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sabato, febbraio 25, 2012

DUE COSE CHE CI FANNO ARRABBIARE 

Già, ci sono cose che ci fanno particolarmente arrabbiare e questi due fatterelli riguardano proprio questa categoria, ma state pure tranquilli, perché dopo che ci siamo arrabbiati, ci sediamo comodamente in poltrona e ci sorbiamo quello che il sistema televisivo ci propone; alla faccia dei tanti problemi!!
Vediamoli questi due fatti: il primo riguarda l’annoso problema delle false invalidità e dei privilegi che vengono magari sottratti a chi ne ha effettivamente bisogno, per diventare appannaggio di cosche, camarille, e cose del genere.
Siamo in Alta Italia – e quindi si sfata la diceria dei sudisti profittatori – e in un mercatino di Pinerolo, si aggira un’arzilla vecchietta che gira tra i banchi, confronta i prezzi, s’informa degli sconti con i gestori dei banchi, insomma – per dirla con poche parole – conduce una vita normale per una signora della sua età, in buona salute.
Per la verità, l’affermazione “in buona salute”, non è del tutto vera, in quanto la signora da ben otto anni risulta ufficialmente cieca e quindi meritevole di una apposita pensione di invalidità “totale” (in questo tempo si è appropriata di oltre 200/mila euro).
Quindi, siamo in presenza di un falso, anzi di una falsa invalida, falsa come può esserlo una moneta da tre euro ed allora arriviamo al secondo tempo: tutti impegnati a indicarla al pubblico ludibrio ed accusarla di appropriazione indebita (sacrosanta verità). A me, per la verità, mi viene più spontaneo accusare di tutti i reati possibili una serie di persone che adesso vado ad elencare: il medico di famiglia della signora; quindi l’altro medico dell’Inps che ha confermato l’handicap; proseguiamo poi con il funzionario dello stesso Ente che ha stabilito il diritto alla pensione per l’handicap di una donna che si dovrebbe vedere ad occhio nudo (scusate l’involontario gioco di parole); e per concludere, ci metto anche il politico e/o il mafioso che ha contribuito all’accoglimento della domanda palesemente mendace.
Il secondo fatterello lo abbiamo visto in TV presentato in forma scherzosa con l’appellativo di “uova che rimbalzano”; si tratta di normali uova, di provenienza cinese, che rimbalzano come palline da tennis, in quanto la gallina che le ha fatte, mangia “qualcosa” (ancora non sappiamo cosa) che contiene delle sostanze da definire per lo meno sospette.
E quindi si torna a parlare di responsabilità nei consumi e soprattutto, in questi periodi di crisi, l’attrazione che la gente può provare per qualcosa che costa qualche euro in meno delle altre. Siamo, insomma, in chiave con quanto già accaduto con l’abbigliamento, le scarpe, i giocattoli, i marchingegni elettronici, tutta roba che ci arriva senza le indispensabili cautele e che noi “consumiamo” senza preoccuparsi di domandarci cosa c’è dietro questi “prezzi bassi”, da cosa derivano e, per finire, addirittura se c’è uso di lavoro minorile.
Tutto ciò in nome di un consumismo sciagurato, portato al parossismo da una pubblicità ossessiva che ci induce a spendere quei pochi soldi che abbiamo in tasca ed a farlo con “acume”, cioè risparmiando sul prezzo.
Diceva un’ottantina di anni fa il grande economista Keynes che “ogni volta che risparmi 5 scellini togli a un uomo un giorno di lavoro”; ed infatti chissà che la nostra situazione attuale non discenda – anche – da questo nostro atteggiamento verso il consumismo a tutti i costi, situazione che induce al risparmio su ogni singolo acquisto.
Ed ecco il problema: dobbiamo acquistare, ma per farlo dobbiamo avere disponibilità e quindi risparmiare; direi che il dubbio si potrebbe definire kafkiano!! Chiaro il concetto?

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