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martedì, dicembre 02, 2008

LA BOMBA DEI "DERIVATI" 

La Corte dei Conti ha esplicitamente invitato Sindaci e Governatori a “stare lontani dagli swap”; altrettanto ha fatto la Consob e anche il Governo, nella relazione alla Commissione Bilancio del Senato, ha fatto suo l’invito agli Enti Locali a non “trafficare” con i derivati e ha presentato un emendamento che fissa norme rigidissime per contenere l’indebitamento e l’abuso di questi strumenti atipici di finanza da parte di Regioni ed Enti Locali.
È stato scoperto – con notevole e colpevole ritardo – che questa forma di finanza creativa, mal si addice a strutture pubbliche che hanno il compito di amministrare il denaro versato dai cittadini; secondo il rapporto del Governo, sembra che siamo in presenza di una cifra mostruosa di questi contratti: addirittura 35 miliardi di euro.
Anzitutto due parole sui contratti derivati, tra i quali spicca lo “swap”: questi contratti prendono tale nome dal fatto che “derivano” dal valore di variabili diverse: ne esistono moltii tipi, ma tutti hanno come obiettivo una sorta di scommessa tra il contraente A e quello B su un determinato andamento di un bene, materiale o finanziario.
Gli “swap”, che costituiscono una delle più recenti innovazioni del mercato finanziario, implicano un accordo privato tra due parti che si scambiano flussi di cassa a date certe, secondo una formulazione predefinita tra loro; esistono vari tipi di swap, ma il più semplice ed il più comune è “l’interest rate swap” con cui la parte A s’impegna a pagare alla parte B un flusso pari agli interessi calcolati ad un prefissato tasso fisso, su un capitale nominale, per un certo numero di anni; contemporaneamente B si impegna a pagare ad A flussi di cassa agli interessi calcolati ad un tasso variabile sullo stesso capitale, per lo stesso periodo di tempo.
In soldoni, dato per scontato che quasi sempre il tasso di riferimento è quello dell’Euribor, uno scommette sul calo di questo e l’altro sull’aumento: alla data di scadenza chi ha avuto ragione vince, chi ha avuto torto paga.
Non avevo nessuna voglia di sottoporvi alla noia di una micro lezione di finanza, ma la materia trattata abbisognava di qualche notizia; comunque, ripeto, siamo in presenza di una “scommessa” che, anziché su una partita di calcio o su un cavallo, si svolge sull’andamento di un flusso di interesse.
Facciamo adesso alcuni esempi del bordello in cui sono andati a cacciarsi i nostri amministratori: il Comune di Milano ha stipulato nel 2005 un contratto di 55,5 milioni che oggi implica una esposizione finanziaria di 322,8 milioni; dal canto suo il Comune di Pozzuoli, con la sua ambiziosa e maldestra scommessa sulla finanza innovativa, dopo avere sballato le previsioni (ha scommesso sui tassi che calavano quando invece salivano e l’anno dopo all’incontrario) ha prodotto nelle casse comunali un maggiore esborso di circa 18 milioni; la Provincia di Crotone, in controtendenza, ha avuto un “minore onere” di circa 1 milione, ma c’è da notare che il contratto scade nel 2025.
Dopo avere scosso malinconicamente la testa, mi resta solo da porgervi le cifre dell’esposizione: 18 Regioni per 16.6 miliardi, 497 Comuni per 15 miliardi e 44 Province per 3.4 miliardi: in totali i 35 miliardi di cui parlo all’inizio.
Mi piace concludere con la definizione dei “derivati” data da Warren Buffet, finanziere soprannominato “l’oracolo di Omaha”, l’uomo più ricco del mondo: “sono armi di distruzione di massa”; e se lo dice lui non ho ragione di dubitare; certo che pensare che la multa per divieto di sosta che ho pagato ieri vada a rifinire in un contratto “swap” mi da molto da pensare; e a voi???

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