<$BlogRSDUrl$>

giovedì, gennaio 21, 2010

CRAXI/MANNINO/DEL TURCO 

Che centrano quei nomi citati nel titolo? Forse compongono una sorta di “macedonia” che potrebbe spiegare tante cose; ma andiamo con ordine e cominciamo con il leader socialista del quale è stato celebrato giorni addietro il decennale della morte.
Ho avuto l’impressione che in tanti siano ansiosi di dare nuova luce alla memoria di Bettino Craxi, impostando questa sorta di rivalutazione con la considerazione che i meriti avuti come statista sarebbero di gran lunga superiori ai demeriti, soprattutto perché questi ultimi vengono ormai considerati come “cose che facevano tutti”.
La lettera del Presidente Napolitano, con quella affermazione circa l’eccessiva durezza con cui Craxi venne giudicato, merita qualche riflessione: il tutto viene ricondotto alla nascita del cosiddetto “rito Ambrosiano” in cui i P.M. prima giudicavano un certo signore “colpevole” e poi ne cercavano le prove, anche con le cattive maniere, cioè schiaffandolo in carcere e gettando via la chiave; questi atteggiamenti hanno provocato il suicidio di diversi imputati e una sentenza contro l’Italia da parte della Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo.
Caso mai, mi si perdoni l’ardire, vorrei chiedere a Napolitano – che già allora aveva posti di responsabilità in Parlamento e nel partito - come mai non ha fatto sentire la sua voce all’epoca; forse perché tutti i politici avevano una paura fottuta a mettersi contro Di Pietro e compagnia bella e quindi scelsero di parlare il meno possibile.
E adesso veniamo a Calogero Mannino, ex ministro democristiano, letteralmente distrutto – sia fisicamente che politicamente – da un accanimento giudiziario degno di miglior causa: l’uomo politico venne accusato del “famigerato” reato di concorso in associazione mafiosa” ben 17 anni fa e, dopo avere scontato quasi un anno di carcere che lo debilitò fortemente (perse 33 chili), venne messo ai domiciliari e cominciò l’odissea dei processi, “guidati” dal celebre Giancarlo Caselli con l’aiuto di ben 25 pentiti; venne assolto in primo grado, poi condannato in appello a 5 anni e 4 mesi e nel 2005 la Cassazione dispose un nuovo processo che lo ha mandato assolto; tale assoluzione è stata impugnata dalla Procura di Palermo e adesso la quarta sezione della Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile tale ricorso ed ha assolto definitivamente Mannino.
Il suo feroce accusatore – quel Caselli che ha fatto una bella carriera ed è adesso Procuratore Generale a Torino – non ha neppure l’obbligo di chiedere scusa ad una persona così brutalmente distrutta nel fisico e nella psiche; chissà se avrà avuto qualche ripensamento e si domanderà – magari la mattina quando si guarda allo specchio per radersi – se non è stato fatto qualche errore e se forse qualche cosa non poteva essere gestita in modo diverso; voi cosa pensate? Io credo che non ci siano rimpianti, altrimenti questi signori potrebbero perdere la loro sicurezza nello sbagliare e inceppare così il loro operato con qualche sentimentalismo fuori luogo; certo che almeno chiedere scusa da qualcuno me lo sarei aspettato! E invece niente!
E adesso Del Turco, ex Governatore d’Abruzzo: l’impressione che si ricava dalle notizie di stampa è che la vicenda si concluda all’incirca come quella di Mannino, anche sotto il profilo dei costi fisici e politici del protagonista; forse si potrà sperare in tempi più celeri, ma nient’altro. Ed anche qui il P.M. autore della famosa Conferenza Stampa di “condanna”, non rischia proprio niente.
Vi sembra il caso di continuare su questa strada o si può cercare di cambiare qualcosa? Magari mandando qualcuno a fare un altro mestiere!! Chiaro il concetto??

This page is powered by Blogger. Isn't yours?