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sabato, maggio 01, 2010

FACCIAMOCI DUE RISATINE 

Ho scritto “risatine” e non “risate”, perché il periodo storico e la qualità dei fatti non mi induce ad andare oltre la smorfia tipica di colui che ha voglia di ridere, ma questo riso gli si strozza in gola.
I primo fatto si svolge in Spagna e riguarda un provvedimento che sembra varato in un Consiglio Regionale a matrice leghista: invece siamo in Spagna, ripeto, patria di tutte le novità che la nostra sinistra ci porta ad esempio, e vediamo l’ultima di queste novità: il Senato ha modificato il proprio regolamento per ammettere ufficialmente – oltre all’idioma nazionale – il castigliano, il basco, il galiziano, il catalano ed il valenciano.
A parte che pensavo che la classe politica spagnola avesse altro a cui pensare, con la Standard & Poor’s che l’ha declassata e con la disoccupazione che ha superato il 20%; e invece è proprio così, la norma pro-dialetti (o lingue regionali) è passata con l’appoggio dei partiti di governo e si avvia a diventare legge; ma niente paura, perché ogni novità porta con se un fatto positivo: saranno necessari una pletora di interpreti e gli onorevoli saranno tutti muniti di cuffia con la “simultanea” della lingua desiderata.
Se analoga normativa arrivasse anche al Parlamento italiano, dove gli onorevoli già non si capiscono nell’unica lingua che si parlano, immagino che le traduzioni dagli auricolari di qualche discorso in calabrese sarebbero da antologia dell’orrore, ma almeno qualche traduttore in calabrese o in pugliese verrebbe assunto e, con questa crisi dei posti di lavoro, sarebbe una norma benedetta.
E adesso parliamo di “natura” e, in particolare, di come la natura si esprime sugli esseri umani; il primo caso è quello di un “guru” indiano di 82 anni che viene studiato da 30 luminari della scienza per vedere come abbia fatto e come stia facendo a stare senza mangiare e senza bere da ben 70 anni.
Questo signore – che di “mestiere” fa l’eremita in una grotta nel settentrione dell’India – si trova da una settimana in isolamento presso un ospedale che lo sta sottoponendo a un check-up completo e ne osserva tutti i movimenti attraverso ben tre telecamere; l’arzillo – almeno dalla foto pubblicata – vecchietto, afferma di non avere mai fame e neppure sete e, di conseguenza, di non usufruire mai del gabinetto; come spiegazione del suo modo di vivere, egli afferma di nutrirsi con le “energie” provenienti dalla meditazione e da un’antica pratica yoga.
C’è forse una spiegazione più semplice: essendo egli un “eremita” che vive in una grotta isolata, dovrebbe fare chilometri e chilometri prima di trovare un ristorante che lo possa accontentare e quindi, ormai tanto tempo fa, si è abituato a farne a meno; fai a meno oggi, fai a meno domani, il gioco è fatto e ci si abitua; un po’ come accade ai nostri politici che ruba oggi, ruba domani, poi ci si abitua e non ci si fa più caso.
Ma la “natura” ci riserva altre sorprese: di contro all’82enne che non mangia e non beve da 70 anni e sta benissimo, abbiamo un ragazzino di soli 11 anni, di nome Harry, che è affetto da una malattia unica al mondo, per la quale egli invecchia “cinque volte” più rapidamente del normale e quindi, adesso mostra il fisico di una persona di 50 anni, con artrite e dolori reumatici tipici di quella età. La sindrome del ragazzo è stata identificata come una variante della “Progeria”, una malattia che porta all’invecchiamento precoce e infatti il nostro Harry prende antidolorifici da quando aveva sette anni; qualcuno ricorderà il film “Il curioso caso di Benjamin Button” , in cui il protagonista nasceva anziano e man mano che passavano gli anni tornava fanciullo; per questo ragazzino é esattamente l’opposto. E soprattutto, non è un film!!

venerdì, aprile 30, 2010

INSIEME ALLA CRISI, LA DISOCCUPAZIONE 

Nel precedente post ho parlato della crisi che sta mordendo la Grecia; oggi leggiamo che la famigerata “Standard & Poor’s”, dopo aver declassato il Portogallo, si sta volgendo verso la Spagna che – a detta degli analisti – è sulla stessa china greca e, difatti, è stato abbassato di un punto il rating “del debito sovrano spagnolo” con prospettive negative e con previsioni di stagnazione dell’economia iberica anche a medio/lungo termine.
In proposito non ho che da ribadire quanto affermato ieri: “too big to fail”, cioè “troppo grossi per fallire” il che sta ad indicare che “qualcuno” interverrà e salverà i grossi investitori, mentre i piccoli saranno quelli che rimarranno con il cerino in mano.
E a casa nostra? Niente squalifiche di qualche agenzia di rating internazionale, ma l’uscita dei dati riepilogativi sulla disoccupazione nel 2009; anzitutto il dato generale è del 7,8%, con un aumento rispetto al 2008 (6,7%) dei qualcosa più di un punto.
Su questo dato ci attacchiamo alla media dei paesi UE che è dell’8,9 e ripristiniamo un vecchio detto delle mie parti: “nel mondo dei ciechi beato chi ha un occhio”.
Ma lasciamo perdere le comparazioni con l’Europa e guardiamo in casa nostra e, in particolare l’andamento della disoccupazione nelle varie regioni; anzitutto diciamo che la suddetta cifra del 7,8% è la media tra le 19 regioni e, vedendo i singoli dati, merita una qualche riflessione il fatto che si vada dal 3,2% del Trentino Alto Adige al 13,9% della Sicilia; e se questi 10 punti di dislivello tra il primo e l’ultimo non sono la rappresentazione grafica dell’enorme dislivello che c’è nel nostro Paese tra il Nord e il Sud, non so proprio che altro dato si può andare a cercare.
Come soprammercato, dobbiamo poi rilevare che le percentuali al di sopra del 10% sono tutte appannaggio di regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia) e questo, se permettete, vorrà pure dire qualcosa; proseguendo nell’analisi geografica, l’andamento della disoccupazione segue lo stivale: al centro siamo nella media (Molise, Lazio, Umbria e Marche), mentre i dati “sotto la media” appartengono alle regioni del Nord, con prevalenza del Nord-Est e alla Toscana..
Con questi dati, è perfino pleonastica la risultanza di una indagine promossa dalle ACLI e dalla Caritas sullo stato di salute delle famiglie italiane: il 70% degli intervistati, con un campione rappresentativo dell’identità nazionale, pone al primo posto fra i “timori”, la perdita del posto di lavoro.
E gli applausi riservati dalla gente di Reggio Calabria al “boss” della ‘ndrangheta, Giovanni Tegano, arrestato dalle Forze dell’Ordine, non debbono stupire più di tanto e neppure scandalizzare tante anime candide: sono applausi di gente che lo ringrazia per aver mantenuto intere famiglie; è chiaro che siamo nel mondo della criminalità, ma il pane acquistato con i soldi di Tegano ha lo stesso sapore di quello comprato con il denaro dello Stato, quello Stato che in quelle lande abbandonate è assolutamente assente e quindi consente che i signori della criminalità lo sostituiscano nell’esercizio del “welfare” e permettono alla gente di sopravvivere nonostante l’11,4% di disoccupati.
So bene di essere cinico, ma se volete una più mirata definizione direi di essere “sfiduciato”, alla stessa stregua di quello che sono tante persone oneste del nostro Sud, costrette a vendersi alla criminalità dall’impossibilità di comportarsi diversamente; certo che avrebbero potuto fare gli “eroi”, ma ricordiamoci il motto che dice “disgraziato il Paese che ha bisogno di eroi”; chiaro il concetto??

mercoledì, aprile 28, 2010

TITANIC 

In questo post parlerò della crisi greca e di come si prospetta la vicenda; mi chiederete allora cosa c’entra il titolo, cioè il nome del celebre transatlantico colato a picco portandosi dietro buona parte del suo carico umano: semplice, adesso, nella crisi finanziaria che stiamo vivendo, gli Stati di prima categoria (leggi Germania e pochi altri) vivono la stessa realtà dei passeggeri del Titanic, dove anche coloro che avevano acquistato il costosissimo biglietto di prima classe non furono salvati dalla furia degli elementi e adesso tutte le Nazioni facenti parte dell’UE sono – a breve o a lungo termine – a rischio di collasso; vediamo come.
Erano mesi che si parlava di crisi della Grecia, come adesso si comincia già ad anticipare il prossimo “cliente”, cioè il Portogallo, ed è bastato che una Agenzia di Rating Internazionale, la “Standard & Poor’s” definisse “spazzatura” i titoli emessi dalla Grecia per innescare la paura; ma spieghiamoci bene: la paura solo degli sprovveduti, dato che tutti coloro che sapevano della situazione si erano premuniti per non andare incontro a rischi di sorta e, fino al giorno prima, hanno fatto incetta di “bond” greci emessi allo stratosferico rendimento del 9%.
La parola “bond” ci evoca subito i famosi fantasmi argentini, ma adesso è tutta un’altra storia: nella finanzia mondiale ha preso piede il termine “too big”, cioè “troppo grosso”, per indicare una situazione che non “può” crollare, perché altrimenti farebbe un tonfo talmente forte che tremerebbero tutti i mercati mondiali; ed allora, ecco che le sovrastrutture nazionali ed internazionali intervengono per sistemare in qualche modo la situazione, facendo in modo che anche la famosa “spazzatura” diventi “denaro contante”, ovviamente a vantaggio solo dei “più furbi”.
Si osservi bene le date: un paio di settimane fa, l’UE annuncia, sia pure con la Merkel contraria, il famoso prestito di 40miliardi di euro, al tasso (quasi usuraio) del 5%; la Grecia non ha ancora prelevato un solo euro da tale disponibilità e già l’annuncio dell’Agenzia di Rating manda il tavolo delle trattative a gambe all’aria.
E allora, torniamo all’effetto “Titanic”, quella situazione cioè che costringerà tutti ad aiutare la Grecia: come prima conseguenza, se avete notato, l’euro è in balia della speculazione quindi rischia di interferire anche su economie deboli (Portogallo, Irlanda), non troppo forti (Italia, Francia, Belgio e Gran Bretagna) ma anche su quelle forti (Germania); a proposito di quest’ultima, l’atteggiamento della Merkel, non proprio favorevole ad aiutare la Grecia, ha due motivi: il primo di origine economico, cioè non si crede che l’aiuto serva a qualcosa se non accompagnato da manovre forti del paese in crisi, ed il secondo di matrice politica, stante che a brevissimo ci saranno in Germania le Elezioni Amministrative e se il paese deve “tirare la cinghia” per aiutare un’altra Nazione, gli elettori potrebbero farla pagare al governo in carica.
Comunque si rigiri, la situazione della Grecia è la seguente: il paese è tecnicamente fallito, quindi se i governi dell’UE non trovano un accordo – necessario anche a loro come ho sopra spiegato – la cacciata dalla zona Euro potrebbe essere anche presa in considerazione, ma creerebbe più problemi di quanti ne risolva; pertanto si ritorna a quanto detto: la situazione riguarda un “too big” che non può essere abbandonato e che gli altri sono “costretti” ad aiutare perché così facendo aiutano anche loro stessi.
Se così andrà, sarò lieto per i greci, ma mi dispiacerà per gli speculatori che hanno investito sul “too big” comprando i bond al 9% e, come al solito, andranno alla cassa a riscuotere il premio. Ma sono proprio invincibili??

lunedì, aprile 26, 2010

MALRICOMPENSATI 

Il titolo sta a significare che al mondo sono esistiti, esistono ed esisteranno sempre delle persone che sono ricompensate in misura ridotta rispetto al proprio operato.
Se mi consentite, il primo di questi “sfortunati” è Gesù che dopo avere predicato la bontà e la moralità, è stato “ricompensato” (anche dagli amici) con l’accusa di bestemmia e crocifisso.
Dopo di lui, tanti altri sono stati “malricompensati”: a titolo di esempio cito Lincoln che dopo aver tolto la schiavitù a danno dei latifondisti, venne ucciso da un attentatore, poi Martin Luter King, reo di aver affermato che i negri erano esseri umani uguali ai bianchi, che subì la stessa sorte (ucciso da un attentatore) e così accadde per i fratelli Kennedy, dei quali John voleva togliere la guerra del Vietnam ai costruttori di armi e Bob voleva combattere la mafia seriamente: entrambi uccisi in oscuri attentati.
Adesso tocca ad Obama – al quale ovviamente non auguriamo la stessa sorte – che si è impegnato a togliere la sanità a chi si avvale del più vile dei ricatti per guadagnare miliardi di dollari (le assicurazioni) e, dopo avere vinto, sia pure in maniera controversa, troverà adesso una forte opposizione da parte dei governatori di alcuni Stati.
Da questa prima disanima si deduce che tutti coloro che “toccano il potere”, quello che conta, quello vero, quello dei soldi, si ritrova con i polpastrelli bruciacchiati, sia che abbia una carica politica e sia che possieda un carisma pubblico.
Su questo assioma, vorrei immeterci il nuovo scandalo finanziario, quello della Goldman Sachs, la più grande banca d’affari del mondo, messa sotto accusa dalla Sec (la commissione di controllo della Borsa) per i miliardi di dollari che ha fatto perdere ai propri investitori che hanno scommesso sul rialzo dei mutui subprime, rialzo che naturalmente non è avvenuto e quindi gli scommettitori ci hanno lasciato le penne.
Da notizie di stampa sembra che l’ad della grande banca, tale Lloyd Brankfein, proprio mentre i suoi tantissimi clienti piangevano sulla distruzione del proprio capitale, esultava in maniera anche scomposta, festeggiando la sua “scommessa”; lui infatti aveva scommesso che i mutui subprime avrebbero continuato a scendere e quindi aveva vinto, ritrovandosi così in tasca un bel gruzzolo.
Questo tipo di investimento, ma io lo chiamerei più propriamente “scommessa”, parte dal presupposto di poter prendere una posizione su qualunque fatto che scuota il mercato; per esempio, io posso “credere” che il grano scenderà di prezzo e cercare in Borsa coloro che invece “credono” che il grano aumenterà il proprio costo; alla scadenza di questa scommessa, si fanno i conti e si stabilisce chi ha vinto.
Come si può vedere, il tutto è di una semplicità disarmante e può riguardare qualunque situazione e qualunque evento; siamo nel campo della scommessa pura e semplice e quindi a niente – o a poco – valgono le conoscenze previe circa l’evento.
Quello che mi preoccupa è che questo andazzo è diventato patrimonio anche di moltissimi enti locali nostrali che utilizzano i soldi della gente per effettuare queste “scommesse”, mettendo in bilancio i pezzi di carta – “straccia” – se la scommessa è perduta, non ancora da gettare, se l’evento è ancora da scadere.
Mi si dice che il grandissimo casino che sta dietro alla situazione catastrofica della Grecia, discenda proprio da questi “derivati” che hanno sempre fatto parte del bilancio greco come se fossero titoli “buoni” e invece sono cartaccia.
Ma torniamo ai “malricompensati”: Obama sta avendo forti contrasti nel mettere a punto una legge severa per stroncare questo malcostume; come volevasi dimostrare!

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