domenica, gennaio 08, 2012
LIBERTA'
Se parliamo di libertà, possiamo dire tante cose; io, al momento, voglio presentare alcuni esempi di “libertà economica” e, infine, un fatterello, pure attinente alla libertà.
Cominciamo dalla libertà economica e diciamo subito che dal dopoguerra ai giorni nostri, l’umanità ha conosciuto tre riforme monetarie: la prima è quella conosciuta come “Bretton Woods”, dal nome della località inglese che ospitò nel 1944 la conferenza; in questa assise mondiale, venne imposto l’obbligo per ogni Paese di porre in essere una politica monetaria internazionale tesa a stabilizzare il tasso di cambio della propria moneta rispetto al dollaro, ad un valore fisso, consentendo piccole oscillazioni che venivano compensate attraverso il FMI - Fondo Monetario Internazionale; ovviamente il controllo della moneta del Paese era affidato alle autorità preposte al controllo dell’economia del Paese stesso (Ministero, Banca Centrale, ecc.).
La seconda assunse il nome di “serpente monetario” e nacque in Europa nel 1972 per garantire stabilità dei cambi fra le varie monete dopo la fine della convertibilità obbligatoria con il Dollaro; con questo sistema, le Nazioni si impegnavano a tenere la propria moneta all’interno di una sorta di serpente che rappresentava le fluttuazioni della divisa ; molti Paesi, fra cui l’Italia (1973) furono costretti ad uscire dal “serpente” in quanto vennero a trovarsi una moneta sopravalutata e quindi dovettero provvedere ad una svalutazione.
La terza è del 2002 ed è il famigerato (per alcuni) Euro, cioè l’avvento della moneta comune, basata sul Patto di stabilità tra gli stati aderenti che non dovevano superare il deficit del 3% del Pil e mantenere il debito pubblico al disotto del 60%; con questo sistema si sono aperte le frontiere politiche e chiuse quelle economiche, relegando le singole nazioni in una specie di lager economico, dato che non avevano più il controllo delle scelte di economia politica del proprio Paese.
Come si vede, sia il “serpente” che “l’euro” hanno creato problemi, soprattutto per il fatto che il gestore unico delle economie di tutti è stata la BCE; e allora? Allora si potrebbe proporre una via d’uscita che consiste nel riaprire le frontiere economiche e ritornare ad una specie di Bretton Woods europea con il marco al posto del dollaro.
Il secondo esempio di “libertà” lo vediamo a Bologna, dove un gruppo di liceali ha avuto una pensata sensazionale: per liberarsi dalla schiavitù indotta dalla tecnologia e dai mass media (quest’ultimo l’ho aggiunto io ma loro l’hanno fatto davvero), i giovani .- maschi e femmine – sono stati per sette giorni senza Internet, senza televisione e senza cellulare; e, strano ma vero, nessuno è morto e neppure impazzito e nemmeno colto da crisi di astinenza.
La vita “off line” è piaciuta ai ragazzi che hanno scoperto alcune cose che avevano dimenticato; alcuni esempi: Federico ha affermato “ora so cosa perdo a stare attaccato al pc” ed ha sostituito il marchingegno con alcune serate trascorse con la nonna a cucinare tortellini e arancini. Una ragazza ha commentato che – nonostante la presenza del telefono “fisso” ammesso dalla prova – le sue amiche non sapevano come fare a parlare con lei; un giovane ha detto con soddisfazione che, al posto della mania compulsava per il pc “ha parlato di più con i genitori” ed un altro ha confessato di “aver letto un libro lunghissimo, ma che gli è piaciuto.
A testimoniare il successo dell’iniziativa, c’è la decisione dei ragazzi di iniziare, al rientro a scuola dopo la Befana, una sorta di “giorno senza tecnologia” alla settimana, con una rotazione fissa, dal lunedì alla domenica: queste sono belle notizie!!
Cominciamo dalla libertà economica e diciamo subito che dal dopoguerra ai giorni nostri, l’umanità ha conosciuto tre riforme monetarie: la prima è quella conosciuta come “Bretton Woods”, dal nome della località inglese che ospitò nel 1944 la conferenza; in questa assise mondiale, venne imposto l’obbligo per ogni Paese di porre in essere una politica monetaria internazionale tesa a stabilizzare il tasso di cambio della propria moneta rispetto al dollaro, ad un valore fisso, consentendo piccole oscillazioni che venivano compensate attraverso il FMI - Fondo Monetario Internazionale; ovviamente il controllo della moneta del Paese era affidato alle autorità preposte al controllo dell’economia del Paese stesso (Ministero, Banca Centrale, ecc.).
La seconda assunse il nome di “serpente monetario” e nacque in Europa nel 1972 per garantire stabilità dei cambi fra le varie monete dopo la fine della convertibilità obbligatoria con il Dollaro; con questo sistema, le Nazioni si impegnavano a tenere la propria moneta all’interno di una sorta di serpente che rappresentava le fluttuazioni della divisa ; molti Paesi, fra cui l’Italia (1973) furono costretti ad uscire dal “serpente” in quanto vennero a trovarsi una moneta sopravalutata e quindi dovettero provvedere ad una svalutazione.
La terza è del 2002 ed è il famigerato (per alcuni) Euro, cioè l’avvento della moneta comune, basata sul Patto di stabilità tra gli stati aderenti che non dovevano superare il deficit del 3% del Pil e mantenere il debito pubblico al disotto del 60%; con questo sistema si sono aperte le frontiere politiche e chiuse quelle economiche, relegando le singole nazioni in una specie di lager economico, dato che non avevano più il controllo delle scelte di economia politica del proprio Paese.
Come si vede, sia il “serpente” che “l’euro” hanno creato problemi, soprattutto per il fatto che il gestore unico delle economie di tutti è stata la BCE; e allora? Allora si potrebbe proporre una via d’uscita che consiste nel riaprire le frontiere economiche e ritornare ad una specie di Bretton Woods europea con il marco al posto del dollaro.
Il secondo esempio di “libertà” lo vediamo a Bologna, dove un gruppo di liceali ha avuto una pensata sensazionale: per liberarsi dalla schiavitù indotta dalla tecnologia e dai mass media (quest’ultimo l’ho aggiunto io ma loro l’hanno fatto davvero), i giovani .- maschi e femmine – sono stati per sette giorni senza Internet, senza televisione e senza cellulare; e, strano ma vero, nessuno è morto e neppure impazzito e nemmeno colto da crisi di astinenza.
La vita “off line” è piaciuta ai ragazzi che hanno scoperto alcune cose che avevano dimenticato; alcuni esempi: Federico ha affermato “ora so cosa perdo a stare attaccato al pc” ed ha sostituito il marchingegno con alcune serate trascorse con la nonna a cucinare tortellini e arancini. Una ragazza ha commentato che – nonostante la presenza del telefono “fisso” ammesso dalla prova – le sue amiche non sapevano come fare a parlare con lei; un giovane ha detto con soddisfazione che, al posto della mania compulsava per il pc “ha parlato di più con i genitori” ed un altro ha confessato di “aver letto un libro lunghissimo, ma che gli è piaciuto.
A testimoniare il successo dell’iniziativa, c’è la decisione dei ragazzi di iniziare, al rientro a scuola dopo la Befana, una sorta di “giorno senza tecnologia” alla settimana, con una rotazione fissa, dal lunedì alla domenica: queste sono belle notizie!!