martedì, febbraio 10, 2009
GHEDDAFI ALL'ATTACCO (e la morte di Eluana)
Il Padreterno non ha letto il mio post di ieri e quindi non ha risvegliato Eluama che infatti è deceduta, come tutti sapevano bene: continuo a non commentare l’evento in se, ma in proposito voglio ribadire che non mi piace uno Stato nel quale la Magistratura è così preminente rispetto agli altri poteri: questo non per particolare forza o autorità, ma perché gli altri poteri dello Stato (politica in testa) ne sono impauriti e quindi succubi; insomma, una decisione etica posso subirla da un Governo che magari non mi piace (posso contribuire a cambiarlo) ma non da una tribù di parrucconi affamati solo di potere e inamovibili . E ora parliamo di Gheddafi
Dopo la vittoria nella trattativa con Berlusconi per i rimborsi dei danni avuti dalla colonizzazione (250.000 dollari per 20 anni), il colonnello Gheddafi ha avuto un altro indiscutibile successo: è stato eletto Presidente dell’Unione Africana, alla quale aderiscono tutti i paesi del Continente ad esclusione del Marocco e che è nata dalle ceneri dell’inconcludente Organizzazione per l’Unità Africana.
Il dittatore libico ha un programma estremamente ambizioso che ricalca – scusate la modestia – gli Stati Uniti d’America; quindi questa struttura dovrebbe diventare una sorta di stato sopranazionale con moneta unica, passaporto unico e, in un secondo tempo, esercito unico.
Il progetto è molto ambizioso e per raggiungerlo il colonnello spinge sul nazionalismo panafricano; su questo concetto ha due modi per fare proseliti: da una parte invitando gli stati africani ad aprire un contenzioso con l’occidente per venire risarciti dei danni causati dalla colonizzazione e dall’altra giustificando ai ricchi paesi europei e orientali, le azioni di pirateria che imperversano lungo le coste del Corno d’Africa: “La pirateria è una risposta all’avidità dei paesi occidentali che invadono e sfruttano illegalmente le risorse ittiche della Somalia; quindi non è pirateria, ma autodifesa: difendono il cibo dei bambini somali”; con questa dichiarazione Gheddafi si porta dalla propria parte tutta una serie di poverissimi paesi africani (quindi non solo la Somalia) che puntano sulla pirateria come unico mezzo di sostentamento.
Per il contenzioso con i paesi ex-colonizzatori, la situazione è assai più complessa; anzitutto l’Africa è notoriamente suddivisa in francofona e anglofona, con riferimento specifico non solo alla lingua che viene parlata (oltre all’arabo) ma anche alla dominazione da cui proviene il singolo stato: ebbene, entrambi gli stati di riferimento (Francia e Inghilterra) si stanno muovendo affinché non venga mai in discussione il problema delle compensazioni e per fare questo viene messo in piedi tutta una serie di strategie diplomatiche ed economiche che, al momento sembrano dare buoni frutti e che hanno come scopo quello di isolare il colonnello; nel contesto delle popolazioni anglofone c’è il Sud Africa, con tutta la sua potenza economica e commerciale che non è certo a rimorchio di Gheddafi.
La realtà africana è così variegata ed ha interessi così diversi tra loro che sarà ben difficile riunirla sotto un’unica bandiera; però c’è da dire che se esiste una possibilità di riuscire nell’intento, Gheddafi – che ha imparato ad alternare minacce a sottomissioni – farà dell’UA un vero stato sopranazionale con tutte le caratteristiche che riuscirà a dargli: non sarà gli U.S.A., ma qualcosa di simile forse potrà diventare nel giro di qualche decennio, quando cioè le varie Nazioni africane si saranno rese conto che il guadagno sarà appannaggio di tutti e non soltanto dei soliti furbi o dei più forti; comunque vada, Auguri, colonnello!!
Dopo la vittoria nella trattativa con Berlusconi per i rimborsi dei danni avuti dalla colonizzazione (250.000 dollari per 20 anni), il colonnello Gheddafi ha avuto un altro indiscutibile successo: è stato eletto Presidente dell’Unione Africana, alla quale aderiscono tutti i paesi del Continente ad esclusione del Marocco e che è nata dalle ceneri dell’inconcludente Organizzazione per l’Unità Africana.
Il dittatore libico ha un programma estremamente ambizioso che ricalca – scusate la modestia – gli Stati Uniti d’America; quindi questa struttura dovrebbe diventare una sorta di stato sopranazionale con moneta unica, passaporto unico e, in un secondo tempo, esercito unico.
Il progetto è molto ambizioso e per raggiungerlo il colonnello spinge sul nazionalismo panafricano; su questo concetto ha due modi per fare proseliti: da una parte invitando gli stati africani ad aprire un contenzioso con l’occidente per venire risarciti dei danni causati dalla colonizzazione e dall’altra giustificando ai ricchi paesi europei e orientali, le azioni di pirateria che imperversano lungo le coste del Corno d’Africa: “La pirateria è una risposta all’avidità dei paesi occidentali che invadono e sfruttano illegalmente le risorse ittiche della Somalia; quindi non è pirateria, ma autodifesa: difendono il cibo dei bambini somali”; con questa dichiarazione Gheddafi si porta dalla propria parte tutta una serie di poverissimi paesi africani (quindi non solo la Somalia) che puntano sulla pirateria come unico mezzo di sostentamento.
Per il contenzioso con i paesi ex-colonizzatori, la situazione è assai più complessa; anzitutto l’Africa è notoriamente suddivisa in francofona e anglofona, con riferimento specifico non solo alla lingua che viene parlata (oltre all’arabo) ma anche alla dominazione da cui proviene il singolo stato: ebbene, entrambi gli stati di riferimento (Francia e Inghilterra) si stanno muovendo affinché non venga mai in discussione il problema delle compensazioni e per fare questo viene messo in piedi tutta una serie di strategie diplomatiche ed economiche che, al momento sembrano dare buoni frutti e che hanno come scopo quello di isolare il colonnello; nel contesto delle popolazioni anglofone c’è il Sud Africa, con tutta la sua potenza economica e commerciale che non è certo a rimorchio di Gheddafi.
La realtà africana è così variegata ed ha interessi così diversi tra loro che sarà ben difficile riunirla sotto un’unica bandiera; però c’è da dire che se esiste una possibilità di riuscire nell’intento, Gheddafi – che ha imparato ad alternare minacce a sottomissioni – farà dell’UA un vero stato sopranazionale con tutte le caratteristiche che riuscirà a dargli: non sarà gli U.S.A., ma qualcosa di simile forse potrà diventare nel giro di qualche decennio, quando cioè le varie Nazioni africane si saranno rese conto che il guadagno sarà appannaggio di tutti e non soltanto dei soliti furbi o dei più forti; comunque vada, Auguri, colonnello!!