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sabato, dicembre 23, 2006

UN NATALE TINTO DI CIECA VIOLENZA 

In questo mese sono accaduti un paio di episodi, a Roma, che mi hanno fortemente impressionato per la violenza e la cieca bestialità degli atti; voglio aggiungere che entrambi passano avanti – in una mia ideale classifica sulla violenza – a tutte le maledette azioni della camorra napoletana di cui ci siamo riempiti la bocca in autunno, invocando addirittura l’intervento dell’esercito: questo perché, a mio modo di vedere la cieca violenza e la bestialità mostrata in queste due vicende supera la violenza “interessata” delle gang malavitose a Napoli e nel sud Italia.
Spieghiamo allora a quali vicende mi riferisco: la prima è quella del tassista abusivo – regolarmente chiamato da un albergo della capitale – che è stato “abbattuto” da un altro taxista, regolare, arrabbiato per la preferenza accordata all’abusivo con un ben assestato cazzotto; quello che mi colpisce, oltre alla cieca bestialità dell’atto, è l’assoluta mancanza di aiuto che l’omicida ha prestato alla vittima.
Il secondo episodio è avvenuto sulla strada, vicino alla Circonvallazione Gianicolense, dove un automobilista fermo ad un semaforo è stato avvicinato da due persone – un uomo ed una donna – che gli hanno chiesto l’elemosina; il malcapitato, un pensionato INPS, ha dato loro 50 centesimi (mille lire del vecchio conio) provocando la reazione dei due mendicanti (sembra tossicodipendenti) che lo hanno tirato fuori dall’auto e lo hanno ucciso a pugni e calci e utilizzando anche una bottiglia ed una catena di ferro, andandosene subito dopo come se niente fosse.
Per fortuna un graduato della Polizia Municipale che si trovava a passare, è intervenuto e, pur disarmato, è riuscito a fermare i due assassini fino all’intervento di una volante del 113 che li ha condotti in commissariato e successivamente in galera.
Fin qui i fatti; proviamo con i commenti, anticipando quelli che ho sentito dalla gente e che sono tutti del tipo “ci vorrebbe la pena di morte!!” oppure, i più benigni, “sbattiamoli in galera e gettiamo via la chiave!”.
Fra tutti questi commenti ne ho rilevato uno che mi ha fatto riflettere: “ai tempi di Hitler questo non sarebbe accaduto perché gli sbandati e i matti venivano inviati nei campi di concentramento!”; ma come mi sono chiesto, c’è ancora qualcuno che ricorda con un certo rimpianto il feroce dittatore tedesco?
Ed allora proviamo a riflettere sull’episodio (in particolare il secondo, quello dei due tossici), in controluce ai commenti della gente: è chiaro che la democrazia – il peggior sistema di governo escluso tutti gli altri, come diceva Churchill – può avere tra le sue caratteristiche, quella di un maggior lassismo, però ha anche (o dovrebbe avere) il modo di venire incontro ai pensieri del popolo attraverso l’emanazione di leggi che siano provenienti dal comune sentire.Ed uno dei maggiori modi di essere “vicino alla gente” è quello di assicurare la certezza della pena, cioè una giusta condanna che non venga poi cassata da qualche provvedimento che la politica e la magistratura emanano ma che il popolo, nella sua stragrande maggioranza, non condivide; sia chiaro, non che la gente sia “vendicativa” e ricerchi il motto “occhio per occhio”, ma chiede quella giustizia trasparente, uguale per tutti e che non concede deroghe e che prima di accettare la fase di clemenza, esige che il reo si penta e disconosca il suo passato (cosa che per la brigatista rossa organizzatrice dell’omicidio Moro e mai pentita non è avvenuto, ma la stessa è stata lo stesso liberata di recente dalla giustizia di sorveglianza): ecco queste sono le cose che fanno arrabbiare la gente che poi è portata a fare “di ogni erba un fascio” (Hitler compreso).

martedì, dicembre 19, 2006

FINE ANNO: PERIODO DI SONDAGGI 

Per la verità il fine anno è caratterizzato anche dalla Legge Finanziaria, ma visto che l’unico emendamento approvato pesa un chilo e mezzo e consta di un migliaio di pagine, ognuna delle quali contiene nuove norme, lasciamo perdere e aspettiamo di capirci di più; intanto sorbiamoci l’altra tradizione: i sondaggi di fine anno, eseguiti da quasi tutti gli Istituti demoscopici e pubblicati da vari giornali.
Da essi rileviamo una serie infinita di ovvietà, ma anche qualche buffa, o comunque interessante, notizia: cominciamo dalle realtà politiche e vediamo che il governo Prodi è sceso addirittura al 38%, nel gradimento degli intervistati, con la sola eccezione di D’Alema che è l’unico a viaggiare sopra al 60%.
I partiti sono addirittura in fondo alla graduatoria della fiducia degli italiani (11%) in compagnia di Banche, Assicurazioni e Parlamento, nessuna delle quali arriva al 20%.
A questi sondaggi, se ne aggiunge uno di provenienza straniera, nel quale il nostro Paese è collocato ai primi posti – insieme a quelli Balcanici – tra le nazioni a più alta corruzione e malavita; d’altro canto, in una apposita ricerca, neppure gli italiani credono in se stessi, perché soltanto il 50% degli intervistati – tutti italiani - “si fida di un italiano”.
Torniamo per un attimo a quel drammatico 11% che ha fiducia nella politica: chiaro che sia una lampadina che si accende – e non da ora – sul grado di allontanamento della gente dalla politica, frastornata com’è da una finanziaria che non capisce (non può capirla, perché ci sono anche vari deputati che non l’anno capita) sballottata a sinistra dalle vicende del nascente (sarà??) Partito Democratico ed a destra dall’alter ego Partito della Libertà (o come diavolo vorrà chiamarsi ammesso e non concesso che nasca), con Berlusconi che litiga con Casini e con quest’ultimo che litiga con gli altri leader della coalizione: tutte mosse che non suscitano entusiasmi, tutte operazioni che vengono viste da tutti come semplici mosse per accrescere il potere personale e che non c’entrano niente con il “bene comune”.
In questi tempi ci sono poi anche le rilevazioni-sondaggi, cioè quelle ricerche che, attraverso una serie di parametri, cercano di stabilire quale sia il posto ideale per vivere; ci sarebbe subito da eccepire che non viene indicato il destinatario di questa ricerca, perché mi sembra evidente che le esigenze di vita di un ventenne sono diverse da quelle di un trentenne e che queste ultime sono dissimili da quelle di un quarantenne e ancora di più da quelle di un sessantenne.
Comunque, per me che vivo in Toscana, il risultato è stato splendido, in quanto addirittura tre città si sono piazzate tra le prime dieci, con Siena che è al primo posto, Firenze all’ottavo e Grosseto al decimo; una notazione sui parametri: pensate che Firenze, pur ai primi posti della classifica generale, risulta al novantunesimo posto per quanto riguarda “i problemi della criminalità e dell’ordine pubblico” e in questa classifica parziale ha perduto in un anno ben 45 posizioni dall’anno precedente.Come al solito la maglia nera di questa rilevazione viene assegnata ad una città del Sud (quest’anno Catania), e sono proprio queste situazioni che mi fanno guardare all’insieme dell’iniziativa con un occhio scettico, perché ho avuto modo di vedere con i miei occhi, che in queste città che sono agli ultimi posti (oltre Catania abbiamo Taranto e Bari) la gente vive bene e con meno problemi – sotto certi aspetti – di quelli che abbiamo noi del centro-nord ed hanno, per di più, una qualità di vita nel tempo libero decisamente superiore alla nostra, perché sanno godersi la vita molto più di noi, assegnando a lavoro e carriera il posto che si meritano e non di più.

lunedì, dicembre 18, 2006

ESSERE PIU' REALISTA DEL RE 

Il detto che dà origine al titolo discende dall’abitudine di alcuni “servi” di attuare le disposizioni del sovrano con maggiore durezza di quanto farebbe lui stesso: ed è quello che è accaduto in una scuola elementare di San Gimignano, in Provincia di Siena, dove il Consiglio d’Istituto, nel quale siedono i rappresentanti dei genitori insieme a tutte le altre componenti della scuola, ha dato parere negativo alla visita del Vescovo, invocando “il rispetto delle minoranze religiose”.
Manco a farlo apposta (ed ecco che arriva il senso del titolo), dal Centro Islamico di San Gimignano è giunta la seguente dichiarazione: “Si tratta di un’emerita sciocchezza; è un malinteso senso di rispetto”; e così i “servi sciocchi” sono stati serviti e sacrificati in nome del politically correct.
Che c’entra direte voi? Semplice: a pochi chilometri da San Gimignano c’è Colle Val d’Elsa, la città destinata ad ospitare una delle più grandi Moschee italiane, la cui costruzione è già iniziata ma sta incontrando svariate difficoltà; qualcuno forse ricorderà che la povera Oriana Fallaci ebbe a dichiarare, poco prima della sua morte, che avrebbe avuto piacere di campare ancora un po’ per avere l’opportunità di andare a …. pisciare nella Moschea di Colle: ecco, questo è un esempio delle polemiche in atto, che si vanno estrinsecando in raid vandalici e con intimidazioni di ogni genere.
Stante queste problematiche, è interesse dei maggiorenti musulmani non alimentare alcuna polemica con i cattolici almeno fino alla fine della costruzione della Moschea; ma questo i già citati “servi sciocchi” non l’hanno tenuto presente ed hanno invece aperto questo ennesimo fronte nella “guerra” – per fortuna non guerreggiata – tra cattolici ed islamici.
Ma chi sono questi “servi sciocchi”? Sono quelli – a mio modo di vedere – che con il loro atteggiamento, vanificano qualunque tentativo per giungere ad un effettivo dialogo interreligioso, improntato alla tolleranza ed al rispetto reciproco.
E qui si entra nel vivo del discorso; da più parti si dice che una elementare norma di rispetto reciproco imporrebbe il parametro “tipo” di come improntare il rapporto interreligioso; questo parametro andrebbe ricavato andando a vedere cosa avviene a Tunisi, a Teheran, a Bagdad, a Beirut e potrei continuare; cioè, voglio dire, se in quelle capitali mediorientali la donna occidentale fosse ammessa a fare la stessa vita che fa da noi (modo di vestire, atteggiamenti liberi, frequentazioni di locali anche senza compagnia, ecc) allora ben venga la reciprocità e quindi si accetti il velo musulmano, l’isolamento della donna e la sua sostanziale non partecipazione alla vita sociale; ma se questo non avviene, si giunge diritti diritti alla ghettizzazione di una delle due comunità (qui da noi l’islamica e nell’altro mondo la cristiana).
Ogni caso di cedimento “non reciproco” può dare adito a situazioni nei quali una delle due comunità cerca di prevaricare l’altra e – a quel punto – siamo assai vicino alla guerra di religione, cosa che nel ventunesimo secolo sarebbe da considerare quanto meno anacronistica, e ci fa allontanare vertiginosamente dalla interreligiosità.
Volete un esempio: subito dopo la decisione del Consiglio d’Istituto della scuola di San Gimignano, non sappiamo se come causa diretta o solo per una fortuita coincidenza, si è svolta una manifestazione violenta contro l’erezione della Moschea a Colle Val d’Elsa, al termine della quale è stata rinvenuta la testa mozzata di un maiale all’interno del cantiere dei lavori: come volevasi dimostrare!!

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