sabato, luglio 02, 2011
ANCORA SUI "TAGLI"
Prima di cominciare, alcune fesserie dette da alcuni ministri? “Su molti provvedimenti abbiamo impiegato il buon senso del padre di famiglia”, ed anche “abbiamo mantenuto fede all’impegno di non mettere le mani in tasca agli italiani”. Bugiardi come pochi!
La manovra, complessivamente, sarà di 47/miliardi di euro, quindi una bella cifra, ma il tutto avverrà nel corso di 4 anni: nel 2011, cioè quest’anno, avremo tagli per 1.5/miliardi, 5.5 nel 2012 per poi arrivare a 20 sia per il 2013 che per il 2014.
Come si può vedere, una manovra molto proiettata nel futuro, in periodi cioè nei quali il nostro super ministro Tremonti non sa neppure se avrà ancora in mano la barra dell’economia e quindi, il tutto mi sembra pieno di cifre ma vuoto di contenuti reali.
I tagli alla politica sono partiti da un concetto estremamente giusto: ”non puoi ridurre se non ti autoriduci”; però, se scendiamo nei particolari, leggiamo che “i costi della politica saranno tagliati in linea con gli standard europei”, e partiranno dalla prossima legislatura; e poi si aggiunge che avremo una “stretta” su voli e auto blu, discorso che ho sentito tante di quelle volte che ne ho la nausea; però, non disperiamo!!
Confermato quanto ho già detto nel mio post precedente e cioè che “torna il ticket sanitario”, cioè i disgraziati che hanno problemi di salute, pagheranno 10 euro per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e 25 per essersi rivolti al pronto soccorso pur avendo un “codice bianco”, cioè il codice più basso nella lista dei pericoli di vita; come se lo facessero per divertirsi!!
Nel campo della “finanza” avremo una mini-sanatoria (ancora da definire) e un aumento delle tassazioni sulle rendite finanziarie che sconteranno una aliquota unica del 20% con esclusione dei Titoli di Stato; c’è poi una piccola stretta all’attività di trading delle Banche che verrà tassata al 35%.
Gli Enti locali – fatti salvi quelli definiti “virtuosi” cioè con il bilancio in attivo – subiranno una stretta di quasi 10/miliardi nel biennio 2013-2014, cioè quando ce ne saremo già andati, magari all’opposizione!!
C’è poi la “supertassa” sulle auto di lusso con potenza superiore ai 301 cavalli; da notare che, almeno in questa fase, non è precisato l’importo della tassazione e quindi sono discorsi che si basano soltanto sulla quantità delle auto da sottoporre a tassazione: strutture specializzate affermano che siamo in presenza di 467 modelli di auto del genere e, ironia della sorte, questa tassa che era nata per colpire i SUV, ne ha pochissimi in questo elenco (solo 68 modelli); in testa ai “tartassati” sono le berline tre volumi (148 modelli), seguite dalle coupé (108) e dalle cabrio (83).
L’auto più potente (e più costosa) colpita dalla mannaia del fisco è la Lamborghini Aventador (700cv), mentre la casa automobilistica più coinvolta in assoluto è la BMW con ben 115 modelli; la FIAT è coinvolta per il marchio Lamborghini e per quello Ferrari, oltre ad un modello Alfa; niente del marchio FIAT.
Intanto, in attesa di quello che di brutto ci porterà questa manovra, ci “alleniamo”: l’inflazione è salita al 2,7% e, a cominciare proprio da ieri, dopo gli aumenti della benzina, è la volta di altri rincari che il cittadino/schiavo, deve subire: l’elettricità è aumentata dell’1,9% e il gas del 4,2%; sono tutte cose di cui la gente comune non può fare a meno: la benzina per l’auto può essere sostituita dai mezzi pubblici, ma anche loro sono aumentati; mentre l’elettricità ed il gas sono proprio fuori controllo, a meno di non volere spengere tutto quello che c’è di energetico in casa; per ora non ce n’è bisogno, ma credo che prima o poi arriveremo anche a questo!!
La manovra, complessivamente, sarà di 47/miliardi di euro, quindi una bella cifra, ma il tutto avverrà nel corso di 4 anni: nel 2011, cioè quest’anno, avremo tagli per 1.5/miliardi, 5.5 nel 2012 per poi arrivare a 20 sia per il 2013 che per il 2014.
Come si può vedere, una manovra molto proiettata nel futuro, in periodi cioè nei quali il nostro super ministro Tremonti non sa neppure se avrà ancora in mano la barra dell’economia e quindi, il tutto mi sembra pieno di cifre ma vuoto di contenuti reali.
I tagli alla politica sono partiti da un concetto estremamente giusto: ”non puoi ridurre se non ti autoriduci”; però, se scendiamo nei particolari, leggiamo che “i costi della politica saranno tagliati in linea con gli standard europei”, e partiranno dalla prossima legislatura; e poi si aggiunge che avremo una “stretta” su voli e auto blu, discorso che ho sentito tante di quelle volte che ne ho la nausea; però, non disperiamo!!
Confermato quanto ho già detto nel mio post precedente e cioè che “torna il ticket sanitario”, cioè i disgraziati che hanno problemi di salute, pagheranno 10 euro per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e 25 per essersi rivolti al pronto soccorso pur avendo un “codice bianco”, cioè il codice più basso nella lista dei pericoli di vita; come se lo facessero per divertirsi!!
Nel campo della “finanza” avremo una mini-sanatoria (ancora da definire) e un aumento delle tassazioni sulle rendite finanziarie che sconteranno una aliquota unica del 20% con esclusione dei Titoli di Stato; c’è poi una piccola stretta all’attività di trading delle Banche che verrà tassata al 35%.
Gli Enti locali – fatti salvi quelli definiti “virtuosi” cioè con il bilancio in attivo – subiranno una stretta di quasi 10/miliardi nel biennio 2013-2014, cioè quando ce ne saremo già andati, magari all’opposizione!!
C’è poi la “supertassa” sulle auto di lusso con potenza superiore ai 301 cavalli; da notare che, almeno in questa fase, non è precisato l’importo della tassazione e quindi sono discorsi che si basano soltanto sulla quantità delle auto da sottoporre a tassazione: strutture specializzate affermano che siamo in presenza di 467 modelli di auto del genere e, ironia della sorte, questa tassa che era nata per colpire i SUV, ne ha pochissimi in questo elenco (solo 68 modelli); in testa ai “tartassati” sono le berline tre volumi (148 modelli), seguite dalle coupé (108) e dalle cabrio (83).
L’auto più potente (e più costosa) colpita dalla mannaia del fisco è la Lamborghini Aventador (700cv), mentre la casa automobilistica più coinvolta in assoluto è la BMW con ben 115 modelli; la FIAT è coinvolta per il marchio Lamborghini e per quello Ferrari, oltre ad un modello Alfa; niente del marchio FIAT.
Intanto, in attesa di quello che di brutto ci porterà questa manovra, ci “alleniamo”: l’inflazione è salita al 2,7% e, a cominciare proprio da ieri, dopo gli aumenti della benzina, è la volta di altri rincari che il cittadino/schiavo, deve subire: l’elettricità è aumentata dell’1,9% e il gas del 4,2%; sono tutte cose di cui la gente comune non può fare a meno: la benzina per l’auto può essere sostituita dai mezzi pubblici, ma anche loro sono aumentati; mentre l’elettricità ed il gas sono proprio fuori controllo, a meno di non volere spengere tutto quello che c’è di energetico in casa; per ora non ce n’è bisogno, ma credo che prima o poi arriveremo anche a questo!!
giovedì, giugno 30, 2011
DANNO ADDOSSO SEMPRE AGLI STESSI!!
Dalle indiscrezioni sui tagli che il Ministro Tremonti proporrà al Governo, spiccano – come al solito – gli stessi protagonisti: vecchi e malati, quelli cioè la cui tutela dovrebbe essere la preoccupazione principale di ogni compagine governativa; e invece…
Cosa è che mi ha colpito in modo particolare? Semplice: il ripristino dell’odiatissimo ticket su alcune prestazioni sanitarie: sembra che sarà introdotto per le visite specialistiche (10 euro) e per l’accesso al pronto soccorso con il “codice bianco” (25 euro); quindi, i nostri malandati anziani (in maggioranza) che osano andare dallo specialista e, se del caso, ingolfare ancora di più il pronto soccorso, lo fanno perché tale intervento è stato suggerito dal medico di base e non dal giornalaio dell’angolo e quindi, si ritiene che ce ne sia una urgente necessità!! O no??
Ed allora, perché per tali visite, il sistema sanitario tende a penalizzare l’odiato ammalato; sempre con il mio spirito bizzarro, suggerisco a Tremonti di tassare coloro che escono di casa per andare in Discoteca o al Night, perché è tutta gente che va a divertirsi e non a patire come fanno i nostri ammalati; non vi sembra logico? Se debbo tassare qualcuno, meglio colui che se la gode che quello che soffre!!
Comunque, signor Ministro, ci sarebbe un’altra soluzione che mi permetto suggerire, ma che già in anticipo so che non accetterà: perché non si riprende in esame il furto che viene propinato allo Stato da tutti i giornali, sia quelli grandi che quelli piccoli, che vengono sistematicamente sovvenzionati con cifre di notevole importanza, oltre alla carta che viene rimborsata parzialmente e le tariffe postali agevolate.
Non devo dirlo a Lei, signor Ministro che le conosce bene, ma ai miei lettori voglio segnalare qualche cifra, senno non si capisce di cosa stiamo parlando: premesso che sono tutte cifre annuali, sapete che il Gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) percepisce – a babbo morto, come si dice dalle mie parti – quasi 24/milioni di euro e la struttura concorrente (Espresso-Repubblica) oltre 16/milioni? Ma questi sono i leader di mercato per quanto concerne le vendite all’edicola e quindi, mi chiedo, che c’azzecca la sovvenzione? Sinceramente non lo so, non so rispondere, forse si entra nel campo minato della “libertà di stampa” e questo sarebbe il modo di averla; forse!! A me assomiglia di più ad un “inciucio”, ma forse mi sbaglio!!
Ma andiamo avanti in questo esame dei benefici: “Il sole-24 ore” percepisce quasi 20/milioni (forse perché ha le pagine colorate??) mentre “Libero” sfiora gli 8/milioni e “L’Unità” supera i 6/milioni, seguita da vicino dall’”Avvenire” (6,1/milioni e da “Italia Oggi” con 5.2/milioni; a questo punto diamo un’occhiata ai giornali di partito, o comunque vicini ad una formazione politica ed abbiamo in testa alla classifica “Il Manifesto” con 4.4/milioni, seguito a ruota da “La Padania” con 4/milioni e da “Liberazione-Giornale Comunista” con 3.9/milioni; viene poi “Il Foglio” con 3.7/milioni, “Europa” con 3.6/milioni, “Il secolo d’Italia” con 2.9/milioni, “La discussione” con 2.5/milioni, “L’Avanti” con sorprendenti 12.5/milioni e “Rinascita” con 2.5/milioni.
Ci sono anche moltissimi casi “curiosi” : “Cronaca più” prende 3.7/milioni,. “Nessuno TV” 3.6, “Conquiste del lavoro” 3.4, “Il corriere di Forlì” 2.5, “Cavalli e Corse” 2.5, “Il campanile Nuovo” 1.1, “Il denaro” 2.4 “Notizie verdi” 2.5; ci sono poi quelli che si contentano di meno: “Aprile” che percepisce 206/mila, “Il duemila” 178/mila, e altri.
Per chiudere: va bene il “pluralismo giornalistico” e quindi ben venga ogni nuova iniziativa, ma che questa non sia a spese del contribuente; ed i miliardi dati ai big dell’informazione mi fanno accapponare la pelle specie se penso a chi vengono tolti.
Cosa è che mi ha colpito in modo particolare? Semplice: il ripristino dell’odiatissimo ticket su alcune prestazioni sanitarie: sembra che sarà introdotto per le visite specialistiche (10 euro) e per l’accesso al pronto soccorso con il “codice bianco” (25 euro); quindi, i nostri malandati anziani (in maggioranza) che osano andare dallo specialista e, se del caso, ingolfare ancora di più il pronto soccorso, lo fanno perché tale intervento è stato suggerito dal medico di base e non dal giornalaio dell’angolo e quindi, si ritiene che ce ne sia una urgente necessità!! O no??
Ed allora, perché per tali visite, il sistema sanitario tende a penalizzare l’odiato ammalato; sempre con il mio spirito bizzarro, suggerisco a Tremonti di tassare coloro che escono di casa per andare in Discoteca o al Night, perché è tutta gente che va a divertirsi e non a patire come fanno i nostri ammalati; non vi sembra logico? Se debbo tassare qualcuno, meglio colui che se la gode che quello che soffre!!
Comunque, signor Ministro, ci sarebbe un’altra soluzione che mi permetto suggerire, ma che già in anticipo so che non accetterà: perché non si riprende in esame il furto che viene propinato allo Stato da tutti i giornali, sia quelli grandi che quelli piccoli, che vengono sistematicamente sovvenzionati con cifre di notevole importanza, oltre alla carta che viene rimborsata parzialmente e le tariffe postali agevolate.
Non devo dirlo a Lei, signor Ministro che le conosce bene, ma ai miei lettori voglio segnalare qualche cifra, senno non si capisce di cosa stiamo parlando: premesso che sono tutte cifre annuali, sapete che il Gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) percepisce – a babbo morto, come si dice dalle mie parti – quasi 24/milioni di euro e la struttura concorrente (Espresso-Repubblica) oltre 16/milioni? Ma questi sono i leader di mercato per quanto concerne le vendite all’edicola e quindi, mi chiedo, che c’azzecca la sovvenzione? Sinceramente non lo so, non so rispondere, forse si entra nel campo minato della “libertà di stampa” e questo sarebbe il modo di averla; forse!! A me assomiglia di più ad un “inciucio”, ma forse mi sbaglio!!
Ma andiamo avanti in questo esame dei benefici: “Il sole-24 ore” percepisce quasi 20/milioni (forse perché ha le pagine colorate??) mentre “Libero” sfiora gli 8/milioni e “L’Unità” supera i 6/milioni, seguita da vicino dall’”Avvenire” (6,1/milioni e da “Italia Oggi” con 5.2/milioni; a questo punto diamo un’occhiata ai giornali di partito, o comunque vicini ad una formazione politica ed abbiamo in testa alla classifica “Il Manifesto” con 4.4/milioni, seguito a ruota da “La Padania” con 4/milioni e da “Liberazione-Giornale Comunista” con 3.9/milioni; viene poi “Il Foglio” con 3.7/milioni, “Europa” con 3.6/milioni, “Il secolo d’Italia” con 2.9/milioni, “La discussione” con 2.5/milioni, “L’Avanti” con sorprendenti 12.5/milioni e “Rinascita” con 2.5/milioni.
Ci sono anche moltissimi casi “curiosi” : “Cronaca più” prende 3.7/milioni,. “Nessuno TV” 3.6, “Conquiste del lavoro” 3.4, “Il corriere di Forlì” 2.5, “Cavalli e Corse” 2.5, “Il campanile Nuovo” 1.1, “Il denaro” 2.4 “Notizie verdi” 2.5; ci sono poi quelli che si contentano di meno: “Aprile” che percepisce 206/mila, “Il duemila” 178/mila, e altri.
Per chiudere: va bene il “pluralismo giornalistico” e quindi ben venga ogni nuova iniziativa, ma che questa non sia a spese del contribuente; ed i miliardi dati ai big dell’informazione mi fanno accapponare la pelle specie se penso a chi vengono tolti.
martedì, giugno 28, 2011
GLI AIUTI ALLA CULTURA!!
Gli appassionati dell’assistenzialismo alla cultura, tutti coloro cioè che non hanno il coraggio delle proprie azioni e si trincerano dietro i soldi dello Stato, insomma, quelli che se non ci sono i quattrini di “Pantalone”, non si va da nessuna parte, specie perché la tessera del partito dà loro molte chance di vittoria; tutte queste categorie sono certo che mi lapideranno, ma ho la pelle dura e poi, sopra tutto, credo in quello che scrivo.
Mi riferisco ai soldi alla cultura, il famoso FUS che ha avuto una svolta epocale dopo la finanziaria del 2007, quella del Governo Prodi-Visco, quella che fu definita “lacrime e tasse” oppure “anche i ricchi piangono”; ebbene, in quel documento, venne modificato il rapporto tra lo Stato e il mondo della cultura: prima esisteva il “finanziamento” di film ed altre opere culturali, cioè una sorta di prestito a basso tasso di interesse, che veniva rimborsato con gli incassi della rappresentazione; dopo il 2007 si passò alla “sovvenzione”, cioè all’elargizione di denaro pubblico a fondo perduto; ovviamente i debiti del precedente sistema venivano azzerati.
Vediamo alcuni esempi del funzionamento della nuova normativa (ancora in essere peraltro): “La medaglia” di Sergio Rossi, incasso 4.058 euro, sovvenzione 1.115.546; “Volare!” di Vittorio De Sisti, incasso 9.601, sovvenzione 872.295; “Cronache del terzo millennio” di Francesco Maselli, incasso 5.004, sovvenzione 1.321.613.
Potrei continuare a mostrarvi le centinaia di flop che si sono susseguiti regolarmente nel mondo del cinema, ma voglio invece farvi vedere che in alcuni casi si è giustificata la sovvenzione: “Sostiene Pereira” di Roberto Faenza, incasso 1.925.600, sovvenzione 1.310.767; “Va’ dove ti porta il cuore” di Cristina Comencini, incasso 3.694.991, sovvenzione 1.279.700; il che indica che bisogna sapere scegliere!!
Questo è il panorama italiano: se ci fate caso la prossima volta che andate al cinema, sui film stranieri non è raro vedere il nome del regista e dell’attore principale tra i produttori, il che sta ad indicare che lor signori – credendo nella buona riuscita del film – ci mettono i propri soldi; altrettanto, purtroppo, non si può dire dell’Italia, in quanto è rarissimo che un regista collabori finanziariamente alla realizzazione del film a cui ha partecipato; e questo vorrà pure dire qualcosa!! O no??
Ed ora passiamo ad un altro comparto che conosco abbastanza bene – non come il cinema, ma insomma… - quello cioè del mondo della lirica; sapete quanto ci costano gli acuti di tenori e soprani? Ebbene, ho a disposizione il decennio 1995-2005 e in questo periodo si è polverizzata una cifra mostruosa: lo Stato ha “elargito” ben 3 miliardi e mezzo di euro eppure, se guardiamo bene, non c’è un Teatro Lirico in Italia che goda buona salute. A questo proposito il Ministro della Cultura ha aumentato il “fondo” destinato ai teatri lirici di 50/milioni di euro per il triennio 2007/2009, ma al momento attuale siamo daccapo e tutti gli Enti Lirici piangono miseria.
Vediamo se riusciamo a scoprire il perché: anzitutto, mentre negli altri Paesi il finanziamento non è “a pioggia” come da noi ma molto selettivo sugli spettacoli (in USA non esiste proprio!!), possiamo vedere che il costo di ogni spettacolo, rapportato al numero di rappresentazioni, in Italia è il più basso d’Europa; alcuni esempi: Opera di Parigi, 360 recite annue (quindi una al giorno) costo 430/mila euro l’una; Vienna, 356 recite, al costo unitario di 254/mila euro, Opera di Londra, 275 rappresentazioni al costo di 450.000 euro l’una. Alla Scala di Milano si hanno 167 rappresentazioni al costo di 548/mila euro l’una e quindi – anche in questa classifica – abbiamo il primato, sia come minor numero di rappresentazioni che per il più alto costo unitario! Chiaro??
Mi riferisco ai soldi alla cultura, il famoso FUS che ha avuto una svolta epocale dopo la finanziaria del 2007, quella del Governo Prodi-Visco, quella che fu definita “lacrime e tasse” oppure “anche i ricchi piangono”; ebbene, in quel documento, venne modificato il rapporto tra lo Stato e il mondo della cultura: prima esisteva il “finanziamento” di film ed altre opere culturali, cioè una sorta di prestito a basso tasso di interesse, che veniva rimborsato con gli incassi della rappresentazione; dopo il 2007 si passò alla “sovvenzione”, cioè all’elargizione di denaro pubblico a fondo perduto; ovviamente i debiti del precedente sistema venivano azzerati.
Vediamo alcuni esempi del funzionamento della nuova normativa (ancora in essere peraltro): “La medaglia” di Sergio Rossi, incasso 4.058 euro, sovvenzione 1.115.546; “Volare!” di Vittorio De Sisti, incasso 9.601, sovvenzione 872.295; “Cronache del terzo millennio” di Francesco Maselli, incasso 5.004, sovvenzione 1.321.613.
Potrei continuare a mostrarvi le centinaia di flop che si sono susseguiti regolarmente nel mondo del cinema, ma voglio invece farvi vedere che in alcuni casi si è giustificata la sovvenzione: “Sostiene Pereira” di Roberto Faenza, incasso 1.925.600, sovvenzione 1.310.767; “Va’ dove ti porta il cuore” di Cristina Comencini, incasso 3.694.991, sovvenzione 1.279.700; il che indica che bisogna sapere scegliere!!
Questo è il panorama italiano: se ci fate caso la prossima volta che andate al cinema, sui film stranieri non è raro vedere il nome del regista e dell’attore principale tra i produttori, il che sta ad indicare che lor signori – credendo nella buona riuscita del film – ci mettono i propri soldi; altrettanto, purtroppo, non si può dire dell’Italia, in quanto è rarissimo che un regista collabori finanziariamente alla realizzazione del film a cui ha partecipato; e questo vorrà pure dire qualcosa!! O no??
Ed ora passiamo ad un altro comparto che conosco abbastanza bene – non come il cinema, ma insomma… - quello cioè del mondo della lirica; sapete quanto ci costano gli acuti di tenori e soprani? Ebbene, ho a disposizione il decennio 1995-2005 e in questo periodo si è polverizzata una cifra mostruosa: lo Stato ha “elargito” ben 3 miliardi e mezzo di euro eppure, se guardiamo bene, non c’è un Teatro Lirico in Italia che goda buona salute. A questo proposito il Ministro della Cultura ha aumentato il “fondo” destinato ai teatri lirici di 50/milioni di euro per il triennio 2007/2009, ma al momento attuale siamo daccapo e tutti gli Enti Lirici piangono miseria.
Vediamo se riusciamo a scoprire il perché: anzitutto, mentre negli altri Paesi il finanziamento non è “a pioggia” come da noi ma molto selettivo sugli spettacoli (in USA non esiste proprio!!), possiamo vedere che il costo di ogni spettacolo, rapportato al numero di rappresentazioni, in Italia è il più basso d’Europa; alcuni esempi: Opera di Parigi, 360 recite annue (quindi una al giorno) costo 430/mila euro l’una; Vienna, 356 recite, al costo unitario di 254/mila euro, Opera di Londra, 275 rappresentazioni al costo di 450.000 euro l’una. Alla Scala di Milano si hanno 167 rappresentazioni al costo di 548/mila euro l’una e quindi – anche in questa classifica – abbiamo il primato, sia come minor numero di rappresentazioni che per il più alto costo unitario! Chiaro??
domenica, giugno 26, 2011
E LA SITUAZIONE IN LIBIA??
Mi sembra che i mezzi di comunicazione stiano mettendo – un po’ alla volta – una sorta di sordina alla vicenda libica; del resto non hanno tutti i torti, dato che le cose stanno andando avanti senza grossi sviluppi: i militari occidentali, coloro che si sono auto-nominati poliziotti del Mondo, continuano a bombardare il bunker dove sarebbe nascosto Gheddafi e il più delle volte colpiscono obiettivi civili provocando più morti delle forze governative.
Per la verità la vicenda libica è venuta fuori domenica scorsa al famoso raduno di Pontida della Lega, in quanto Bossi ha chiesto esplicitamente all’”alleato” Berlusconi di fare i passi necessari per ritirare le forze dalla Libia, risparmiando così un bel po’ di quattrini che potrebbero essere utilizzati diversamente; ma anche venendo incontro ai desideri – nascosti o meno – degli italiani: i sondaggi dicono che ci dividiamo in due categorie, quelli che sono contrari alla guerra contro il colonnello e lo dicono e quelli che sono altrettanto contrari ma non lo dicono!!
Già, perché una delle cose che non viene detto è che la “guerra” contro la Libia costa tanti soldi ai Paesi che vi sono impegnati; non a caso il Parlamento americano sta puntando i piedi contro le decisioni di Obama di aumentare la pressione contro Gheddafi; voglio sperare che questi “impavidi eroi” non pretendano anche i nastrini e le medaglie appuntate sul petto come si faceva una volta nei confronti di coloro che, “sprezzanti del pericolo”, offrivano il proprio petto al fuoco nemico.
Infatti, se non si guastano gli aerei oppure si inceppa un qualche marchingegno, non vedo alcun pericolo in questa attività bellica mascherata da “missione di pace”, dove i tanti soldati che vanno a “pacificare il mondo” si beccano anche tanti soldi che – eroismi a parte – fanno sempre comodo.
Una volta almeno c’erano “i pacifisti”, armati della nota bandiera a strisce che protestavano contro qualsiasi conflitto armato venisse definito “guerra”; ma siccome sono scomparse le “guerre”, soppiantate dalle missioni dio pace, sono spariti anche i pacifisti nonché le rispettabili crisi di coscienza di coloro che rifiutava di indossare l’uniforme e impugnare un’arma.
E così nessuno – escluso Bossi, ma questi non per motivi umanitari - sembra turbato dal “tiro a piccione” che gli aerei del mondo occidentale compiono nei confronti del rais, il quale sta diventando – agli occhi della sua gente – un epico eroe che combatte da solo contro tutti. Ma questo sarebbe niente, se non si assommasse alla tragica sorte dei civili libici che subiscono immancabilmente il solito “fuoco amico”, cioè gli errori di mira delle artiglierie iper-tecnologiche occidentali.
Possibile che nessuno si chieda perché tanto accanimento contro Gheddafi, mentre altri dittatori vicini di casa del rais, sono lasciati liberi di accoppare gli oppositori? Quale sarebbe l’elemento che discrimina Gheddafi rispetto agli altri dittatori, tanto per non far nomi ad Ahmadinejad e ad Assad?
Indubbiamente la presenza del petrolio (Libia) e della probabile atomica (Iran), rappresenta un elemento dissuasivo o incentivante a secondo di come si guarda il problema, ma in entrambi i casi mi sembra chiarissimo che la gente “sottomessa” è un falso scopo, messo davanti per coprire interessi inconfessabili.
Possibile che tutti tacciano e lascino il pallino nelle mani di Bossi il quale sa giocare assai bene e quindi reclama la fine delle “missione di pace”, facendo così una bella figura nei confronti di tutti?
Per la verità la vicenda libica è venuta fuori domenica scorsa al famoso raduno di Pontida della Lega, in quanto Bossi ha chiesto esplicitamente all’”alleato” Berlusconi di fare i passi necessari per ritirare le forze dalla Libia, risparmiando così un bel po’ di quattrini che potrebbero essere utilizzati diversamente; ma anche venendo incontro ai desideri – nascosti o meno – degli italiani: i sondaggi dicono che ci dividiamo in due categorie, quelli che sono contrari alla guerra contro il colonnello e lo dicono e quelli che sono altrettanto contrari ma non lo dicono!!
Già, perché una delle cose che non viene detto è che la “guerra” contro la Libia costa tanti soldi ai Paesi che vi sono impegnati; non a caso il Parlamento americano sta puntando i piedi contro le decisioni di Obama di aumentare la pressione contro Gheddafi; voglio sperare che questi “impavidi eroi” non pretendano anche i nastrini e le medaglie appuntate sul petto come si faceva una volta nei confronti di coloro che, “sprezzanti del pericolo”, offrivano il proprio petto al fuoco nemico.
Infatti, se non si guastano gli aerei oppure si inceppa un qualche marchingegno, non vedo alcun pericolo in questa attività bellica mascherata da “missione di pace”, dove i tanti soldati che vanno a “pacificare il mondo” si beccano anche tanti soldi che – eroismi a parte – fanno sempre comodo.
Una volta almeno c’erano “i pacifisti”, armati della nota bandiera a strisce che protestavano contro qualsiasi conflitto armato venisse definito “guerra”; ma siccome sono scomparse le “guerre”, soppiantate dalle missioni dio pace, sono spariti anche i pacifisti nonché le rispettabili crisi di coscienza di coloro che rifiutava di indossare l’uniforme e impugnare un’arma.
E così nessuno – escluso Bossi, ma questi non per motivi umanitari - sembra turbato dal “tiro a piccione” che gli aerei del mondo occidentale compiono nei confronti del rais, il quale sta diventando – agli occhi della sua gente – un epico eroe che combatte da solo contro tutti. Ma questo sarebbe niente, se non si assommasse alla tragica sorte dei civili libici che subiscono immancabilmente il solito “fuoco amico”, cioè gli errori di mira delle artiglierie iper-tecnologiche occidentali.
Possibile che nessuno si chieda perché tanto accanimento contro Gheddafi, mentre altri dittatori vicini di casa del rais, sono lasciati liberi di accoppare gli oppositori? Quale sarebbe l’elemento che discrimina Gheddafi rispetto agli altri dittatori, tanto per non far nomi ad Ahmadinejad e ad Assad?
Indubbiamente la presenza del petrolio (Libia) e della probabile atomica (Iran), rappresenta un elemento dissuasivo o incentivante a secondo di come si guarda il problema, ma in entrambi i casi mi sembra chiarissimo che la gente “sottomessa” è un falso scopo, messo davanti per coprire interessi inconfessabili.
Possibile che tutti tacciano e lascino il pallino nelle mani di Bossi il quale sa giocare assai bene e quindi reclama la fine delle “missione di pace”, facendo così una bella figura nei confronti di tutti?