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venerdì, giugno 06, 2014

IL SOGNO DI FELLINI 



Scusate se utilizzo il blog per fare pubblicità a un mio “idolo”, ma sono certo che sarà interessante per moltissimi altri miei lettori: mi riferisco al grandissimo Federico Fellini, che non ha certo bisogno dei miei ricordi, tanta è la grandezza del personaggio.
Prendo a pretesto l’uscita di un libro, scritto nel 1994 da José Luis de Villalonga e solo ora tradotto e uscito nelle librerie italiane; l’autore dedicò il libro espressamente al regista italiano, del quale era grande estimatore e lo intitolò “Ho sognato Anita Ekberg”.
Villalonga, oltre che grande poeta e scrittore è stato anche un valido attore cinematografico e forse molti di voi lo ricorderanno nel ruolo del miliardario brasiliano nel film “Colazione da Tiffany”; ma ha anche fatto parte del cast di “Giulietta degli Spiriti”, espressamente voluto da Fellini.
Nel titolo di questo post cito “il sogno”, elemento costante nella tematica felliniana e in particolare quell’episodio in cui appare per la prima volta Anita Ekberg, che poi diventerà una icona tra i suoi personaggi femminili, dopo l’immagine indelebile della bionda Anita nella scena della “Dolce Vita” in cui  figura insieme a Mastroianni nel famoso bagno dentro la Fontana di Trevi.
La visione di Anita Ekberg tra le acque, Fellini la ebbe già da bambino e la raccontò, appunto, a Villalonga; il tutto nasce sulle spiagge di Rimini, dove il piccolo Federico spiava le straniere che facevano il bagno e mostravano le loro carni bianchissime, non ancora toccate dal sole; un giorno, mentre il fanciullo usciva dal nascondiglio che si era costruito per spiare le ragazze, una di loro lo vide, lo afferrò per le braccia e lo portò dalle amiche; quello che rimase nella mente del  piccolo Federico  fu che “aveva una pelle dolce e calda che sapeva di sale e di iodio”.
Fuggito dagli sberleffi delle donne nordiche ed inseguito dalle risate delle ragazze, giunse trafelato a casa con un’aria non proprio splendida; la madre pensò che stesse male ma lui negò recisamente e, poco dopo, andò di filato a letto, dove prese immediatamente sonno e fece il sogno premonitore.
“Ero da solo sulla spiaggia, col vestito della prima comunione, all’improvviso una donna gigantesca si china su di me e delicatamente mi raccoglie nel cavo della sua mano: era di una bellezza straordinaria, con grandi occhi verdi, profondi, brillanti, allungati fino alle tempie, una bocca larga e umida che non smetteva di ridere, lunghi capelli d’oro che le arrivavano alle reni, un incedere morbido e grave allo stesso tempo, una falcata da belva regale”; la donna lo accarezza sulla schiena dopo aver più volte detto “come sei bello piccolo italiano…”, poi lo lascia sulla riva e scompare.
Io scoppiai a piangere disperatamente – ricorda Fellini – forse perché la rimpiangevo già; mi svegliai in lacrime, orribilmente triste; di fianco al mio lettino mia madre mi osservava scuotendo la testa preoccupata; il mattino dopo mi purgò!!
L’epilogo è poco romantico ma Federico non smise di fantasticare fino al giorno in cui gli presentarono Anita Ekberg; “le parlai subito come si parla ad un’amica di vecchia data; lo era; solamente non lo sapeva”.
L’autore del libro, deceduto nel 1973 a Madrid, oltre che aver partecipato ad alcuni film anche con Fellini, è stato amico di quest’ultimo che lo ha portato in giro per Roma per fargli conoscere le bellezze della città eterna. E gli ha raccontato “il sogno” che viene riportato nel libro. Mi viene in mente che stiamo parlando di Fellini, uno dei più grandi “bugiardi” (in senso buono, cioè artistico) e quindi non vorrei che avesse fatto l’ennesima burla all’amico spagnolo e il sogno non fosse mai esistito!!

mercoledì, giugno 04, 2014

ASPETTI DEL PRESENTE 



Due notizie che ci riconducono al problema della crisi, anche se provengono da situazioni e da Paesi molto distanti tra loro.
La prima si riferisce ad una normativa che è nata in Cina da pochi giorni: nella provincia di Anhul, il governo locale ha prescritto che dall’inizio di giugno sarà obbligatorio cremare i cadaveri e, conseguentemente diventerà proibita la sepoltura.
Lo scopo, veramente pragmatico, è di recuperare terreni coltivabili in un Paese che sta diventando sempre più a larga produzione industriale.
La decisione si è però scontrata con la tradizione millenaria del culto degli avi, culto che prevede rigidamente una sepoltura e una bara dove alloggiare il cadavere.
La popolazione non  ha gradito la disposizione delle autorità e ha preso delle contromisure alquanto drastiche: alcuni anziani, pur di scongiurare il pericolo di vedersi sottrarre le tradizionali preghiere da parte dei discendenti, ha preferito affrettarsi a raggiungere l’estrema dimora prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento.
Negli ultimi giorni, infatti, una donna di 91 anni si è impiccata, un anziano si è gettato in un pozzo, un altro si è avvelenato e un’altra donna si è uccisa quando ha visto il funzionario comunale che, diligentemente, le segava in due la bara già previdentemente acquistata.
Dopo aver limitato drasticamente il numero delle nascite, limite che sembra stia rientrando, il governo cinese, per contenere la popolazione sembra aver imboccato un’altra strada: agire sulla leva dell’altra estremit6à della vita, incoraggiando, in qualche modo, la dipartita della gente.
Soltanto una cieca e ottusa burocrazia poteva riuscire in un’impresa mai registrata nella storia dell’umanità: fare a gomitate per precipitarsi incontro alla Grande Mietitrice fin quando è ancora in vigore la vecchia normativa.
Qui da noi, nella bella e disgraziata Italia – in particolare “quella del pallone” – dobbiamo rilevare una situazione che prende il via dalla frase di un grande filosofo, il quale diceva: “i soldi non sono tutto nella vita, però aiutano”.
Mi riferisco al nostro C.T. della nazionale, Cesare Prandelli che ha rinnovato il proprio contratto per altri due anni per la modica cifra di 1.7/milioni netti a stagione; ogni mese passerà alla Sede della Federazione Gioco Calcio per ritirare un Assegno Di 150/mila euro, centesimo più, centesimo meno.
Con questa notizia entriamo in un campo “minato”; il calcio, così come gli altri sport, sono al di fuori delle cose che l’italiano prende di mira, dato che per la nostra squadra non si bada a spese, specie quando a pagare è il Paperone di turno.
Nel caso di Prandelli, però, non c’è un Paperone che sborsa i quattrini; il pagamento viene effettuato da un organo che riceve i soldi dal CONI, cioè da un organo dello Stato e quindi lo possiamo paragonare a un “super dirigente”.
Ma per questi super dirigenti è stata diramata una norma che non  consente stipendi che superino quello del Presidente della Repubblica (239.181 euro lordi l’anno).
E allora come la mettiamo? Forse che il C.T. ha diritto ad una deroga che invece non viene concessa al Presidente di F.S.o ad altri mega dirigenti?
Misteri dell’italico potere! Certo che da Prandelli, in apparenza uomo sensibile e sempre vicino agli ultimi ed agli umili non me lo sarei aspettato; a meno che lui “non avesse voluto” e che siano stati gli “altri” ad insistere così tanto che era maleducazione rifiutare”. È possibile tutto questo oppure è solo una battuta di spirito??

lunedì, giugno 02, 2014

DUE PAROLE SULL'EUROPA 



Non parlerò ovviamente dei risultati elettorali sul Parlamento Europeo; ne hanno già parlato tutti i quotidiani e periodici e tutte le televisioni e quindi io avrei ben poco da aggiungere; solo due parole per il vincitore indiscusso: per l’Europa, cerchi di capire da che parte spira il vento e ci si faccia trasportare; mi spiego: lasci perdere la Francia e l’Inghilterra, entrambe “alla frutta”, e faccia rotta su Germania e Paesi del Nord.: ma lei è abbastanza scaltro da averle pensate dal solo.
Sull’Europa ho solo una cosa da dire; sembra un aneddoto scherzoso ma è, purtroppo, una verità; ricordiamoci che gli italiani hanno due cose veramente “a cuore”: la nazionale e il cibo nostrale; si può discutere e essere pro o contro qualsiasi cosa e qualsiasi partito, ma su quelle due realtà non si transige.
Ebbene, su una delle due cose di cui sopra il Parlamento UE ha lanciato sulla sua pagina Facebook un referendum su quale sia il piatto preferito dagli europei; per noi “gli spaghetti” non dovrebbero avere rivali, ma siamo aperti anche ad altri risultati.
Secondo i primi risultati il piatto più votato è l’insalata “Shopska” della  Bulgaria.
Per i molti lettori che non lo sapesse, l’insalata suddetta è composta da cetrioli, pomodori, peperoni, cipolla, prezzemolo, olio, formaggio; il mio stomaco ha già un travaglio non indifferente, ma andiamo avanti.
Al secondo posto ci sono le rape della Lituania, seguite dagli involtini dolci di cavolo romeni, dagli gnocchi di patate al formaggio di capra della Slovacchia e dalle foglie di vite ripiene di riso greche; pensate all’insulto: soltanto al sesto posto si è piazzata la nostra carbonara.
Con tutto il rispetto che dobbiamo alla zuppa di rape e agli involtini dolci di capra, è chiaro che l’unica risposta possibile è l’invasione della Lituania e della Slovacchia al fine di sommergere lituani, slovacchi e bulgari di lasagne alla bolognese, costate alla fiorentina, risotto allo zafferano, impepata di cozze, arancini siciliani, tonno alla palermitana, orecchiette alle cime di rape, spaghetti al pesto genovese e scusate se mi fermo qui, perché mi sta venendo fame.
Occorre che gli italiani si mobilitino per lavare, oltre che i piatti, anche l’onta subita da quella sequela di piatti immangiabili.
Lanciamo un appello alla mobilitazione virtuale; chi può vada subito alla pagina Facebook del Parlamento Ue e clicchi senza pietà per tenere alto se non la bandiera almeno il tovagliolo dell’Italia.
Tutto questo per dire che la nostra vita all’interno dell’Ue sarà sempre più disagiata e che di questo passo saremo costretti a fare delle nuove “guerre d’indipendenza” nelle quali le terre da conquistare e da italianizzare sono quelle che hanno la maggior quantità di ristoranti italiani che cucinano spaghetti al pomodoro e basilico o risotto alla milanese.
Bando al facile scherzo, ma se parliamo seriamente, mettere insieme un nostro siciliano con uno svedese non è cosa facile e soprattutto, ognuno di loro vanterà di essere il migliore e quindi di volere la supremazia su tutti.
Ditemi pure che sbaglio e io lo accetterò senza battere ciglio, ma legare quelle due realtà così dissimili e soprattutto con interessi così diversi, è semplicemente impossibile, a meno di non voler imporre qualcosa con la forza; allora, è tutto più  semplice ma non mi sembra proprio il sistema giusto: o sbaglio??
Forse ci arriveremo, forse saremo tutti contenti, ma non si creda che la cosa sia facile!

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