sabato, febbraio 28, 2004
Il caso Alitalia
E’ da qualche mese che si sente accennare sui mezzi di comunicazione di massa, alla crisi E’ dell’Alitalia; ci sono stati anche diversi scioperi indetti dai sindacati preoccupati di una “cura dimagrante” che l’azienda avrebbe dovuto subire a causa degli esuberi mostruosi che alcune voci fanno arrivare ad oltre 3.000 dipendenti.
In questi ultimi tempi la patata bollente è passata in mano al Governo, essendo l’Alitalia una azienda ancora a partecipazione pubblica; si è appreso così che le riunioni a Palazzo Chigi sono state tante e lunghe, sia con i sindacati che con altri interessati, come ad esempio il Consiglio di Amministrazione in carica.
Da queste riunioni e da questi incontri si aspettava il “miracolo” di una soluzione indolore che consentisse all’azienda una situazione della mano d’opera vicina a quella attuale; certo che le notizie sullo stato di salute della società non facevano sperare niente di buono: negli ultimi cinque o sei anni, con cadenza progressiva sono state perse tante fatte di mercato; l’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle ha ulteriormente incrementato questa crisi, tanto che viene citata una frase di un economista, consulente di Alitalia, che recita: “ ogni ora di volo si perdono 50.000 euro; converrebbe non volare”, quindi – aggiungo io – viva i tanto bistrattati scioperi che, paradossalmente, stanno cercando….di rimettere in sesto l’azienda.
Ieri, 27 febbraio, finalmente la bella notizia: il Governo ha partorito la soluzione: è stato “dimissionato” l’attuale Amministratore Delegato, ed al suo posto è stato “promosso” il Direttore Generale, al quale sembra siano stati dati maggiori poteri.
Il nuovo A.D. (ex Direttore Generale, non scordiamolo), tale Zanichelli, è stato quindi incaricato di risanare l’azienda: i casi sono due; o Zanichelli ha poteri magici, tipo fare sparire in modo indolore i dipendenti (e i debiti), oppure è l’uomo scelto per affrontare la privatizzazione, operazione finora mal vista da un sacco di “poteri forti” (sindacati, alcune forze politiche e banche).
Certo che, per come è stata presentata al “popolo bue” tutta la questione, c’è una grande puzza di presa in giro, della quale fanno parte anche i mezzi di comunicazione di massa che nella quasi totalità di quelli che ho letto, non accennano minimamente al problema.
In questi ultimi tempi la patata bollente è passata in mano al Governo, essendo l’Alitalia una azienda ancora a partecipazione pubblica; si è appreso così che le riunioni a Palazzo Chigi sono state tante e lunghe, sia con i sindacati che con altri interessati, come ad esempio il Consiglio di Amministrazione in carica.
Da queste riunioni e da questi incontri si aspettava il “miracolo” di una soluzione indolore che consentisse all’azienda una situazione della mano d’opera vicina a quella attuale; certo che le notizie sullo stato di salute della società non facevano sperare niente di buono: negli ultimi cinque o sei anni, con cadenza progressiva sono state perse tante fatte di mercato; l’attentato dell’11 settembre alle Torri Gemelle ha ulteriormente incrementato questa crisi, tanto che viene citata una frase di un economista, consulente di Alitalia, che recita: “ ogni ora di volo si perdono 50.000 euro; converrebbe non volare”, quindi – aggiungo io – viva i tanto bistrattati scioperi che, paradossalmente, stanno cercando….di rimettere in sesto l’azienda.
Ieri, 27 febbraio, finalmente la bella notizia: il Governo ha partorito la soluzione: è stato “dimissionato” l’attuale Amministratore Delegato, ed al suo posto è stato “promosso” il Direttore Generale, al quale sembra siano stati dati maggiori poteri.
Il nuovo A.D. (ex Direttore Generale, non scordiamolo), tale Zanichelli, è stato quindi incaricato di risanare l’azienda: i casi sono due; o Zanichelli ha poteri magici, tipo fare sparire in modo indolore i dipendenti (e i debiti), oppure è l’uomo scelto per affrontare la privatizzazione, operazione finora mal vista da un sacco di “poteri forti” (sindacati, alcune forze politiche e banche).
Certo che, per come è stata presentata al “popolo bue” tutta la questione, c’è una grande puzza di presa in giro, della quale fanno parte anche i mezzi di comunicazione di massa che nella quasi totalità di quelli che ho letto, non accennano minimamente al problema.