<$BlogRSDUrl$>

venerdì, luglio 05, 2013

MARGHERITA: STELLE E LIBERTA' 



Margherita Hack ci ha lasciati; alla bella età di 91 anni, ancora lucidissima, dopo avere avuto problemi di cuore per i quali non aveva voluto operarsi, si è spenta serenamente riaffermando la sua libertà a favore di tutto, anche per l’eutanasia ed il suicidio assistito.
Credeva nella possibilità di altre vite nell’Universo e affermava: “nella nostra galassia ci sono 400 miliardi di stelle e nell’universo ci sono più di 100 miliardi di galassie; pensare di essere unici è “da bischeri”.
Nata a Firenze, dove però ci ha abitato non tantissimo, era rimasta una autentica fiorentina, sia per la parlata che per lo spirito; entrambe le cose poggiavano su una ruvida visione del mondo che la rendeva – agli occhi degli sprovveduti – una vera materialista, cosa che Margherita non si sognò mai di essere, tant’è’ vero che a proposito della morte affermava di non averne paura, perché finché siamo vivi lei non c’è e quando c’è non ci siamo più noi.
Era un’atea convinta che affermava: Dio è un’invenzione comoda per spiegare ciò che la scienza non sa spiegare ; “non ho mai credito troppo a nulla, poi non ho creduto assolutamente a nulla”-
Nel 1964 fu nominata direttrice dell’Osservatorio astronomico di Trieste e così la sua vita si spostò da Firenze al luogo del suo nuovo lavoro e continuò la sua battaglia per LA LIBERTA’ , per tutte le libertà, a cominciare da quella di pensare fuori dagli schemi, di esprimere le proprie convinzioni politiche, rivendicare i diritti delle minoranze, delle donne, degli omosessuali, degli animali (non ha mai mangiato carne in vita sua essendo vegetariana come i suoi genitori) e di ogni essere vivente.
Nel 2011 aveva scritto il suo testamento biologico in cui riaffermava il proprio diritto alla libertà mentale, psicologica e politica; anticonformista e ironica, aveva delle battaglie che combatteva volentieri: contro l’oscurantismo religioso ma soprattutto contro una categoria di cialtroni truffaldini – come lei li definiva – e cioè gli “astrologi” che usavano a proprio tornaconto le stelle, pur senza capirci niente a livello scientifico.
Ha fatto anche brevi ma importanti comparse in politica; ricordo – tra le altre – la sua candidatura  elettorale con i “Comunisti Italiani”, poi con la “Lega anticapitalista, e con “Democrazia Atea”; lo scorso anno ha sostenuto la lista di Vendola – S.E.L – e alle primarie, tra Bersani e Renzi, si era battuta per quest’ultimo; l’ultimo impegno è dell’aprile scorso, quando entrò a far parte del comitato per “Emma Bonino Presidente”.
Fra tutte queste “passioni”, forse quella che è stata più forte e duratura si chiama Aldo De Rosa, con il quale è stata sposata per settanta anni, eppure i due non potevano essere più diversi uno dall’altro: estroversa lei, con la sua voce forte e roca, la risata scrosciante  e un atteggiamento che poteva apparire aggressivo; silenzioso lui, studioso di letteratura, credente, sempre immerso nei suoi libri (quasi 30.000 che aveva raccolto in pile altissime che salgono dal pavimento come stalagmiti).
A detta di un valente teologo che si è “scontrato” con la Hack recentemente, lei aveva un grande rispetto e mostrava una grande attenzione per gli argomenti di chi la pensa diversamente da lei; insomma, il ritratto che ne esce è quello di una persona autenticamente laica nel vero senso della parola, una scienziata non ideologicamente determinata.
Credo che Margherita, con il suo vocione burbero, avrà ancora molto da insegnarci!!

mercoledì, luglio 03, 2013

IL PIL E LA FELICITA' 



In questi tempi che la vita si fa sempre più magra – per tutti i popoli del Mondo o quasi – si sprecano le iniziative che ci vogliono convincere che il fatto che il Pil scenda o salga non incide sulla nostra felicità che, anzi, dipende da altri fattori.
Nella mia città si è tenuto un convegno sull’argomento, organizzato dalla Scuola di specializzazione in psicologia della salute della Sapienza di Roma; ospite d’onore il professor Carol Ryff dell’Università del Wisconsin.
Il tema di fondo è stato questo: “il Pil scende? Consoliamoci: la nostra felicità non dipende solo da questo”.
A dimostrazione della mancata correlazione tra Pil e felicità sono stati citati alcuni studi americani: se dal 1946 al 1956 negli USA i due fattori sono cresciuti di pari passo, dal 1956 al 1994, all’ulteriore aumento della ricchezza non è corrisposta una maggiore percezione del “benessere”.
Insomma, mentre noi poco acculturati citiamo la famosa frase “la ricchezza non fa la felicità, ma i poveri sono sempre incazzati”, i soloni della psicologia dicono che essere poveri è causa di infelicità, ma essere ricchi non basta a essere felici.
I fattori necessari a “stare bene” individuati dal “BES – rapporto sul benessere equo e sostenibile – sono molti ma, senza bisogno che vengano dall’estero a spiegarcelo, sono sempre gli stessi: ve ne cito i primi cinque: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico e, al quinto posto, abbiamo le relazioni sociali.
Dato che si parlava di Pil, materia prettamente economica, al convegno oltre agli psicologi hanno partecipato anche economisti e scienziati, tutti tesi a capire cosa davvero determina la felicità di un popolo, dato che – è stato affermato da “tutti” – all’aumento del Pil con corrisponde sempre una maggiore felicità.
I governi di tutto il Mondo, prosaicamente, continuano a programmare il futuro della loro gente tenendo come riferimento pressoché unico il Prodotto Interno Lordo.
E in una fase di regressione come quella che stiamo vivendo, gli stessi Governi, per favorire il recupero del Pil tagliano i servizi al cittadino, generando con questa mossa, un disagio che genera “infelicità”, per cui possiamo dire che, sia pure indirettamente, il Pil influisce sul benestare della gente.
Ma siccome dire “gente” non significa molto, viste le tantissime tipologie, facciamo alcuni esempi di come funzione la cosa; anzitutto diciamo che esiste un altro indicatore  - il FIL, felicità interna lorda – che è una sorta di tentativo teso a definire con un leggero ammiccamento ironico, uno standard ideale di vita che ha i suoi alti e bassi, come il Pil.
Un esempio dell’utilità a conoscere il proprio FIL è dato dal Bhutan, piccolo stato montuoso dell’Asia il quale già da alcuni anni adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione alcuni criteri base: qualità dell’aria, salute dei cittadini, istruzione e ricchezza dei rapporti sociali; ebbene, questo piccolo Paese, uno dei più poveri dell’Asia, secondo un recente sondaggio è risultata la nazione più felici del continente asiatico.
Attenzione però alle incongruenze: il già citato Bhutan ha espulso circa 100.000 cittadini di origine nepalese, sostenendo che non sono dei “veri” bhutanesi; questa operazione, incivile agli occhi di noi “civili”,  avrebbe avuto un effetto negativo sul Pil ma uno positivo sul FIL dell’intera popolazione bhutanese. Che dire?? Facciamo una gita nel Buthan per vederci più chiaro??

lunedì, luglio 01, 2013

I PRIMI CENTO GIORNI DI FRANCESCO 



Molti di voi ricorderanno quella sera del 13 marzo quando il protodiacono Jean Luis Tauran pronunciò  “Georgium Marium”; la sorpresa assalì quasi tutti, i quali si chiesero l’un l’altro: ma chi è?!. Ma quando il cardinale francese annunciò il nome scelto dal nuovo Papa . – “Franciscum” – tutto fu più chiaro e soprattutto si capì che tutto non sarebbe più stato come prima.
Quel venire dall’altra parte del mondo, quell’essere gesuita e quel nome scelto dicevano già che papa Bergoglio sarebbe stato diverso dai suoi predecessori e questi primi cento giorni alla guida della Chiesa ci hanno presentato un autentico ciclone, un vento di cambiamento improvviso, una serie di “gesti” che, sommati insieme, sembrano un’enciclica dei gesti: lo scendere dalla jeep per baciare il portatore di handicap ha colpito favorevolmente la gente; l’Istuituto Demopolis calcola nell’85% la fiducia degli italiani nei confronti di Francesco e tra questi ci sono anche i non cattolici.
C’è poi il rapportto che riesce ad instaurare con i bambini: Alessandro, 10 anni, origini rom, vive in una famiglia a Lugo in Provincia di Ravenna; è salito in treno ed insieme ad altri 250 bambini disagiati è arrivato nella piccola stazione di San Pietro dove sono stati accolti da Papa Francesco con il solito calore; appena Alessandro lo ha visto, gli ha gettato le braccia al collo e gli ha sussurrato all’orecchio: lo sai che da grande sarò il tuo successore??!”; Francesco si è sciolto in un sorriso e gli ha risposto “Ah si? Allora prega per me!”
Il giorno precedente c’era stata la scena della sedia bianca vuota, immagine che ha fatto scalpore: siamo in Vaticano e, in occasione dell’anno della fede, viene organizzato un concerto dedicato a Beethoven; ovviamente il posto d’onore spetta al Santo Padre, il quale però non si presenta, costringendo monsignor Fisichella ad annunciarne il forfait derivato da altri impegni precedentemente assunti; nella realtà il Papa avrebbe spiegato il fatto con due sole parole: “niente mondanità”.
L’ultima, jn ordine di tempo, è stata la costituzione di una apposita commissione che avrà l’incarico di rivoltare come un calzino tutto l’apparato dello I.O.R.; qui ci sono veramente i serpenti più velenosi e più pericolosi, oltre ad una indagine della Magistratura. Ma Francesco pare non accorgersene e procede con estrema tranquillità: dopo avere invocato “una Chiesa povera e per i poveri”, ha creato una commissione d’indagine composta da cinque membri, con poteri estesi, in quanto può addirittura scavalcare il segreto d’ufficio e interrogare chiunque in Vaticano; ne fanno parte il cardinale salesiano Renato Farina, il cardinale francese Tauran, il giurista dell’Opus Dei Arrieta e due statunitensi, monsignor Wells, pezzo grosso della segreteria di Stato e – udite, udite – una donna, l’ex ambasciatrice Mary Ann Glendon.
Alla fine di questa indagine lo IOR non sarà più lo stesso: probabilmente non verrà chiusa una struttura che finanzia tante missioni, ma il Papa e i cardinali suoi assistenti, potrebbero decidere di trasformarlo in una banca etica, oppure cederne la proprietà, oppure stralciare tutti i conti correnti sospetti.
E poi, ricordiamoci che Francesco continua a “snobbare” l’appartamento papale in Vaticano dove troneggiavano tutti i suoi predecessori e mangia come tutti alla mensa di Santa Marta, esce in corridoio e cerca le monetine nelle sue tasche, dopo di che va alla macchinetta e si prende un caffè.
E per finire l’elenco delle “novità” di questi “100 giorni”, Francesco ha anche annunciato che non verranno più nominati “gentiluomini di sua santità”; pare poco!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?