<$BlogRSDUrl$>

sabato, febbraio 04, 2006

C'HANNO TUTTI LE MUTANDE SPORCHE 

Devo fare seguito al post odierno sulle vignette di Maometto, perché le reazioni che sto sentendo in Italia e all’estero mi hanno profondamente deluso e amareggiato.
Allora, vediamo come sono andate le cose: la Danimarca si è dichiarata dispiaciuta per aver suscitato tutto questo clamore, ma non intende assolutamente chiedere scusa ai paesi islamici per le note vignette e aggiunge che la libertà di stampa è uno dei pilastri basilari della democrazia.
E devo dire che mi sono piaciuti!
Dalle nostre parti il tenore delle dichiarazioni è assai diverso: ha cominciato il Papa che non si è mai arrabbiato per le caricature che hanno fatto a lui ma si è scagliato invece verso coloro che con queste vignette hanno inteso offendere una religione: tanto per dire una cosa, non è assolutamente vero che sia così e da una analisi sia pure sommaria delle immagini mi sembra che non sia affatto un attacco alla religione.
Proprio pochi minuti fa ho sentito con le mie orecchie il nostro Ministro dell’Interno, Pisanu, che con il suo stranissimo idioma ha detto chiaro e tondo che non era stato fatta una bella cosa da parte della Danimarca della Francia; alla giornalista che gli chiedeva se avremmo avuto conseguenze anche noi per la pubblicazione su alcuni quotidiani, ha nettamente escluso che ciò possa accadere; ed è corso immediatamente in bagno per…...
D’altro canto le manifestazioni stanno moltiplicandosi, ma l’atteggiamento più interessante è quello del premier iraniano che – dopo il deferimento al Consiglio di Sicurezza per il suo nucleare - ha deciso di instaurare una commissione che riveda i contratti per scambi commerciali (leggi forniture petrolifere) a quelle nazioni che hanno pubblicato queste vignette.
Lo possiamo definire un ricatto? Possiamo, possiamo…!!
Ma abbiamo la forza e, soprattutto, il coraggio di mandare Ahmadinejad a quel paese??
Sicuramente no!! E allora inchiniamoci di fronte ai petrolieri e, dopo esserci cambiati le mutande, ….scusiamoci!!

LE VIGNETTE SU MAOMETTO 

Voltaire diceva: “non condivido la tua idea, ma sono pronto a morire perché tu possa esprimerla”; in Francia, nella “sua” Francia il Direttore di un giornale, “France Soir”, è stato licenziato in tronco dal proprietario del quotidiano, in quanto reo di avere pubblicato le vignette – di origine danese – su Maometto.
Ed allora, facciamo il classico passo indietro: il 10 gennaio scorso, una rivista norvegese ha ripreso le 12 vignette uscite a fine settembre sul quotidiano danese “Jyliand Posten” ed aventi per oggetto/soggetto, il Profeta Maometto; stranamente, mentre in settembre non era successo niente di particolare, adesso si è scatenato il finimondo: bandiere danesi bruciate, ambasciate sotto tiro, disordini e incidenti in grande quantità, per queste 12 vignette che a me – per quello che ne posso capire - non hanno neppure fatto ridere e non mi sono sembrate neppure interessanti, né offensive.
Dal Nord Europa “l’influenza delle vignette” attacca la Francia e segnatamente “France Soir” che le pubblica integralmente e scatena violentissime reazioni, oltre al licenziamento in tronco del suo direttore; l’arrabbiatura, lo sdegno e tutte le altre componenti dell’odio razziale e religioso si espandono a macchia d’olio: in Iraq, in Siria, in Pakistan e in molti altri paesi musulmani vengono bruciate le bandiere dei miscredenti francesi, danesi e norvegesi.
La sede dell’U.E. a Gaza, cioè in territorio palestinese, è stata assaltata e chiusa d’imperio: “Diamo 48 ore di tempo ai governi danese, francese e norvegese per presentare le loro scuse”, minacciando addirittura di bombardare le sede U.E., le sedi delle ambasciate delle nazioni interessate e, addirittura, le chiese di altri culti.
In prima fila nella protesta non poteva esserci che l’Iran, che è arrivato a convocare addirittura l’ambasciatore dell’Austria – presidente di turno dell’U.E. – per protestare ufficialmente per la pubblicazione delle caricature.
Si ipotizza a breve scadenza il lancio di una “fatwa” – condanna a morte per motivi religiosi – che è già allo studio da parte del nipote di Khomeini; e mentre dall’occidente ci si trincera dietro la “logora” libertà di stampa, il premier turco, Erdogan, ha bellamente suggerito al ministro degli esteri francese di abolirla d’imperio. E pensare che questo paese ce lo dovremo trovare accanto in Europa!!
E adesso veniamo a noi: i giornali e le televisioni sono andate in ordine sparso e qualcuno le ha mostrate altri no, ma coloro che non l’hanno fatto hanno detto che era a causa della bruttezza delle vignette e non per paura!!
Chiudiamo con due interventi di nostri “pezzi grossi”, uno per schieramento, così salviamo la “par condicio”: cominciamo con Frattini, già Ministro degli Esteri del governo Berlusconi e adesso Commissario U.E., che, dopo essersi schierato, ipocritamente, a difesa della libertà di stampa, afferma che “esistono temi sensibili, nell’ambito della religione e soprattutto nel contesto dei nostri giorni, per cui considero poco opportuna la pubblicazione di queste vignette”.
E poi sentiamo il buon Romano Prodi, leader dell’Unione, il quale dopo averle dichiarate di cattivo gusto, afferma – in sintonia con Frattini – che “in un periodo di così grande sensibilità rispetto alla convivenza tra popoli e rispetto alle sensibilità religiose, si doveva evitare questo episodio”.
Un po’ di coerenza, signori miei, e smettete di tremare dalla paura, altrimenti date ragione alla Fallaci; se c’è libertà di stampa si pubblica tutto quello che si ritiene opportuno (sul Papa, su Berlusconi, su Prodi e su altri argomenti “sensibili” le vignette si sprecano); se questa libertà non c’è basta dirlo chiaro e tondo!!

venerdì, febbraio 03, 2006

POLEMICHE MAGISTRATURA - POLITICA 

Fra le tante polemiche che agitano le acque della politica, una sta balzando alla ribalta per effetto della vicinanza all’ufficializzazione delle candidature per le prossime elezioni politiche ed è la polemica che vede impegnate le forze politiche nei confronti della magistratura.
Si è cominciato con l’accusa di Berlusconi alle “toghe rosse” e si è avuta subito la candidatura a Milano di Gerardo D’Ambrosio, vice di Borrelli sia ai tempi di tangentopoli e poi in occasione dell’attacco contro Mediaset; guarda caso, l’ex Procuratore di Milano si candida nelle liste dei D.S.; facile la battuta che è corsa di bocca in bocca: la sinistra deve ricompensarlo per tutti i favori che le ha fatto in questi anni.
Il Procuratore Antimafia, Pietro Grasso, ha poi rilasciato una “strana” dichiarazione: “la scelta di candidare chi è sotto inchiesta per mafia può significare lanciare un messaggio gradito alla mafia e anche un messaggio di impunità e di sfida alla giustizia”; ha poi compilato una sorta di pagellina dei partiti e delle istituzioni che hanno combattuto “veramente” la mafia e chi invece non l’ha fatto; questo però nel discorso che stiamo facendo non c’entra e quindi torniamo alle candidature.
Io non sono un giurista, ma so che nella nostra Carta Costituzionale è prevista la presunzione di innocenza del cittadino finché questi non sia stato condannato da sentenza passata in giudicato, cioè al terzo grado di giudizio; e un magistrato con tali altissime responsabilità mi viene a dire che coloro che sono “inquisiti” (quindi nella primissima fase delle indagini, molto prima di “essere rinviati a giudizio”) debbono essere radiati immediatamente dalla scena politica? Ma ha mai provato a fare un calcolo del rapporto che esiste tra “inquisito” e condannato in terzo grado? Lo faccia e si renderà conto che siamo a cifre estremamente basse. Purtroppo; per l’inefficienza della magistratura!
Un’altra dichiarazione che mi ha colpito è quella del Presidente del Tribunale di Roma il quale, interpellato sulla notizia di una sua candidatura a Napoli con i DS, ha risposto che deciderà in proposito nei prossimi giorni ed ha poi aggiunto la seguente affermazione che mi ha molto colpito: “Devo essere sicuro di avere i voti, devo garantire il peso, la credibilità, la dignità dell’incarico che ho svolto per tanti anni”.
Se non ho capito male, questo illustre signore dice che prima di candidarsi vuole essere sicuro di vincere e che questa sicurezza gliela deve assicurare il partito al quale egli porta in dote la sua “dignità”.
Alla faccia delle elezioni, qui siamo in presenza di cose già stabilite in partenza, cose che credevo accadessero solo nei paesi sudamericani oppure in alcune nostre regioni che non nomino, inquinate da partecipazioni malavitose che determinano le vittorie.
Vi ho citato tre episodi che mi hanno colpito, ma ce ne sarebbero tanti altri che sarebbe interessante esaminare; comunque il succo del discorso è e resta questo: le candidature di magistrati (specie quelli di alto rango) portano sempre strascichi polemici e non rendono in termini di voti come ci si potrebbe aspettare.
D’altro canto, sotto il profilo costituzionale non si può vietare ad una categoria di persone (appunto: i magistrati) di esercitare il proprio diritto all’elettorato “passivo”, però qualcosa potrebbe essere fatta: prima di tutto, i partiti potrebbero astenersi da candidare questa pletora di ex giudici o procuratori e poi, ricordarsi che se loro sono l’elettorato “passivo”, noi siamo quello “attivo”, quello cioè che determina chi vince e chi perde e quindi esercitiamo questo nostro diritto con la maggiore attenzione possibile.
Meditiamo, gente, meditiamo!!

giovedì, febbraio 02, 2006

L'OCCIDENTE E L'IRAN 

Non si placa la polemica tra occidente (segnatamente U,S.A., la troika dell’U.E., Russia e Cina) e l’Iran di Ahmadinejad sull’uranio che questi ultimi intendono “arricchire” per uso esclusivamente civile, dicono loro.
Alcune premesse: la potenza iraniana è al secondo posto tra i paesi produttori di petrolio e fa affari – buoni per entrambe le parti – con la maggior parte del mondo occidentale, compresi tutti quelli che dovrebbero controllarlo: c’è conflitto di interessi oppure mi sbaglio?
Ci sarebbe poi un’altra cosa da dire: la troika dell’U.E. è formata da Francia, Gran Bretagna e Germania, che sembrano, insieme agli Stati Uniti, i paesi più scatenati nel condannare l’Iran e che, per il momento, hanno ottenuto soltanto di “segnalare” al Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. – cioè a loro stessi!! – la pericolosità dei progetti nucleari del paese mediorientale; questa segnalazione precede il “deferimento” che al momento è stato scongiurato per il deciso intervento di Cina e Russia e che porterà a delle “sanzioni” di carattere monetario per l’Iran; per inciso, tutte le nazioni citate sono “potenze nucleari”, ad eccezione della Germania.
Mi sembra di avere dimostrato nei miei precedenti post sull’argomento che non sono affatto filo-iraniano e quindi quello che dirò di seguito, non può essere considerata una sorta di difesa d’ufficio del paese mediorientale ma solo una analisi serena della situazione e, soprattutto, delle incongruenze che vengono fuori se esaminiamo la vicenda con occhi imparziali.
Anzitutto è bene precisare che, fatto salvo una specie di onore nazionale da rispettare, l’Iran ha sempre collaborato con l’AIEA (l’Agenzia per il controllo del Nucleare, alle dipendenze dell’O.N.U.) e lo testimoniano tutte le notizie che i media hanno dato come se uscissero di nascosto dal paese e invece erano informazioni fornite volontariamente dalla struttura energetica dell’Iran alla suddetta agenzia.
C’è poi da aggiungere che l’Iran è letteralmente circondato da potenze atomiche (India, Pakistan, Russia, Israele) e potrebbe avere qualche legittimo motivo di preoccupazione; ma il premier iraniano ha sempre sostenuto che l’energia nucleare sarebbe servita a scopo esclusivamente pacifico; dato che appunto il paese è circondato da migliaia di bombe atomiche che gli si potrebbero riversare sulla testa da un momento all’altro, perché non credergli? O per lo meno credergli fino a prova contraria.
Invece ci stiamo dirigendo a passo di carica verso una sostanziale aggressività dell’intero occidente (con l’aggiunta della Cina e della Russia ormai considerate capitaliste) nei confronti di un paese che agli occhi dei terzomondismi dell’est e dell’ovest viene ancora considerato come “povero” ed al quale dovrebbe essere spiegato perché India, Pakistan e Israele sono considerati “più sicuri” dell’Iran quali detentori dell’atomica.
Ritengo che questa forma di aggressività, tipica del “piedipiatti” ottuso, dovrebbe essere mitigata perché sono certo che essa è una delle maggiori componenti dell’accentuarsi dei vari radicalismi in Medio Oriente e in America Latina.
Questo perché i paesi ricchi vengono visti come prevaricatori di tutti i paesi che si provano a diventarlo e ciò induce non solo a reazioni elettorali di un certo tipo (vedi la Bachelet e Morales in Sud America) ma anche a forme estreme che rasentano l’inneggiare al terrorismo come è accaduto con Hamas in Palestina.
E gli americani dovrebbero cominciare a chiedersi perché è stato perduto quasi l’intero continente sudamericano, una volta considerato “il cortile di casa” e adesso invece rivolto a politiche estremiste e antioccidentali.

mercoledì, febbraio 01, 2006

UN CAPPUCCINO PER UN PC 

E’ lo slogan che il Ministro per l’Innovazione e la Tecnologia, Luciano Stanca, ha usato per lanciare una campagna di promozione nei confronti degli studenti universitari, al fine di farli avvicinare sempre più alla tecnologia del computer.
La sostanza dell’operazione è questa: gli studenti potranno acquistare un pc portatile, dotato di connessione ad Internet anche in modalità wireless, usufruendo di un prestito garantito dallo Stato ed erogato dalle banche e dalle finanziarie aderenti all’iniziativa, per un importo massimo di 1.200 euro, il cui rimborso potrà avvenire in un arco di tempo tra i 12 ed i 36 mesi (in relazione al prezzo del pc), in media ad un euro al giorno, cioè l’equivalente del prezzo di un cappuccino.
Si fanno anche delle previsioni sul risultato dell’iniziativa: si pensa di raggiungere i 97.000 computer che andranno a sommarsi ai 110.000 acquistati dai sedicenni con il bonus governativo, per un totale che dovrebbe superare i 200.000 pc.
Iniziativa ammirevole e alla quale non possiamo che augurare una buona riuscita; ma visto che siano in tema di pc e di collegamenti a Internet, vorrei suggerire al Ministro Stanca di mettere le mani anche in un altro settore: quello del collegamento a Internet con banda larga, cioè in ADSL, tanto per intenderci meglio.
Tutti voi saprete che qualunque operatore uno scelga, il cosiddetto “ultimo miglio” è di proprietà e di competenza della Telecom che – da brava monopolista - aveva passato in quasi tutte le case degli italiani il proprio “doppino telefonico”.
Cosa succede a coloro che vogliono accedere all’utilizzo della banda larga: prima di tutto si va a vedere – tramite Telecom o un altro gestore scelto dal cliente – se la linea telefonica è compatibile con questa tecnologia, cioè – ve lo enuncio in soldoni come me l’hanno spiegato a me – se la linea telefonica affluisce in una centrale Telecom di nuova generazione (cioè elettronica) oppure se, vista l’anzianità della linea del cliente, questa si attacca ad una centrale di vecchia generazione (cioè meccanica).
Ed il bello è che, tutti coloro che hanno la fortuna di avere la linea telefonica collegata ad una centrale elettronica possono avere l’ADSL, mentre gli altri si debbono contentare del collegamento Internet con la normale linea telefonica e con la normale velocità di accesso ai dati.
Volete sapere qual’è il rapporto attuale tra vecchie e nuove centrali? Ebbene, su poco più di 10.000 centrali telefoniche funzionanti in Italia, oltre 6.000 sono ancora con la vecchia tecnologia (il “vecchio”, quindi, supera il 60% del totale); ovviamente tutti gli anni i funzionari commerciali della Telecom assicurano i clienti allogati nelle vecchie centrali che entro dodici mesi la linea sarà sistemata in una centrale elettronica, e ovviamente questo non avviene: sapete perché ve lo dico con questa sicurezza? Perché è quello che è successo e sta continuando a succedere a me: quindi informazioni per conoscenza diretta.
Torniamo adesso al bravo Luciano Stanca: il non essere intervenuto, oppure se intervenuto non essere stato considerato affatto, è un altro degli aspetti del rapporto tra mondo della politica e mondo dell’alta finanza: quest’ultimo prende dalla politica quello che può arraffare e non concede assolutamente niente, a meno che non abbia un qualche interesse a comportarsi diversamente.
Qualcuno di voi ricorda la frase pronunciata dal petroliere Enrico Mattei in occasione di una intervista? “Gli uomini politici per me sono come i taxi; li uso quando mi servono e appena arrivato a destinazione li pago e .. arrivederci”.

lunedì, gennaio 30, 2006

BUONE NOTIZIE SULLA SANITA' ? 

Bando alle illusioni: quello che sto per raccontare – appreso dai giornali – non è accaduto in Italia, né tanto meno in Sicilia, ma negli Stati Uniti, precisamente a Boston.
Una signora normale, con una gravidanza normale, si sottopone ad una normale ecografia, durante la quale i medici scoprono che il feto ha una malformazione cardiaca che potrebbe essere fatale alla bimba (sì, si tratta di una bambina alla quale avevano deciso di mettere il nome di Grace) già in fase di parto.
È stato così deciso di effettuare – per la prima volta al mondo – un intervento al cuore del feto, direttamente dalla pancia della mamma; è stata impiantata una endoprotesi (non so cosa sia, ma deve essere una cosa importante) e si è atteso la nascita della bambina; tenete ben conto della data dell’intervento: 7 novembre 2005, chirurghi che hanno partecipato all’operazione: 16; nessuna notizia viene diffusa dall’equipe ospedaliera, neppure attraverso i canali scientifici.
Tutto procede per il meglio, la gravidanza va avanti regolarmente e, finalmente, il 10 gennaio scorso (è un martedì) , nasce Grace (oltre quattro chili di peso) e viene sottoposta alla prima delle tre operazioni previste per sistemare il difetto al piccolo cuore; gli altri due interventi avranno luogo entro i primi tre anni di vita della bambina.
Dicevamo, dunque, che martedì 10 gennaio Grace nasce e viene subito sottoposta alla prima operazione; sabato scorso viene dimessa dall’ospedale e, in quella occasione, viene rivelato alla comunità scientifica ed alla stampa tutto quanto è accaduto dal 7/11/2005 al 28/1/2006.
Pur nella mia sostanziale ignoranza (cioè non conoscenza), capisco che tutto quello che è stato fatto dall’equipe di 16 chirurghi di Boston è eccezionale, sotto il profilo scientifico; ma non è quello di cui voglio parlare, mi serve solo a pretesto mediatico, ma il mio ragionamento prende solo l’avvio da questo evento, per poi dirigersi verso altre sponde, attraverso tre considerazioni..
Prima considerazione: queste operazioni di carattere “eccezionale” avvengono anche in Italia, magari più raramente ma ce ne sono; quello che mi interessa affermare, però, è che la sanità non vive solo di esploit da Premio Nobel, ma vive di routine che viene portata avanti giorno dopo giorno e riguarda bambini, grandi ed anziani, tutti bisognosi in qualche modo di cure specialistiche che, però, arrivano con ritardo, con imperizia – a volte – e con insufficiente attenzione alla realtà interiore del malato.
Seconda considerazione: chissà quanti denari è costata ai genitori di Grace l’intervento eccezionale che ho sommariamente descritto; e se non ce l’avessero avuti? Era giusto che Grace morisse perché i genitori non hanno i soldi per farla curare al meglio? Ecco, questa situazione si verifica molto più raramente in Italia, ma purtroppo si verifica anche qui da noi e, ripeto, non è giusto; di fronte alla sofferenza o peggio ancora, di fronte alla morte dovremmo essere tutti uguali e invece così non é.
Terza considerazione: un intervento come quello subito da Grace (ripetiamolo: 16 chirurghi in sala e chissà quanti infermieri) oggettivamente costa molto denaro, perché impiega mano d’opera altamente specializzata e apparecchiature molto sofisticate. Ma nessuno vieta che tutte queste cose super-favolose (sia umane che tecniche) facciano capo allo Stato che li retribuisce per quello che valgono. Un solo esempio in proposito: la NASA, l’Ente Spaziale Americano, è statale, eppure non si può dubitare circa l’alta tecnologia usata e la specializzazione di coloro che vi agiscono: sono tutte persone “a stipendio”, alto, medio o basso che sia, ma questa caratteristica del “reddito fisso” non mi sembra incidere più di tanto nell’efficienza della struttura.
È esportabile anche alla sanità questa situazione?

domenica, gennaio 29, 2006

DUE ESEMPI DI VIOLENZA 

Mi aspetto almeno un vostro plauso perché sono mesi che non mi occupo del pollaio della politica italiana, delle liti interminabili tra i due galletti (o capponi) Berlusconi e Prodi; sarà anche roba interessante, ma il loro starnazzare non mi induce a nessuna riflessione, almeno per il momento, più in là vedremo.
Due fatti invece mi fanno riflettere, entrambi riguardanti la violenza: il primo fatto si svolge nel Veneto e riguarda un imprenditore che – svegliato in piena notte da alcuni rumori provenienti da una finestra – ha visto alcune “ombre” che cercavano di entrare in casa e, impugnata una pistola regolarmente detenuta, ha fatto fuoco, presumibilmente verso quelle ombre, perché quando sono arrivati i Carabinieri hanno trovato a circa duecento metri dalla casa un albanese morto in un lago di sangue, colpito da un proiettile: si tratta di un pluri pregiudicato che in carriera ha già fornito nove nomi falsi.
L’imprenditore, ancora scioccato dall’accaduto, ha dichiarato “a caldo” di aver fatto fuoco ripetutamente con la sua arma perché in preda alla paura, paura per la sorte della moglie addormentata accanto a lui, paura, diciamolo pure, anche per se stesso.
Se ricordate, giorni addietro, quando abbiamo commentato la nuova legge che autorizza la “legittima difesa”, ho affermato che tra avere una pistola e saperla usare con freddezza e con quel coraggio che ci vuole per sparare, ce ne corre; il nostro imprenditore – se le cose sono veramente andare come lui ha raccontato – avvertiti i rumori alla finestra e individuate delle ombre, ha cominciato a sparare soprattutto per scacciare la propria paura; ed ha fatto fuori un uomo, il quale forse accortosi che il padrone di casa lo aveva individuato, stava scappando: forse non era un gran ché, ma era sempre un essere umano.
Tra l’altro, i giuristi stanno dibattendo se la nuova legge, non ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale al momento della sparatoria, è applicabile al reato oppure no.
La seconda vicenda che mi ha colpito per la sua carica di violenza, si riferisce a due casi similari di uccisioni di anziani messe in atto da persone più giovani ma psicopatiche: il primo si è svolta nel pisano e vede uno psicolabile di 38 anni uccidere a pugni e calci una donna di 80 anni, sua vicina di casa, perché disturbato dal volume troppo alto del televisore; il fatto è accaduto in un piccolo paese e tutta la popolazione conosceva sia la vittima (una ex parrucchiera) che l’omicida (un tipo ombroso e solitario), in carico ai servizi di salute mentale della ASL).
L’altro fatto di violenza – abbastanza analogo a quello sopra citato – si è svolto nel bellunese ed ha visto protagonisti padre e figlio, con quest’ultimo che, abbandonato dalla moglie, è entrato in una fortissima spirale depressiva che è sfociata nell’uccisione del padre e nel successivo suicidio.
Come si può vedere entrambe le vicende hanno per protagonista il “malessere mentale” che, a mio modo di vedere, sta diventando una emergenza nazionale di prima grandezza, soprattutto perché di non facile diagnosi e, successivamente, di difficile soluzione medica.
Eppure qualcosa dobbiamo inventarci, qualcosa che faccia abbassare le statistiche di queste morti violente: so di aprire una fortissima polemica, ma agli addetti ai lavori chiedo se non sia il caso di “riaprire” le strutture di accoglienza per malati di mente e, soprattutto, di attrezzare le cure in modo da renderle non domiciliari ma ospedaliere; e la permanenza in queste strutture chiuse dovrebbe protrarsi fino a quando i medici non abbiano la sicurezza, dico “ragionevole” sicurezza, che il problema è risolto, altrimenti è meglio continuare la cura in forma ospedaliera, sia per il malato che “per gli altri”.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?