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lunedì, gennaio 30, 2006

BUONE NOTIZIE SULLA SANITA' ? 

Bando alle illusioni: quello che sto per raccontare – appreso dai giornali – non è accaduto in Italia, né tanto meno in Sicilia, ma negli Stati Uniti, precisamente a Boston.
Una signora normale, con una gravidanza normale, si sottopone ad una normale ecografia, durante la quale i medici scoprono che il feto ha una malformazione cardiaca che potrebbe essere fatale alla bimba (sì, si tratta di una bambina alla quale avevano deciso di mettere il nome di Grace) già in fase di parto.
È stato così deciso di effettuare – per la prima volta al mondo – un intervento al cuore del feto, direttamente dalla pancia della mamma; è stata impiantata una endoprotesi (non so cosa sia, ma deve essere una cosa importante) e si è atteso la nascita della bambina; tenete ben conto della data dell’intervento: 7 novembre 2005, chirurghi che hanno partecipato all’operazione: 16; nessuna notizia viene diffusa dall’equipe ospedaliera, neppure attraverso i canali scientifici.
Tutto procede per il meglio, la gravidanza va avanti regolarmente e, finalmente, il 10 gennaio scorso (è un martedì) , nasce Grace (oltre quattro chili di peso) e viene sottoposta alla prima delle tre operazioni previste per sistemare il difetto al piccolo cuore; gli altri due interventi avranno luogo entro i primi tre anni di vita della bambina.
Dicevamo, dunque, che martedì 10 gennaio Grace nasce e viene subito sottoposta alla prima operazione; sabato scorso viene dimessa dall’ospedale e, in quella occasione, viene rivelato alla comunità scientifica ed alla stampa tutto quanto è accaduto dal 7/11/2005 al 28/1/2006.
Pur nella mia sostanziale ignoranza (cioè non conoscenza), capisco che tutto quello che è stato fatto dall’equipe di 16 chirurghi di Boston è eccezionale, sotto il profilo scientifico; ma non è quello di cui voglio parlare, mi serve solo a pretesto mediatico, ma il mio ragionamento prende solo l’avvio da questo evento, per poi dirigersi verso altre sponde, attraverso tre considerazioni..
Prima considerazione: queste operazioni di carattere “eccezionale” avvengono anche in Italia, magari più raramente ma ce ne sono; quello che mi interessa affermare, però, è che la sanità non vive solo di esploit da Premio Nobel, ma vive di routine che viene portata avanti giorno dopo giorno e riguarda bambini, grandi ed anziani, tutti bisognosi in qualche modo di cure specialistiche che, però, arrivano con ritardo, con imperizia – a volte – e con insufficiente attenzione alla realtà interiore del malato.
Seconda considerazione: chissà quanti denari è costata ai genitori di Grace l’intervento eccezionale che ho sommariamente descritto; e se non ce l’avessero avuti? Era giusto che Grace morisse perché i genitori non hanno i soldi per farla curare al meglio? Ecco, questa situazione si verifica molto più raramente in Italia, ma purtroppo si verifica anche qui da noi e, ripeto, non è giusto; di fronte alla sofferenza o peggio ancora, di fronte alla morte dovremmo essere tutti uguali e invece così non é.
Terza considerazione: un intervento come quello subito da Grace (ripetiamolo: 16 chirurghi in sala e chissà quanti infermieri) oggettivamente costa molto denaro, perché impiega mano d’opera altamente specializzata e apparecchiature molto sofisticate. Ma nessuno vieta che tutte queste cose super-favolose (sia umane che tecniche) facciano capo allo Stato che li retribuisce per quello che valgono. Un solo esempio in proposito: la NASA, l’Ente Spaziale Americano, è statale, eppure non si può dubitare circa l’alta tecnologia usata e la specializzazione di coloro che vi agiscono: sono tutte persone “a stipendio”, alto, medio o basso che sia, ma questa caratteristica del “reddito fisso” non mi sembra incidere più di tanto nell’efficienza della struttura.
È esportabile anche alla sanità questa situazione?

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