<$BlogRSDUrl$>

venerdì, agosto 10, 2007

DUE ARGOMENTI CHE SEMBRANO DIVERSI 

Ci sono attualmente in vetta alle cronache giornalistiche e televisive, due argomenti che apparentemente sembrano assai dissimili tra loro e invece – a mio modo di vedere – risultano avere un comune denominatore assai importante: la bugia semiologia che determina, di fatto, una sostanziale disinformazione.

Il primo argomento riguarda l’andamento al ribasso di tutte le borse europee, nonostante la BCE abbia immesso sul mercato oltre 150 miliardi di euro allo scopo di frenare la speculazione ribassista.

Il motivo che ci comunicano – a noi comuni mortali che però siano quelli che tengono in piedi l’intero baraccone borsistico – è quello che tutto parte dalla borsa americana di Wall Street che risulta in calo (grosso modo quanto le nostre) a causa della situazione di una serie di società finanziarie che stanno subendo grosse perdite su mutui concessi ad alto rischio; si teme che questa situazione possa contagiare anche alcune banche statunitensi, con ripercussioni ancora più importanti.

Primo commento: come è possibile (e se è possibile spiegatemelo!!) che la crisi di un settore di nicchia come quello delle finanziarie americane che concedono mutui ad alto rischio possa influenzare le aziende presenti sulle borse europee: tanto per fare qualche esempio, la FIAT perde oltre il 3% come da Parmalat, mentre sul listino di oggi guadagna qualcosa Mediaset (poco sopra l’1%) e Mondatori.

Dove sta la logica di questo comportamento schizofrenico che – se lo chiedete ad un esperto – vi dice essere tipico della globalizzazione; vogliamo allora riferirci al famoso assioma per cui “il battito d’ali di una farfalla a Tokyo genera una valanga a Parigi”? Ma questo si riferisce alla teoria del caos e non a regole certe come dovrebbero essere quelle dove si investe denaro altrui.

Il secondo argomento riguarda l’onorevole Francesco Caruso che è sulla bocca di tutti accusato di essere indegno di calcare l’aula di Montecitorio; voi che mi seguite da tempo sapete bene la mia disistima nei confronti del “no-global” napoletano, ma in questo caso non posso fare a meno di rimarcare un difetto di comunicazione che i giornalisti usano contro di lui.

Dunque, stiamo parlando di morti sul lavoro, fenomeno in espansione a dir poco allarmante; Caruso ha detto che questi incidenti sono colpa delle “leggi assassine di Biagi e Treu” e tutti hanno titolato che Caruso aveva dato di assassini a Biagi e Treu.

Ora, per quanto mi è dato conoscere, le leggi in questione – sia pure presentate da Biagi e Treu – sono state approvate prima dal Consiglio dei Ministri e poi dall’intero Parlamento; quindi non si può titolare che Caruso da dell’assassino a Biagi e Treu, perché il parlamentare di Rifondazione si riferisce alle leggi e non alle persone: questo per onestà e per conoscere l’esattezza della comunicazione!!

E torniamo adesso alla correlazione tra i due argomenti – la Borsa e Caruso – e gli effetti della comunicazione di massa: quello che sta accadendo alle Borse di tutto il mondo nessuno (o pochi) lo sa, probabilmente c’è qualcuno che tira i fili del sistema ed ha interesse ad avere questi forti ribassi; i media si adeguano alla politica della disinformazione e danno delle notizie prive di un qualsiasi postulato di verità.

Nel secondo argomento, quasi tutto il sistema dei media ha interesse ad attaccare ad alzo zero Rifondazione Comunista che rischia di rompere le uova nel paniere del P.D. e quindi tramuta una frase – in se già grave – in una serie di titoli cubitali che si riferiscono esplicitamente alle persone (Biagi e Treu) e non alle loro leggi, leggi che – come mi piace ripetere – hanno diversi padri.


giovedì, agosto 09, 2007

GIOVANI, FATE COME NEL '68 !! 

Mi è piaciuto Baffino, al secolo Massimo D’Alema, quando pochi giorni fa, rivolgendosi ai giovani militanti dei D.S. li ha spronati ad essere “come la generazione che nel ’68, sia pure rumorosamente e fra tanti errori, si è fatta strada ed ha lottato per affermare le proprie convinzioni”.

Ed è tutto vero quello che afferma Massimo, che nel ’68 tirava le molotov e adesso siede alla Farnesina; non mettiamo in stretta relazione i due fattii, ma qualcosa c’entrano.

E vediamo a chi si rivolge D’Alema – dal suo alto scranno – ed io dal mio modesto blog gli faccio eco: i giovani di ora sono risultati sconfitti nella lotta per assicurarsi la conoscenza della comunicazione e non hanno compreso che ogni messaggio immesso nel circuito mediatico diventa una sorta di annuncio che sembra provenire dallo spazio siderale ed invece arriva proprio da lì, dalla porta accanto alla nostra, dove siede un signore che gestisce questo circuito.

Ma chi possiamo incolpare di questa gestione parzialissima della comunicazione? Forse Murdoch, forse Berlusconi – con tutti i suoi berluschini – forse Turner con le sue TV americane, forse Bill Gates con la sua intrusione nel campo della comunicazione attraverso l’uso a volte distorto dell’elettronica; forse, forse…..

Perché il problema sta tutto lì, nell’uso distorto dei mezzi e nella incapacità della gente ad accorgersi di questa distorsione che, piano piano diventa un qualcosa di fortemente gradito e addirittura da replicare più volte: se non si fosse capito, alludo ai vari reality che vengono propinati alla gente di tutto il mondo, oppure alle soap opera strappalacrime, tanto gradite dal pubblico femminile.

Per quest’ultimo prodotto televisivo, voglio raccontarvi una scenetta che mi è capitata in occasione di una mia conferenza sulla lettura dell’immagine: al termine del mio dotto intervento, mi si avvicina un giovane missionario destinato in Brasile e mi dice: “Sono completamente d’accordo con lei circa la necessità di alfabetizzare la gente all’uso dell’immagine, ma cerchi di risolvere il mio problema: io opero in una nazione e in particolare in una città che ha circa il 60% di analfabeti, ma che in ogni casa ha in ogni casa un televisore che trasmette quasi ininterrottamente delle telenovelas; come faccio ad inserirmi nella loro mentalità??”

Confesso che non ho saputo cosa rispondergli, anche perché quel mondo mi è completamente sconosciuto; gli ho solo detto che l’analfabetismo dei suoi brasiliani può forse paragonarsi alla nostra non-conoscenza dell’espressività dell’immagine e quindi, in fondo in fondo, siamo tutti sulla stessa barca.

Ma torniamo all’incitamento di D’Alema volto a scuotere la gioventù di adesso, spingendola anche a commettere errori ma almeno a fare qualcosa; invece la particolarità dei mezzi di comunicazione di massa è quella di rendere tutto bello, tutto soporifero, tutto in via di sistemazione, con altri che ci stanno pensando per nostro conto e che quindi ci lasciano liberi di occuparci di altro; di cosa? Ma è semplice, di seguire i vari reality oppure, se siamo sportivi, di vedere le partite del prossimo campionato in televisione.

Vorrei concludere utilizzando un modo di dire che anni addietro ha fatto scuola: “la religione come oppio dei popoli”; adesso abbiamo altre cose che rincretiniscono la gente e tra queste il posto principale è della televisione, vera creatrice di mentalità e quindi di modi di vita. Baffino, tu che adesso hai un po’ di potere, perché non metti obbligatorio un serio studio dell’educazione all’immagine??

martedì, agosto 07, 2007

LEI NON SA CHI SONO IO !! 

Sinceramente era un po’ di tempo che non sentivo usare la fatidica frase “Lei non sa chi sono io!!” e questo – ingenuamente – mi aveva indotto a pensare che il potere, comunque rappresentato, fosse finito in mani almeno meno boriose ed ignoranti del passato; ed invece debbo ricredermi e fare marcia indietro, al pensiero di quello che è accaduto ad Ancona.

I Carabinieri, in occasione di un normale giro di perlustrazione, hanno notato un’auto ferma nel buio che, alla loro vista ha messo in moto ed ha cercato di dileguarsi; i militi si sono insospettiti ed hanno inseguito l’auto, bloccandola dopo poche centinaia di metri.

Alla richiesta di documenti il conducente, che si trovava in compagnia di una ragazza, è sbottato nella fatidica frase e si è presentato, poiché dalla carta d’identità non veniva fuori nessuna origine VIP: sul documento infatti era scritto l’anonimo nome di Gianmauro Carletti di 33 anni e quindi è stato lo stesso interessato a dover spiegare ai militari che era figlio dell’eurodeputata Luciana Sbarbati.

E fin qui niente di particolare, visto che siamo in piena calura estiva e qualche fesseria può uscire dalle bocche riarse; il bello viene dopo quando il giovane Gianmauro se ne usciva con un’altra frase tipica del VIP: “Vi faccio chiamare da Prodi”, a testimoniare una sua (o della madre) frequentazione con il Presidente del Consiglio, il quale sarebbe – a suo dire – disposto ad intervenire in sua difesa.

Chi invece è intervenuta in difesa del figlio (come si dice: “ogni scarraffone è bello a mamma sua!!”) è stata la eurodeputata che non l’ha presa affatto bene in quanto, a suo avviso, il figlio non aveva fatto niente di male e i carabinieri avrebbero esagerato nel controllarlo in maniera così puntigliosa; da notare che sul tappetino dell’auto sarebbe stata rinvenuta una modica quantità di cocaina, peraltro troppo poca per costituire reato, ma pure indice di qualcosa; o no??!!.

Comunque il giovane ha ottenuto una denuncia per resistenza, minacce e violenza a pubblico ufficiale, ma se ne è tornato a casa scortato dalla madre protettrice che, penso io, farà valere il suo potere in alto loco: ma poi vorrei sapere di quale potere si parla, perché la signora Sbarbati conta quanto il due di briscola quando in tavola c’è l’asso; caso mai potremmo parlare di conoscenze ed allora entrare in quel generone di amici degli amici che poi sono amici di altri amici che possono….e qui mi fermo.

Dal giovane mi sarei aspettato questa reazione, anche se proprio giovane non lo possiamo considerare con i suoi 33 anni (Gesù ne aveva fatte di cose a quell’età!!), ma la madre avrebbe dovuto usare un poco più di discernimento e rendersi conto che il figlio era assolutamente indifendibile e quindi chiudere la serata con un sonoro scappellotto al ragazzetto, al quale togliere, per punizione, l’uso della macchina per l’intera stagione estiva.

Questo mi sarei aspettato da una signora che a Bruxelles rappresenta anche me ed anche tutti voi; ed invece ci siamo ritrovati rappresentati dalla solita madre che conosce a menadito soltanto la sceneggiata di Merola “I figli so’ piezzi ‘e core!” (scusate il modo di scrivere in napoletano); troppo poco, a mio giudizio, per sedere al Parlamento Europeo, oppure è proprio questo lo spirito che deve avere un eurodeputato??!


lunedì, agosto 06, 2007

LA SCENEGGIATA SULLA BENZINA 

La chiamo “sceneggiata” perché in qualche modo intendo legarmi al “paese di pulcinella” citato ieri: perché sono ancora delle solenni prese per i fondelli !!

Quella della benzina è una sorta di tormentone che si ripete a intervalli ciclici e durante il quale ci sono accuse reciproche tra il Ministro dell’Industria – che peraltro ha dichiarato di non avere nessun potere in materia – e i petrolieri nostrani che non assomigliano allo stereotipo del texano con il cappellone a larghe falde, ma sono altrettanto rapaci.

Dunque, vediamo cosa sta accadendo: una delle cose assai spesso ricorrente e cioè che il prezzo del petrolio cala e quello della benzina cresce; allora il ministro competente accusa i petrolieri che si rifugiano nella vetustà della rete distributiva, salvo a fare quadrato quando lo stesso ministro cerca di svecchiarla sia sotto l’aspetto urbanistico che sotto quello normativo (liberalizzazione).

E allora? Allora, il mondo della produzione petrolifera ha al proprio arco un’altra freccia, quella dell’incidenza delle imposte sul caro benzina; ebbene, è giusto che si sappia che il 65% del prezzo di un litro di benzina (quindi due terzi) va allo Stato, dei quali, il 48,3% sotto forma di accisa e per il restante 16,7% come IVA.

Sapete cosa significa questo termine (accisa)? Esattamente “imposta indiretta sulla fabbricazione o sulla vendita , della quale il produttore e il venditore si rivalgono elevando il prezzo”: questa è la definizione che mi fornisce il fedele Devoto-Oli.

È comunque una imposta che ha una sua caratteristica specifica: se ne può calcolare subito la redditualità, perché se metto un aggravio d’imposta pari a 10 centesimi di euro, conoscendo – come si conosce – il fabbisogno di carburante, con una semplice moltiplicazione si arriva a stabilire quanto rende.

Ed ecco perché questa accisa è diventata la preferita per interventi d’urgenza, per quelli cioè che vengono impropriamente chiamati “una tantum” e poi – siccome nessuno li toglie – diventano “una semprum” (scusate il latino maccheronico).

A questo proposito, è veramente gustoso andare a vedere le una tantum che ancora ci sono sull’imposta della benzina: lo sapevate quale è stata la prima? Ebbene, questo record se lo aggiudica Mussolini che nel 1935 mise un aumento d’imposta di 1,90 lire a beneficio della guerra d’Abissinia; ed ovviamente è ancora lì.

Si passa poi alla crisi di Suez (1956, Lire 14) e si attraversa tutta l’Italia delle disgrazie, dalla diga del Vajont all’alluvione di Firenze ed al terremoto del Belice, tutte valutate 10 lire; i terremoti continuano (Friuli, 99 lire e Irpinia, 75 lire) ed arriviamo ad un nuovo record: quello della più alta sopratassa, le 205 lire per la missione in Libano del 1983; ci sono poi le 22 lire per la missione in Bosnia e, le 39 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004.

In totale 486 lire, pari a 0,25 euro che ancora insistono sul prezzo del carburante; e con questo macigno che il nostro Stato si porta dietro cosa volete che possa imporre – ammesso che lo voglia – ai petrolieri!! “Non accetteremo scuse” sbraita Bersani, ma lui che scuse può dare sulla sopratassa per la guerra d’Abissinia??!

Ed ora, quando sentirete parlare di “una tantum”, ricordate che questa non sparirà mai più; dalle mie parti c’è un detto che recita: non c’è niente di più definitivo delle cose provvisorie”.

Meditiamo, gente, meditiamo!!


domenica, agosto 05, 2007

IL PAESE DI PULCINELLA 

Con tutto il rispetto della simpatica maschera napoletana, si usa questo modo di dire quando siano in presenza di situazioni poco serie; direi che si potrebbe usare anche la famosa frase di Staiano che diceva come ”la situazione sia grave ma non seria”; e tutto questo per riferirsi alle varie impunità presenti nel nostro Paese.

Facciamo qualche esempio, riprendendoli dalla cronaca: il bidello di un liceo viene licenziato perché in tre anni ha lavorato solo 53 giorni: il TAR lo fa riassumere perché il contratto degli enti pubblici non consente il licenziamento “prima” che siano trascorsi i sei mesi di prova ed il signore in questione non ha fatto ancora i sei mesi di prova!! Non è una barzelletta, magari si potrà definire una situazione kafkiana, ma tant’è…..

Altra situazione grave ma non seria: ricordate quando i celebri uomini radar vennero accusati di truffa aggravata per assenteismo in quanto venne accertato che quei signori lasciavano il lavoro per andare a giocare a pallone oppure a fare shopping; il giudice li assolve tutti in quanto “l’attività privata è consentita dal loro contratto di lavoro particolarissimo”: ecco perché non riescono a vendere Alitalia!!.

Volete un’autentica chicca, che tra l’altro si è risolta poco tempo fa? Eccola, si tratta di un dipendente che timbra il cartellino ma, invece di entrare in fabbrica, se ne esce per andare a farsi gli affari propri; per sua disgrazia la telecamera messa di fronte alla timbratura riprende tutta la manfrina e, di conseguenza, il lavoratore viene licenziato; ricorre al Giudice che gli da torno, anche la Corte d’Appello gli da torto (siamo nel 2005), ma pochi giorni fa la Cassazione annulla la sentenza ed obbliga l’azienda a riassumere il dipendente ed a risarcirlo di tutti gli stipendi mancanti; motivo: il controllo a distanza del lavoratore deve essere concordato con il sindacato e con gli ispettori del lavoro. In sostanza anche i truffatori hanno diritto alla privacy!!

Questa della privacy di cui ognuno di noi ha diritto è un’altra bella storia: sappiamo bene che ognuno di noi quando esce di casa comincia ad essere inquadrato dalle telecamere e fino a quando rincasa continua in questa forma di controllo; ma a me personalmente non me ne frega proprio niente, perché non ho proprio niente da nascondere, non ho donne che visito con regolarità (purtroppo) e quindi è bene che le telecamere ci siano e controllino tutto quello che c’è da controllare.

E invece il termine privacy raccoglie sempre più sostenitori ed anche in Parlamento si affaccia la parolina, per affermare il diritto degli onorevoli a fare il proprio comodo.

Ma dico io, con tutte le ingiustizie e il garantismo assicurato a furbetti e impuniti, forse si tende a scordare il nostro Parlamento, dove c’è la casta più privilegiata del mondo?

A questo proposito, vorrei suggerire a Bertinotti e Marini – che si stanno occupando della riduzione dei costi – di fare qualche mossa che pur non intaccando la sostanza dei privilegi, abbia la parvenza di colpire qualche benefit che la gente comune considera intollerabile; ed a questo proposito vorrei conoscere il motivo per cui i signori deputati, mostrando la propria tessera, hanno libero accesso a stadi (tribuna d’onore), teatri (poltronissima) e cinematografi.

Che c’azzecca, direbbe Tonino Di Pietro, l’attività di deputato con queste forme di divertimento? O forse non hanno i soldi per pagarsi il regolare biglietto come facciamo tutti noi??

Ecco, questa potrebbe essere una mossa che susciterebbe l’approvazione della platea smisurata della brava gente: togliere questo privilegio a partire dalla ripresa dopo le ferie sarebbe un bel modo di ricominciare l’attività!!


This page is powered by Blogger. Isn't yours?