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domenica, agosto 05, 2007

IL PAESE DI PULCINELLA 

Con tutto il rispetto della simpatica maschera napoletana, si usa questo modo di dire quando siano in presenza di situazioni poco serie; direi che si potrebbe usare anche la famosa frase di Staiano che diceva come ”la situazione sia grave ma non seria”; e tutto questo per riferirsi alle varie impunità presenti nel nostro Paese.

Facciamo qualche esempio, riprendendoli dalla cronaca: il bidello di un liceo viene licenziato perché in tre anni ha lavorato solo 53 giorni: il TAR lo fa riassumere perché il contratto degli enti pubblici non consente il licenziamento “prima” che siano trascorsi i sei mesi di prova ed il signore in questione non ha fatto ancora i sei mesi di prova!! Non è una barzelletta, magari si potrà definire una situazione kafkiana, ma tant’è…..

Altra situazione grave ma non seria: ricordate quando i celebri uomini radar vennero accusati di truffa aggravata per assenteismo in quanto venne accertato che quei signori lasciavano il lavoro per andare a giocare a pallone oppure a fare shopping; il giudice li assolve tutti in quanto “l’attività privata è consentita dal loro contratto di lavoro particolarissimo”: ecco perché non riescono a vendere Alitalia!!.

Volete un’autentica chicca, che tra l’altro si è risolta poco tempo fa? Eccola, si tratta di un dipendente che timbra il cartellino ma, invece di entrare in fabbrica, se ne esce per andare a farsi gli affari propri; per sua disgrazia la telecamera messa di fronte alla timbratura riprende tutta la manfrina e, di conseguenza, il lavoratore viene licenziato; ricorre al Giudice che gli da torno, anche la Corte d’Appello gli da torto (siamo nel 2005), ma pochi giorni fa la Cassazione annulla la sentenza ed obbliga l’azienda a riassumere il dipendente ed a risarcirlo di tutti gli stipendi mancanti; motivo: il controllo a distanza del lavoratore deve essere concordato con il sindacato e con gli ispettori del lavoro. In sostanza anche i truffatori hanno diritto alla privacy!!

Questa della privacy di cui ognuno di noi ha diritto è un’altra bella storia: sappiamo bene che ognuno di noi quando esce di casa comincia ad essere inquadrato dalle telecamere e fino a quando rincasa continua in questa forma di controllo; ma a me personalmente non me ne frega proprio niente, perché non ho proprio niente da nascondere, non ho donne che visito con regolarità (purtroppo) e quindi è bene che le telecamere ci siano e controllino tutto quello che c’è da controllare.

E invece il termine privacy raccoglie sempre più sostenitori ed anche in Parlamento si affaccia la parolina, per affermare il diritto degli onorevoli a fare il proprio comodo.

Ma dico io, con tutte le ingiustizie e il garantismo assicurato a furbetti e impuniti, forse si tende a scordare il nostro Parlamento, dove c’è la casta più privilegiata del mondo?

A questo proposito, vorrei suggerire a Bertinotti e Marini – che si stanno occupando della riduzione dei costi – di fare qualche mossa che pur non intaccando la sostanza dei privilegi, abbia la parvenza di colpire qualche benefit che la gente comune considera intollerabile; ed a questo proposito vorrei conoscere il motivo per cui i signori deputati, mostrando la propria tessera, hanno libero accesso a stadi (tribuna d’onore), teatri (poltronissima) e cinematografi.

Che c’azzecca, direbbe Tonino Di Pietro, l’attività di deputato con queste forme di divertimento? O forse non hanno i soldi per pagarsi il regolare biglietto come facciamo tutti noi??

Ecco, questa potrebbe essere una mossa che susciterebbe l’approvazione della platea smisurata della brava gente: togliere questo privilegio a partire dalla ripresa dopo le ferie sarebbe un bel modo di ricominciare l’attività!!


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