giovedì, ottobre 26, 2006
QUANDO LA FANTASCIENZA DIVENTA REALTA'
Quello che sto per raccontarvi è un classico della fantascienza: un gruppo di scienziati, riuniti al capezzale del nostro pianeta, ha sentenziato che a breve – diciamo tra qualche decina d’anni – la Terra non sarà più sufficiente per i suoi abitanti e quindi dovremo andare a colonizzare un altro pianeta nella nostra galassia.
Quanto sopra – ripeto: un classico dei film di fantascienza – è realmente accaduto e, a sostegno della proposta di colonizzazione di un altro pianeta, sono stati portati alcuni dati che indicano come la Terra non possa essere esaustiva per tutti gli abitanti di pianeta, se continuiamo con questo andazzo..
Fra i dati citati in abbondanza, ne voglio riportare soltanto uno, ma credo che sia sufficientemente esplicativo: il 12% dell’umanità consuma il 90% delle risorse messe a disposizione dal nostro pianeta.
Il discorso continua con altri dati, ma voglio soffermarmi su quel rapporto sopra indicato: 12% di abitanti che utilizza il 90% delle cose a disposizione; c’è subito da notare che questo rapporto ha subito una violenta impennata negli ultimi dieci anni, passando dall’8% degli abitanti che potevano “consumare” nel 1995, all’attuale 12%, il che indica un incremento del 50% in appena un decennio.
Si dice: se continuiamo così, le risorse del pianeta verranno depauperate integralmente e si andrà verso una sostanziale desertificazione delle nostre terre; posso essere d’accordo con questa disanima, anzi sono in teoria d’accordo, ma voglio far notare che, nonostante l’incremento del 50% negli ultimi 10 anni, siamo ancora fermi al 12% e quindi c’è da chiedersi: ma il restante 88% che cosa consuma? Quasi niente, muore di fame, per consentire a quella striminzita porzione di umanità di consumare tutto quello che vuole a proprio piacimento.
Ed allora, proviamo ad affrontare il problema partendo da un altro punto di vista: non possiamo ipotizzare un riequilibrio dei consumi – magari spalmato in una diecina d’anni – con cui gli attuali iperconsumatori cercano di calmare tutte le proprie voglie pazze, pensando a consumi più accelerati da parte degli 88% degli individui che, al momento, non consuma quasi niente e quindi muore di fame.
So bene che un discorso impostato in questo modo puzza di demagogia lontano un miglio, so bene che se tutti noi “ricchi” dimezziamo i nostri consumi, questi non affluiscono automaticamente a coloro che non consumano; eppure un sistema ci deve essere, qualcosa dobbiamo pure inventarci, lasciando in pace la colonizzazione dei pianeti e pensando che a noi è stato assegnato questo (cioè la Terra) e che se ben trattato, ci è più che sufficiente, oltre che molto più bello degli “altri”.
Certo che – e qui mi corre l’obbligo di essere un po’ polemico – se un nobile consesso di autorevoli scienziati, dai quali ci attendiamo delle ricette per il futuro, si lancia in queste opzioni fantascientifiche, c’è veramente poco da sperare per il nostro avvenire.
Perché ovviamente questi sono argomenti che non possiamo lasciar gestire ai politici, specie perché si tratta di confezionare dei piani che danno frutti – se li danno – a medio termine e nessun politico è disponibile ad impegnarsi a queste condizioni; e allora? Allora siamo nei guai, cari amici, sia noi che facciamo parte del 12% che consuma, ma soprattutto coloro che appartiene alla classe dell’88% che “risparmia” le risorse del paese e le lascia a noi: ovviamente suo malgrado…!
Quanto sopra – ripeto: un classico dei film di fantascienza – è realmente accaduto e, a sostegno della proposta di colonizzazione di un altro pianeta, sono stati portati alcuni dati che indicano come la Terra non possa essere esaustiva per tutti gli abitanti di pianeta, se continuiamo con questo andazzo..
Fra i dati citati in abbondanza, ne voglio riportare soltanto uno, ma credo che sia sufficientemente esplicativo: il 12% dell’umanità consuma il 90% delle risorse messe a disposizione dal nostro pianeta.
Il discorso continua con altri dati, ma voglio soffermarmi su quel rapporto sopra indicato: 12% di abitanti che utilizza il 90% delle cose a disposizione; c’è subito da notare che questo rapporto ha subito una violenta impennata negli ultimi dieci anni, passando dall’8% degli abitanti che potevano “consumare” nel 1995, all’attuale 12%, il che indica un incremento del 50% in appena un decennio.
Si dice: se continuiamo così, le risorse del pianeta verranno depauperate integralmente e si andrà verso una sostanziale desertificazione delle nostre terre; posso essere d’accordo con questa disanima, anzi sono in teoria d’accordo, ma voglio far notare che, nonostante l’incremento del 50% negli ultimi 10 anni, siamo ancora fermi al 12% e quindi c’è da chiedersi: ma il restante 88% che cosa consuma? Quasi niente, muore di fame, per consentire a quella striminzita porzione di umanità di consumare tutto quello che vuole a proprio piacimento.
Ed allora, proviamo ad affrontare il problema partendo da un altro punto di vista: non possiamo ipotizzare un riequilibrio dei consumi – magari spalmato in una diecina d’anni – con cui gli attuali iperconsumatori cercano di calmare tutte le proprie voglie pazze, pensando a consumi più accelerati da parte degli 88% degli individui che, al momento, non consuma quasi niente e quindi muore di fame.
So bene che un discorso impostato in questo modo puzza di demagogia lontano un miglio, so bene che se tutti noi “ricchi” dimezziamo i nostri consumi, questi non affluiscono automaticamente a coloro che non consumano; eppure un sistema ci deve essere, qualcosa dobbiamo pure inventarci, lasciando in pace la colonizzazione dei pianeti e pensando che a noi è stato assegnato questo (cioè la Terra) e che se ben trattato, ci è più che sufficiente, oltre che molto più bello degli “altri”.
Certo che – e qui mi corre l’obbligo di essere un po’ polemico – se un nobile consesso di autorevoli scienziati, dai quali ci attendiamo delle ricette per il futuro, si lancia in queste opzioni fantascientifiche, c’è veramente poco da sperare per il nostro avvenire.
Perché ovviamente questi sono argomenti che non possiamo lasciar gestire ai politici, specie perché si tratta di confezionare dei piani che danno frutti – se li danno – a medio termine e nessun politico è disponibile ad impegnarsi a queste condizioni; e allora? Allora siamo nei guai, cari amici, sia noi che facciamo parte del 12% che consuma, ma soprattutto coloro che appartiene alla classe dell’88% che “risparmia” le risorse del paese e le lascia a noi: ovviamente suo malgrado…!