lunedì, marzo 21, 2011
L'ONU E LA LIBIA
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU è formato – di diritto – dai vincitori dell’ultima guerra mondiale (U.S.A., Inghilterra, Francia, Russia e Cina) e a rotazione da altri 5 Paesi che durano “in carica” per un anno; attualmente i “fortunati” sono: la Bosnia Erzegovina, il Brasile, il Gabon, il Libano e la Nigeria.
Questi dieci signori, rappresentanti dei rispettivi Paesi, hanno dato mandato alla NATO per “sistemare” Gheddafi; una volta ci avrebbe pensato l’America da sola, con l’atteggiamento da “poliziotto del mondo” che si era inventata, ma al momento l’attuale Presidente è molto più cauto dei precedenti e sicuramente non ha nessuna voglia di andarsi ad impantanare in una nuova guerra.
Ma nella circostanza ha trovato un valido sostituto: Sarkozy, che, mentre ospitava il summit di Parigi nel quale veniva deciso il da farsi, aveva già fatto decollare i i suoi caccia diretti sulla Libia per bombardare la flotta aerea del Rais ed i suoi carri armati.
A questo punto credo che meriti qualche considerazione l’appello dei “presenti” e degli “assenti”: tra questi ultimi, abbiamo due membri di diritto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Russia e Cina) ma anche una grande Nazione europea quale la Germania che pur partecipando alla riunione parigina, si è ben guardata – almeno per ora – di promettere alcunché; la Merkel che è stata inquadrata dalle televisioni di tutto il mondo era molto imbronciata, come se non vedesse niente di buono per il futuro!!
Solo un paio di riflessioni sulla vicenda come si presenta ai miei occhi sul momento; probabilmente molto di quello che diciamo adesso potrà essere smentito e confermato dai fatti che si susseguiranno in un futuro più o meno prossimo.
Prima di tutto, anche due Nazioni facenti parte dell’ONU, una addirittura membro del Consiglio di Sicurezza e cioè la Cina e l’Iran, potrebbero cadere sotto la lente d’ingrandimento di questa “polizia internazionale”; però c’è il problema che la Cina è praticamente intoccabile – sia economicamente che militarmente – mentre l’Iran sembra addirittura possedere l’atomica, con tutto quel che ne conseguirebbe; però, detto sottovoce, entrambe si meriterebbero quello che si sta abbattendo su Gheddafi?
Secondo problema: esiste una zona buia, piena di disinformazione che è la composizione dei ribelli libici e soprattutto sui suoi “capi”; chi sono? Siamo sicuri che non sia una longa mano di Al Qaeda? Insomma, non vorrei che la coalizione dei “cristiani” – come la definisce Gheddafi – togliesse le castagne dal fuoco di personaggi che in un futuro più o meno prossimo si possono rivelare assai pericolosi. Il concetto che il Rais esprime più spesso è che la Libia sia una specie di bastione contro il terrorismo islamico; se cade quello, l’Europa, ma prima di tutti l’Italia, sarà invasa, oltre che da milioni di immigrati, anche da centinaia di terroristi decisi a portare avanti la Jjiad nei confronti dei “nuovi crociati”, come veniamo definiti dai mussulmani.
C’è poi anche una curiosa – fino ad un certo punto - teoria di Dario Fo che “auspica l’arrivo degli arabi, quelli veri, nel nostro Paese; e spera così che si realizzi quella rivoluzione che per lui rappresenta l’unica alternativa a questo sistema attualmente imperante”; insomma, se ho ben capito il pensiero del fantasioso Nobel, questi arabi dovrebbero portarci la rivoluzione, quella stessa rivoluzione che non riescono a fare a casa loro; forse avrò capito male, ma la rivoluzione d’esportazione mi ha sempre convinto poco, così come mi convince poco la democrazia d’esportazione, quella che gli americani cercano di portare avanti come battaglia di principio che però viene fatta sulla punta delle baionette o meglio, dei missili!! No, non sono d’accordo!!
Questi dieci signori, rappresentanti dei rispettivi Paesi, hanno dato mandato alla NATO per “sistemare” Gheddafi; una volta ci avrebbe pensato l’America da sola, con l’atteggiamento da “poliziotto del mondo” che si era inventata, ma al momento l’attuale Presidente è molto più cauto dei precedenti e sicuramente non ha nessuna voglia di andarsi ad impantanare in una nuova guerra.
Ma nella circostanza ha trovato un valido sostituto: Sarkozy, che, mentre ospitava il summit di Parigi nel quale veniva deciso il da farsi, aveva già fatto decollare i i suoi caccia diretti sulla Libia per bombardare la flotta aerea del Rais ed i suoi carri armati.
A questo punto credo che meriti qualche considerazione l’appello dei “presenti” e degli “assenti”: tra questi ultimi, abbiamo due membri di diritto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Russia e Cina) ma anche una grande Nazione europea quale la Germania che pur partecipando alla riunione parigina, si è ben guardata – almeno per ora – di promettere alcunché; la Merkel che è stata inquadrata dalle televisioni di tutto il mondo era molto imbronciata, come se non vedesse niente di buono per il futuro!!
Solo un paio di riflessioni sulla vicenda come si presenta ai miei occhi sul momento; probabilmente molto di quello che diciamo adesso potrà essere smentito e confermato dai fatti che si susseguiranno in un futuro più o meno prossimo.
Prima di tutto, anche due Nazioni facenti parte dell’ONU, una addirittura membro del Consiglio di Sicurezza e cioè la Cina e l’Iran, potrebbero cadere sotto la lente d’ingrandimento di questa “polizia internazionale”; però c’è il problema che la Cina è praticamente intoccabile – sia economicamente che militarmente – mentre l’Iran sembra addirittura possedere l’atomica, con tutto quel che ne conseguirebbe; però, detto sottovoce, entrambe si meriterebbero quello che si sta abbattendo su Gheddafi?
Secondo problema: esiste una zona buia, piena di disinformazione che è la composizione dei ribelli libici e soprattutto sui suoi “capi”; chi sono? Siamo sicuri che non sia una longa mano di Al Qaeda? Insomma, non vorrei che la coalizione dei “cristiani” – come la definisce Gheddafi – togliesse le castagne dal fuoco di personaggi che in un futuro più o meno prossimo si possono rivelare assai pericolosi. Il concetto che il Rais esprime più spesso è che la Libia sia una specie di bastione contro il terrorismo islamico; se cade quello, l’Europa, ma prima di tutti l’Italia, sarà invasa, oltre che da milioni di immigrati, anche da centinaia di terroristi decisi a portare avanti la Jjiad nei confronti dei “nuovi crociati”, come veniamo definiti dai mussulmani.
C’è poi anche una curiosa – fino ad un certo punto - teoria di Dario Fo che “auspica l’arrivo degli arabi, quelli veri, nel nostro Paese; e spera così che si realizzi quella rivoluzione che per lui rappresenta l’unica alternativa a questo sistema attualmente imperante”; insomma, se ho ben capito il pensiero del fantasioso Nobel, questi arabi dovrebbero portarci la rivoluzione, quella stessa rivoluzione che non riescono a fare a casa loro; forse avrò capito male, ma la rivoluzione d’esportazione mi ha sempre convinto poco, così come mi convince poco la democrazia d’esportazione, quella che gli americani cercano di portare avanti come battaglia di principio che però viene fatta sulla punta delle baionette o meglio, dei missili!! No, non sono d’accordo!!