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giovedì, dicembre 04, 2008

ZIBALDONE N.12/2008 

Con questo zibaldone dell’ultimo mese dell’anno, vorrei trattare un paio di argomenti che, a mio modo di vedere, dovrebbero essere interessanti anche per i miei amici lettori.
IL PRIMO argomento si riferisce al polverone sollevato dalla vicenda SKY, rivelatosi – come ormai sembra un’abitudine – un boomerang per quelli che l’hanno promosso, Di Pietro in testa; a suggellare l’ennesima figuraccia è stata la dichiarazione dell’ex Primo Ministro, Prodi, nella quale si afferma “che durante il suo Governo (gennaio 2008), la UE fece formale richiesta di allineamento dell’IVA di SKY (al 10%) con quella (20%) di altre piattaforme televisive (ad es. digitale terrestre di Mediaste e di La 7”.; per una serie di motivi, non ultima la fine anticipata della legislatura, la cosa non venne sistemata, e nel giugno di quest’anno – vigente il nuovo Governo – l’UE ha sollecitato l’allineamento più volte richiesto.
Il Governo aveva due alternative: aumentare l’IVA sui pacchetti SKY – che è monopolista nel campo satellitare, non dimentichiamocelo - oppure diminuire l’aliquota di Mediaste e La 7; v’immaginate che canea sarebbe successa se avesse abbassato l’IVA sui mezzi di proprietà del Presidente del Consiglio?
E poi, non capisco il motivo per il quale questo aumento debba obbligatoriamente ricadere a cascata nei confronti degli abbonati; mi sembra invece che SKY potrebbe accollarsi tale allineamento, visto anche che in settembre di quest’anno, senza nessuna comunicazione agli utenti e senza nessuna motivazione apparente, ha già aumentato il canone di circa il 10%: ve lo dico con sicurezza perché il mio “bouquet base”, che fino ad agosto costava 24 euro, è passato a 27.10 euro.
Quindi mi sembra che SKY - mi piace ripetere: “monopolista assoluto” nel nostro Paese - con un bilancio decisamente florido, ha tutte le carte per assumersi questo aumento che è nient’altro che l’eliminazione di un privilegio che adesso non ha più motivo di esistere. Quindi, nella diatriba “Sky – Berlusconi – possiamo tranquillamente dire – come si dice dalle mie parti – che tra i due “il più pulito c’ha la rogna” ed anche “cencio dice male di straccio”: scegliete voi quale vi sembra più attinente.
IL SECONDO argomento riguarda un caso interessante accaduto a Brescia, caposaldo della Lega: il Comune di quella città ha deciso di corrispondere un bonus di 1000 euro ad ogni bambino che nasce in città; mi correggo, ad ogni bambino “italiano” che nasce in quella città ed ha quindi la nazionalità italiana.
Come si fa a stabilire se uno è italiano? È sufficiente che sia nato in Italia? Nossignori, per la nostra legge l’italianità è tutta una questione di DNA: quindi, uno è considerato “italiano” a tutti gli effetti se nasce da almeno un genitore di nazionalità italiana.
La legge sopra indicata venne fatta per un paese di emigranti, mentre oggi siamo una nazione di immigrati; quindi la legge deve essere aggiornata sulla base dell’evidenza dei fatti.
Così, potremmo decidere l’assegnazione di quel famoso bonus su basi diverse di quelle finora vigenti e trattare da italiani tutti i bambini che nascono in Italia, la qual cosa, oltre che una semplificazione della materia, mi sembrerebbe anche l’unica cosa giusta da fare.
Sarà possibile arrivarci in tempi rapidi oppure dobbiamo aspettare che anche da noi si abbia un Presidente “abbronzato”; cribbio, ma lo è già abbronzato! E allora cosa ci resta da aspettare?? Mah!!

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