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venerdì, maggio 13, 2011

TENSIONI NEL MONDO DELLA POLITICA 

Il titolo è di una ovvietà disarmante: che ci sia tensione tra i due poli della nostra politica è ormai un fatto acclarato e quindi mi chiederete “ma che ne parli a fare?”; mi è venuto in mente di affrontare questo argomento perché mi è sembrato di scorgere qualcosa di “diverso” rispetto alle precedenti tornate e quindi vorrei vederci chiaro.
Domenica e lunedì si terranno delle elezioni “amministrative”, elezioni che riguardano 13/milioni di italiani e che , in teoria, non dovrebbero avere risvolti nel campo “politico”, ma in Italia – dove anche la nomina di un dirigente di una Pia Casa ha valenza politica – i risultati saranno riportati sul campo di Montecitorio, cioè in “politica nazionale”
Due Comuni – Milano (centro destra) e Napoli (centro sinistra) – riflettono una gara tutta politica, nella quale se il centrodestra dovesse vincere avrebbe un ventata di ottimismo per le restanti prove elettorali e parlamentari, mentre se a prevalere fosse il centrosinistra ci sarebbe senza dubbio una eco nel campo della politica nazionale.
Il Presidente della Repubblica, che in questi ultimi mesi ha preso a parlare più di prima, ha mandato un messaggio al centrosinistra, invitandolo ad essere “credibile e affidabile”; sia l’opinione pubblica che molti notisti politici hanno voluto vedere il richiamo come una sollecitazione al PD a smetterla di essere un partito “contro” ed a fare proposte chiare e precise sui tantissimi problemi che affliggono il nostro Paese.
I commenti a questa ultima uscita di Napolitano sono stati svariati e ve ne riporto solo alcuni: il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, ha trovato splendido l’intervento del Presidente ed ha dichiarato “penso che la sinistra debba fare quello che dice Napolitano: essere credibile e affidabile, non solo contro qualcuno”; il vicesegretario del PD, Letta, ha dichiarato, invece, “spero che anche gli altri alleati dell’opposizione raccolgano l’invito del Colle; per vincere serve una coalizione larga”: aria fritta!!
Un discorso diverso e più complesso ha fatto Di Pietro, il quale – da quel furbacchione che è – ha messo anche una battutaccia in mezzo alla replica: “il monito di Napolitano non riguarda l’Idv; credo debba rivolgersi innanzitutto a quell’ex partito di cui faceva parte ai tempi dell’Ungheria”; cosa ha voluto dire l’ex PM? Anzitutto si è dichiarato fuori dal buonismo imperante ed ha preso le distanze dagli altri componenti del centro sinistra e subito dopo ha fatto un “maliziosissimo” riferimento all’ex partito di cui faceva parte Napolitano, quel PCI che durante l’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche, si allineò al colosso del comunismo mondiale e diede la propria “benedizione”: guarda caso, di quel Comitato Centrale che varò questa presa di posizione faceva parte anche il nostro attuale Presidente e Di Pietro, che spesso polemizza con lui, lo ha ricordato con una punta di cattiveria.
C’è poi una dichiarazione di D’Alema che mi inquieta un po’: “leggere le parole di Napolitano in funzione anti-PD è una forzatura; ma abbiate pazienza, vi sembra possibile che il Presidente possa attaccare il PD?” Anche questa frase non è cristallina e non porta certamente tranquillità nell’ambiente che invece avrebbe bisogno che ognuno rispettasse il proprio ruolo. Chiaro il concetto??
Nel campo opposto, Berlusconi sa che se perde il Comune di Milano rischia una sorta di tsunami e quindi attua la strategia di sempre: buttarla in rissa e lasciare indietro i problemi; con questo sistema cerca di comunicare alla gente che è indispensabile una forte mobilitazione “contro le forze del comunismo” e fino ad ora – nonostante l’assurdo dell’assunto – sembra che quasi sempre gli sia andate bene; però, si ricordi che Prodi, per ben due volte lo ha mandato a casa con le pive nel sacco; chiaro??

mercoledì, maggio 11, 2011

QUALCHE COMMENTO SULLA VICENDA BIN LADEN 

Battute, cose serie e altro: il tutto sulla vicenda dell’uccisione di Osama Bin Laden; questo sarebbe il mio intendimento che spero di riuscire a realizzare.
La prima cosa che faccio è una battuta e si riferisce alla foto che ritrae Obama con la Clinton e lo staff della Casa Bianca che stanno guardando in un grande schermo tutto quello che i Navy Seal e gli agenti CIA stanno combinando di “bello” in quei fatidici 38 minuti, tanto è durato il blitz; non so a voi, ma a me ha ricordato il solito gruppo di amici che sta guardando la finale del Campionato Mondiale di Calcio oppure – per rimanere in chiave americana – la finale del Superbowl.
Per la verità, non ho visto – nelle pochissime immagini messeci a disposizione – pop corn oppure noccioline e neppure birre ed altre libagioni; insomma niente che appare di solito nei raduni amicali che si svolgono in occasione di eventi sportivi; nel nostro caso le facce sono abbastanza preoccupate, quasi che la loro squadra stesse perdendo e che si tema per il risultato della partita.
Ed ora avanti con le cose serie: il blitz eseguito dagli americano sul suolo pakistano, sembra che si sia svolto all’insaputa dei padroni di casa, i quali, naturalmente, hanno protestato – molto dopo la fine dell’evento – affermando di non essere stati neppure “avvertiti” dell’operazione; gli americani hanno risposto come fanno sempre: è una operazione che facciamo per “ripulire il mondo” da un pericoloso criminale e quindi non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno; anzi, hanno aggiunto, se si verificherà l’occasione di inquadrare altri criminali della specie di Bin Laden in qualsiasi Paese, provvederemo a fare la stessa cosa che abbiamo fatto con Osama; e questo alla faccia di tutti quelli che dicevano che con Obama era cambiato lo stile da sceriffo del Pianeta inaugurato da Reagan e continuato da Bush.
I pachistani comunque non sembrano “abbozzare” e proprio ieri affermano che “si vendicheranno” della figuraccia fatta fare dagli americani e, intanto, hanno “bruciato” il capo della CIA a Islamabad, facendone pubblicamente il nome; ma non basta: il generale pakistano Rayavi ha affermato che se gli Stati Uniti useranno ancora i “droni” (aerei senza pilota) per ulteriori incursioni sul loro territorio, li abbatteranno; c’è da aggiungere: se li vedono e se li colpiscono!!
A proposito di questo litigio tra il Pakistan e gli USA c’è da dire che sorge spontanea la domanda: ma fanno sul serio oppure è tutta una commedia? Questo, perché c’è da dubitare della veridicità di molte affermazioni dei pakistani (Bin Laden era a pochi chilometri da Islamabad da ben 8 anni e ci si chiede come hanno fatto ad ignorarlo, o a far finta!); e l’attuale presa di distanza da Al Qaeda sa tanto di mossa per tacitare l’estero e non farsi quindi affibbiare l’etichetta di “stato terrorista”, mentre all’interno debbono tenere un piede sulla staffa “islamica” e l’altro su quella statunitense che sgancia dollari a profusione.
Ed anche l’ONU, nella persona di Navi Pillay, Alto Commissario per i Diritti Umani, vuole vederci chiaro ed ha chiesto agli Stati Uniti “la completa diffusione dei fatti precisi sull’operazione con cui hanno fatto fuori Bin Laden”; vi immaginate la paura che deve essere intervenuta nello staff del Presidente nel ricevere questo invito formale? Le risate sembra che abbiano fatto venire il mal di pancia a vari collaboratori di Obama!!
Ed ora chiudiamo con una nuova battuta: sapete cosa hanno trovato gli 007 americani nel covo di Bin Laden? Una certa quantità di “Viagra alle erbe”. Mi sembra che soltanto il diffondere questa notizia sia sinonimo di cattivo gusto!! Siete d’accordo??

lunedì, maggio 09, 2011

ZIBALDONE N.5 

Riporto e commento alcune notizie che sono uscite sulla stampa nazionale e spero che si rivelino interessanti per i miei amici lettori.
LA PRIMA riguarda un grosso personaggio, quel Giorgio Bocca che - da icona della sinistra – viene intervistato da Lettera 43 e spara a zero contro gli antichi “compagni”.
Comincia con il giornale su cui anch’egli continua a scrivere e che può considerarsi l’organo ufficiale del PD, “La Repubblica”; Bocca afferma: “non si può andare avanti per 20 pagine con Berlusconi e le sue amanti; le sembra giornalismo? Che me ne frega se a lui piacciono le puttane”.
Con questa dichiarazione, Bocca – decano del giornalismo italiano – mostra di non aver cambiato idea sul premier, di cui continua a dire peste e corna, ma per quanto riguarda il giornale della sinistra fa lo stesso discorso di molti: ormai la sinistra è diventata “un partito contro” che non ha propose che possano allettare gli elettori.
LA SECONDA si riferisce ad un personaggio che – almeno in Italia – non ha molta popolarità ma rappresenta la vera “genialità”: mi riferisco a Hubert Schafly, morto a 91 anni, e ricordato da molti dell’ambiente dello spettacolo per aver inventato il “teleprompter” meglio conosciuto come “gobbo”, quell’aggeggio che consente all’attore o allo speaker di visualizzare un testo e recitarlo come se lo avesse imparato a memoria, indicandogli le pause, le inflessioni, nonché la pronuncia di parole straniere.
Il “gobbo” è stato usato per la prima volta nel 1950 nella soap opera “The first hundred years” e da quel momento sia il cinema che la televisione non ne hanno più potuto fare a meno; lo strumento ha fatto anche una apparizione nel mondo della politica, quando nel 1952 Herbert Hoover lo usò durante la convenzione dei repubblicani a Chicago e da quel momento sia i Presidenti americani che le stelle di cinema e televisione lo usano continuamente: alcuni utilizzatori famosi? Da Obama a Bonolis!!
LA TERZA proviene da un politico di vecchia data che durante un suo recentissimo intervento ha affermato che “a….(nome della città) c’è una dittatura, per questo c’è bisogno di libertà e rinnovamento”; fin qui niente di speciale se non fosse che l’autore di questa dichiarazione è Claudio Martelli, ex braccio destro di Craxi, che già nel 1976, cioè oltre 30 anni or sono, faceva parte della Direzione Nazionale del P.S.I.
Proporsi come rappresentante del “rinnovamento” mi sembra che possa destare almeno qualche perplessità; da notare che il bravo Claudio, si presenta nella città che non nomino in una lista civica, in nome della “novità” che lui rappresenta. Mah??
LA QUARTA l’ho letta su un quotidiano a proposito dei problemi che ha la “cultura” a far quadrare i propri bilanci e deriva da un intervento di Giuseppe Pennisi, presidente del “comitato tecnico-scentifico per l’economia della cultura”; l’affermazione che mi ha colpito è questa: “un’opera lirica in Italia costa due volte e mezzo in più rispetto alla media europea; se poi il maestro Zubin Mehta dichiara che per una direzione a Vienna viene pagato un terzo di quello che riceve normalmente dal Maggio Musicale Fiorentino, si capisce perché i conti non possono tornare”.
Una sola domanda: ma questi cachet chi li stabilisce? Non ci sarà mica qualcosa di poco chiaro sotto questa grossa differenza di trattamento ? Da notare che il paragone è con Vienna, dove la popolazione è più alta che a Firenze (1.5 milioni contro i 500/mila) e la musica ha un ruolo di grande prestigio, forse maggiore che a Firenze.
E allora? Come mai i viennesi pagano meno che a Firenze? O forse è Firenze che paga di più di Vienna? Sembra la stessa cosa ma se ci pensate bene non è così!!

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