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mercoledì, agosto 25, 2004

Velocità di auto e camion  

Torniamo sui due post di alcuni giorni fa riguardanti la velocità sviluppata da auto e camion; come ricorderete proponevo l’installazione sulle macchine di quella specie di "scatola nera" che già esiste sui camion (o forse solo sui TIR, questo non lo so).
Vediamo allora che tipo di normativa esiste per i "bisonti della strada"; avrete notato che questi mezzi hanno, situato nella parte posteriore, due tondini cerchiati di rosso in campo bianco, con due numeri (in genere 70 e 90) che evidentemente rappresentano il limite di velocità del mezzo rispettivamente su strade ordinarie e su autostrade.
Prima osservazione: e sulle superstrade qual è il limite? Probabilmente 70, ma non è per niente chiaro; comunque ammettiamo che sia così.
Ora domandiamoci se questi limiti di velocità sono minimamente rispettati: per mia esperienza personale, assolutamente no!
Andiamo avanti con la seconda osservazione: se gli autisti non rispettano i limiti imposti, la "scatola nera" dovrebbe riportare questa inadempienza e quindi mi domando come sia possibile che la Polizia Stradale non elevi centinaia o forse migliaia di contravvenzioni giornaliere. L’ipotesi è che il marchingegno abbia già trovato un contro-marchingegno e che le istituzioni – per quieto vivere o per qualcosa di peggio – chiudano un occhio o tutti e due su questo andazzo.
Certo che se è così, mi sembra completamente inutile anche il solo ipotizzarne la sua utilizzazione sulle automobili che, essendo un numero maggiore, potrebbero aprire un florido mercato di contro-marchingegni e quindi vanificare l'iniziativa.
Non possiamo però arrenderci al malcostume e rinunciare ad una iniziativa che per me, ma anche per molti che hanno favorevolmente commentato l’idea, potrebbe risultare potenzialmente utile alla circolazione automobilistica.
E poi – dato che l’appetito vien mangiando – ci potrebbe essere un’altra scatoletta da utilizzare solo in autostrada e che verrebbe innescata alla stazione d’ingresso e "scaricata" elettronicamente in un apposito aggeggio in carico alla stazione di uscita; se in questa sorta di elettrocardiogramma si rileva che durante il percorso sono state commesse delle irregolarità, viene compilato una specie di "conto" comprendente la somma a carico dell’autista della macchina e, con la frase ormai celebre "concilia?", viene richiesto l’importo della multa e/o annotato sulla patente l’eventuale numero di bollini da togliere.
Questo rilevatore elettronico potrebbe addirittura segnalare altri tipi di irregolarità rilevabili da ulteriori sensori che già adesso alcune auto di prestigio hanno a bordo (esempio: il sensore di distanza con l’auto davanti e/o con quella di dietro).
Come si vede, le cose che potenzialmente la tecnologia ci consentirebbe di fare sono tantissime; ovviamente sarebbe indispensabile la volontà politica per realizzare tutto un programma che poi – badate bene – sarebbe a beneficio dell’intera umanità, sotto il profilo della salute fisica, e consentirebbe anche di risparmiare cifre importanti che invece vengono gettate al vento nella miriade di rimborsi e rimborsini dei vari incidenti automobilistici che certamente diminuirebbero di numero e di gravità.
Ma ci sarà la volontà di cominciare almeno a parlarne? Non ci giurerei!

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