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sabato, febbraio 08, 2014

SCUSATE SE RIPARLO DI SUICIDI 



Purtroppo sono costretto ad affrontare nuovamente il problema dei suicidi direttamente riconducibili alla responsabilità della stramaledetta crisi che ormai ci perseguita dal 2008; spero di non annoiare i miei amici lettori, ma se ritorno sull’argomento è perché nella mia città, Firenze, e dintorni, nell’arco di tempo di appena due settimana, ci sono stati tre suicidi; e questo se permettete mi ha colpito moltissimo, come spero colpisca anche voi.
Vediamoli uno per uno questi tragici eventi: il primo è del 18 gennaio e si svolge a Fiesole, sulla collina sopra Firenze ed ha come protagonista un imprenditore di soli 56 anni; egli attende l’uscita di casa della compagna in compagnia della figlia, dopo di che si siede con un fucile in braccio, chiama il 113 e racconta i suoi guai economici all’operatore, quindi preme il grilletto sparandosi alla testa e, ovviamente, rimane sul colpo. Quando i soccorsi sono arrivati a casa sua, l’uomo si era già sparato, lasciando un solo biglietto di ringraziamento per l’operatore del 113 che lo ha ascoltato e una lista di accuse rivolte a chi, tra banche e finanziarie, avrebbe potuto aiutarlo e non l’ha fatto.
Dopo 11 giorni, a Bagno a Ripoli, anche questa una ridente località sulle colline sopra Firenze, un commerciante di 62 anni si uccide con un colpo di pistola in bocca; l’uomo aveva già chiuso una attività in provincia e aveva rilevato un negozio vicino al Duomo di Firenze, ma gli affari sono andati male e la conclusione è stata un colpo di pistola.
La terza avviene alla fine di gennaio, tra le 22 e le 23, un altro commerciante, questa volta giovanissimo – solo 36 anni – si è tolto la vita perché la sua azienda non andava più: debiti, crisi, banche, mutui, prestiti che non arrivano, la solita difficoltà di accesso al credito, insomma la solita perversa spirale che conduce al gesto estremo. Il modo  scelto dal poveretto è “particolare”: era in casa con la compagna e quest’ultima, non sentendolo da alcuni minuti si è alzata e, come se avesse un presentimento, si è messa a cercarlo e lo ha trovato appeso ad una corda nello stanzino.
Per cercare di ovviare a queste tremende situazioni, l’unica cosa che mi è venuta a conoscenza è l’iniziativa del Prefetto di Pisa che, d’intesa con altre istituzioni, amministrazioni, enti, associazioni ha costituito presso la Camera di Commercio  una task force che riceverà dai centri di ascolto antiracket e antiusura e dagli sportelli di aiuto sul territorio, le segnalazioni dei casi irrisolti, li affronterà e cercherà di trovare una strada per risolverli; per carità, niente miracoli, ma almeno ci provano!!
Il nostro mondo politico invece è rivolto a tutt’altre problematiche e di queste situazioni sembra fregarsene; l’argomento che tiene banco è la riforma della legge elettorale, ma nessuno di loro si è premurato di vedere se gli operai in cassa integrazione o quelli fuori completamente dal giro del lavoro, sentono proprio il “bisogno” di una nuova legge elettorale con la quale affrontare le prossime elezioni, quando ci saranno.
Credo che avrebbero delle grosse sorprese a sentire che nessuno di questi disgraziati che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, sono interessati al problema e che solo i politici sembrano di altro avviso.
E l’altro problema che “affascina” la politica, cioè la manovra sulla Banca d’Italia per trovare i soldi per l’IMU? In concreto, sembra essere un giochetto sul tipo di quello delle scatole cinesi; sono state rivalutate le quote azionarie dei partecipanti al capitale sociale della Banca l’Italia e con questo “surplus” – solo sulla carta – si copre il buco dell’IMU. Forse non sono stato chiaro, ma  questo è tutto quello che so!!

giovedì, febbraio 06, 2014

LA FIAT LASCIA L'ITALIA? 



Ha suscitato scalpore l’annuncio che la FIAT – dopo l’unione con la Chrysler – avrà sede legale  in Olanda (ad Amsterdam) e residenza fiscale in Gran Bretagna; in Italia resteranno soltanto alcuni stabilimenti e….il cuore di tanti italiani che hanno creduto che la FIAT fosse una parte dell’Italia e, come tale, indivisibile dal nostro Paese.
Delle cose che vengono tolte al nostro Paese, cominciamo dalla tassazione (60% sugli utili in Italia e 30% in G.B.!): il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Befera, ha detto che “dal punto di vista fiscale non può impedire alla FIAT di fare scelte societarie economicamente convenienti per loro; verificheremo il pieno rispetto delle norme”. Il Ministro dell’economia, Saccomanni, si spinge oltre: “nulla di irregolare; siamo convinti che abbiano fatto tutto nel rispetto delle leggi vigenti. Ovviamente verificheremo gli effetti”. Pagare il 30% in meno sugli utili non sono bruscolini!!
Il Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha detto che “da parte della FIAT c’è stato un impegno a riattivare gli stabilimenti italiani e siamo convinti che tale impegno sarà rispettato.
I sindacati ovviamente sono in piena fibrillazione; il segretario generale della CGIL, Susanna Camuso, ha detto: “non abbiamo mai vissuto l’alleanza internazionale della FIAT come un problema, ma adesso non è chiaro il destino industriale degli stabilimenti italiani; per ora vediamo la scelta di un’azienda italiana che decide di ridurre il suo contribuito fiscale al nostro Paese”.
Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni non ne fa un problema di sede:”è naturale che le grandi multinazionali operino in piazze finanziariamente importanti come  Londra”.
Per la scelta della sede legale (Amsterdam) è stato precisato che la scelta della città olandese è dovuta al fatto che questo garantisce agli Agnelli un peso maggiore in Assemblea: infatti, anche con meno del 30% possono controllare la società, a differenza di quanto avviene on Italia con le leggi sull’OPA.
L’uomo della strada, cioè io, fa alcune considerazioni che, probabilmente risulteranno errate in quanto non afferenti la normativa vigente; anzitutto mi chiedo perché la normativa delle nazioni facenti parte dell’U.,E. possa divergere così tanto, sia sotto il principio dell’applicazione legale per le assemblee societarie e sia per la tassazione che, evidentemente, in Gran Bretagna è molto diversa da quella che c’è in Italia.
In merito alla scelta della sede legale, forse non è un caso che l’Air France Klm abbia annunciato che dal 26 maggio prossimo collegherà lo scalo di Torino con l’aeroporto di Amsterdam Schipol con due voli al giorno, perfetti per andare e tornare nelle 24 ore.
Ovviamente, la scelta di Amnsterdam come sede legale, comporta anche che l’assemblea annuale non si terrà più al Lingotto di Torino ma in Olanda, perché se una azienda ha sede in una data nazione, anche i soci azionisti devono incontrarsi proprio lì, per compiere uno dei più importanti atti societari.
Un’altra domanda: dove si terranno le riunioni del consiglio di amministrazione? È molto probabile che ci sia una sorta di rotazione fra i quattro luoghi di comando: Torino per l’Europa, Auburn Hills (Detroit) per il Nord America, Belo orizzonte (Brasile) per il Sidamerica e Shangai (Cina) per l’Asia; e l’ufficio di Marchionne? Probabilmente sull’aereo, come è già avvenuto!!
A questo punto, visto che è “tutto regolare” e che non possiamo opporci a queste novità, dobbiamo essere realistici e porci un’altra domanda: cosa bisogna fare perché la FIAT (oggi FCA) decida di rientrare in Italia con tutte le sue forze di comando?

martedì, febbraio 04, 2014

C'E' QUALCOSA CHE NON VA!! 



Il combinato disposto di “magistratura e psichiatria” ne ha combinata un’altra delle sue: cominciamo dall’inizio e raccontiamo la vicenda: siamo nel 1998 e tale Gianluca Lotti uccide a sprangate la fidanzata, Silvia, dopo la festa di compleanno.
I giudici lo condannano in primo grado a 24 anni di carcere in quanto gli viene riconosciuta la semi-infermità mentale; in appello il condannato usufruisce del “rito abbreviato” e di conseguenza dello sconto di un terzo della pena (8 anni).
Il Lotti era stato rinchiuso inizialmente nel carcere di Prato, per essere poi trasferito nell’ospedale giudiziario psichiatrico di Montelupo Fiorentino.
Successivamente era stato inviato nella struttura a custodia attenuata “La Querce” di Firenze; al termine di tale periodo, il magistrato ha valutato la relazione ed ha deciso di stabilire altri tre anni di libertà vigilata, da scontrare in una struttura ancora più “aperta”, e precisamente nella casa famiglia della onlus “Un popolo in cammino” vicino a Montecatini Terme.
Quest’ultima organizzazione si occupa del recupero del disagio mentale e fa svolgere agli “ospiti” piccoli lavori di agricoltura; il nostro Lotti condivideva la camera con un altro “ospite”, che chiameremo Giorgio, da diverso tempo nella comunità.
Giorgio aveva dei problemi di deambulazione e quindi ricorreva spesso all’aiuto di Gianluca per spengere la luce, mettere a posto la stanza e per regolare il riscaldamento, cose che lui percepiva come “ordini” e che lo infastidivano tantissimo, come ha avuto modo di raccontare al sostituto procuratore.
Nei giorni scorsi, Gianluca, prima di rincasare ha preso dal magazzino un’accetta e l’ha portata in camera; quando il suo compagno di stanza si è addormentato ha infierito su di lui colpendolo più volte alla testa; ha poi chiamato altri due “ospiti” della struttura e ha raccontato loro quanto accaduto, con la precisa intimazione di non avvisare nessuno.
Gianluca si è poi fatto la doccia, si è rasato, ha fatto la valigia e ha chiamato il 113, attendendo tranquillamente l’arrivo della Polizia.
Adesso è rinchiuso nel carcere di Pistoia con l’accusa di omicidio premeditato con l’aggravante dei futili motivi.
Il presidente del tribunale di sorveglianza, Antonietta Fiorillo, ha affermato: “quanto successo è una sconfitta, ma come dimostrano anche le relazioni degli psichiatri della Asl, l’uomo mostrava piena adesione al trattamento; qualcosa non ha funzionato e dovremo riflettere”.
Bene per le riflessioni dei magistrati e degli psichiatri in merito alla vicenda, peccato che il povero Giorgio non potrà partecipare a queste dotte dissertazioni sulle cure psichiatriche in quanto si trova, come diciamo noi comuni mortali, all’altro mondo e non sa neppure chi ringraziare.
Duro il commento del padre della prima vittima di Gianluca: in tutto questo tempo avrei voluto farmi giustizia da solo; non l’ho fatto solo per non dare un altro dolore a mia moglie”.
La direttrice dell’Ospedale psichiatrico di Montelupo, dove Gianluca aveva soggiornato, afferma che “un corto circuito simile, un’esplosione di violenza di tale portata, sono difficili da intercettare; nel caso particolare, poi, mi risulta che non ci fossero neanche stati particolari segnali di allarme”.
Quindi? Niente! Arrivederci alla prossima strage!!

domenica, febbraio 02, 2014

PARLIAMO DI UNA GRANDISSIMA 



Così l’aveva definita Pier Paolo Pasolini: “la più moderna delle donne, in cui tuttavia vive una creatura antica, strana, misteriosa che cela terribili conflitti interiori”; sto parlando di Maria Callas, che poco più di un mese addietro avrebbe compiuto 90 anni, e che si è spenta – da sola – a Parigi il 16 settembre 1977.
Era nata a New York il 2 dicembre del 1923 e aveva studiato canto in Grecia per spostarsi ben presto nelle capitali europee, nonostante la guerra, e tornare a New York nel 1945 dove si trattiene fino al 1947.
La svolta della sua sfolgorante carriera arriva nel 1949, quando a Venezia sostituisce la protagonista indisposta nei “Puritani”; da allora è un crescendo di successi in giro per il mondo intero; sposa Giovanni Battista Meneghini che la farà approdare alla Scala di Milano di cui diventa quasi un simbolo per almeno sette anni: resta indimenticabile la “sua” versione della Norma; in questo periodo compie un altro “miracolo”: perde in due anni 37 chili di peso.
I “grandi” della lirica la ricordano con queste considerazioni: Riccardo Muti dice che la Callas fu per la voce quello che Toscanini è stato per l’orchestra e questo significa collocarla al vertice delle interpretazioni liriche; la grande soprano Rina Kabaivanska la ricorda così: “era una musicista dall’istinto formidabile, capace di salire alle vette più alte del canto”; singolare il commento di Patty Smith, la quale ha confessato di avere imparato a cantare il rock anche grazie alla Callas e, in particolare, alla sua espressività: “in lei vedevo qualcuno capace di rendere leggero, di innalzare e assieme rendere profondo, ciò che cantava; mi arrivava la sua fragilità e la sua potenza”.
Nell’ultima parte della sua carriera prevale la sua forza d’attrice e con Pasolini – che fu il suo “amore impossibile” – gira una memorabile “Medea” che, peraltro non sarà accolto con successo dal nostro pubblico.
Nel 1973 e nel 1974 si fa convincere da Giuseppe Di Stefano – altro suo amore  molto sofferto – a un’altra tournée mondiale che si chiude a Sapporo nel 1974 con la sua ultima esibizione pubblica.
In quell’occasione, Maria rilasciò questa straordinaria dichiarazione: “Non sono un angelo e non pretendo di esserlo. Non è uno dei miei ruoli. Ma non sono nemmeno il Diavolo. Sono una donna e una seria artista e gradirei essere giudicata per questo”.
La sua grande personalità rimase scossa quando si rese conto di dover soccombere di fronte all’ossuta vedova Kennedy per l’amore di Aristotele Onassis, altro suo grande amore per ben 11 anni; dovette capitolare ma non riuscì a farsene una ragione e questo abbandono le rimase sul gozzo a lungo.
Ho cominciato questo ricordo della Callas citando Pier Paolo Pasolini e lo debbo terminare con un altro ricordo che riguarda il grande regista: nel 1969 il regista girò il film “Medea” proprio a Pisa, a due passi da dove abito io e quindi mi venne comodo andare a trovare l’amico Pier Paolo impegnato sul set di un film molto importante: ci restai un paio di giorni e potei così assistere alla “cotta” che Maria si era presa per Pier Paolo, del quale ignorava le tendenze.
Ma a parte queste citazioni da gossip, voglio ricordare la grandissima professionalità che la Callas dimostrava nell’interpretazione di un personaggio molto difficile e per appagare le richieste di un regista puntiglioso come era Pasolini.
Oggi avrebbe 90 anni e sicuramente non vorrebbe uscire di casa per non mostrarsi al pubblico così invecchiata!! La ricordiamo compera e basta!!

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