sabato, novembre 17, 2012
SI BRANCOLA NEL BUIO
I cittadini “perbene” di questo Stato hanno
da sempre stretto una sorta di patto che regola i loro rapporti: noi paghiamo
le tasse e i servizi che ci vengono forniti, comprese le utenze, e lo Stato
fornisce, in cambio, scuole, strade, ospedali, sicurezza attraverso le forze
dell’ordine, nonché autobus per viaggiare in città, allacciamenti per luce e
gas, asili nido per i bambini e assistenza per gli anziani.
In un passato neppure tanto lontano, il patto
ha funzionato, pur con qualche inceppatura, infatti sono state costruite strade
e ospedali, nonché scuole che, di norma qualche volta crollano, ma di regola hanno
i caloriferi accesi ed altre cose che hanno permesso al cittadino di
comprendere il motivo per cui ha pagato le tasse.
Oggi, questo patto è rotto, sia dagli evasori
patentati che dallo Stato: infatti, gli onesti continuano a pagare le tasse,
sempre più tasse, perfino qualcuna assurda come l’IVA sulle tassazioni, ma l’altra parte (lo Stato e le sue appendici
locali) offre di meno di quanto offriva prima; e in aggiunta a questo, con cento
lire compravamo un chilo di pane, adesso con duecento lire ne compriamo mezzo!
E questo, amici carissimi, è diventato
intollerabili, anche perché la gente si sente “tradita” da frasi come queste:
“è stato un anno duro per i governanti e durissimo per i governati (cioè noi)”,
oppure “toglieremo l’IRAP ma dal 2014”,
tempo così lontano che ci possiamo proiettare qualunque cosa, qualunque bugia,
tanto nessuno se lo ricorderà, neppure i
governanti di allora.
Si tagliano i posti letto negli Ospedali
senza impegnarsi in una vera revisione delle spese, a partire dalle
retribuzioni dei dirigenti; ovviamente è più facile e più semplice ricorrere a
tagli indiscriminati che fare come ha fatto Hollande in Francia che – a
proposito delle tanto vituperate (da noi) auto blu – ha tolto questo beneficio
a tutti – affermando “avete uno stipendio che vi consente di comprarvi
tranquillamente un’auto da usare per il vostro lavoro”.
Oppure l’affermazione di Obama che, prendendo
in mano un’America sull’orlo del baratro – taglio indiscriminato dei servizi e
aumento indifferenziati delle tasse – ha dichiarato “quelli che guadagnano come
e più di me, cioè più di 250/mila dollari (poco più di 200/mila euro) dovranno
pagare più tasse; quelli che non arrivano a questa cifra non avranno nessun
aumento di imposizione fiscale”. Lo avete mai sentito un discorso del genere
dai nostri “statisti”? Io li ho visti impegnati a costruire norme “bizantine”
nelle quali poter affondare a piene pani per rastrellare il denaro a loro
piacimento (i Lusi e i Fiorito, tanto per citare i più famosi, non sono mica
esquimesi).
E l’atteggiamento degli Enti locali? Appena
lo Stato diminuisce il proprio gettito, si affannano a tagliare i servizi ai
cittadini, senza neppure prendere in considerazione che si potrebbe anche
tagliare qualcosa ai burocrati ed ai dirigenti; ed anche questo è una forma di
tradimento di quel patto che dovrebbe regolamentare i rapporti tra le
Amministrazioni statali o locali ed i cittadini o sudditi, come è meglio
definirli. Insomma c’era un patto con i
cittadini onesti e loro l’hanno violato; cosa ha in mano il cittadino/suddito
per rispondere a questo atteggiamento dello Stato/Sovrano?
L’unica arma non violenta a disposizione sono
le elezioni nelle quali “non votare” platealmente in numero massivo oppure
votare per i partiti del “non partito”; ma se anche questo non funziona, perché
il Re ha a disposizione il Monti di turno da rimettere in sella? Allora amici
non conosco altro sistema che ricorrere a qualche atteggiamento violento dei “sudditi”
che diventano così “aspiranti rivoluzionari”; ma ci credo poco!
giovedì, novembre 15, 2012
ZIBALDONE N.11
Dedico questo zibaldone, quasi invernale, a tre fatti che mi hanno colpito e incuriosito,
l’uno differente dall’altro, quindi
credo che interesseranno i miei amici lettori.
IL
PRIMO riguarda una Mostra
apertasi a Milano, Palazzo Morando, dedicata a Marcello Marchesi nel centenario
della nascita; chi era Marchesi? Magari i più giovani lo ricordano poco, ma noi
non più giovani abbiano “convissuto” per anni con le battute di Marcello che,
per l’appunto, si considerava “un battutista”.
Comincia il suo lavoro nel 1936, chiamato da
Andrea Rizzoli con questa frase: cerchiamo gente per un giornale umoristico,
vieni con noi”; questi noi erano Zavattini, Guareschi, Mosca e Vittorio Metz,
cioè il meglio dell’umorismo italiano e il giornale era l’indimenticabile “Il
Bertoldo”.
Di lui voglio ricordarvi alcuni slogan
pubblicitari (“Con quella bocca può dire ciò che vuole”, “Falqui: basta la
parola” e “Il brandy che crea un’atmosfera”) e alcuni neoproverbi, come li
chiamava lui: “L’occasione fa l’uomo ministro”, “L’importante è che la morte ci
trovi vivi”, “Anche le formiche, nel loro piccolo, s’incazzano”. Geniali!!
IL SECONDO ci riporta sulla terra, alla quotidianità e
alle incazzature: sapete che nella “spending review” sono state toccate le Province, non solo come
numero ma anche con tagli ai loro bilanci; uno dei Presidenti, per protesta
contro questi tagli, ha fatto due affermazioni clamorose: “spegneremo i
termosifoni” (le scuole sono tra i loro pochi compiti) e “ridurremo i limiti di
velocità a 30Km/h” (anche le norme sul traffico sono nel loro carnet). Entrambe
le affermazioni sono autentici ricatti nei confronti del Governo e quindi non
mi soffermo a commentarle; quello invece che mi sorprende e quindi mi sento in
dovere di “pungere”, è l’atteggiamento della stampa: possibile che non ci sia
stato un giornalista che si sia fatto ricevere dai Presidenti in questione ed
abbia chiesto loro perché, anziché mettere al freddo gli scolari e incasinare
ancor di più il traffico, non elimina le auto blu, mandando lui e gli altri
consiglieri tutti in autobus o metro o, in ultima analisi, utilizzando la
propria automobile. E se non basta, passare alla riduzione coatta dello stipendio
proprio e degli altri consiglieri, adducendo la motivazione che un
amministratore deve pur fare qualche sacrificio.
Se non si fa così, non si ridurranno mai i costi della burocrazia ma si
attaccheranno solo i pochissimi diritti che
ancora ha la gente “comune”; è questo che si vuole? Forse si vuole costringere
il Governo a cedere? Ma allora lo si dica subito e si facciano azioni contro il
Governo, non contro la gente che non c’entra niente!!
IL TERZO si è svolto nella mia città ed ha riguardato
una facoltà universitaria che ha chiesto al proprio Preside l’autorizzazione per
tenere un’assemblea serale su temi socio-politici; permesso prontamente
concesso e quindi, Preside, Insegnanti e Personale ausiliario hanno “dato”
l’intera facoltà in mano ai giovani studenti, con l’unico controllo di una
guardia giurata fino alle una di notte; i nostri giovani, visti i poco interessanti risvolti dei
problemi “socio politici”, hanno fatto
baldoria fino alle 5 di mattina, facendo diventare l’assemblea studentesca un
rave-party.
Quando l’assemblea è finita la Piazza antistante la Facoltà somigliava ad un
campo minato, con bottiglie rotte, lattine e bicchieri gettati in mezzo alla
strada; il tutto innaffiato – è proprio il caso di dirlo – da pozze di urina,
altre sporcizie e avanzi di cibo poco digerito. Naturalmente chi ci ha rimesso
di più sono stati i residenti della zona che non hanno chiuso occhio per tutta
la notte, disturbati da urla, musica a tutto volume e anche qualche
scazzottata. Chissà che fine hanno fatto i problemi socio-politici!!
martedì, novembre 13, 2012
ANCORA SPRECHI ED ... UN "EROE"
Nel mio post di ieri l’altro ho parlato di
tagli, di sprechi e ci siamo soltanto arrabbiati, perché vediamo chiaramente che
le cose non si mettono bene; non mi sembra che ci sia una effettiva volontà di
tagliare gli sprechi; anzi, gli unici che vengono tagliati sono gli aiuti agli anziani e malati; quelli sì che vengono sempre più diminuiti.
Ho scoperto un altro fiume in piena che porta
sprechi di “tanti soldi”: sto parlando del Cnel, “Consiglio nazionale economia e
lavoro”, ribattezzato, proprio per la sua attività, “Consiglio nazionale dello
sperpero”.
Il consiglio direttivo è stato quasi
dimezzato da Monti – 64 componenti al posto del 121 che c’erano prima – con un
risparmio non indifferente, visto che ogni consigliere porta a casa un gettone
mensile di 2.100 euro; ma chi c’è in questo consiglio? Anzitutto tutti i leader
sindacali, dalla Camusso a Bonanni, Angeletti, Centrella e anche qualche grande
ex (Epifani), nonché esponenti della Confcommercio, Confindustria e Compagnia
delle Opere, oltre alle cooperative. Tutti a prendere lo stipendio!! Bravi!!
Ma la struttura che cosa ha prodotto in
questi ultimi 50 anni? Ha realizzato 14 disegni di legge ed ha battuto un
record: nessuno di questi è stato approvato; della serie “l’importante è
partecipare!!”. Ma ha pagato un sacco di stipendi!! Sembra poco??
E quanto costa questa struttura così “utile e
produttiva”? Il bilancio del 2011 indica che la spesa per farla funzionare ha
toccato i 24,2 milioni di euro, 6
in più rispetto al 2006 e 3 in più rispetto al 2010.
Ma il Cnel non si limita a produrre disegni
di legge che poi nessuno approva, ma potremmo dire che il vero impegno è quello
di “stipulare convenzioni di ricerca”; l’anno scorso ne ha assegnati, senza
nessun bando, ben 21; per queste, scavando un po’ più a fondo, vengono fuori
collegamenti con sindacati, associazioni imprenditoriali, politici e amici
vari: insomma il solito “giro” che reclama la sua fetta di torta, altrimenti….sono
guai per chi è stato messo apposta per tagliare la torta!!
Continuiamo nella ricerca dell’attività del
Cnel; negli ultimi cinque anni ha prodotto e pubblicati 4 lavori di indagine
(meno di uno l’anno); e per fare tutto questo il suo Presidente – Antonio
Marzano – ha percepito una retribuzione di 215/mila euro l’anno ed ha la
disponibilità di un’auto blu con relativo autista; per onestà va aggiunto che
Marzano ha rinunciato alla pensione di parlamentare (4.750 euro/mese) fin
quando resterà presidente del Cnel. Non ci rimette, ma non accorpa!!
Per concludere, se questo non è un ente
inutile, non saprei a quale altro affibbiare questo aggettivo? Anche perché,
per mandarlo avanti, occorrono 527/mila euro l’anno solo di spese di
segreteria.
Ed ora guardiamo un altro tipo d’uomo: un
certo signore – che chiameremo Mario – si è spostato dal paesino toscano dove
abita per andare nel capoluogo a fare delle analisi; nella struttura dove le ha
fatte, ha dimenticato il portafoglio e l’agente di polizia che lo ha trovato e restituito
gli ha chiesto il motivo per cui c’erano dentro ben 5.805 euro; e lui ha
risposto: “vengo da lontano, in auto, e non si sa mai cosa può capitare”.
Qualcuno riderà del provincialismo di Mario, non comprendendo
di essere in presenza di un eroe civile, un rappresentante dell’Italia
“pre-Tanzi”, uno che non ha mai pensato di arricchirsi con la finanza
truffaldina dei Madoff e che considera i “mutui subprime” e i “future” roba da
“gatto e volpe” di collodiana memoria; uno che non fa debiti e che è convinto
che con il denaro in tasca ci troviamo a
casa propria in qualunque posto. Visto che Tanzi fu fatto cavaliere, cosa si
meriterebbe il nostro Mario??
domenica, novembre 11, 2012
CI SAREBBERO TANTI "TAGLI" DA FARE
Se mettiamo insieme tutti i privilegi assurdi
che abbiamo in Italia, con le tante strutture che non servono a niente e
costano l’iradiddio, vengono fuori delle cifre impressionanti, ma soprattutto
c’è da chiedersi perché continuano ad esistere nonostante i tanti bisogni e i
tanti “tagli” che vengono fatti a cose molto serie ed utili: l’ultimo è quello
ai pazienti di SLA che rimarrebbero fuori dalle provvidenze se non si trovano i
soldi che, nel frattempo, sono andati al C.d.A della società creata per il
ponte sullo stretto che è stato prorogato per altri due anni; più spreco di
così!!
Ne volete un altro? Un consigliere della
Regione Calabria, ha chiesto il rimborso di 211.842 euro e 42 centesimi
(preciso!!) per i tre anni che ha usato la propria automobile per “esigenze di
servizio”. E il signore non scherza: vuole tutti i soldi, compresi i centesimi!!
E non mi sembra che ci sia qualcuno che possa fargli cambiare idea, magari con
qualche sganassone!!
Dono i “mezzi tagli” delle Province (da 86 a 51) ci sarebbe da
affrontare la piaga purulenta degli Enti (società, consorzi, eccetera) che
fanno capo a Regioni, Province e Comuni; un esercito di 3.127 squadroni (e
pensare che nel conto non ci sono quelli che fanno capo direttamente allo
Stato) che contribuiscono a formare un grande fiume di denaro che viene
sprecato in nome del “niente” che si produce, ma che mette a stipendio un
numero notevole di persone “ammanicate” con i partiti politici che ne
gestiscono le sorti.
Il numero e l’inutilità di queste strutture è
stato reso noto direttamente dall’U.P.I. (l’unione delle province) che ha
creduto così di salvare un po’ degli sprechi fatti direttamente con le
Province; da notare che le cifre in questione vengono forniti direttamente da
un sito del Ministero del Tesoro; peccato che sia aggiornato al 2009 e da
allora non più aggiornato; comunque la cifra sotto citata è già sufficiente a
gridare allo scandalo.
I 3.217 Enti significano come minimo
altrettanti Presidenti e vicepresidenti, un numero imprecisato di
amministratori delegarti e di consigli di amministrazione (categorie tutte di
nomina rigorosamente politica); per il loro funzionamento – stipendi, affitti,
bollette, ecc. – se ne vanno dai 2.5 ai 3 miliardi l’anno; si dirà: va bene,
costano cari, ma fanno servizi per i cittadini e quindi sono utili.
Per alcuni sarà anche vero, ma per altri vi
sfido a trovare l’utilità del Centro Piemontese di studi africani oppure di un
Centro di documentazione di storia della psichiatria; se poi scendiamo nel
localismo, non manca la “scuola di Vela” in Liguria, mentre a Venezia abbiamo
un “Istituto per la conservazione della gondola e del gondoliere”; dal nome
sembrerebbe che il compito principale sia
ibernare i gondolieri.
E i consorzi di bonifica? Sono addirittura
507 e sono presenti in tutte le Regioni: l’Italia sembrerebbe un Paese di
“paludi”. Ma se vogliamo un nome che è una garanzia, riferiamoci all’Emilia,
dove è in corso da anni un processo ambizioso: l’”Ervet” (Emilia Romagna valorizzazione
economia del territorio); cosa faccia nessuno è riuscito a capirlo appieno, ma
quello che costa è chiaro a tutti: si parla di circa sette milioni di euro
l’anno: è stato definito l’ultimo “burosauro”.
Insomma, gli sprechi si vedono a occhio nudo
e il fatto che non si metta mano alla loro soppressione mi induce a pensare che
ci siano tanti interessi per tenerli. Possibile che da noi non esista uno
statista che dica, come ha fatto Obama: “chi è ricco come me, chi guadagna più
di 250/mila dollari deve pagare più tasse”; chiaro e semplice!!