lunedì, dicembre 01, 2008
ECCO COME ANDRA' A FINIRE
Vi voglio raccontare una storia - vera, come tutte quelle che vi racconto io – che ho vissuto in prima persona pochi giorni fa: una signora, laureata, cardiologo, con marito anch’esso medico chirurgo, incontrata a Teatro, mi ha narrato – durante l’intervallo – questa storiella che sembrerebbe una barzelletta: la signora in questione ha un figlio che frequenta un liceo cittadino e che – a quanto mi viene detto – riporta ottimi voti.
Il giovane studente ha ricevuto dall’insegnante di lettere un compito da svolgere a casa centrato su un autore (non mi ha detto il nome) e su un libro da lui scritto; in sintesi, l’alunno deve riportare cenni significativi della vita dell’autore, la trama (o vicenda per usare un termine cinematografico) del libro indicato dall’insegnante e commentare tale testo con proprie e altrui idee (cioè riportare anche tesi della critica letteraria).
Un lavoro abbastanza impegnativo che, invece, la signora mi dice essere stato svolto dal figlio in poco più di un’oretta; ma come, dico io, così poco per un lavoro così impegnativo? Soltanto la lettura del libro richiede molto più tempo!
E qui la signora mi ha guardato come se avesse di fronte “un fossile” e mi ha spiegato la tecnica del figlio per mettere a punto il tema scolastico: su Internet ha trovato “la vita” dell’autore in questione e – con il copia e incolla – l’ha portata su un foglio bianco; poi ha cercato, e trovato, non solo il testo nella sua interezza, ma anche un sunto e anch’esso, sempre con il sistema del copia e incolla, è finito nel foglio vergine; infine ha reperito alcune recensioni al volume e – dopo averne scelta una ed essersene appropriato “come propria”, l’ha portata sempre sul famoso foglio base; per ultimo ha raccolto un paio di recensioni di critici moderni e le ha aggiunte sul solito foglio.
Tutto questo lavoro ha prodotto una diecina di pagine che, dopo essere state stampate, sono state messe in cartella – pardon, nello zainetto come si usa adesso – e consegnate il giorno seguente all’insegnante che, a detta della signora mia amica, le ha gradite assai e ha dato un bel giudizio sul lavoro svolto dal ragazzo.
Ho fatto una prima considerazione: ma l’insegnante non si è accorta di niente? Mi è stato risposto che non avrebbe potuto; seconda considerazione: ma il libro non è stato letto? Il ragazzo ha detto che ci voleva troppo tempo e quindi ha delegato la madre a leggerlo e infatti, la signora in questione, l’ho vista utilizzare tutti i “vuoti” della serata concertistica per leggere un libro che, a prima vista, avevo preso per il “libretto di sala”.
Vediamo adesso di fare alcune considerazioni di ordine generale su questa strana situazione: il giovane in questione non solo non ama leggere i libri, ma non ama neppure scrivere e a questo proposito, utilizza le cose “già scritte” e, dopo averle estratte da Internet, se ne appropria; a ben vedere questo sistema non è solo un modo raffinato per “fregare gli insegnanti” ma – poiché è generalizzato a tutta la classe – diventa un sistema per l’apprendimento che di crescita culturale non ha neppure le basi; ed ecco perché al concorso per l’ingresso in magistratura si presentano dei giovani che fanno tanti errori di sintassi, e addirittura di grammatica !!
Un’ultima riflessione: questo sistema vige nella nostra scuola “pubblica”, ma come ho avuto modo di riportare su un mio post di qualche tempo fa, i figli dei VIP, cioè delle persone che ci governano, vengono inviati ad altre scuole, quelle “private”, nelle quali – previo lauto pagamento – si trovano insegnanti che non si fanno infinocchiare e che pretendono dagli studenti il massimo dell’impegno ai fini formativi.
E così come al solito le differenze di classe si perpetueranno anche dopo la scuola, fatti salvi i soliti “fenomeni” che però non rappresentano “la regola”.
Il giovane studente ha ricevuto dall’insegnante di lettere un compito da svolgere a casa centrato su un autore (non mi ha detto il nome) e su un libro da lui scritto; in sintesi, l’alunno deve riportare cenni significativi della vita dell’autore, la trama (o vicenda per usare un termine cinematografico) del libro indicato dall’insegnante e commentare tale testo con proprie e altrui idee (cioè riportare anche tesi della critica letteraria).
Un lavoro abbastanza impegnativo che, invece, la signora mi dice essere stato svolto dal figlio in poco più di un’oretta; ma come, dico io, così poco per un lavoro così impegnativo? Soltanto la lettura del libro richiede molto più tempo!
E qui la signora mi ha guardato come se avesse di fronte “un fossile” e mi ha spiegato la tecnica del figlio per mettere a punto il tema scolastico: su Internet ha trovato “la vita” dell’autore in questione e – con il copia e incolla – l’ha portata su un foglio bianco; poi ha cercato, e trovato, non solo il testo nella sua interezza, ma anche un sunto e anch’esso, sempre con il sistema del copia e incolla, è finito nel foglio vergine; infine ha reperito alcune recensioni al volume e – dopo averne scelta una ed essersene appropriato “come propria”, l’ha portata sempre sul famoso foglio base; per ultimo ha raccolto un paio di recensioni di critici moderni e le ha aggiunte sul solito foglio.
Tutto questo lavoro ha prodotto una diecina di pagine che, dopo essere state stampate, sono state messe in cartella – pardon, nello zainetto come si usa adesso – e consegnate il giorno seguente all’insegnante che, a detta della signora mia amica, le ha gradite assai e ha dato un bel giudizio sul lavoro svolto dal ragazzo.
Ho fatto una prima considerazione: ma l’insegnante non si è accorta di niente? Mi è stato risposto che non avrebbe potuto; seconda considerazione: ma il libro non è stato letto? Il ragazzo ha detto che ci voleva troppo tempo e quindi ha delegato la madre a leggerlo e infatti, la signora in questione, l’ho vista utilizzare tutti i “vuoti” della serata concertistica per leggere un libro che, a prima vista, avevo preso per il “libretto di sala”.
Vediamo adesso di fare alcune considerazioni di ordine generale su questa strana situazione: il giovane in questione non solo non ama leggere i libri, ma non ama neppure scrivere e a questo proposito, utilizza le cose “già scritte” e, dopo averle estratte da Internet, se ne appropria; a ben vedere questo sistema non è solo un modo raffinato per “fregare gli insegnanti” ma – poiché è generalizzato a tutta la classe – diventa un sistema per l’apprendimento che di crescita culturale non ha neppure le basi; ed ecco perché al concorso per l’ingresso in magistratura si presentano dei giovani che fanno tanti errori di sintassi, e addirittura di grammatica !!
Un’ultima riflessione: questo sistema vige nella nostra scuola “pubblica”, ma come ho avuto modo di riportare su un mio post di qualche tempo fa, i figli dei VIP, cioè delle persone che ci governano, vengono inviati ad altre scuole, quelle “private”, nelle quali – previo lauto pagamento – si trovano insegnanti che non si fanno infinocchiare e che pretendono dagli studenti il massimo dell’impegno ai fini formativi.
E così come al solito le differenze di classe si perpetueranno anche dopo la scuola, fatti salvi i soliti “fenomeni” che però non rappresentano “la regola”.