sabato, gennaio 23, 2010
BIGHELLONI
Proprio in questo momento storico, con la gran massa di lavoratori espulsi dalle fasi produttive e l’altra massa di giovani e meno giovani che non riescono ad entrare nei cicli produttivi, quanto accaduto recentemente mi manda in bestia e mi fa invocare misure veramente dure nei confronti dei reprobi che qui sotto indicherò.
Due sono i casi di situazioni “offensive” per il resto della gente che va giornalmente a lavorare: il primo ha avuto luogo a Perugia, presso gli uffici della Provincia, ed ha visto la bellezza di sei dipendenti (4 donne e 2 uomini) che sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata: i sei eroi, dopo aver timbrato il marcatempo, facevano marcia indietro e – finalmente liberi – si costruivano la loro giornata, chi andando in una salutare piscina, chi dall’estetista, chi al supermercato a fare la spesa e chi alla ricevitoria del lotto o a trovare gli anziani genitori.
Questi signore e signori, sono stati filmati e seguiti dai Carabinieri che per un po’ di tempo hanno assistito a questa immonda commedia che potrebbe essere intitolata “In Ufficio solo in spirito”, giacché gli indagati – risultavano presenti al lavoro, grazie al badge regolarmente timbrato – ed invece erano fuori per gli affari loro; da notare che per questi distinti impiegate/i, tale condotta era considerata “normale”, tanto da non aver desistito da questo comportamento neppure dopo l’emissione della misura cautelare a carico del primo collega accusato per le medesime azioni.
Un altro scandalo per le medesime azioni, si rileva alla periferia di Firenze, ad Empoli, dove sette dipendenti – Cancellieri ed altri impiegati – del Ministero di Grazia e Giustizia in servizio alla Sezione del Tribunale di Empoli, sono stati accusati di varie malefatte, alcune commesse andandosene dall’Ufficio per passeggiate salutari o per visite al Bar dove era istallato il video poker o anche per visite a parenti e amici ricoverati in Ospedale (tutti sono stati abbondantemente filmati), mentre altri si “divertivano” direttamente in Ufficio, utilizzando il computer del Tribunale per giocare on line o per fare acquisti o per chattare su vari siti anche pornografici: ad uno di loro sono state contestate ben 259 ore di connessione a siti internet che facevano riferimento ad Agenzie di Viaggi, Agenzie Immobiliari, Commercio on-line e Case d’Aste italiane e straniere.
Ma il colmo dei colmi mi sembra che lo abbia raggiunto un impiegato che ha utilizzato il numero di telefono dell’ufficio pubblicizzandolo su alcune locandine e indicandolo come recapito di una società che era amministrata dalla moglie e che organizzava corsi di formazione giuridica.
Il ministro anti-bighelloni per antonomasia, il prode Brunetta, al quale contestavano che il tasso di assenteismo tra i lavoratori del pubblico impiego è superiore del 30% a quello del settore privato, ha detto una verità incontrovertibile: i bighelloni allignano maggiormente dove esiste una cattiva “direzione”; e da parte mia, voglio aggiungere che si tratta di “direzione intermedia”, non di quella “massima” e questo perché sono proprio quelli a contatto con gli impiegati che possono, anzi debbono, vedere il loro comportamento; a meno che i signori dirigenti intermedi non vedano niente per due motivi: il primo è che sono fuori anche loro ed il secondo è che hanno delle mancanze da farsi coprire dai propri collaboratori e quindi non possono fare liberamente il loro dovere.
Per concludere, invoco massima durezza nelle Direzioni degli Istituti interessati, proprio perché il periodo storico che stiamo vivendo lo impone; chiaro il concetto??
Due sono i casi di situazioni “offensive” per il resto della gente che va giornalmente a lavorare: il primo ha avuto luogo a Perugia, presso gli uffici della Provincia, ed ha visto la bellezza di sei dipendenti (4 donne e 2 uomini) che sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di truffa aggravata: i sei eroi, dopo aver timbrato il marcatempo, facevano marcia indietro e – finalmente liberi – si costruivano la loro giornata, chi andando in una salutare piscina, chi dall’estetista, chi al supermercato a fare la spesa e chi alla ricevitoria del lotto o a trovare gli anziani genitori.
Questi signore e signori, sono stati filmati e seguiti dai Carabinieri che per un po’ di tempo hanno assistito a questa immonda commedia che potrebbe essere intitolata “In Ufficio solo in spirito”, giacché gli indagati – risultavano presenti al lavoro, grazie al badge regolarmente timbrato – ed invece erano fuori per gli affari loro; da notare che per questi distinti impiegate/i, tale condotta era considerata “normale”, tanto da non aver desistito da questo comportamento neppure dopo l’emissione della misura cautelare a carico del primo collega accusato per le medesime azioni.
Un altro scandalo per le medesime azioni, si rileva alla periferia di Firenze, ad Empoli, dove sette dipendenti – Cancellieri ed altri impiegati – del Ministero di Grazia e Giustizia in servizio alla Sezione del Tribunale di Empoli, sono stati accusati di varie malefatte, alcune commesse andandosene dall’Ufficio per passeggiate salutari o per visite al Bar dove era istallato il video poker o anche per visite a parenti e amici ricoverati in Ospedale (tutti sono stati abbondantemente filmati), mentre altri si “divertivano” direttamente in Ufficio, utilizzando il computer del Tribunale per giocare on line o per fare acquisti o per chattare su vari siti anche pornografici: ad uno di loro sono state contestate ben 259 ore di connessione a siti internet che facevano riferimento ad Agenzie di Viaggi, Agenzie Immobiliari, Commercio on-line e Case d’Aste italiane e straniere.
Ma il colmo dei colmi mi sembra che lo abbia raggiunto un impiegato che ha utilizzato il numero di telefono dell’ufficio pubblicizzandolo su alcune locandine e indicandolo come recapito di una società che era amministrata dalla moglie e che organizzava corsi di formazione giuridica.
Il ministro anti-bighelloni per antonomasia, il prode Brunetta, al quale contestavano che il tasso di assenteismo tra i lavoratori del pubblico impiego è superiore del 30% a quello del settore privato, ha detto una verità incontrovertibile: i bighelloni allignano maggiormente dove esiste una cattiva “direzione”; e da parte mia, voglio aggiungere che si tratta di “direzione intermedia”, non di quella “massima” e questo perché sono proprio quelli a contatto con gli impiegati che possono, anzi debbono, vedere il loro comportamento; a meno che i signori dirigenti intermedi non vedano niente per due motivi: il primo è che sono fuori anche loro ed il secondo è che hanno delle mancanze da farsi coprire dai propri collaboratori e quindi non possono fare liberamente il loro dovere.
Per concludere, invoco massima durezza nelle Direzioni degli Istituti interessati, proprio perché il periodo storico che stiamo vivendo lo impone; chiaro il concetto??
giovedì, gennaio 21, 2010
CRAXI/MANNINO/DEL TURCO
Che centrano quei nomi citati nel titolo? Forse compongono una sorta di “macedonia” che potrebbe spiegare tante cose; ma andiamo con ordine e cominciamo con il leader socialista del quale è stato celebrato giorni addietro il decennale della morte.
Ho avuto l’impressione che in tanti siano ansiosi di dare nuova luce alla memoria di Bettino Craxi, impostando questa sorta di rivalutazione con la considerazione che i meriti avuti come statista sarebbero di gran lunga superiori ai demeriti, soprattutto perché questi ultimi vengono ormai considerati come “cose che facevano tutti”.
La lettera del Presidente Napolitano, con quella affermazione circa l’eccessiva durezza con cui Craxi venne giudicato, merita qualche riflessione: il tutto viene ricondotto alla nascita del cosiddetto “rito Ambrosiano” in cui i P.M. prima giudicavano un certo signore “colpevole” e poi ne cercavano le prove, anche con le cattive maniere, cioè schiaffandolo in carcere e gettando via la chiave; questi atteggiamenti hanno provocato il suicidio di diversi imputati e una sentenza contro l’Italia da parte della Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo.
Caso mai, mi si perdoni l’ardire, vorrei chiedere a Napolitano – che già allora aveva posti di responsabilità in Parlamento e nel partito - come mai non ha fatto sentire la sua voce all’epoca; forse perché tutti i politici avevano una paura fottuta a mettersi contro Di Pietro e compagnia bella e quindi scelsero di parlare il meno possibile.
E adesso veniamo a Calogero Mannino, ex ministro democristiano, letteralmente distrutto – sia fisicamente che politicamente – da un accanimento giudiziario degno di miglior causa: l’uomo politico venne accusato del “famigerato” reato di concorso in associazione mafiosa” ben 17 anni fa e, dopo avere scontato quasi un anno di carcere che lo debilitò fortemente (perse 33 chili), venne messo ai domiciliari e cominciò l’odissea dei processi, “guidati” dal celebre Giancarlo Caselli con l’aiuto di ben 25 pentiti; venne assolto in primo grado, poi condannato in appello a 5 anni e 4 mesi e nel 2005 la Cassazione dispose un nuovo processo che lo ha mandato assolto; tale assoluzione è stata impugnata dalla Procura di Palermo e adesso la quarta sezione della Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile tale ricorso ed ha assolto definitivamente Mannino.
Il suo feroce accusatore – quel Caselli che ha fatto una bella carriera ed è adesso Procuratore Generale a Torino – non ha neppure l’obbligo di chiedere scusa ad una persona così brutalmente distrutta nel fisico e nella psiche; chissà se avrà avuto qualche ripensamento e si domanderà – magari la mattina quando si guarda allo specchio per radersi – se non è stato fatto qualche errore e se forse qualche cosa non poteva essere gestita in modo diverso; voi cosa pensate? Io credo che non ci siano rimpianti, altrimenti questi signori potrebbero perdere la loro sicurezza nello sbagliare e inceppare così il loro operato con qualche sentimentalismo fuori luogo; certo che almeno chiedere scusa da qualcuno me lo sarei aspettato! E invece niente!
E adesso Del Turco, ex Governatore d’Abruzzo: l’impressione che si ricava dalle notizie di stampa è che la vicenda si concluda all’incirca come quella di Mannino, anche sotto il profilo dei costi fisici e politici del protagonista; forse si potrà sperare in tempi più celeri, ma nient’altro. Ed anche qui il P.M. autore della famosa Conferenza Stampa di “condanna”, non rischia proprio niente.
Vi sembra il caso di continuare su questa strada o si può cercare di cambiare qualcosa? Magari mandando qualcuno a fare un altro mestiere!! Chiaro il concetto??
Ho avuto l’impressione che in tanti siano ansiosi di dare nuova luce alla memoria di Bettino Craxi, impostando questa sorta di rivalutazione con la considerazione che i meriti avuti come statista sarebbero di gran lunga superiori ai demeriti, soprattutto perché questi ultimi vengono ormai considerati come “cose che facevano tutti”.
La lettera del Presidente Napolitano, con quella affermazione circa l’eccessiva durezza con cui Craxi venne giudicato, merita qualche riflessione: il tutto viene ricondotto alla nascita del cosiddetto “rito Ambrosiano” in cui i P.M. prima giudicavano un certo signore “colpevole” e poi ne cercavano le prove, anche con le cattive maniere, cioè schiaffandolo in carcere e gettando via la chiave; questi atteggiamenti hanno provocato il suicidio di diversi imputati e una sentenza contro l’Italia da parte della Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo.
Caso mai, mi si perdoni l’ardire, vorrei chiedere a Napolitano – che già allora aveva posti di responsabilità in Parlamento e nel partito - come mai non ha fatto sentire la sua voce all’epoca; forse perché tutti i politici avevano una paura fottuta a mettersi contro Di Pietro e compagnia bella e quindi scelsero di parlare il meno possibile.
E adesso veniamo a Calogero Mannino, ex ministro democristiano, letteralmente distrutto – sia fisicamente che politicamente – da un accanimento giudiziario degno di miglior causa: l’uomo politico venne accusato del “famigerato” reato di concorso in associazione mafiosa” ben 17 anni fa e, dopo avere scontato quasi un anno di carcere che lo debilitò fortemente (perse 33 chili), venne messo ai domiciliari e cominciò l’odissea dei processi, “guidati” dal celebre Giancarlo Caselli con l’aiuto di ben 25 pentiti; venne assolto in primo grado, poi condannato in appello a 5 anni e 4 mesi e nel 2005 la Cassazione dispose un nuovo processo che lo ha mandato assolto; tale assoluzione è stata impugnata dalla Procura di Palermo e adesso la quarta sezione della Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile tale ricorso ed ha assolto definitivamente Mannino.
Il suo feroce accusatore – quel Caselli che ha fatto una bella carriera ed è adesso Procuratore Generale a Torino – non ha neppure l’obbligo di chiedere scusa ad una persona così brutalmente distrutta nel fisico e nella psiche; chissà se avrà avuto qualche ripensamento e si domanderà – magari la mattina quando si guarda allo specchio per radersi – se non è stato fatto qualche errore e se forse qualche cosa non poteva essere gestita in modo diverso; voi cosa pensate? Io credo che non ci siano rimpianti, altrimenti questi signori potrebbero perdere la loro sicurezza nello sbagliare e inceppare così il loro operato con qualche sentimentalismo fuori luogo; certo che almeno chiedere scusa da qualcuno me lo sarei aspettato! E invece niente!
E adesso Del Turco, ex Governatore d’Abruzzo: l’impressione che si ricava dalle notizie di stampa è che la vicenda si concluda all’incirca come quella di Mannino, anche sotto il profilo dei costi fisici e politici del protagonista; forse si potrà sperare in tempi più celeri, ma nient’altro. Ed anche qui il P.M. autore della famosa Conferenza Stampa di “condanna”, non rischia proprio niente.
Vi sembra il caso di continuare su questa strada o si può cercare di cambiare qualcosa? Magari mandando qualcuno a fare un altro mestiere!! Chiaro il concetto??
martedì, gennaio 19, 2010
GRAZI EURO
In questi giorni viene diffuso il risultato di una indagine condotta da Federconsumatori e Adusbef sull’andamento dei prezzi dal 2002 – anno in cui è entrato in vigore l’euro – e il 2009; una prima considerazione è che tutti i mezzi d’informazione che ho avuto la ventura di leggere, non hanno dato seguito a nessun particolare commento circa questo andamento ed anzi, il giorno dopo la pubblicazione della ricerca, hanno tolto la notizia dal giornale o dai telegiornali: se mi domandate il motivo di tale atteggiamento, sono costretto a dire che “fanno a mezzo con coloro che ci hanno guadagnato così mostruosamente”; se non mi chiedete niente, vi dico lo stesso il mio parere: “è semplicemente vergognoso che sia accaduto questo e nessuno sia stato in grado di prendere provvedimenti”.
Ma andiamo con ordine e quindi torniamo ai dati pubblicati su tale andamento: le variazioni di prezzo – ovviamente in più – dei generi sottoposti a tale indagine, ha evidenziato un aumento del 290% (quindi quasi triplicato) del cono gelato, del 207% delle penne a sfera, del 162% del tramezzino, del 155% della pizza margherita, del 113% della sogliola, del 113% dei biscotti, del 111% della lavatura dei pantaloni, del 104% del caffé, del 96% della pizza quattro sragioni e del 95% dei jeans: questi sono i generi merceologici che sono stati pubblicati e di questi vi riferisco; magari posso obbiettare che sarebbe stato senz’altro più interessante conoscere l’andamento di alcune voci del bilancio familiare che sono ancora più importanti e vi incidono più pesantemente: mi riferisco alle utenze di luce, gas, acqua e telefono, nonché a generi di grosso utilizzo tipo pane, pasta, carne e verdura.
Di contro a questo ci sarebbe da mettere lo stipendio dei lavoratori – operai e impiegati – e dei pensionati, ma di questo è inutile parlare, perché ognuno di noi sa bene che la cifra percepita è esattamente quella in lire, diviso il fattore di cambio di 1.9, quindi colui che percepiva 2milioni, si è ritrovato in tasta poco più di 1000 euro: chiaro?
In proposito ci sarebbe anche da aggiungere che gli agricoltori – “implicati” per la loro fornitura di grano e di latte – hanno dichiarato che i loro prezzi sono addirittura più bassi di sette anni fa.
Il tutto, quindi deve essere ricondotto ad una mostruosa speculazione ai danni dell’ultimo anello della catena del consumo e questa scellerata operazione è costata, secondo calcoli delle stesse strutture di consumatori, 183miliardi a lavoratori e pensionati, cosicché l’incidenza a carico della famiglia media è stata di 9.178 euro.
Come avremmo potuto combattere questa odiosa speculazione: gli strumenti ci sarebbero, sia con “Mister Prezzi”, un signore – illustre sconosciuto molto ben retribuito – che dovrebbe occuparsi di anomali aumenti dei prezzi e sia con l’Antitrust, una delle tante Agenzie create, come le altre, per non risolvere assolutamente niente e che diventano solo delle fucine di raccomandati che percepiscono lauti stipendi: e basta.
A proposito di quest’ultima struttura, il suo Presidente, Antonio Catricalà, in merito ai recenti aumenti dei carburanti, ha fatto la seguente dichiarazione veramente roboante: “non capisco il perché di questi aumenti”: caro Presidente, è come se l’incaricato di una indagine per omicidio, per prima cosa affermasse “non capisco il motivo per cui è morto”.
Insomma, come avrete capito, ormai chi ha avuto, ha avuto e quindi lasciamo perdere; ma non mi sembra giusto e – così come ho fatto dall’avvento dell’euro – voglio ribadire che questa è l’ennesima fregatura che l’Europa ci regala; chiaro il concetto??
Ma andiamo con ordine e quindi torniamo ai dati pubblicati su tale andamento: le variazioni di prezzo – ovviamente in più – dei generi sottoposti a tale indagine, ha evidenziato un aumento del 290% (quindi quasi triplicato) del cono gelato, del 207% delle penne a sfera, del 162% del tramezzino, del 155% della pizza margherita, del 113% della sogliola, del 113% dei biscotti, del 111% della lavatura dei pantaloni, del 104% del caffé, del 96% della pizza quattro sragioni e del 95% dei jeans: questi sono i generi merceologici che sono stati pubblicati e di questi vi riferisco; magari posso obbiettare che sarebbe stato senz’altro più interessante conoscere l’andamento di alcune voci del bilancio familiare che sono ancora più importanti e vi incidono più pesantemente: mi riferisco alle utenze di luce, gas, acqua e telefono, nonché a generi di grosso utilizzo tipo pane, pasta, carne e verdura.
Di contro a questo ci sarebbe da mettere lo stipendio dei lavoratori – operai e impiegati – e dei pensionati, ma di questo è inutile parlare, perché ognuno di noi sa bene che la cifra percepita è esattamente quella in lire, diviso il fattore di cambio di 1.9, quindi colui che percepiva 2milioni, si è ritrovato in tasta poco più di 1000 euro: chiaro?
In proposito ci sarebbe anche da aggiungere che gli agricoltori – “implicati” per la loro fornitura di grano e di latte – hanno dichiarato che i loro prezzi sono addirittura più bassi di sette anni fa.
Il tutto, quindi deve essere ricondotto ad una mostruosa speculazione ai danni dell’ultimo anello della catena del consumo e questa scellerata operazione è costata, secondo calcoli delle stesse strutture di consumatori, 183miliardi a lavoratori e pensionati, cosicché l’incidenza a carico della famiglia media è stata di 9.178 euro.
Come avremmo potuto combattere questa odiosa speculazione: gli strumenti ci sarebbero, sia con “Mister Prezzi”, un signore – illustre sconosciuto molto ben retribuito – che dovrebbe occuparsi di anomali aumenti dei prezzi e sia con l’Antitrust, una delle tante Agenzie create, come le altre, per non risolvere assolutamente niente e che diventano solo delle fucine di raccomandati che percepiscono lauti stipendi: e basta.
A proposito di quest’ultima struttura, il suo Presidente, Antonio Catricalà, in merito ai recenti aumenti dei carburanti, ha fatto la seguente dichiarazione veramente roboante: “non capisco il perché di questi aumenti”: caro Presidente, è come se l’incaricato di una indagine per omicidio, per prima cosa affermasse “non capisco il motivo per cui è morto”.
Insomma, come avrete capito, ormai chi ha avuto, ha avuto e quindi lasciamo perdere; ma non mi sembra giusto e – così come ho fatto dall’avvento dell’euro – voglio ribadire che questa è l’ennesima fregatura che l’Europa ci regala; chiaro il concetto??
domenica, gennaio 17, 2010
IL DRAMMA DI HAITI
Non mi riferisco al “terremoto”; quello è alla base del dramma di cui voglio parlarvi, ma ne accenno solo di sfuggita perché tutti i mezzi di comunicazione ne hanno parlato a iosa, utilizzando strumenti ben più amplificati dei miei.
Il dramma che sta consumandosi nella bella terra sudamericana è l’ennesima, forse l’ultima depredazione che si sta consumando: è di oggi il primo accenno a questo sudicia operazione che i giornali nostrani, ma penso anche quelli degli altri Paesi occidentali, titolano a caratteri cubitali “pensiamo ai bambini; il mondo li vuole”.
Quindi, il civilissimo mondo occidentale, ricco e opulento, pieno di vizi da soddisfare, quando incappa in queste tragedie, dopo aver versato le lacrime di costumanza, pensa subito a cosa poter portare a casa per i propri piaceri, cosa ancora non è riuscito a prendere per la propria stanza dei trofei e – dopo averli individuati – si mette in moto per averli: ovviamente si parla di manovre e non di soldi perché di questi siamo avari!
Haiti, dopo lo sfacelo provocato dal terremoto ed anche dall’assenza di qualsiasi potere locale che possa fronteggiare l’emergenza, si ritrova con una massa di sopravvissuti che – in pratica – è “in vendita” al maggiore offerente.
Si comincia con le donne che, se giovani possono far gola per scopi sessuali e da adulte vengono utilizzate quali serve o badanti; comunque sia è una merce che si può collocare sul mercato internazionale e immagino che già ci siano sudici agenti del nostro mondo civile che stanno organizzando le cose per fare soldi.
Ma il comparto che forse è ancora più redditizio è quello dei bambini, anch’essi da poter utilizzare in due modi: come gingilli sessuali per ignobili individui che vengono definiti “pedofili” – cioè con perversioni sessuali caratterizzate da attrazione erotica verso i fanciulli – mentre nella mia concreta ignoranza definisco solo come “sudicioni”.
L’altro modo di utilizzarli è quello di prenderli come se fossero dei “canini”, dei “cuccioli” da mettere in casa per fare compagnia; poi quando sono grandi si vedrà se la famiglia si è affezionata oppure no: in quest’ultimo caso si abbandona sull’autostrada come si fa con gli animali; sto riferendomi alla pratica delle adozioni massicce, quelle richieste di bambini che l’occidente opulento rivolge finora in massima parte ai paesi dell’est Europa e che adesso potrebbe spostare la propria attenzione a questi posti dell’America meridionale.
A fianco di queste operazioni ci sono decine di strutture organizzate – legali e non - che sono fiorite per spillare denaro ai sempliciotti che, non potendo avere figli propri, si rivolgono a quelli che “possono trovarglieli già fatti”; quando dalla parte opposta troviamo Stati che hanno ancora un po’ di decenza morale, vediamo che le pratiche di adozione non sono semplici in quanto viene ricercata la validità della famiglia e l’interesse affettivo che deve essere dimostrato con dovizia di prove; quando invece siamo in presenza di uno Stato come Haiti che è sfasciato totalmente – era già traballante prima del terremoto – le pratiche vengono velocizzate e possiamo dire che siamo in presenza di un effettivo “mercato dei bambini”.
Ma fate mente locale: come si può pensare ad una rinascita di Haiti se gli portiamo via il materiale umano migliore (ragazze e bambini)? Chi lo farebbe rinascere, forse i vecchi rimasti soli e disperati?
E invece – dico io - si usi l’immagine di Winni con le sue buffe treccine, la bambina sopravvissuta a tre giorni di permanenza sotto le macerie e la si faccia diventare il simbolo di quell’Haiti che vuole sopravvivere alla catastrofe e ricominciare a vivere!
Il dramma che sta consumandosi nella bella terra sudamericana è l’ennesima, forse l’ultima depredazione che si sta consumando: è di oggi il primo accenno a questo sudicia operazione che i giornali nostrani, ma penso anche quelli degli altri Paesi occidentali, titolano a caratteri cubitali “pensiamo ai bambini; il mondo li vuole”.
Quindi, il civilissimo mondo occidentale, ricco e opulento, pieno di vizi da soddisfare, quando incappa in queste tragedie, dopo aver versato le lacrime di costumanza, pensa subito a cosa poter portare a casa per i propri piaceri, cosa ancora non è riuscito a prendere per la propria stanza dei trofei e – dopo averli individuati – si mette in moto per averli: ovviamente si parla di manovre e non di soldi perché di questi siamo avari!
Haiti, dopo lo sfacelo provocato dal terremoto ed anche dall’assenza di qualsiasi potere locale che possa fronteggiare l’emergenza, si ritrova con una massa di sopravvissuti che – in pratica – è “in vendita” al maggiore offerente.
Si comincia con le donne che, se giovani possono far gola per scopi sessuali e da adulte vengono utilizzate quali serve o badanti; comunque sia è una merce che si può collocare sul mercato internazionale e immagino che già ci siano sudici agenti del nostro mondo civile che stanno organizzando le cose per fare soldi.
Ma il comparto che forse è ancora più redditizio è quello dei bambini, anch’essi da poter utilizzare in due modi: come gingilli sessuali per ignobili individui che vengono definiti “pedofili” – cioè con perversioni sessuali caratterizzate da attrazione erotica verso i fanciulli – mentre nella mia concreta ignoranza definisco solo come “sudicioni”.
L’altro modo di utilizzarli è quello di prenderli come se fossero dei “canini”, dei “cuccioli” da mettere in casa per fare compagnia; poi quando sono grandi si vedrà se la famiglia si è affezionata oppure no: in quest’ultimo caso si abbandona sull’autostrada come si fa con gli animali; sto riferendomi alla pratica delle adozioni massicce, quelle richieste di bambini che l’occidente opulento rivolge finora in massima parte ai paesi dell’est Europa e che adesso potrebbe spostare la propria attenzione a questi posti dell’America meridionale.
A fianco di queste operazioni ci sono decine di strutture organizzate – legali e non - che sono fiorite per spillare denaro ai sempliciotti che, non potendo avere figli propri, si rivolgono a quelli che “possono trovarglieli già fatti”; quando dalla parte opposta troviamo Stati che hanno ancora un po’ di decenza morale, vediamo che le pratiche di adozione non sono semplici in quanto viene ricercata la validità della famiglia e l’interesse affettivo che deve essere dimostrato con dovizia di prove; quando invece siamo in presenza di uno Stato come Haiti che è sfasciato totalmente – era già traballante prima del terremoto – le pratiche vengono velocizzate e possiamo dire che siamo in presenza di un effettivo “mercato dei bambini”.
Ma fate mente locale: come si può pensare ad una rinascita di Haiti se gli portiamo via il materiale umano migliore (ragazze e bambini)? Chi lo farebbe rinascere, forse i vecchi rimasti soli e disperati?
E invece – dico io - si usi l’immagine di Winni con le sue buffe treccine, la bambina sopravvissuta a tre giorni di permanenza sotto le macerie e la si faccia diventare il simbolo di quell’Haiti che vuole sopravvivere alla catastrofe e ricominciare a vivere!