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sabato, febbraio 14, 2004

Evviva, è stato ritrovato Francesco! 

Francesco, il ragazzo di Brescia scomparso da casa è stato ritrovato a Genova; alla sua ricerca avevano collaborato una serie di VIP, da Baggio a Vieri, fino a Adani, giocatore dell’Inter che in occasione della rete segnata nella semifinale di Coppa Italia contro la Juventus, ha alzato la maglietta e mostrato una scritta “Francesco ritorna”.
Il ragazzo è stato ritrovato stamani nei pressi della Stazione Brignole di Genova e accompagnato subito in Questura; l’evento era talmente importante che i TG che stavano andando in onda tra le 12.30 e le 14,00, sono stati presi in contropiede e hanno dovuto dare la notizia “improvvisando”, cioè senza avere una sufficiente preparazione, tipo una meditata copertura video.
Si è visto così i poveri mezzobusto che – con la notizia più importante della giornata – si sono dovuti barcamenare almeno fino a quando le telecamere non sono state ammesse all’interno della Questura; e qui abbiamo raggiunto il top della demenza: al povero ragazzo che era stato da poco acchiappato, veniva chiesto immediatamente e con la massima faccia tosta, “perché l’hai fatto, perché te ne sei andato di casa?”.
Già, come se fosse facile per un ragazzino di 14 o 15 anni, rispondere a queste domande che nella loro semplice brutalità, fotografano l’incompetenza, anche psicologica, dei giornalisti nostrani.
Ed infatti Francesco, educatamente devo ammetterlo, risponde a monosillabi, senza dare una vera e propria risposta; “insomma, sembra dire, almeno fatemi raccogliere le idee e poi, prima che con voi vorrei parlare con i miei genitori, perbacco”. Ma tutto questo senza arrabbiarsi, senza mostrare quell’insofferenza che invece dovrebbe avere; devo dire che ho ammirato la sua pazienza.
A latere di tutta la vicenda, una domanda sorge spontanea: per quale ragione, tra le centinaia di persone che giornalmente scompaiono da casa (giovani, adulti, vecchi), la vicenda di Francesco è diventata “da prima pagina” per i giornali e “da prima notizia” per i TG?
Difficile dirlo, soprattutto perché nei mass media le notizie prendono un loro sviluppo che viene amplificato dal “mezzo” che le ospita; “è il media che fa il messaggio” diceva il vecchio McLuan nei lontani anni ’50. Quindi se uno dei media si è lanciato come in una sorta di crociata, gli altri hanno ricevuto un messaggio “drogato” e ne sono rimasti a loro volta vittime, subendolo ed amplificandolo.
Comunque è andata bene (anche se non per merito dei media), Francesco è tornato a casa, i genitori sono felici, ma qualcuno dovrà pure domandarsi il perché della fuga e cercare di ovviare a questi perché che si riferiscono ovviamente a problemi del ragazzo che già i TG cercano di prospettare “in diretta”.
Lasciamolo fare a chi se ne intende e abbandoniamo Francesco alla sua famiglia; il migliore aiuto che possiamo dargli è ignorarlo da ora in poi.

giovedì, febbraio 12, 2004

Le barzellette 

Nell’ultimo week-end il film che ha fatto registrare il maggiore incasso è stato “Le Barzellette” con la regia dei fratelli Vanzina. Stracciati quindi film candidati agli Oscar come “Il signore degli anelli” o pluripremiati come “21 grammi” e “Rosenstrasse”.
Da notare che tale successo non scaturisce da una presenza massiccia della pellicola in tantissime sale italiane; tutt’altro, poiché “Il signore degli Anelli” è presente in un numero maggiore di cinema.
Ciò indica che neppure i distributori credevano al successo dei Vanzina; è stato il pubblico a decretarlo, senza che la produzione abbia influito più di tanto nella scelta.
Questo mi porta a fare delle riflessioni che non so quanto possano essere giuste ma io le faccio ugualmente: gli italiani preferiscono “Le barzellette” ad altri film che, pur non essendo capolavori in assoluto, tentano di costruire delle opere con linguaggi e strutture di qualche interesse. In particolare “Rosenstrasse” della Von Trotta e “21 grammi” di Inarritu, entrambi presentati con successo al Festival di Venezia, sono film di tutto rispetto che trattano tematiche importanti e estremamente interessanti.
Ma torniamo al nostro pubblico che, alla faccia di tutti i discorsi che possiamo fare, ha scelto “Le barzellette”; ecco le mie considerazioni: se questo è il livello medio dell’italiano, mi viene facile comprendere anche tutta un’altra scala di valori. Per esempio, si accetta “il presidente operaio”, si glorificano i vuoti personaggi dei “reality show”, si mantengono ministri e alti funzionari incapaci e dalla poca voglia di lavorare, si giudica la realtà sulla base di quanto ci propone la televisione e, così facendo, non ci accorgiamo di fare il gioco di chi comanda e comanderà sempre (il vero potere!).
Il questo clima di completa massificazione nei quali i nostri contemporanei rappresentano soltanto dei “consumatori”, si comprende che prima di realizzare i propri scopi c’è stato bisogno di “rincoglionire” la gente togliendogli ogni spirito critico.
Pur non volendo apparire apocalittico, mi sembra di intravedere in questa “scelta” della gente un primo passo verso quella situazione di acquiescenza che i nostri veri “padroni” si augurano di completare al più presto possibile.


domenica, febbraio 08, 2004

A proposito di tutti questi scioperi 

I telegiornali di oggi (domenica 7/2/2004) annunciano una fitta rete di scioperi per domani, lunedì 8 in settori vitali per il cittadino medio (medici ospedalieri e piloti di aereo). I pur informati giornalisti dei vari TG non sono riusciti a farmi comprendere i motivi che hanno indotto i lavoratori delle due categorie in lotta a scendere in piazza per manifestare contro….chi (?); non so contro chi si protesta: forse il governo (lui c’è sempre) oppure gli enti locali, oppure l’azienda di riferimenti.
Spieghiamo meglio: il primo sciopero è quello dei medici ospedalieri che bloccheranno domani tutto quello che non è “urgenza”. Qual è il motivo? Non l’ho capito; forse sarà colpa mia, ma per una intelligenza “normale”, da uomo della strada quale io mi sforzo di essere, quello che è stato detto dai mezzi di comunicazione di massa non è sufficiente.
Allora io propongo: gli stessi sindacati che indicono lo sciopero dovrebbero farsi parte diligente nei confronti della pubblica opinione e comunicare i dati essenziali della vertenza, ossia: quanto si guadagna, cosa ci viene richiesto e quanto si chiede per fare quello che viene richiesto. Questo nel caso che la vertenza sia di natura economica. Ma mi raccomando, la semplicità deve essere il criterio informatore dei sindacati, i quali dovrebbero evitare tutti i bla, bla tipici del politichese (un po’ anche del sindacalese).
In pratica: guadagniamo 100 per fare 7 ore al giorno; chiediamo 110 per fare le stesse 7 ore. Così si capisce tutti.
Se invece la vertenza è normativa, interessa lo stesso i denari ma solo “di rinterzo”: ecco, dovremmo arrivare a spiegare questo rinterzo il più chiaramente possibile.
L’altro sciopero, sempre di domani lunedì, riguarda i piloti aerei; questi, insieme ai controllori di volo, credo che siano in possesso della palma dei lavoratori più litigiosi (almeno nell’immaginario collettivo). Eppure – sempre nell’immaginario collettivo – non si ha l’impressione di lavoratori che non riescono ad arrivare alla fine del mese se non tirando la cinghia e non comprando le scarpe nuove ai poveri figlioletti.
Anche loro dovrebbero fare come sopra indicato: con chiarezza spiegare alla gente che si guadagna 100 per lavorare 7 ore; se ne chiede 110 per lavorare le stesse 7 ore.
Spero di essere stato chiaro, almeno io, e sono certo che le vertenze spiegate meglio agli utenti riceverebbero una maggiore solidarietà.
Se tutto resta come ora, si ha l’impressione (almeno io questa impressione ce l’ho, che si voglia nascondere qualcosa o per “vergogna” (forse perché si guadagna troppo rispetto alla media nazionale e si vuole comunque sempre di più) oppure per qualche altra ragione che al momento non intravedo o meglio, forse vedo benissimo ma non si può dire (scioperi politici?).
Sono certo che non è così, ma a pensarci bene il sospetto viene….e, come dice Andreotti, a pensare male si fa peccato ma ci si indovina quasi sempre.

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