<$BlogRSDUrl$>

venerdì, luglio 22, 2011

CONTINUA L'ATTACCO ALL'EURO 

La “cricca” internazionale, quella diecina o poco più di individui che, di mestiere, si occupano di attaccare le valute per trarne – ovviamente – profitto, è ancora in piena attività e non molla assolutamente la preda che ha azzannato.
Niente di nuovo, per carità, questo c’è sempre stato, anzi mi ricordo che l’unico statista che se l’è presa con questa “cricca” è stato Craxi che, peraltro, l’ha pagata carissima.
Come è che operano, adesso che anziché le singole valute sono costretti ad attaccare le macro-valute, tipo euro? Per fare questo, debbono andare a cercare la parte più debole della struttura monetaria e attaccando questa, cercare di indebolire l’intero sistema; hanno cominciato con l’Irlanda per poi passare a Grecia e Portogallo, e adesso se la stanno prendendo con l’Italia che, per nostra fortuna, al momento sembra reggere l’urto abbastanza bene.
Elemento importante è stato l’approvazione della manovra di bilancio, soprattutto per il “modo” con cui è stata approvata, cioè con maggioranza e opposizione che si sono coalizzati – unico caso da varie legislature – per dare a vedere una coesione che poi è sfociata nella rapida approvazione, quasi “bipartisan”, delle misure che dovrebbero sistemare i nostri conti.
Forse, per mettere il bavaglio alla speculazione, bisognerebbe che l’Italia operasse altri tagli (pubblica amministrazione, casta politica e, genericamente, tutti i ricchi) e vendesse alcuni dei “gioielli” che tiene in cassaforte (Eni, Finmeccanica e qualche altra), ma soprattutto dovrebbe continuare a mostrare al Mondo che in Italia c’è una classe politica – di vario colore – che al momento opportuno sa stringersi attorno al grande vecchio, il Presidente Napolitano, per fare quadrato a difesa del bene del Paese. Solo con questi atteggiamenti, i mercati – o meglio gli speculatori – si renderebbero conto di avere a che fare con un Paese compatto e solido, ancora dotato di una forte struttura produttiva e seriamente intenzionato a ridurre in tempi brevi il proprio debito pubblico; questo “il sogno”, ma nella realtà delle cose, il panorama che ci presentano le forze politiche è addirittura opposto a quello che ci vorrebbe per scoraggiare la speculazione. Definiamolo cosi: sconsolante!!
Al momento, oltre allo sbarramento alzato nuovamente tra opposizione e maggioranza, i componenti di quest’ultima si mettono a litigare tra loro, facendo un grande servizio agli operatori al servizio della speculazione che hanno commentato: “gli avete servito la torta su un piatto d’argento”; traduzione per noi gente comune: “in un momento così delicato vi mettete a litigare persino dentro il governo!!”.
Da notare che l’Irlanda è già stata spremuta, finanziariamente, ed anche la Grecia ed il Portogallo stanno subendo lo stesso trattamento, mentre l’Italia si presenta come un “pollo” bello grasso, con tante belle banche e quasi due miliardi di bond in giro per il Mondo; sia chiaro che strutture come la Consob possono dichiarare quello che vogliono dato che gli speculatori non conoscono neppure queste strutture parallele al mercato finanziario; l’unica cosa che conoscono sono le quotazioni di Borsa, quando queste fanno intravedere che c’è la possibilità di guadagnare una valanga di soldi.
E la frittata si compie definitivamente quando tutto il Mondo della speculazione si accorge che la nostra classe politica si accontenta – almeno da dieci anni a questa parte – di galleggiare senza trovare la forza di dare un deciso colpo di reni contro la crisi e quindi tutti la considerano non all’altezza delle sfide che l’attendono; per la verità è la stessa cosa che vediamo anche tutti noi che speculatori non siamo!!

mercoledì, luglio 20, 2011

LETTERATURA E GLOBALIZZAZIONE 

Il recentissimo “Premio Strega”, famoso agone letterario italiano, è stato assegnato ad un libro “particolare”, scritto da un mio corregionale, il pratese Edoardo Nesi che possiamo definire un imprenditore/scrittore, in quanto ha rivestito entrambi i ruoli.
Il libro racconta di quanto accaduto nella sua zona – Prato, il regno degli “stracciaroli” coloro che dagli stracci “creavano” il tessuto – che dopo i successi della vitalissima piccola industria di provincia, si è ritrovata nell’attuale decadenza economica a causa della famosa “globalizzazione”; e per fare questa disamina ci racconta di quella sorta di uragano globale che la sua Prato ha subito quando è stata “invasa” dai cinesi e cosa si prova a diventare parte della prima generazione di italiani che si ritroveranno ad essere più poveri dei propri genitori.
È naturale che la “vecchia” provincia viene tratteggiata da Nesi con un occhio lucido dal rimpianto, con i suoi personaggi che sia pure incolti e ruspanti, riuscirono a creare una industria che era uno dei pochi fiori all’occhiello della nostra economia; anche il cinema si occupò di questa gente, sbeffeggiando amabilmente i personaggi che trasudavano ignoranza, ma non potendo fare a meno di rilevare che alla fine dei giochi, la loro capacità imprenditoriale – in quel contesto – la vinceva su tutto e su tutti.
Poi arriva la globalizzazione e qui il nostro autore presenta l’evento macro-economico come una sorta di promessa in cui le differenze tra le persone e gli Stati si sarebbero stemperate prima e dissolte poi in una dorata utopia in cui tutti gli abitanti del mondo sarebbero stati “cittadini di un unico impero”, sedati dalla pubblicità e imboniti dalla televisione, felici di parlare tutti la stessa lingua, tanto nessuno aveva più niente d’importante da dire.
E da questo rimpianto per un mondo che non c’è più, scaturisce un garbato ma fermo rimprovero ai vari Mario Monti, Francesco Giavazzi, Vincenzo Visco e a tutti coloro che durante gli anni ’90, prima che la Cina entrasse nel WTO e ai suoi prodotti fosse concesso di invadere l’occidente come un’onda di piena, giravano il mondo sorridenti e ben pasciuti, tutti tesi a firmare accordi che avrebbero minato la prosperità dell’Italia; e questi politici-economisti, spinti da un gigantesco complesso d’inferiorità, si rifiutarono di difendere gli interessi dell’industria manifatturiera nostrale e dei milioni di persone che “ci campano”; non credo che queste lamentazioni del Nesi si riferiscano ad un vieto e superato concetto di “autarchia”, ma siano dirette a ricercare una qualche soluzione per quel mondo caotico ma vitalissimo sviluppatosi dal dopoguerra agli anni ’90 nella nostra provincia; forse l’unico anelito di speranza lo fornisce Richard Ford che alla domanda “cosa fare”, risponde, senza rispondere, “sono certo che alla fine, in qualche modo, l’economia soccomberà a un atto dell’immaginazione”.
Per concludere, lungi da me parlare del valore artistico del libro di Nesi, voglio solo ribadire che lo stesso è scritto “sulla pelle” dei pratesi, siano essi imprenditori oppure semplici operai, tutta gente che adesso è con grossi problemi; per colpa del mercato!!
Già, “il mercato”; io aggiungerei che è un logico sviluppo della tecnologia; a questo proposito, quando entrai nel mondo del lavoro (anni ’70) venni accolto dall’invasione tecnologica che mi suscitò questa riflessione: ma con tutte queste diavolerie, ognuna delle quali compie il lavoro di tre persone, i posti di lavoro diminuiranno e allora la gente cosa farà; mi risposero: si riposerà e si divertirà, insomma meno lavoro e più divertimento e gioia per tutti; ci hanno azzeccato oppure mi prendevano per i fondelli?? La seconda è l’ipotesi più giusta, bastardi che non sono altro!!

lunedì, luglio 18, 2011

L’OCCIDENTE INVIDIA L’ORIENTE!! MA…. 

I problemi dell’Europa li stiamo vivendo sulla nostra pelle e quindi c’è poco da aggiungere; quelli dell’America sono altrettanto gravi, tant’è vero che Obama – alle prese con un debito debordante dai limiti posti dalle norme costituzionali - ha invitato il Congresso “a trovare un accordo altrimenti c’è il fallimento”, aggiungendo che “non avrebbe approvato un piano che non preveda l’aumento delle tasse per i ricchi”.
Insomma, le due sponde dell’Oceano sono in fibrillazione, cosicché la gente èn tentata di guardare dall’altra parte del Mondo, cioè ad Oriente, dove le due grandi potenze emergenti – Cina e India – sembrano pronte a travolgere il vecchio ciarpame occidentale e ad instaurare un nuovo sistema politico; ma siamo nel giusto ad invidiare cos’ esplicitamente le conquiste economiche dei due grandi Paesi orientali? Vediamo un paio di esempi, anche se ovviamente non posso considerarli “sintomatici” delle realtà di quelle Nazioni; però, un fondo di verità c’è di sicuro.
In tutto il Mondo i siti Internet sono in costante aumento; a questo andamento fa eccezione la Cina, la quale con i suoi 500/milioni di utenti è al primo posto tra gli utilizzatori del web, ma stranamente – si fa per dire – manca l’incremento dei siti web; sembra che il “potere” si sia reso conto dell’uso “libertario” che si può fare attraverso la rete ed ha cominciato a mettere i bastoni tra le ruote degli utilizzatori.
All’indomani delle manifestazioni di Piazza Tienanmen, i governanti cinesi lanciarono lo slogan che era un esplicito invito ai loro “sudditi”: arricchitevi, ma non disturbate il manovratore. La gente raccolse l’invito, spostando il confucianesimo dal maoismo al postcomunismo, ma la “rete” era ancora una finestra aperta sul mondo e avrebbe potuto creare problemi, quindi meglio limitarne l’azione; e così è stato fatto!!
Da notare che da quanto in Cina è cominciato il “miracolo economico”, i suicidi sono diventati la prima causa di morte tra i giovani (250/mila l’anno, più 3/milioni di tentati suicidi) e la terza tra gli adulti; vorrà dire qualcosa o no??
L’altra grande Nazione orientale, l’India, ha fatto passi da gigante sul pi8ano economico, raggiungendo cifre da capogiro: un Pil da 1100/miliardi di dollari e delle riserve in valuta estera che sono passate dai 5.8/miliardi di dollari del 1991 ai 308/miliardi del 2008: cose impressionanti che ci fanno prefigurare un Paese nel quale la sperequazione tra i suoi cittadini dovrebbe essere in caduta libera e la giustizia sociale apparire in forte crescita rispetto al passato.
Eppure, si hanno anche queste situazioni che ci fanno riflettere: a Nuova Delhi, capitale della più grande “democrazia” del Mondo, una bambina dodicenne si è suicidata per salvare la sua famiglia; suo padre infatti aveva sempre meno lavoro per la progressiva perdita della vista, mentre suo fratello si avviava ad una morte sicura a seguito di una serie di problemi ai reni; ed allora Mumpy – questo il nome della bambina – ha deciso di regalare loro le sue retine ed i suoi reni e si è impiccata.
Possiamo dire che in questi due “grandi Paesi” si sia raggiunto un alto grado di civiltà? Vi leggo la definizione che ci perviene dal Devoto-Oli: “il complesso degli aspetti culturali, sociali e spirituali, spontanei e organizzati, relativi ad una colletti8vità in una data epoca”; possiamo dire che in questa definizione si attaglia la situazione di Cina e India, oppure dobbiamo affermare che queste due Nazioni sono ancora “in attesa” di porre le prime pietre della loro civiltà. Un consiglio: si guardino indietro e ascoltino la voce dei loro antenati: impareranno qualcosa di veramente utile!!
Noi intanto facciamo qualche riflessione e vediamo dove ci portano!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?