..tanto altro avrebbero da fare e di molto importante, li rende simili a sacerdoti officianti una messa che solo loro conoscono a fondo; sono così convinti di parlare di cose di importanza capitale, che tale “importanza” viene trasmessa anche agli ignari spettatori, convinti di partecipare a un gioco e invece invischiati in una messa in scena più grande di loro della quale poco capiscono e ancor meno apprezzano.
Nessuno si accorge infatti che la presenza dei giornalisti sportivi (ce ne sono di quelli che passano di una emittente all’altra) lungi dal far del bene all’approfondimento tecnico dei temi trattati, serve soltanto a “fare pubblicità” al giornalista stesso ed alla testata che rappresenta.
Insomma, siamo in presenza di professionisti che pensano di essere dei novelli Montanelli o Scalfari, intenti ad affrontare problematiche degne di tale scienza e che invece sono paragonabili alle decine di migliaia di persone che nei Bar di periferia si sgolano per portare avanti la causa della propria squadra.
Nel prossimo intervento affronteremo il problema dei presidenti delle società calcistiche, quelli – per intenderci – che una volta erano chiamati “i ricchi scemi” ed ora, per effetto delle peggiorate condizioni economiche hanno perduto l’appellativo di “ricchi” e sono rimasti in possesso soltanto dello………(indovinate cosa!)


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