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mercoledì, febbraio 11, 2009

IL MONDO DELL'AUTO IN FIBRILLAZIONE 

Cominciano ad arrivare i dati riguardanti il PIL dell’intero anno 2008 insieme a quelli, correlati, del dicembre 2008 con quello del 2007: i dati sono disastrosi, in Italia, ma anche in Europa; chiaramente il comparto automobilistico ha grossa valenza nell’intero movimento produttivo e, fermandosi questo, la scossa elettrica investe tutti.
In Italia sembra sia stato scelto il sistema degli incentivi che riguardano la rottamazione di auto inquinanti che vengano sostituite con macchine aventi meno emissioni di CO2; in Francia, senza stare a guardare troppo per il sottile, il Presidente Sarkozy – un novello Berlusconi senza nessuno che lo contrasti – ha deciso una strada completamente diversa: prestiti agevolati a Renault e Peugeot/Citroen per complessivi 7,8 miliardi di euro, ad un tasso del 6% (la metà quindi del rateo interbancario europeo) con l’unica condizione che tali aiuti siano destinati a mantenere i livelli occupazionali nei siti delle citate Case automobilistiche ubicate nel territorio francese.
Come dire: se dovete licenziare qualche decina di migliaia di lavoratori fatelo pure ma solo nelle unità lavorative all’estero, in particolare in quelle polacche e ceche.
Si da il caso che il Presidente di turno dell’Unione Europea sia un ceco, il noto Topolanek, celebre per il suo antieuropeismo, il quale dietro a questa decisione francese ha visto ancora una volta i motivi che lo hanno portato ad essere contrario all’U.E.: in concreto ha visto che in Europa esistono Nazioni di Serie A e di Serie B. senza alcuna possibilità di passaggi di categoria.
Cosicché i Paesi di Serie B sono destinati a ricevere insediamenti industriali dalle Nazioni di Serie A, ma con l’avvertenza che al minimo segno di turbolenza dei mercati, i loro insediamenti ne risentiranno più di quelli ubicati nel territorio della Casa Madre.
E per discutere di questo comportamento che non piace al Presidente, verso la fine del mese è stato convocato un vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’intera Europa, nel quale si dovrebbe mettere alla berlina coloro che fanno aiuti “protezionistici” e, comunque, si cercherà di adottare un piano comune di intervento per il settore automobilistico; personalmente non ho la minima speranza che si riesca ad ottenere qualcosa di concreto al di la delle solite intese di facciata; questo perché i vari governanti vengono eletti in patria e se la disoccupazione aumenta, c’è buone possibilità che i partiti dell’opposizione riescano a far saltare la maggioranza attualmente al governo e quindi – con lo slogan: chi se ne frega dell’Europa, pensiamo a noi – ognuno tira l’acqua al proprio mulino e se lo accusano di qualcosa fa anche finta di prendersene a male (come ha già fatto una volta Sarkozy).
Ieri sera, parlando con un amico delle problematiche della crisi, si notava che nel contesto “mondiale” non esiste una identità di vedute e neppure una unicità di intervento; a questo proposito, abbiamo ricordato il caso di Roosvelt che nella crisi del ’29, ebbe l’idea – poi risultata vincente – di concentrare l’azione dello Stato verso il comparto che aveva subito maggiormente le conseguenze della crisi: fu così il caso dell’auto che ricevette aiuti imponenti ma si rimise in sesto con grande velocità, trainando tutti gli altri settori produttivi; adesso un’operazione del genere è praticamente improponibile, legati come siamo da vincoli di carattere continentale e di altro genere; e poi ci sono le elezioni nei vari Paesi; no, no, non possiamo proprio!!
Con questi presupporti, affrontare la crisi – e questa è una vera crisi epocale – diventa difficile; non dico impossibile perché il mio ottimismo offusca la ragione, però potrei anche….pensarlo, senza commettere peccato!!

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