martedì, luglio 07, 2009
NOI E LA CINA
Al Presidente cinese Hu Jintao (che nel proseguo chiamerò solo “Hu”), saranno fischiate le orecchie da quante volte è stato nominato in occasione della sua permanenza in Italia; già, perché il prestigioso ospite, prima di partire per L’Aquila dove parteciperà al G8, ha avuto vari incontri – pubblici e privati – con autorità e istituzioni.
Per il momento, l’incontro più importante è stato quello con il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il quale – al di là delle frasi di rito e dei complimenti di facciat - il nostro ha fatto, grosso modo, questo discorso: “rispettiamo le ragioni cinesi per la sua integrità ed anche per l’autonomia decisionale, ma il progresso che ha fatto registrare l’economia cinese, pone nuove esigenze in materia di diritti umani”.
In sostanza il nostro Presidente, dopo aver riconosciuto che la questione tibetana è un fatto interno della Cina, riporta alla ribalta il concetto dei diritti umani che da sempre è stato misconosciuto dal regime comunista.
Non a caso, proprio mentre erano in corso queste discussioni, la stampa internazionale faceva ascendere a 140 i morti per i disordini nello Provincia dello Xiniiang, dove gli “uiguri” (turcofoni musulmani che costituiscono circa la metà della popolazione) chiedono una autonomia operativa che il governo centrale non accetta neppure di discutere (da notare che la Provincia sopra citata è grande almeno quanto la metà dell’Italia ed ha una popolazione di circa 20milioni).
La stampa nostrale si è sprecata nell’attribuire a Napolitano “grande coraggio” nel “richiamare” il compagno Hu al rispetto dei diritti umani ed ha posto questo atteggiamento in controluce con quello tenuto da Ciampi nel 2005, quando in occasione del suo viaggio in Cina non aprì bocca – almeno ufficialmente – sull’argomento spinoso dei diritti umani e fece comunque dei “buoni affari”.
Gli stessi buoni affari che si sono fatti a Roma quando il Presidente Hu ha ricevuto gli industriali italiani ed ha dichiarato la disponibilità cinese ad investire in Italia qualcosa come 4 miliardi di dollari (circa 3,5 miliardi di euro); le aziende alle quali sarebbe interessato il colosso asiatico sono, naturalmente la FIAT, compresi Ferrari e Maserati, ma anche Finmeccanica (elicotteri e radar) e il Gruppo “Marazzi” di Sassuolo.
Tornando per un momento al Presidente Napolitano, c’è da notare che – prima di recarsi, domani, a L’Aquila per l’apertura del G8 – sarà impegnato oggi in una ben più triste cerimonia: le esequie dei caduti nella tragedia ferroviaria accaduta la scorsa settimana a Viareggio; ai “grandi” del Mondo riuniti nella città abruzzese potrà dire che in questa tragica circostanza abbiamo dato prova, se non altro, di grande “integrazione”, dato che quasi il 50% dei morti è extra-comunitario (9 su 22).
E questo atto di integrazione – il quale, per la verità, è opera del Padreterno e non nostro – ci potrebbe facilitare nella vicenda delle badanti e delle colf alle quali concedere una sorta di “cittadinanza onoraria”; il motivo del contendere è molto semplice secondo la nuova legge sulla “sicurezza”, coloro che non hanno il visto di soggiorno sono considerati “delinquenti” e quindi passibili di arresto; se questo avviene per colf e badanti, chi si occupa del nonnetto e della nonnetta? Calderoli??!!Mi sembra ovvio considerare lo status delle badanti in maniera particolare, visto la particolarità dell’opera che sono chiamate a svolgere in Italia e che è diventata ormai una cosa assolutamente indispensabile. Insomma, dato che lo Stato non riesce ad occuparsi degli anziani, almeno non metta loro i bastoni tra le ruote (cioè le badanti)!!
Per il momento, l’incontro più importante è stato quello con il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il quale – al di là delle frasi di rito e dei complimenti di facciat - il nostro ha fatto, grosso modo, questo discorso: “rispettiamo le ragioni cinesi per la sua integrità ed anche per l’autonomia decisionale, ma il progresso che ha fatto registrare l’economia cinese, pone nuove esigenze in materia di diritti umani”.
In sostanza il nostro Presidente, dopo aver riconosciuto che la questione tibetana è un fatto interno della Cina, riporta alla ribalta il concetto dei diritti umani che da sempre è stato misconosciuto dal regime comunista.
Non a caso, proprio mentre erano in corso queste discussioni, la stampa internazionale faceva ascendere a 140 i morti per i disordini nello Provincia dello Xiniiang, dove gli “uiguri” (turcofoni musulmani che costituiscono circa la metà della popolazione) chiedono una autonomia operativa che il governo centrale non accetta neppure di discutere (da notare che la Provincia sopra citata è grande almeno quanto la metà dell’Italia ed ha una popolazione di circa 20milioni).
La stampa nostrale si è sprecata nell’attribuire a Napolitano “grande coraggio” nel “richiamare” il compagno Hu al rispetto dei diritti umani ed ha posto questo atteggiamento in controluce con quello tenuto da Ciampi nel 2005, quando in occasione del suo viaggio in Cina non aprì bocca – almeno ufficialmente – sull’argomento spinoso dei diritti umani e fece comunque dei “buoni affari”.
Gli stessi buoni affari che si sono fatti a Roma quando il Presidente Hu ha ricevuto gli industriali italiani ed ha dichiarato la disponibilità cinese ad investire in Italia qualcosa come 4 miliardi di dollari (circa 3,5 miliardi di euro); le aziende alle quali sarebbe interessato il colosso asiatico sono, naturalmente la FIAT, compresi Ferrari e Maserati, ma anche Finmeccanica (elicotteri e radar) e il Gruppo “Marazzi” di Sassuolo.
Tornando per un momento al Presidente Napolitano, c’è da notare che – prima di recarsi, domani, a L’Aquila per l’apertura del G8 – sarà impegnato oggi in una ben più triste cerimonia: le esequie dei caduti nella tragedia ferroviaria accaduta la scorsa settimana a Viareggio; ai “grandi” del Mondo riuniti nella città abruzzese potrà dire che in questa tragica circostanza abbiamo dato prova, se non altro, di grande “integrazione”, dato che quasi il 50% dei morti è extra-comunitario (9 su 22).
E questo atto di integrazione – il quale, per la verità, è opera del Padreterno e non nostro – ci potrebbe facilitare nella vicenda delle badanti e delle colf alle quali concedere una sorta di “cittadinanza onoraria”; il motivo del contendere è molto semplice secondo la nuova legge sulla “sicurezza”, coloro che non hanno il visto di soggiorno sono considerati “delinquenti” e quindi passibili di arresto; se questo avviene per colf e badanti, chi si occupa del nonnetto e della nonnetta? Calderoli??!!Mi sembra ovvio considerare lo status delle badanti in maniera particolare, visto la particolarità dell’opera che sono chiamate a svolgere in Italia e che è diventata ormai una cosa assolutamente indispensabile. Insomma, dato che lo Stato non riesce ad occuparsi degli anziani, almeno non metta loro i bastoni tra le ruote (cioè le badanti)!!