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venerdì, giugno 04, 2010

VERITA' E BUGIA 

In semiologia, la verità è “l’adeguazione tra quello che uno ha conosciuto e quello che intende dire di ciò che ha conosciuto”; il contrario di tale verità è la “bugia”.
Nella realtà delle cose, la menzogna ha soppiantato largamente il concetto ormai definito “anticaglia” della verità, intesa nel senso di rifiutarsi di dire bugie.
Il tutto nasce da un concetto che ho letto tempo addietro e che mi ha colpito: qualche bugia fa bene alla carriera, intendendo con ciò che dire qualcosa di non vero, aumentare furbescamente il proprio curriculum, mentire in certe riunioni di lavoro, aiuta ad arrivare più facilmente al successo.
Nello scritto a cui mi riferisco, è esplicitamente detto che le persone di maggior successo sono anche le più bugiarde; l’invito è semplice: bisogna essere bugiardi, quindi fingere, fingere soddisfazione, fingere accettazione, fingere ammirazione, insomma “fingere”; sembrerebbe quindi che questo sia l’unico modo per sopravvivere nella dura giungla della competitività.
Se è vero – come è certamente vero – che il contrario di bugia (o menzogna) è la verità, dobbiamo chiederci dove sia possibile andare a trovarla questa verità e, a parte il credente che fa riferimento al Vangelo, noi laici peccatori, dove ci possiamo dirigere?
La risposta che mi sento di dare è semplice e difficile allo stesso tempo: se la verità è “l’adeguamento” di quello che si conosce con quello che si esprime, è ovvio che due aspetti prevalgano su tutti: gli occhi (magari anche quelli dell’anima!) che ci consentono di conoscere appieno la realtà che ci circonda e la bocca (intesa in senso di espressione) che adegua il suo “funzionamento” a quello che gli occhi hanno immagazzinato e quindi esprime “solo” la verità.
Tutto questo sembrerebbe facile e dotato di quella spontaneità che tanto ci piace, ma poi andiamo nella vita reale e troviamo subito il mondo della politica – tanto per fare un esempio – in cui la menzogna è considerata uno strumento di potere e sempre più si ha la netta sensazione che sia diventata un elemento essenziale per costruirsi un immagine forte, di quelle che ci richiamano “il protagonista”, quello bravo, quello che rarissimamente sbaglia.
In sostanza, l’uomo politico può dire tutto ed il suo contrario, può affermare “oggi” che il mondo è bianco, mentre “domani” il tutto diventa nero; insomma, ha licenza di mentire, senza che nessuno se ne dolga e tanto meno se ne meravigli.
A questo proposito, mi piace citare una breve intervista rilasciata dal Professor Prodi, una delle poche persone del mondo della politica che stimo, che può essere usata a mo’ di libro di testo per quanto sopra affermato: il bravissimo Romano, addebita all’Europa ed alle sue istituzioni quanto sta avvenendo nel mondo finanziario e fornisce anche delle specifiche soluzioni. Allora mi chiedo: cosa ha fatto per ovviare a questi problemi il nostro esimio professore che ha rivestito la carica di Presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004, quindi cinque anni e non quindici giorni?
Poi, passa a parlare del problema delle evasioni fiscali e dei luoghi dove vengono portati illegalmente i capitali; anche in questo caso, bisognerebbe ricordare al Presidente Prodi, che è stato a capo del governo italiano in ben due occasioni: dal 1996 al 1998 (quando fu cacciato di fatto dall’amico Bertinotti) e dal 2006 al 2008 (quando venne fatto fuori da un componente della sua maggioranza: Veltroni): cosa ha “potuto” fare per questo problema che lui conosce bene dall’alto delle alte cariche ricoperte? E se non ha potuto fare niente, perché? Questa sarebbe la verità!

mercoledì, giugno 02, 2010

DUE COSE CHE NON SI LEGANO 

Ho titolato questo post “due cose che non si legano”, ma dovrei aggiungere “almeno in apparenza”; se avrete la pazienza di seguire il mio ragionamento spero di spiegarmi.
Il primo evento, che porremo in relazione con il “secondo”, si riferisce al Presidente della Repubblica della Germania, Koehler, il quale – sull’aereo che lo riportava in patria dopo una visita ai soldati tedeschi impegnati nella famosa “missione di pace in Afghanistan” - si è rilasciato questa dichiarazione alla stampa: “ i nostri militari hanno anche il compito di difendere gli interessi economici tedeschi nel mondo, di assicurare libere vie di commercio e garantire il nostro benessere e posti di lavoro”.
A mio giudizio la frase del Presidente mi sembra addirittura “scontata”, anche perché l’organo politico del paese – il Parlamento – in occasione di una recente discussione sulle missioni militari all’estero, ha avuto una conclusione sui fatti che non si scosta di molto dalla frase di Koehler e cioè – in sintesi - tutti i partiti, tranne l’estrema sinistra, hanno ammesso che la Germania in quanto paese che vive di export, deve mantenere un ruolo nella politica internazionale, anche ricorrendo alle armi.
Quindi, se ancora riesco a capire le cose, entrambe le dichiarazioni sono estremamente collimanti; eppure, la stampa ha acceso la miccia della inopportunità della frase del Presidente e le forze politiche – tutte, nessuna esclusa – hanno fatto a gara a prendere di mira la presunta gaffe di Koehler.
Comunque sia, dato che siamo in Germania e non in Italia, il signor Presidente, sia pure con le lacrime agli occhi e accompagnato dalla moglie, si è presentato alla stampa ed ha dichiarato: “è stato un malinteso, sono stato frainteso, ma le critiche sono andate oltre e sono costretto a dimettermi per rispetto alla mia carica”.
Insomma, ha preso cappotto e cappello e se ne è andato; provate a trasportare una analoga situazione in Italia e ditemi voi come sarebbe andata a finire?
Ed ecco il secondo caso: siamo in Italia e un mesetto fa, circa, la stampa si scatena sull’ennesimo scandalo e annuncia che la Procura di Roma sta indagando i vertici di Finmeccanica – azienda con partecipazione di maggioranza detenuta dallo Stato – in quando si sospettano manovre finanziarie volte a procurarsi “fondi neri” all’estero per operazioni di natura illegale (magari anche bonus ai manager).
Il titolo, ovviamente, precipita in Borsa e, in pochi giorni arriva a perdere il 30% del suo valore; dopo questo tonfo borsistico, sull’operazione giunge una sorta di sordina mediatica, cioè se ne parla pochissimo e anche le smentite del Presidente dell’azienda, Guarguaglini, vengono presentate in tono minore.
È di alcuni giorni fa l’annuncio della Procura che smentisce tutto e afferma categoricamente che non esiste nessun fascicolo a carico di Finmeccanica; ma come, mi dico, solo ora viene fuori questo annuncio? Come mai non è stato fatto il giorno subito dopo quello della prima notizia?
Ebbene, forse la spiegazione è nel trafiletto che ho letto stamani, in cui si annuncia che la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta – per “aggiotaggio” (speculazione sull’andamento dei valori di Borsa) - in relazione alle notizie apparse rispetto ad accertamenti su Finmeccanica; quindi, le autorità hanno rilevato strani movimenti sul titolo ed hanno dedotto (non ci voleva una grande mente) che l’operazione poteva essere stata pilotata da qualche speculatore che aveva chiare ramificazioni nelle stanze della Procura e nelle redazione dei giornali.
Quindi: dov’è il legame e dove la differenza tra i due eventi? Provate a trovarle!!

lunedì, maggio 31, 2010

LAMENTAZIONI E QUALCHE INCIAMPONE 

Quante volte avete sentito dire che lo Stato avrebbe abolito tutta una serie di cosiddetti Entri Inutili? Ebbene, anche questa volta, caratterizzata da una solenne stretta finanziaria, il comparto degli Enti Inutili è nell’occhio del ciclone e, in sostanza, sembra che sia stato fatto questo discorso: “se volete tenetevelo pure in piedi, ma lo Stato non vi darà più neppure un bottone”; apriti cielo e spalancati terra! Tutti i dirigenti di questi Entri, hanno levato alti lai ed hanno magnificato il lavoro della loro “creatura”.
Qualche nome: Unione Nazionale per la lotta contro l’analfabetismo, la quale se non c’è riuscita fino ad ora, credo che serva solo per distribuire qualche stipendio; le conchiglie dell’Associazione Malacologia, forse specializzata in gustosi spaghetti ai frutti di mare; il Comitato per la celebrazione dei 2000 anni dalla nascita di Vespasiano, noto al grosso pubblico specialmente per l’invenzione del pisciatoio; l’associazione veterani e reduci delle imprese garibaldine, alle quali, guardando bene, si potrebbe forse allineare anche quelli delle “guerre puniche”; insomma, una pletora di iniziative e di ricerche, alcune anche interessanti, ma che in questo momento storico non possiamo permetterci; chiaro il concetto??
Nelle Fondazioni per lo spettacolo lirico e sinfonico, ho un esempio mica tanto allegro: il Maggio Musicale fiorentino, in prima fila nel fare le barricate contro il decreto Biondi, ha licenziato il sovrintendente, che guadagnava 150mila euro l’anno, e ne ha assunto uno (anzi, una) che ne prende 200mila; tutto questo nell’ottica di un risparmio che io per la verità non arrivo a capire!! Sarà colpa mia!!
Addirittura ridicola la protesta dei magistrati che hanno indetto lo stato di agitazione e stanno pensando ad uno sciopero; chiediamo loro quale sia il punto d’attrito con il Governo, visto che i tagli sono riservati a coloro che guadagnano da 70 a 90mila euro (5%) e oltre 120milia (10%) e rispondono che la protesta è perché il decreto stoppa gli aumenti “automatici” degli stipendi, come per tutti gli statali, e per le toghe questo è un punto derimente per incazzarsi; credo che il motivo sia altro, ma non si può dire!!
Il comparto degli statali dovrebbe arrabbiarsi per un altro motivo: secondo le cifre fornite dall’Ocse, le retribuzioni pubbliche sono aumentate in Italia tra il 1999 ed il 2008 del 42,5%, mentre i soldi incassati dai partiti sono cresciuti del 1110% (avete letto bene: millecentodieci per cento); quindi, anche se adesso riceveranno una piccola sforbiciata, i soldi sono sempre troppi; questo perché nessun ministro ha la forza e il coraggio di tagliare alla grande i soldi della politica.
Se in Italia si piange – anche di vergogna – all’estero non si ride: in Inghilterra, il recentissimo governo del duo Cameron-Clegg, si è trovato una bella grana tra le mani: il sottosegretario incaricato di portare dei sonori colpi d’ascia alla situazione della finanza pubblica, tale David Laws, soprannominato “mister tagli”, è incappato in una sconcertante disavventura: è stato beccato in un losco giro di rimborsi spese che avrebbe disposto a favore del suo amante, James Lundie.
Il sottosegretario ha spiegato che tali rimborsi si riferiscono ad una serie di rimborsi per l’affitto di alcune camere in uso al proprio amante e che aveva mantenuto il segreto sull’intera operazione perché aveva cercato di tenere nascosta la relazione gay; ovviamente, in perfetto stile inglese, ha immediatamente rassegnato le dimissioni che sono state accolte dal governo, il quale ha provveduto a sostituire l’innamorato sottosegretario con un nuovo “lib-dem”, Danny Alexander, finora Ministro per la Scozia.
Vogliamo limitarci a dire il solito ”tutto il mondo è paese”? OK; se vi basta!!

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