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martedì, novembre 29, 2011

CI SONO ANCHE "INDIGNATI" CIVILI 

Il nostro Paese ha “subito” in questi ultimi tempi tutta una serie di manifestazione di gente arrabbiata (e aveva ragione!!) che sono quasi tutte sfociate in vetrine rotte, bancomat fracassati, auto rovesciate e cassonetti incendiati.
Ma ci sono anche “proteste civili”, cioè manifestazioni contro la società attuale, contro le istituzioni, contro le banche, ma senza violenza e fondate unicamente su proposte che vengono presentate all’esecutivo.
Mi riferisco alla manifestazione indetta nei giorni scorsi a Milano dal “Tea Party Italia”, il cui slogan è “meno tasse più libertà”, il tutto proclamato non da banchieri arricchiti, ma da giovani arrivati da ogni angolo d’Italia, ragazzi dalla faccia pulita e dal linguaggio ben educato.
In controtendenza con gli “indignati”, questo movimento non chiede niente ai governi, dai quali peraltro non si aspetta nulla; gli chiedono solo di farsi un po’ da parte, smettendo di spendere i soldi di tutti e smettendo di portare le nazioni sull’orlo della bancarotta.
In particolare al governo Monti lanciano tre “si” e tre “no”: di questi ultimi c’è il no alla patrimoniale, all’ICI e all’aumento dell’IVA, mentre tra i “si” abbiamo l’invocazione dei tagli alla spesa pubblica, al fisco e ai privilegi corporativi.
Tutto bello, tutto giusto, ma che in questo momento di crisi la gente italiana pensi di abbandonare la coperta statale per tirare fuori la sua divisa da individualista propositivo mi sembra difficile, comunque è proprio nei momenti difficili che vengono fuori le idee che in altri periodi non avrebbero senso.
Per le proposte, sono d’accordo nel non volere il ripristino dell’ICI sulla prima casa, anche se modulato da altri parametri, soprattutto, come ho già detto, perché “la casa” è stata sempre e lo è ancora, il tr4aguardo che ogni bravo italiano si è posto per poter affermare di essere riuscito a realizzare qualcosa nella propria vita.
Sono anche d’accordo nel non volere un nuovo aumento dell’IVA a così breve scadenza dal precedente, soprattutto perché si riflette in maniera non chiarissima sui prezzi al consumo e con la penuria che si registra in questi periodi, pensare di acquistare cose che costano di più di quello che costavano dieci giorni fa, mi sembra utopistico, specie perché le prime notizie sui regali natalizi ci dicono che la gente è diretta verso quelle strutture che fanno saldi importanti.
Per quanto riguarda poi il taglio dei privilegi, tocchiamo un tasto dolente: si continua a parlare di tagli alla politica, ma non si riesce a trovare niente che possa incidere “a breve” sul bilancio statale: pensate che una delle pochissime proposte è quella di eliminare i “vitalizi” per i senatori, ma il tutto a partire dalla prossima legislatura.
Sperare che i signori della politica potessero auto-ridursi le laute prebende è come pretendere che l’impiccato vada a mettere da solo il proprio capo nel cappio; loro hanno fatto le leggi che conferiscono questi privilegi e loro dovrebbero annullarle: non vi sembra una grossa assurdità??
Comunque, se può servire a tirare un po’ su il morale, pensate che anche in Francia la situazione degli onorevoli è uguale alla nostr4a: si è tentato di varare una legge che modifichi gli stipendi dei parlamentari e soltanto in due (avete letto bene:2 (due), entrambi appartenenti alla destra), hanno votato a favore della nuova norma; troppo pochi! E così non se ne è fatto di niente.
Vogliamo concludere che “tutto il mondo è paese”? Bella soddisfazione!!

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