venerdì, settembre 17, 2004
Guerra dei prezzi
L’accordo Governo – Grande Distribuzione in base al quale viene stabilito che fino al 31 dicembre p.v. non ci saranno aumenti, è l’ennesima bufala sulla testa dei poveri consumatori.
Anzitutto perché questa normativa vale soltanto per un certo numero di prodotti che hanno l’etichetta del Super o Iper Mercato (insomma quelli che vengono prodotti per conto della Grande Distribuzione) e poi perché il fermare i prezzi fino al 31/12 non è altro che una formale ammissione che il carovita c’è stato, eccome se c’è stato e c’è ancora, accidenti se c’è ancora!. Insomma è una “conferma” camuffata da concessione!
Secondo alcune associazioni di consumatori, per fare una cosa abbastanza onesta, “tutti” dovrebbero abbassare i prezzi del 10% almeno e dal lì ripartire.
Ovvio che non se ne parla proprio!
Ma se i prezzi sono alti, la domanda che sorge spontanea è sempre la stessa: ma di chi è la colpa? Sono i produttori ad avere aumentato il costo dei prodotti oppure sono i commercianti ad avere guadagnato molto più del lecito?
È proprio di oggi la notizia che la col diretti – cifre e dati alla mano – accusa i rivenditori di avere praticato un aumento del 400% su quanto era il costo della merce . Sarà vero? Dai dati sembrerebbe di si, ma poi vai a sapere…
Certo che mi sorge spontanea una domanda: se i commercianti hanno praticato siffatti aumenti, si saranno “fatti d’oro” come si dice dalle mie parti, cioè avranno guadagnato cifre mostruose; e le tasse? Cioè, il fisco ha rilevato un incremento di tale misura sui gettiti del commercio? Se non lo ha rilevato sarebbe giusto che la Guardia di Finanza provvedesse ad indagare.
Nel caso invece che gli aumenti si siano avuti a monte del commerciante, cioè direttamente alla produzione, il guadagno mostruoso sarebbe di pertinenza di quest’ultima categoria. Ed anche qui vale quanto prima esposto: il fisco cosa ha rilevato nei gettiti di tali aziende? E la Guardia di Finanza?
Da tutto quanto sopra esposto, una cosa appare di una chiarezza cristallina: quando veniva detto che il consumatore ordinario non ce la faceva ad arrivare alla fine del mese, ed il Governo invece tendeva a minimizzare, mi sembra che ora possa essere stabilito chi aveva ragione e chi torto.
Ma anche dopo aver stabilito questa ragione/torno, cosa succede? Non è che sarà come la famosa canzone napoletana “chi ha avuto, avuto, avuto e chi ha dato…..” ? Temo proprio di si, però vorrei che almeno qualche Ministro particolarmente supponente (Marzano?) e sprezzante delle difficoltà della gente, pagasse con la propria poltrona (stavo per dire con la propria testa, ma non si può, vero?).
Rendiamoci comunque conto che parlare di questi aumenti a gente che guadagna tra i 10 e i 20 mila euro al mese (i nostri dis-onorevoli), desta soltanto da parte loro un mesto sorriso compassionevole: ma cosa vogliono questi morti di fame, dicono “loro” rivolti a “noi”. È noi dobbiamo continuare ad incassare e portare a casa?
Anzitutto perché questa normativa vale soltanto per un certo numero di prodotti che hanno l’etichetta del Super o Iper Mercato (insomma quelli che vengono prodotti per conto della Grande Distribuzione) e poi perché il fermare i prezzi fino al 31/12 non è altro che una formale ammissione che il carovita c’è stato, eccome se c’è stato e c’è ancora, accidenti se c’è ancora!. Insomma è una “conferma” camuffata da concessione!
Secondo alcune associazioni di consumatori, per fare una cosa abbastanza onesta, “tutti” dovrebbero abbassare i prezzi del 10% almeno e dal lì ripartire.
Ovvio che non se ne parla proprio!
Ma se i prezzi sono alti, la domanda che sorge spontanea è sempre la stessa: ma di chi è la colpa? Sono i produttori ad avere aumentato il costo dei prodotti oppure sono i commercianti ad avere guadagnato molto più del lecito?
È proprio di oggi la notizia che la col diretti – cifre e dati alla mano – accusa i rivenditori di avere praticato un aumento del 400% su quanto era il costo della merce . Sarà vero? Dai dati sembrerebbe di si, ma poi vai a sapere…
Certo che mi sorge spontanea una domanda: se i commercianti hanno praticato siffatti aumenti, si saranno “fatti d’oro” come si dice dalle mie parti, cioè avranno guadagnato cifre mostruose; e le tasse? Cioè, il fisco ha rilevato un incremento di tale misura sui gettiti del commercio? Se non lo ha rilevato sarebbe giusto che la Guardia di Finanza provvedesse ad indagare.
Nel caso invece che gli aumenti si siano avuti a monte del commerciante, cioè direttamente alla produzione, il guadagno mostruoso sarebbe di pertinenza di quest’ultima categoria. Ed anche qui vale quanto prima esposto: il fisco cosa ha rilevato nei gettiti di tali aziende? E la Guardia di Finanza?
Da tutto quanto sopra esposto, una cosa appare di una chiarezza cristallina: quando veniva detto che il consumatore ordinario non ce la faceva ad arrivare alla fine del mese, ed il Governo invece tendeva a minimizzare, mi sembra che ora possa essere stabilito chi aveva ragione e chi torto.
Ma anche dopo aver stabilito questa ragione/torno, cosa succede? Non è che sarà come la famosa canzone napoletana “chi ha avuto, avuto, avuto e chi ha dato…..” ? Temo proprio di si, però vorrei che almeno qualche Ministro particolarmente supponente (Marzano?) e sprezzante delle difficoltà della gente, pagasse con la propria poltrona (stavo per dire con la propria testa, ma non si può, vero?).
Rendiamoci comunque conto che parlare di questi aumenti a gente che guadagna tra i 10 e i 20 mila euro al mese (i nostri dis-onorevoli), desta soltanto da parte loro un mesto sorriso compassionevole: ma cosa vogliono questi morti di fame, dicono “loro” rivolti a “noi”. È noi dobbiamo continuare ad incassare e portare a casa?
giovedì, settembre 16, 2004
Vergogna calcio!
L’episodio di ieri sera all’Olimpico durante lo svolgimento di Roma – Dinamo Kiev ha dell’incredibile, non solo per il luogo da cui proviene il “proiettile”, ma per la straordinaria continuità dei giocatori, dirigenti e tifosi della Roma a…volersi fare del male.
Cominciamo a raccontare l’accaduto: dopo un primo tempo durante il quale la squadra capitolina è stata dominata dalla compagine russa (molto più avanti come condizione fisica), dopo che l’arbitro svedese ha fischiato la fine del tempo, un giocatore della Roma (il francese Mexes) molla un calcio ad un avversario e viene espulso dall’arbitro; nel capannello di giocatori, arbitro e suoi collaboratori ad un certo punto si vede il direttore di gara accasciarsi a terra con la faccia rigata di sangue: è stato colpito da un oggetto metallico (una moneta? un accendino?) e, soccorso da un guardialinee rientra barcollando negli spogliatoi.
La partita è sospesa e si apre la ridda di congetture; da dove è partito il corpo contundente? Prima sorpresa, non dagli spalti popolari dove ci sono i tifosi esagitati, ma dalla “Tribuna d’Onore”, cioè una tribuna che è a fianco della “Tribuna Autorità” e che contiene, di norma, tifosi eccellenti e personalità.
La sorpresa è quindi che il fattaccio sia stato consumato da una persona (è stato ripreso anche dalla televisione) che stava lì; magari non era un VIP, ma quelli che erano accanto a lui e che sicuramente hanno visto tutto, perché non lo hanno denunciato alle autorità? Perché non lo hanno fermato e cazzottato bene bene?
Dopo questa infelice serata, in primo luogo per la Roma, ma anche per tutto il calcio italiano, all’estero sommeranno l’episodio a quello che è accaduto nei due anni precedenti: tafferugli sempre a Roma in occasione della partita con i Turchi, infelice esibizione ai mondiali coreani, altrettanto infelice esibizione agli europei portoghesi, con sputo di Totti, ampliato oltre ogni limite, bizze di Cassano (le famose cassanate), debiti delle maggiori squadre, calcio – scommesse, eccetera.
Tutto questo permetterà agli stranieri – che non sono poi tanto meglio di noi – di sparlare del nostro calcio, in particolare, e del nostro Paese, in generale.
Ora siamo tutti in grande attesa per conoscere le decisioni degli Organi disciplinari europei; c’è da notare che se la squalifica sarà pesante e comporterà l’esclusione dalla Champion per uno o più anni, il danno economico che si avrà nei confronti della società (che già ha avuto difficoltà ad iscriversi al campionato) sarà di quelli che possono provocare anche un tonfo rovinoso e fragoroso, un po’ come è stato quello del Napoli.
Ora ci sarebbe da chiedersi: i danni che questo pazzo imbecille provocherà alla Roma (e, ripeto, a tutto il movimento calcistico nazionale) erano facilmente prevedibili prima dell’insano gesto e allora qual è la molla che fa scattare la mano del lanciatore?
Tutti ora si chiederanno una serie di cose: il pazzo imbecille è tifoso della Roma o di altra squadra? È stato forse mandato da “qualcuno” per fare del male alla società della famiglia Sensi? La nostra bravura in “dietrologia” arriva anche a farci chiedere: sarà mica un nemico della Roma, cioè un laziale o un juventino?
Certo che se nei prossimi giorni le fonti giornalistiche della capitale, anziché ricercare le vere cause di questo malessere nella squadra, si lanciano in accuse sconsiderate e gratuite, potremo dire che il calcio romanista ha ricevuto una serie di autogol che sarà difficilissimo rimontare.
Cominciamo a raccontare l’accaduto: dopo un primo tempo durante il quale la squadra capitolina è stata dominata dalla compagine russa (molto più avanti come condizione fisica), dopo che l’arbitro svedese ha fischiato la fine del tempo, un giocatore della Roma (il francese Mexes) molla un calcio ad un avversario e viene espulso dall’arbitro; nel capannello di giocatori, arbitro e suoi collaboratori ad un certo punto si vede il direttore di gara accasciarsi a terra con la faccia rigata di sangue: è stato colpito da un oggetto metallico (una moneta? un accendino?) e, soccorso da un guardialinee rientra barcollando negli spogliatoi.
La partita è sospesa e si apre la ridda di congetture; da dove è partito il corpo contundente? Prima sorpresa, non dagli spalti popolari dove ci sono i tifosi esagitati, ma dalla “Tribuna d’Onore”, cioè una tribuna che è a fianco della “Tribuna Autorità” e che contiene, di norma, tifosi eccellenti e personalità.
La sorpresa è quindi che il fattaccio sia stato consumato da una persona (è stato ripreso anche dalla televisione) che stava lì; magari non era un VIP, ma quelli che erano accanto a lui e che sicuramente hanno visto tutto, perché non lo hanno denunciato alle autorità? Perché non lo hanno fermato e cazzottato bene bene?
Dopo questa infelice serata, in primo luogo per la Roma, ma anche per tutto il calcio italiano, all’estero sommeranno l’episodio a quello che è accaduto nei due anni precedenti: tafferugli sempre a Roma in occasione della partita con i Turchi, infelice esibizione ai mondiali coreani, altrettanto infelice esibizione agli europei portoghesi, con sputo di Totti, ampliato oltre ogni limite, bizze di Cassano (le famose cassanate), debiti delle maggiori squadre, calcio – scommesse, eccetera.
Tutto questo permetterà agli stranieri – che non sono poi tanto meglio di noi – di sparlare del nostro calcio, in particolare, e del nostro Paese, in generale.
Ora siamo tutti in grande attesa per conoscere le decisioni degli Organi disciplinari europei; c’è da notare che se la squalifica sarà pesante e comporterà l’esclusione dalla Champion per uno o più anni, il danno economico che si avrà nei confronti della società (che già ha avuto difficoltà ad iscriversi al campionato) sarà di quelli che possono provocare anche un tonfo rovinoso e fragoroso, un po’ come è stato quello del Napoli.
Ora ci sarebbe da chiedersi: i danni che questo pazzo imbecille provocherà alla Roma (e, ripeto, a tutto il movimento calcistico nazionale) erano facilmente prevedibili prima dell’insano gesto e allora qual è la molla che fa scattare la mano del lanciatore?
Tutti ora si chiederanno una serie di cose: il pazzo imbecille è tifoso della Roma o di altra squadra? È stato forse mandato da “qualcuno” per fare del male alla società della famiglia Sensi? La nostra bravura in “dietrologia” arriva anche a farci chiedere: sarà mica un nemico della Roma, cioè un laziale o un juventino?
Certo che se nei prossimi giorni le fonti giornalistiche della capitale, anziché ricercare le vere cause di questo malessere nella squadra, si lanciano in accuse sconsiderate e gratuite, potremo dire che il calcio romanista ha ricevuto una serie di autogol che sarà difficilissimo rimontare.
martedì, settembre 14, 2004
Ancora buio pesto sull'Irak
A sentire e leggere le notizie sugli eventi irakeni cascano le braccia: tutti i giorni è come se venisse letto un bollettino di guerra che elenca i morti nella zona “X”, quelli nella zona “Y” e quelli nella zona “W”.
E’ veramente difficile immaginare una qualche soluzione per quel tormentato Paese, anche perché dalla parte dell’occidente non mi sembra che ci sia una coerenza operativa finalizzata a cercare la soluzione dei problemi.
Facciamo qualche esempio: quale è il motivo ostativo che non consente alle truppe ONU di prendere il posto di quelle della coalizione? Mi spiego meglio, ad evitare che mi venga obbiettato che questo non avviene perché gli americani non vogliono; se un gruppo di paesi europei (Francia, Germania, Spagna, e altri) sottoscrivesse una mozione nel senso dell’intervento ONU, come potrebbero fare gli americani ad opporsi?
Mi sembra invece che sia “interesse” di tutti lasciare a bagnomaria gli stupidi che ci sono (anche noi quindi), per poter dire: avete visto, ve lo avevo detto di non andare! Si tratterebbe quindi solo di interessi di bottega, di supremazia o addirittura di inconfessabili interessi economici.
C’è poi da aggiungere che il comportamento dell’Europa è quanto meno sconcertante e lontano mille miglia da una qualsiasi omogeneità decisionale; e anche qui cerco di spiegarmi meglio: il Presidente dell’Irak (islamico moderato) è in visita in vari paesi europei e quasi tutti lo ricevono ad esclusione della Francia che, in aggiunta, cala il carico da undici e vieta il suo ingresso all’Assemblea Europea di Strasburgo (territorio francese).
Mi sembra di ricordare che tutti gli stati europei inneggiano ad una fattiva collaborazione con governi e stati islamici moderati; abbiamo due casi che potrebbero fare alla bisogna: la visita del leader irakeno, da tutti considerato un mussulmano moderato e l’altro caso è quello della Turchia, altro stato a conduzione islamica moderata, che proprio la Francia ne osteggia apertamente l’ingresso in Europa.
Allora, mi chiedo e vi chiedo, come si concilia questa volontà di dialogare con l’islam moderato se poi, alla prova dei fatti, ci si comporta in maniera tale che anche questo paesi sono indotti all’oltranzismo da un rigetto dell’occidente?
E intanto le nostre due Simone restano prigioniere di delinquenti che – secondo me – vogliono soprattutto quattrini e, in seconda istanza, placare una smodata sete di sangue; quella stessa sete di sangue che, evidentemente, non è stata saziata dalla decapitazione, andata in onda su Al Jazeera, di un povero autista turco (mussulmano) reo soltanto di aver cercato di portare a casa una pagnotta un po’ più grande di quella che gli sarebbe toccata stando in patria.
Questi sarebbero le controparti con cui trattare la liberazione delle due ragazze; capisco che non è facile e che dobbiamo armarci soprattutto di pazienza.
Un’ultima cosa: avete notato che Al Sadr, il leader religioso sciita, quello tutto vestito di nero, grassottello e sempre in grugniti, non si vede più e neppure siamo a conoscenza di sue dichiarazioni? Che si sia veramente calmato? Mah, ci credo poco!
E’ veramente difficile immaginare una qualche soluzione per quel tormentato Paese, anche perché dalla parte dell’occidente non mi sembra che ci sia una coerenza operativa finalizzata a cercare la soluzione dei problemi.
Facciamo qualche esempio: quale è il motivo ostativo che non consente alle truppe ONU di prendere il posto di quelle della coalizione? Mi spiego meglio, ad evitare che mi venga obbiettato che questo non avviene perché gli americani non vogliono; se un gruppo di paesi europei (Francia, Germania, Spagna, e altri) sottoscrivesse una mozione nel senso dell’intervento ONU, come potrebbero fare gli americani ad opporsi?
Mi sembra invece che sia “interesse” di tutti lasciare a bagnomaria gli stupidi che ci sono (anche noi quindi), per poter dire: avete visto, ve lo avevo detto di non andare! Si tratterebbe quindi solo di interessi di bottega, di supremazia o addirittura di inconfessabili interessi economici.
C’è poi da aggiungere che il comportamento dell’Europa è quanto meno sconcertante e lontano mille miglia da una qualsiasi omogeneità decisionale; e anche qui cerco di spiegarmi meglio: il Presidente dell’Irak (islamico moderato) è in visita in vari paesi europei e quasi tutti lo ricevono ad esclusione della Francia che, in aggiunta, cala il carico da undici e vieta il suo ingresso all’Assemblea Europea di Strasburgo (territorio francese).
Mi sembra di ricordare che tutti gli stati europei inneggiano ad una fattiva collaborazione con governi e stati islamici moderati; abbiamo due casi che potrebbero fare alla bisogna: la visita del leader irakeno, da tutti considerato un mussulmano moderato e l’altro caso è quello della Turchia, altro stato a conduzione islamica moderata, che proprio la Francia ne osteggia apertamente l’ingresso in Europa.
Allora, mi chiedo e vi chiedo, come si concilia questa volontà di dialogare con l’islam moderato se poi, alla prova dei fatti, ci si comporta in maniera tale che anche questo paesi sono indotti all’oltranzismo da un rigetto dell’occidente?
E intanto le nostre due Simone restano prigioniere di delinquenti che – secondo me – vogliono soprattutto quattrini e, in seconda istanza, placare una smodata sete di sangue; quella stessa sete di sangue che, evidentemente, non è stata saziata dalla decapitazione, andata in onda su Al Jazeera, di un povero autista turco (mussulmano) reo soltanto di aver cercato di portare a casa una pagnotta un po’ più grande di quella che gli sarebbe toccata stando in patria.
Questi sarebbero le controparti con cui trattare la liberazione delle due ragazze; capisco che non è facile e che dobbiamo armarci soprattutto di pazienza.
Un’ultima cosa: avete notato che Al Sadr, il leader religioso sciita, quello tutto vestito di nero, grassottello e sempre in grugniti, non si vede più e neppure siamo a conoscenza di sue dichiarazioni? Che si sia veramente calmato? Mah, ci credo poco!
lunedì, settembre 13, 2004
Allegria: è cominciato il Campionato di Calcio
Finalmente ieri, domenica 12 – con due partite in anticipo sabato 11 – è ripreso il Campionato di Calcio (una volta si aggiungeva “più bello del mondo”, adesso ci andiamo più cauti).
Lasciati sfogare i vari T.A.R., Tribunali Fallimentari e altro ancora, la parola è passata agli atleti in campo: era da presumere che tutto si sarebbe incamminato secondo le sane leggi dello sport.
Invece che ti succede: sabato, nell’anticipo il Vice Presidente del Milan (che è anche Presidente della Lega Calcio) spara a zero sull’arbitro reo, secondo quanto ho letto e capito, di aver applicato il regolamento troppo alla lettera.
Ieri, poi, sia in Brescia – Juventus che in Udinese – Reggina, i Presidenti delle squadre di casa si sono lamentati dell’operato dei singoli arbitri, facendo riferimento a episodi che sarebbero accaduti nel corso del match e le cui conseguenti decisioni avrebbero danneggiato la loro squadra.
Si potrebbe dire che niente di nuovo è sbocciato sotto il sole, ma mi sembra troppo semplice limitarsi a questa affermazione; bisogna invece tenere presente che in una situazione finanziariamente molto difficile si continua a farneticare su presunti accordi arbitrali, il tutto per coprire lacune di squadre e di presidenti.
Si potrebbe dire: siamo sull’orlo del burrone e si continua a ballare il tango come se niente fosse.
Nel contesto del mondo del calcio ci sono poi degli episodi gustosi che meritano qualche riflessione: il cannoniere (forse è meglio dire ex) dell’Inter Bobo Vieri ha lasciato la propria Porche Cayenna (valore oltre 200 milioni) ad un posteggiatore abusivo, al quale – per facilitargli il compito – ha consegnato anche le relative chiavi; risultato : all’uscita dal locale non ha ritrovano né auto né posteggiatore.
E avrebbe anche il coraggio di lamentarsi!
Forse l’ho detto altre volte, ma mi piace ricordare la frase che Boskov, all’epoca allenatore della Sampdoria, diceva nel suo stentato ma caratteristico italiano, riferendosi ai calciatori: “giocatore di calcio usa testa solo per appoggiarci cappello!”
Che ci volete fare, mi sembra una delle frasi più belle ed indovinate che ho sentito negli ultimi anni!
Lasciati sfogare i vari T.A.R., Tribunali Fallimentari e altro ancora, la parola è passata agli atleti in campo: era da presumere che tutto si sarebbe incamminato secondo le sane leggi dello sport.
Invece che ti succede: sabato, nell’anticipo il Vice Presidente del Milan (che è anche Presidente della Lega Calcio) spara a zero sull’arbitro reo, secondo quanto ho letto e capito, di aver applicato il regolamento troppo alla lettera.
Ieri, poi, sia in Brescia – Juventus che in Udinese – Reggina, i Presidenti delle squadre di casa si sono lamentati dell’operato dei singoli arbitri, facendo riferimento a episodi che sarebbero accaduti nel corso del match e le cui conseguenti decisioni avrebbero danneggiato la loro squadra.
Si potrebbe dire che niente di nuovo è sbocciato sotto il sole, ma mi sembra troppo semplice limitarsi a questa affermazione; bisogna invece tenere presente che in una situazione finanziariamente molto difficile si continua a farneticare su presunti accordi arbitrali, il tutto per coprire lacune di squadre e di presidenti.
Si potrebbe dire: siamo sull’orlo del burrone e si continua a ballare il tango come se niente fosse.
Nel contesto del mondo del calcio ci sono poi degli episodi gustosi che meritano qualche riflessione: il cannoniere (forse è meglio dire ex) dell’Inter Bobo Vieri ha lasciato la propria Porche Cayenna (valore oltre 200 milioni) ad un posteggiatore abusivo, al quale – per facilitargli il compito – ha consegnato anche le relative chiavi; risultato : all’uscita dal locale non ha ritrovano né auto né posteggiatore.
E avrebbe anche il coraggio di lamentarsi!
Forse l’ho detto altre volte, ma mi piace ricordare la frase che Boskov, all’epoca allenatore della Sampdoria, diceva nel suo stentato ma caratteristico italiano, riferendosi ai calciatori: “giocatore di calcio usa testa solo per appoggiarci cappello!”
Che ci volete fare, mi sembra una delle frasi più belle ed indovinate che ho sentito negli ultimi anni!
domenica, settembre 12, 2004
Due parole sulla Mostra del Cinema di Venezia
Dopo due settimane di permanenza al Lido di Venezia per la 61. Mostra del Cinema, mi corre l’obbligo di riferire, sia pure succintamente, su quello che ho potuto riscontrare e su quelle che sono state le mie impressioni sulla rassegna cinematografica.
Anzitutto due parole sull’organizzazione generale: il nuovo Direttore, Marco Muller, è in carica da poco più di quattro mesi e quindi la "sua" impronta si avvertirà appieno nella prossima edizione della Mostra. L’edizione di quest’anno è stata un ibrido, in parte frutto della precedente gestione – il tedesco De Haden – e in parte impostata dagli uomini della nuova direzione.
La prima cosa che balza agli occhi e che era stata rimproverata anche negli anni scorsi è la pletoricità del film presentati: "troppi film" è stato il grido di tutti, critici e pubblico, ma se sono stati presi accordi con autori e produttori, capisco che sia difficile disdirli. Comunque è vero, i film presentati nelle varie sezioni, sono stati troppi.
Alle sezioni ordinarie se ne è aggiunta una nuova, inventata da Quentin Tarantino e Joe Dante e che ha presentato una trentina di film italiani degli anni ’60 e ’70 cosiddetti di serie B, quelli cioè che ad un discreto successo di pubblico contrapponevano una stroncatura, anzi un ignorare, da parte della critica. L’interesse per la riscoperta di questi film - che detto tra noi, brutti erano e brutti sono rimasti – è soprattutto un interesse filologico ma quanto alla "riscoperta" resto dubbioso.
Per quanto riguarda i film in concorso, stroncature dalla Giuria per i film italiani (sia quello di Amelio che figurava tra i favoriti che quello di Placido che invece non lo era), nonostante che a metà circa della rassegna si fosse levata una voce di corridoio che voleva un film prodotto dalla RAI come vincitore della rassegna. Questa volta è stato smentito il detto andreottiano che a pensar male si fa peccato ma ci si indovina, perché qui non si è indovinato niente.
Il vincitore, un onesto e ben fatto film inglese, realizzato da un vecchio regista come Mike Leigh, dal titolo "Vera Drake" è centrato su aspetti di vita nei sobborghi londinesi con varie difficoltà per tirare avanti e con aspetti inquietanti della realtà di una donna di mezza età che giunge a decidere un aborto: tra i critici appena accennate alcune polemiche, subito sopite; sembrerebbe che l’aborto fosse ormai una cosa accettata da tutti e non più considerata un peccato, neppure dai critici di matrice cattolica.
Come atmosfera generale, posso ampliare quello che ho già accennato nel post di ieri: tutti si viveva come in una fiction e quindi anche le notizie – tragiche – che ci pervenivano, tipo l’eccidio di Beslan, venivano recepite inconsciamente come la trama di un film; solo tornati a casa ci siamo resi conto della reale portata degli eventi.
E quindi anche la polemica antiamericana iniziata da Moore e portata avanti, con minore impegno devo dire, da Wim Wenders e da Spielberg, sembra più che altro un entrare nel club degli antiamericani così come è di moda (lo slogan: se sei nel club sei "in" altrimenti sei "out").
Scarsa attenzione al cinema emergente – africano e latino americano – del quale sono state presentate opere scarsamente rappresentative e tutte centrate sulle difficoltà esistenziali dei giovani di quei paesi; ma i vecchi – mi sono domandato – non esistono da quelle parti?
Comunque bene la cinematografia europea che ha vinto il leone d’oro con il miglior film e con la migliore interpretazione sia maschile che femminile. Meglio di così!
Anzitutto due parole sull’organizzazione generale: il nuovo Direttore, Marco Muller, è in carica da poco più di quattro mesi e quindi la "sua" impronta si avvertirà appieno nella prossima edizione della Mostra. L’edizione di quest’anno è stata un ibrido, in parte frutto della precedente gestione – il tedesco De Haden – e in parte impostata dagli uomini della nuova direzione.
La prima cosa che balza agli occhi e che era stata rimproverata anche negli anni scorsi è la pletoricità del film presentati: "troppi film" è stato il grido di tutti, critici e pubblico, ma se sono stati presi accordi con autori e produttori, capisco che sia difficile disdirli. Comunque è vero, i film presentati nelle varie sezioni, sono stati troppi.
Alle sezioni ordinarie se ne è aggiunta una nuova, inventata da Quentin Tarantino e Joe Dante e che ha presentato una trentina di film italiani degli anni ’60 e ’70 cosiddetti di serie B, quelli cioè che ad un discreto successo di pubblico contrapponevano una stroncatura, anzi un ignorare, da parte della critica. L’interesse per la riscoperta di questi film - che detto tra noi, brutti erano e brutti sono rimasti – è soprattutto un interesse filologico ma quanto alla "riscoperta" resto dubbioso.
Per quanto riguarda i film in concorso, stroncature dalla Giuria per i film italiani (sia quello di Amelio che figurava tra i favoriti che quello di Placido che invece non lo era), nonostante che a metà circa della rassegna si fosse levata una voce di corridoio che voleva un film prodotto dalla RAI come vincitore della rassegna. Questa volta è stato smentito il detto andreottiano che a pensar male si fa peccato ma ci si indovina, perché qui non si è indovinato niente.
Il vincitore, un onesto e ben fatto film inglese, realizzato da un vecchio regista come Mike Leigh, dal titolo "Vera Drake" è centrato su aspetti di vita nei sobborghi londinesi con varie difficoltà per tirare avanti e con aspetti inquietanti della realtà di una donna di mezza età che giunge a decidere un aborto: tra i critici appena accennate alcune polemiche, subito sopite; sembrerebbe che l’aborto fosse ormai una cosa accettata da tutti e non più considerata un peccato, neppure dai critici di matrice cattolica.
Come atmosfera generale, posso ampliare quello che ho già accennato nel post di ieri: tutti si viveva come in una fiction e quindi anche le notizie – tragiche – che ci pervenivano, tipo l’eccidio di Beslan, venivano recepite inconsciamente come la trama di un film; solo tornati a casa ci siamo resi conto della reale portata degli eventi.
E quindi anche la polemica antiamericana iniziata da Moore e portata avanti, con minore impegno devo dire, da Wim Wenders e da Spielberg, sembra più che altro un entrare nel club degli antiamericani così come è di moda (lo slogan: se sei nel club sei "in" altrimenti sei "out").
Scarsa attenzione al cinema emergente – africano e latino americano – del quale sono state presentate opere scarsamente rappresentative e tutte centrate sulle difficoltà esistenziali dei giovani di quei paesi; ma i vecchi – mi sono domandato – non esistono da quelle parti?
Comunque bene la cinematografia europea che ha vinto il leone d’oro con il miglior film e con la migliore interpretazione sia maschile che femminile. Meglio di così!