sabato, maggio 05, 2012
UN "ASSAGGIO" DI ELEZIONI
Nei prossimi giorni – 6 e 7 maggio – 1014 comuni italiani avranno le urne aperte per il rinnovo dei consigli; saranno 9 milioni gli elettori chiamati alle urne e, anzitutto, staremo a vedere se l’assenteismo l’avrà vinta (l’ultima tornata elettorale, circa un anno fa, 15/5/2011, si recò a votare il 71.4% degli aventi diritto, con un assenteismo di poco meno del 30%; staremo a vedere.
Da sempre le elezioni “amministrative” sono state considerate un gradino sotto quelle “politiche”; addirittura in tempi passati, si diceva che erano voti in libertà che poi, al momento di votare per “le cose che contano davvero”, sarebbero rientrati all’ovile.
Adesso si ha una situazione sociale che non consente queste distinzioni; la gente è arrabbiata perché non riesce a far quadrare il bilancio e, ovviamente, se la rifà con chi “taglia” o aumenta le tasse; però c’è un particolare: quelli che stanno facendo questo non sono partiti politici ma dei tecnico messi dal Presi9dente della Repubblica, sia pure con i provvedimenti che vengono supportati dai politici (la famosa triade A-Alfano, B- Bersani, C-Casini); quindi ci sarà da chiedersi se la gente li considererà almeno corresponsabili dei magri bilanci familiari oppure darà la colpa solo a Monti & Co.
E poi c’è la cosiddetta “antipolitica”, impersonata – almeno in Italia – da Beppe Grillo e dal suo movimento “5stelle”; il movimento ha debuttato nel 2008 raccogliendo la miseria di 28/mila voti, ma nel 2010 è passato subito ad un dato un po’ più interessante: 390/mila; i sondaggi lo danno “a cavallo” tra il 7 e l’8%, con punte dell’11% al Nord; e sarebbe un grosso successo!!
Al momento non mi sembra che ci sia stato un grosso impegno dei leader dei partiti maggiori; sembra quasi che non vogliano dare importanza a queste elezioni, che le “snobbino”, ma statene certo che se prenderanno un po’ di più o un po’ di meno, le polemiche fioccheranno; come al solito.
Le urne si apriranno sull’onda dell’ultimo “boatos”, quello che si riferisce ai tagli alla spesa pubblica, cioè ai vari ministeri interessati (Istruzione, Difesa e Interno); questo atteggiamento dei “professori”, discende dall’impopolarità che si stanno auto-costruendo e che deriva dall’abnorme tassazione che hanno “dovuto??” fare e che sconfinerà in un 2013 forse ancora più pesante dell’anno in corso.
Alcune ricerche stimano che nel prossimo anno avremo un aumento delle imposte dirette del 5% e del 21% per quelle indirette; per effetto di queste operazioni, il totale degli introiti ammonterà a 813/miliardi di euro, ovverosia il 49,8% del Pil, cioè della ricchezza prodotta; a fronte di queste entrate – praticamente metà del Pil – comincia la litania delle spese, di come cioè verranno utilizzati questi denari.
173/miliardi se ne andranno per le retribuzioni, 321 per prestazioni sociali, 146 per acquisti dei vari ministeri (dalle biro alle auto blu) e 91/miliardi restano per gli interessi sul debito pubblico; da notare che la cifra degli interessi passivi e oltre la metà delle retribuzioni del personale statale.
Il totale delle spese ammonta a 731/miliardi che, guarda caso, è il 90% del reddito “portato via” agli italiani; da aggiungere che non si sono fatti investimenti in infrastrutture e neppure attività di sviluppo rivolta alla “crescita”; insomma, il 90% delle tasse è servito unicamente allo Stato per sopravvivere a se stesso!!
Quindi possiamo dire che lo Stato si porta via la metà del Pil soltanto per tenere in piedi se stesso; da qui discende l’arrabbiatura della gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese e vede solo lo Stato tirare avanti con stupefacente tranquillità!!
giovedì, maggio 03, 2012
SIBARITA
Il fidato “Devoto-Oli”, alla parola sibarita abbina questa definizione: persona estremamente raffinata che si circonda di piaceri e di lusso; il tutto in relazione alla nota ricchezza e mollezza degli abitanti di Sibari.
In concreto, questi signori si concedevano lussi di ogni genere e disponevano di una ricchezza che non finiva mai; o meglio: che nessuno riusciva a togliere loro. Chi vi viene in mente dopo queste definizioni? Direi che la risposta è facile: la casta dei politici, di ogni ordine e tipo che, nonostante tutti gli attacchi dall’antipolitica non viene minimamente scalfita. Quindi, a parte la “raffinatezza” ci siamo!!
Volete l’ultima battuta? Il Senato della Repubblica (quella nostra, non quella delle banane) ha deciso di acquistare 23.000 agende in pelle per una spesa di 950.000; io continuo a sperare che ci sia un errore, ma purtroppo sono in diversi a pubblicare la notizia e quindi….c’è poco da sperare.
Insomma, questi signori, dopo che un terzo di anno se n’è già andato, decide di acquistare del materiale su cui segnare gli impegni: la prima domanda è “come hanno fatto fino ad ora?” Poiché escludo che se le siano comprate di tasca loro, penso che abbiano deciso di non segnare “niente”, tanto non c’era “niente” da segnare.
Volete altre cosette del genere? Bene: i consiglieri regionali della Lombardia si sono presi in questi giorni un ponte di venti giorni; evidentemente il daffare non era pressante e magari hanno approfittato per andare a vedere dove fare le prossime vacanze estive: tanto c’è chi paga!! Nello stesso tempo quelli della Regione Lazio hanno deciso di acquistare nuovi uffici dalla caratteristica “extra-lusso” per la modica cifra di 10/milioni di euro.
Il nostro Presidente, in questi giorni, si sgola contro ogni manifestazione di “antipolitica” che avviene nel nostro Paese, rifacendosi alle conseguenze che questo atteggiamento potrebbe portare: lo stesso che condusse nel dopo guerra 1915/1918 all’avvento del partito fascista e dopo del regime fascista.
Il campione dell’antipolitica è sicuramente Beppe Grillo, apprezzato comico che sta facendo fuoco e fiamme contro le attuali gerarchie politiche; al momento la sua valenza in termini di consensi elettorali è di circa il 7%, ben poca cosa per essere influente.
Per me la vera “antipolitica” si potrà vedere in un altro settore, quello dell’astensionismo che, specie in un Paese come il nostro che ha valori altissimi di “votanti” potrebbe essere abbastanza destabilizzante. Ma non smuoverà certamente la casta dalle sue abitudini sibaritiche!!
E vorrei dire una cosa al nostro Presidente: anziché scagliarsi contro i demagoghi dell’antipolitica, perché non tira le orecchie alla “casta” quando mette in piedi operazioni sul tipo dell’acquisto delle agende e altre del genere? Se la gente vedesse che una “autorità” si schiera con la gente, forse lascerebbe le fila di Grillo o altri similari; ma Napolitano si guarda bene dall’intervenire su queste spese che fanno andare in bestia la gente; e questo non perché ne sia connivente – ne sono certo – ma perché ha un a formazione culturale che non lo spinge in questa direzione; chiaro???
E l’ultimo “scandalo!” sibaritico è l’acquisto delle 400 auto blu (10/milioni di euro), ridimensionato dopo che tutti i giornali si sono scagliati contro il provvedimento: è diventato un “accordo quadro” con il fornitore, per bloccare il prezzo e prelevarle quando serviranno; perché, sia chiaro che serviranno, anche se abbiamo molte più auto di USA, Francia Germania, Inghilterra; è l’unica classifica nella quale siamo primi!!
martedì, maggio 01, 2012
CI RISIAMO
Credo che molti di voi si ricorderanno alcune campagna pubblicitarie firmate diverse anni fa da Oliviero Toscani per Benetton; erano immagini fotografiche che diventavano gigantografie e che “utilizzavano” la religione (in particolare preti e suore) come elemento per sorprendere la gente (cioè i “consumatori”) ed attrarli verso i prodotti, ma soprattutto verso il marchio pubblicizzato.
Adesso arrivano gli emuli che, come è d’obbligo, non legano neppure le scarpe all’originale: si tratta di una serie di gigantografie che pubblicizzano una azienda toscana produttrice di materiale per impianti fotovoltaici; lo slogan è uguale per tutte (“io credo nel fotovoltaico”) e cambiano solo i soggetti a cui si mette in bocca la frase.
Per quanto riguarda quelli che ho visto io, abbiamo un prete che alza un crocifisso durante una Messa (o comunque un rito), in un altro si vede un musulmano che si inchina verso la Mecca e prega; in un altro ancora abbiamo una suora che prega e nell’altro una donna islamica anch’essa dedita alla preghiera e tutti, come ho già detto, hanno lo stesso slogan, quello che ho sopra indicato, il quale sostituisce a quello originario della preghiera (Dio, Maometto) una nuova divinità: il fotovoltaico.
Da un punto di visto pubblicitario – mestiere che ho intrapreso in gioventù - non mi sembra che ci siano particolari valori, sia sotto il profilo iconico che in quello dello slogan, soprattutto per quanto riguarda il giochetto dell’oggetto della preghiera.
Ma, sempre pubblicitariamente parlando, l’azienda interessata ha fatto questo tipo di campagna perché sapeva che avrebbe suscitato scalpore, addirittura “scandalo” (non esageriamo!!) e che pertanto il ritorno, sotto il profilo del “ricordo dello slogan” sarebbe stato notevole; e sotto questo aspetto non ha mancato il colpo.
Pensate che qualche Comune ha addirittura pensato di sequestrare le gigantografie, ma una recente sentenza del TAR ha sconsigliato questi signori che avrebbero fatto ancora più … pubblicità alla pubblicità; speriamo non insistano su questa strada!!
Chiediamoci invece il motivo per cui un art director di una agenzia pubblicitaria ha messo in piedi questa campagna; penso che sostanzialmente siamo in presenza di “poche idee” e, in questo caso, la religione (qui addirittura le due monoteiste più famose) è come il vestito grigio: ti salva sempre la situazione.
Possiamo poi dire che questo modo di fare, testimonia scarso rispetto per le religioni – non solo la nostra – ma questo già lo sapevamo e possiamo aggiungere che prende le mosse dal famoso “relativismo culturale”, spesso accostato al “relativismo morale” anche se non è perfettamente coincidente; la nota di fondo di questa filosofia – portata avanti da Fukuyama – dice che esisterebbe una storia universale dell’umanità valida per tutte le civiltà, per tutte le culture, per tutti i popoli del mondo che sarebbero inevitabilmente e inesorabilmente condotti dalla ferrea logica di un disegno (non si sa bene deciso da chi) verso la diffusione di una cultura generale del consumismo, del capitalismo su base tecnologica, cioè verso il tipo di vita e mentalità dell’ Occidente.
Possiamo dire che il relativismo è centrato sul “mercato” cioè sullo scambio di oggetti inerti e quindi non in grado di produrre “valori” che non siano quantitativi e materialistici ovverosia “bisogni” eterodiretti e funzionali al meccanismo produttivo che, per restare in piedi, ha bisogno di creare “voglie” sempre nuove nonché “bisogni” e desideri per poi tradurre queste sensazioni in “consumi”.
Insomma, la solita ministra riscaldata: il cittadino è solo un consumatore diretto o meglio “teleguidato” verso consumi quasi sempre superflui ma necessari…al sistema.
domenica, aprile 29, 2012
SI ROMPERA’ L’ASSE MERKEL-SARKOZY?
Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi ha avuto un risultato a mio avviso scontato e quindi mi meraviglio della sorpresa: il candidato socialista Hollande ha superato di un punto e mezzo il presidente uscente Sarkozy (28,6% contro 27,3%); la tornata elettorale ha detto anche altre cose: anzitutto nessuno dei due candidati principali ha raggiunto il 30% e l’altro dato interessante è il “grande” risultato conseguito da Marine Le Pen, leader dell’estrema destra (18,5%).
Al momento Sarkò e Hollande sanno che per vincere devono trovare dei voti da partiti che adesso hanno presentato altri candidati; è il gioco delle alleanze: io chiedo ai miei elettori di votare per te, se nel tuo programma di governo infili anche questo provvedimento che fa parte del mio programma oppure metti questo ministro.
E così è aperta la caccia ai voti di estrema destra (Marine Le Pen), di estrema sinistra (Melenchon, 11%) e del centrista Bayrou (9%); la prima domanda che sorge spontanea è quella: dove andranno i voti delle due estreme? mentre per quelli di centro sembra che siano destinati a Sarkozy.
Ma si tratta sempre di “indicazioni” che i leader non eletti fanno ai propri elettori circa la destinazione dei loro voti, con tutte le difficoltà che questo “travaso” si compia senza problemi; nella realtà, ogni elettore fa un po’ come vuole e quindi – dato che nella cabina elettorale c’è solo lui – fare adesso i conteggi, è molto pericoloso e si presta a grandi delusioni.
Comunque, sappiamo che il calcolo di Sarkozy sarebbe quello di sommare i propri voti con quelli dell’estrema destra di Le Pen e quelli di Bayrou, superando così il 50%; ma questo presuppone che il travaso sia completo, mentre nella realtà così non è -. come ho detto sopra – e quindi … staremo a vedere.
Mentre l’uscente Presidente sapeva che al primo turno non avrebbe superato il 30% e quindi la delusione è molto relativa, la “sconfitta” del momento appare Frau Merkel che si era spesa grandemente per il suo compagno europeista, addirittura inventandosi una triade di conservatori europei (lei insieme a Monti e Cameron) legandoli in una sorta di patto anti.Hollande.
L’idea che al momento viene fuori è quella di una Francia che se vince Sarkozy resta tale e quale, mentre se dovesse vincere Hollande, si potrebbe assistere a qualcosa di molto diverso, cioè a qualcosa che si avvicini di più agli Stati Uniti, con la BCE che interviene sui mercati allo stesso modo di come agisce la Federal Riserve, cioè in fase anti speculazione; e Dio sa quanto ne avremmo bisogno.
Già, perché la “quasi vittoria” di Hollande (meno europeista di Sarkozy) e le difficoltà del governo olandese per varare un piano di austerity, hanno fatto tremare le borse mondiali che hanno “bruciato” oltre 100 miliardi di euro in un solo giorno ed hanno fatto schizzare lo spread oltre i 400 punti; e la BCE? A guardare!!
Insomma, all’inizio del prossimo mese di maggio, potrebbe avere inizio una battaglia per liberare – sia pure soltanto un poco – l’intera Europa dalla cappa di rigore impostole dalla Germania e, in particolare da Frau Merkel; ma non facciamoci troppe illusioni, visto che l’appeal tedesco potrebbe abbagliare anche Hollande.
A proposito di spread, chissà cosa avranno pensato i miei amici, coniugi Rossi di Cantù (vedi post del 27); penso che il loro commento si possa riassumere così: ma come, ci si mettono anche le elezioni di un altro Paese – la Francia, nella quale non ci siamo mai stati – per inguaiare i nostri miseri redditi??!!