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venerdì, dicembre 05, 2008

COSA SUCCEDE TRA I GIUDICI ?? 

Ricorderete che circa un anno e mezzo fa, la Procura di Catanzaro e segnatamente il P.M. De Magistris, aprì un’inchiesta su varie operazioni ladronesche messe in piedi da faccendieri locali sui fondi UE; ovviamente tra questi personaggi, facevano spicco anche alcuni politici, locali e nazionali: il nome dell’indagine è Why not.
Quando cominciarono a uscire i nomi, lo scalpore fu altissimo: pensate che tra le persone iscritte nel registro degli indagati figurava l’allora Primo Ministro, Romano Prodi, ed il suo Ministro per la Giustizia, Clemente Mastella.
Quando i nomi eccellenti arrivarono sulla stampa (luglio – settembre 2007), Mastella chiese il trasferimento del P.M. – mossa quanto meno inelegante – e nel gennaio 2008 il CSM accolse la richiesta inviando De Magistris in un’altra Procura con funzioni modificate: al Tribunale di Napoli con la funzione di “giudice del riesame”.
Sembrava che tutto fosse abbuiato: Prodi e Mastella non erano più al governo, l’inchiesta languiva senza esplodere, quando – è di questi giorni – la Procura della Repubblica di Salerno emette otto avvisi di garanzia per altrettanti magistrati della Procura di Catanzaro, tra cui il PG, accusandoli di vari reati: dal falso ideologico all’abuso d’ufficio, alla corruzione in atti giudiziari; tutto per avere ostacolato il PM De Magistris nell’inchiesta che stava conducendo; in aggiunta a questo, il sequestro di tutta la documentazione relativa alla “Why not”.
È di ieri la replica dei magistrati calabresi: sette avvisi di garanzia nei confronti dei colleghi di Salerno – tra cui il PG – accusati di abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio, disponendo il (contro) sequestro del materiale d’indagine.
Quanto sopra mi sembra più che sufficiente per mostrare una Magistratura in pieno caos, volta solo a battaglie personalistiche e non alle indagini che interessano la gente: contro la ‘Ndrangheta per i calabresi e contro la Camorra per quelli di Salerno.
Ma la cosa forse ancora più grave è la dichiarazione rilasciata dal PG di Catanzaro: “I sequestri e le perquisizioni disposte due giorni fa dalla Procura di Salerno hanno un significato ben preciso: LA DESTABILIZZAZIONE E L’EVERSIONE DELLE ISTITUZIONI DELLO STATO.
Caspita, mica si parla di bruscolini, ma di “eversione”! E allora vediamo quali potrebbero essere le prossime mosse: anzitutto la pratica e all’esame del CSM, dove però abbiamo il Vice Presidente, Mancino, che risulta intercettato in una telefonata con uno dei faccendieri implicati: ovvia la smentita, ma carta canta; vediamo come finisce!
Il “superiore” di Mancino, cioè il Presidente della Repubblica Napolitano, questa volta sembra avere abbandonato il passo felpato avuto fin qui con i magistrati e si è veramente arrabbiato, chiedendo l’invio di tutti gli atti al Quirinale perché possa vedere come stanno realmente le cose.
Questa mossa è per “impaurire” un po’ gli interessati, ma questi sono così furbi che sanno benissimo come il Presidente – al di là – della cosiddetta moral suasion, non ha altre armi a disposizione.
A questo proposito c’è da aggiungere una cosa curiosa e ancora una volta esplicativa di come siamo fatti nel nostro Paese: l’ex Presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre, sostiene che “il Capo dello Stato non può chiedere atti a un’autorità giudiziaria; non c’è alcuna norma costituzionale che lo consenta”. Mi sembra che una norma generale affermi che “tutto quello che la legge esplicitamente non vieta è consentito”; mi sembra invece che qui si ribalti il concetto!

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