sabato, settembre 29, 2012
A MARGINE DELLA VICENDA LAZIO
Avrete sentito parlare della vicenda
dell’INPS che ha richiesto a circa 200.000 pensionati ultra sessantaquattrenni,
la 14esima che nel 2009 hanno ricevuto – indebitamente sembra – e questo, sia
chiaro, per un errore dell’Ente e non per dati falsi forniti dalla gente o
altre cose similari; insomma i pensionati non hanno nessuna colpa, se non
quella di avere speso la manna che è loro piovuta dal cielo e che adesso devono
restituire allo stesso cielo.
Conosco una storia in merito a quanto sopra:
una signora – mai il termine fu più appropriato – di 78 anni, che riceve
dall’INPS una pensione di 480 euro al mese, nel 2009 riceve la quattordicesima
e con la metà della somma fa piccole compere e con l’altra metà fa opere di
beneficenza perché, dice la donna “c’è sempre chi ha più bisogno di noi”; nei
giorni scorsi ha ricevuto una lettera dall’INPS con la quale le vengono
richiesti i 480 euro, con la motivazione “non le spettavano”, in quanto il
marito 84enne ha una pensione di 980 euro e la sommatoria supera i parametri.
Fin qui è storia comune a tutti i
malcapitati, ma da ora in poi c’è un comportamento che mi ha colpito: “se quei
soldi non ci spettano li restituiamo” ha detto serenamente la donna, senza
accampare scuse, senza chiedere dilazioni, insomma con la più splendida
serenità di questo Mondo.
E sia chiaro che questa piccola storia è
accaduta mentre sui giornali campeggiano le malefatte dei consiglieri regionali
laziali, con Franco Fiorito che con i soldi pubblici s’è pagato, fra le altre
cose, un Suv da 88/mila euro, oltre a feste a base di ostriche, vacanze in
Sardegna ed altre ghiottonerie del genere.
Anche quei soldi – di cui non conosciamo
ancora l’ammontare totale – non gli spettavano, ma sono pronto a giurare che
non ci sarà un Ente che glieli richiederà, tant’è vero che è stato lui ad
affermare, con la spocchia che gli è caratteristica, “sono pronto a restituire
400/mila euro”, come se fosse una cifra che gli avanza dopo aver fatto le spese
di rito.
Non so come la penserà la signora della
pensione INPS, ma sono certo che non
inveirà contro lui o contro altri; non la conosco personalmente, ma non
mi pare che sia nel suo stile rifarsela con gli altri; lei viaggia nel suo Mondo
con il suo stile: mi spetta e lo tengo, non mi spetta e allora lo restituisco;
purtroppo di persone come Lei ne conosco poche. Ho letto che l’INPS sta studiando
una formula per rateizzare la cifra da restituire e, se ciò avverrà, la nostra
Signora sono certo che ringrazierà caldamente l’INPS che gli fa questo favore.
Mi vergogno di avere accostato la nostra
signora a Fiorito, dato che quest’ultimo non si merita certamente di essere
posto vicino a Lei; le due vicende non sono assimilabili se non in forma
indiretta, cioè come malcostume italiano di ogni genere, cioè in entrata ed in
uscita.
E poi vogliamo meravigliarci se un bravo
comico, adesso diventato soltanto un guitto, come Beppe Grillo farà il pieno di
voti nelle prossime elezioni? Credo che sia il risultato di tanti anni di
malgoverno e di scandali che si susseguono senza un briciolo di ammissione di
colpa; in questo Paese nessuno ha colpa di niente; solo chi indaga è colpevole
di “lesa maestà”.
E non pensate che questa situazione si possa
risolvere con le elezioni, cioè cambiando un Governo o tenendo lo stesso;
ripeto: qui non cambia niente e restano sempre gli stessi, magari truccati e
travestiti, ma sono sempre loro!!
giovedì, settembre 27, 2012
CON QUESTI NON CE LA FACCIAMO
Adesso tutti si accorgono che i centri di
spesa periferici (Regioni, Province e Comuni) sono i luoghi – o meglio : le
tane - in cui alloggiano i peggiori
ladroni del nostro disgraziato Paese; dopo Milano e la Sicilia adesso abbiamo il
Lazio sotto la lente d’ingrandimento e le cose che scopriamo fanno accapponare
la pelle.
Festini, centinaia di migliaia di euro al
mese che vengono dilapidati a destra e a manca; insomma una ruberia e uno
spreco del denaro pubblico (cioè di tutti noi) che sconcerta. Adesso abbiamo la Regione Lazio inguaiata e
quella campana che sta subendo un’ispezione della GdF.
Ma continuiamo a tenere sott’occhio la Sicilia che è da sempre
fonte di ruberie e di ladrocini; sentite l’ultima: sono stati denunciati 13
dipendenti pubblici che – invece di “lavorare” – stavano al Bar; ho messo tra
virgolette la parola lavorare dato che il concetto che sta sotto al termine è
diverso da quello che avevano i nostri 13 eroi: essi infatti sono “occupati”
all’ufficio del “Garante per la tutela fondamentale dei diritti dei detenuti”;
di questa struttura, tredici erano al Bar e gli altri? Ma quanti sono a
garantire i diritti dei detenuti? Insomma, la solita pastetta per sistemare gli
amici; chiaro??
Infatti sono tutti modi per crearsi clientele
e spendere soldi inutilmente; e poi, quando c’è bisogno di qualcosa, non si
trovano i denari e si tassa il cittadino ignaro, quello più stupido di tutti o,
peggio ancora, quello che ha veramente bisogno: nella mia Regione si mette il
ticket di 10 euro a ricetta anche a coloro che – sfortunati loro – sono affetti
da un tumore; questo perché? Semplice, senza questi ticket i bilanci non
quadrano e quindi via con le gabelle, anche ai danni dei poveri cristi.
E allora, esami diagnostici, analisi e quanto
occorre, viene gravato da questo balzello che, sembra poco se preso
singolarmente, ma diventa una vera tassa nel suo complesso, specie se questi
pazienti hanno necessità di molti interventi..
L’esempio che ho portato è uno, ma se ne potrebbero
fare tanti altri, dai più semplici (bussini per le scuole) ai più complessi
(aggiornamento del manto stradale), ma quando si presentano questi “bisogni”,
immancabilmente si dice che non ci sono soldi; non si ha mai il coraggio di
dire:“si sono già spesi per noi”, come avviene regolarmente. Mi spiego meglio:
se un Ente Pubblico periferico, al presentarsi di una necessità per i
cittadini, dopo avere esaminata l’impossibilità di farlo gratuitamente, si
facesse una sorta di esame di coscienza e “tagliasse” alcune delle prebende a
favore dei maggiorenti politici e devolvesse questi “risparmi” per la nuova
necessità, i cittadini capirebbero di essere governati da persone che – come si
conviene .- si considerano “al servizio” dei cittadini e non dei “sovrani” che
incassano prima quello che gli serve e lasciano ai servi solo le briciole di
quello che avanza.
Faccio un esempio: se non ci fossero gli
uffici di rappresentanza all’estero (un numero tale da fare impallidire l’ONU)
questi denari potrebbero essere stornarti sui cittadini affetti da patologie
tumorali o altro, che quindi potrebbero fare esami e altre cose inerenti il
loro male (non andare a ballare!!) senza mettere mano al portafoglio.
Se poi anche nelle aree più virtuose non
germogliassero come funghi consulenze che sono nient’altro che doppioni di
quelle che l’Ente fa già da solo ma che debbono essere portate avanti per fare
piacere al boss politico di turno, magari si potrebbe sistemare quella
stramaledetta strada che ha già fatto registrare diversi incidenti.
Insomma, quante cose si potrebbe fare se
tutti fossero onesti e si considerassero “al servizio”, ma dato che così non è,
con “questi” non abbiamo speranza di farcela!!
martedì, settembre 25, 2012
ANCHE BIGHELLONI
La classe politica è sotto accusa da tutte le
parti; gli si rimprovera di guadagnare troppo e di “fare” poco, ma quello che è
successo giorni fa in Senato passa ogni limite.
Una premessa: per avere il tempo di condurre
la vita sibaritica alla quale assistiamo (sibaritico, secondo il Devoto-Oli è
l’eccesso di lusso e mollezza, tipico, secondo la storia, degli antichi
abitanti di Sibari), i nostri
Parlamentari, dato che hanno anche altri impegni da portare avanti, tipo “toga
paryi”, oppure cene con amici e amiche, e via di questo passo, hanno un impegno
d’aula che va dal martedì pomeriggio al giovedì mattina, quindi tre giorni
scarsi; la settimana scorsa l’impegno si è tradotto in 15 ore.
Quando una delle due aule (Senato o Camera) è
convocata, deve esserci il presidente o uno dei vicepresidenti (questi ultimi
non lo fanno “per passione” ma percepiscono un’aggiunta sullo stipendio di
2.935 euro netti mensili).
Ma torniamo al fatto: il Presidente è assente
per un impegno istituzionale (è con la Brambilla per la vicenda dei cagnetti salvati
dalla vivisezione) e l’Aula viene presieduta dalla vice presidente Emma Bonino;
il suo turno scade alle 11.45 ma il suo successore, Domenico Nania non è a
Palazzo Madama a causa di un ritardo aereo del volo da Catania; un altro vice
presidente, Vannino Chiti è “in missione” all’estero (niente di “pericoloso”
state tranquilli) e al Senato ci sarebbe soltanto la senatrice Rosy Mauro
(quella dello scandalo Bossi che nessuno è stato capace di cacciare), la quale
accetta di dirigere l’aula ma specifica che dopo un quarto d’ora, cioè alle
12.00 dovrà andarsene per “improrogabili impegni personali), e così a
mezzogiorno l’Aula “si ferma” perché non c’è nessuno che presieda la seduta.
Viene avvertito il Presidente Schifani che
abbandona i cagnolini e si precipita a Palazzo Madama, ma tra una cosa e
l’altra, la seduta riprende solo alle 12,30,
quindi per mezz’ora circa si è verificato un evento che non era mai
accaduto nella storia repubblicana del Parlamento: i senatori si sono ritrovati
senza Presidente e senza nessun vice e quindi non hanno potuto svolgere i
lavori d’aula.
La maggior parte dei presenti in Senato se la
prende con Domenico Nania, il quale, seraficamente, risponde con un lapidario “Prendetevela
col Ministro dei Trasporti”, anche se quello che gli viene imputato è di non
avere avvertito del ritardo con cui l’aereo era partito da Catania e che
sarebbe giunto a Roma con lo stesso ritardo.
Quindi, ricapitolando, Schifani era con la Brambilla a far
propaganda a favore dei cani (scusato), la Bonino, finito il proprio turno se ne è andata e
non ha inteso farne un altro (scusata?), Chiti era in missione all’estero
(scusatissimo), Rosy Mauro, aveva impegni improrogabili (come facciamo a
scusarla, anche se questi impegni erano importanti??).
Mi spiego meglio: se un qualunque lavoratore
viene trattenuto in Azienda o in Ufficio da un evento sopravvenuto, non può
certo sostenere che “ho un impegno che non posso tralasciare”, altrimenti
verrebbe subito licenziato. Potremmo ricordare alla senatrice Mauro che, specie
per un senatore della Repubblica, non ci dovrebbe essere impegno più importante
di quello “istituzionale”, ma sono certo che non lo capirebbe e quindi è meglio
risparmiare il fiato.
D’altro canto, la colpa non è neppure di
questi “sibaritici”, ma di coloro che li hanno votati, cioè – più o meno - di
tutti noi e pertanto se c’è qualcuno con cui prendersela siamo proprio noi; il
presidente Schifani, con un briciolo di buon senso, ha detto “guai a scavare un
solco con l’opinione pubblica”; ed io aggiungo “attenti che in quel solco non
ci vadano a finire tutti i sibaritici di Stato”. Chiaro il concetto??
domenica, settembre 23, 2012
ANCORA RUBERIE
Ancora ruberie (mentre la gente “normale” ha
sempre meno soldi in tasca) e le scuse
che ci propinano assomigliano più ad una presa in giro che a delle motivazioni
reali.
Questa volta lo scandalo è scoppiano a Roma e
precisamente al gruppo regionale del Pdl, capitanato da quella Polverini che ha
“complicate” provenienze politiche ; che cosa è successo? Semplice, come
sempre, quando circolano tanti soldi, un po’ di questi si attacca alle mani dei
ladroni di cui la politica ha fatto grande incetta.
Prima di addentrarci nel “peccato” vediamo
dove lo stesso è stato consumato: la Regione
Lazio è da anni la più scialacquona d’Italia (tra quelle a
statuto ordinario); si pensi che il suo Consiglio è costato nel 2010 quanto
quelli di Emilia, Toscana e Liguria messi insieme; lo stesso Consiglio ha tante
auto blu quanto quelle di Lombardia, Emilia, Toscana, Piemonte, Veneto e Puglia
sommate insieme.
I “vitalizi”
e le “liquidazioni” degli appartenenti alla casta regionale sono di gran
lunga le più generose d’Italia; il numero delle commissioni è il doppio che in
Lombardia; e poi, ci sono anche le cose che oltre ad essere sconce sono anche da
ridere: la Presidente,
Polverini, ha nominato un “consigliere diplomatico del presidente della
giunta”, corrispondendogli una indennità di 154/mila euro all’anno; quale sia
il compito che il prescelto dovrà svolgere non è dato sapere.
Ma il vero peccatore della vicenda romana è
il tesoriere del gruppo Pdl, Franco Fiorito, detto “er Batman” e “il federale
d’Anagni”, il quale avrebbe gestito i soldi che lo Stato attribuisce al suo
gruppo consiliare come se fossero suoi e quindi si è intascato direttamente
753/mila euro, trasferendoli su suoi conti in Italia e all’estero, oltre ad
aver acquistato – intestandolo a suo nome – un Suv del valore di 88/mila euro,
essersi pagato le vacanze in Costa Smeralda in un resort extra lusso “per
ritemprarsi dalle fatiche della campagna elettorale”, tutta una serie di cene
con amici ed amiche a base di ostriche e champagne, nonché un mega party a
Cinecittà pieno di “gonnelline”.
La
Polverini si è
presentata in Consiglio ed ha chiesto scusa per l’accaduto paventando sue
dimissioni che avrebbero comportato lo scioglimento del Consiglio ed il “tutti
a casa”; ha chiesto a tutti – amici e nemici – che si facciano urgentemente le
seguenti modifiche: azzerare i budget dei gruppi e dimezzare le somme elargite
ai consiglieri sulla base del rapporto elettori/eletti, ridurre il numero dei
consiglieri e degli assessori così come previsto dalle norme nazionali, revoca
definitiva dell’assegnazione delle auto di servizio a tutte le cariche
consiliari e, per finire, revoca di ogni spesa per le nuove strutture previste
per il Consiglio Regionali; se non avverranno queste modifiche, scatteranno le
dimissioni con quel che segue.
Sono arrivate anche notizie dell’altro
“ladrone” di stampo politico, quel Luigi Lusi della Margherita che pare abbia
rubato a tutto spiano dalle casse del partito; ebbene, il tesoriere,
attualmente in carcere, ha ottenuto gli arresti domiciliari presso un Convento
in Abruzzo, intestato alla Madonna dei Bisognosi; forse sarà un caso, ma la
magistratura potrebbe avere scelto quel sito dal quale il Lusi non potrebbe
certo acquisire altro denaro, trattandosi già di “bisognosi”.
Ma c’è un sistema per risolvere il problema?
Credo che ce ne siano almeno due: il primo consiste nell’abolire qualsiasi
rimborso statale alla politica, mentre il secondo – se non si vuole scegliere
il primo – potrebbe essere quello di rimborsare solo “dopo” le spese e soltanto
su idonea pezza d’appoggio; il tutto da rimettere per la convalida
dell’idoneità alla Corte dei Conti. Chiaro??