domenica, febbraio 02, 2014
PARLIAMO DI UNA GRANDISSIMA
Così l’aveva definita Pier Paolo Pasolini:
“la più moderna delle donne, in cui tuttavia vive una creatura antica, strana,
misteriosa che cela terribili conflitti interiori”; sto parlando di Maria
Callas, che poco più di un mese addietro avrebbe compiuto 90 anni, e che si è
spenta – da sola – a Parigi il 16 settembre 1977.
Era nata a New York il 2 dicembre del 1923 e
aveva studiato canto in Grecia per spostarsi ben presto nelle capitali europee,
nonostante la guerra, e tornare a New York nel 1945 dove si trattiene fino al
1947.
La svolta della sua sfolgorante carriera
arriva nel 1949, quando a Venezia sostituisce la protagonista indisposta nei
“Puritani”; da allora è un crescendo di successi in giro per il mondo intero;
sposa Giovanni Battista Meneghini che la farà approdare alla Scala di Milano di
cui diventa quasi un simbolo per almeno sette anni: resta indimenticabile la
“sua” versione della Norma; in questo periodo compie un altro “miracolo”: perde
in due anni 37 chili di peso.
I “grandi” della lirica la ricordano con
queste considerazioni: Riccardo Muti dice che la Callas fu per la voce
quello che Toscanini è stato per l’orchestra e questo significa collocarla al
vertice delle interpretazioni liriche; la grande soprano Rina Kabaivanska la
ricorda così: “era una musicista dall’istinto formidabile, capace di salire
alle vette più alte del canto”; singolare il commento di Patty Smith, la quale
ha confessato di avere imparato a cantare il rock anche grazie alla Callas e, in
particolare, alla sua espressività: “in lei vedevo qualcuno capace di rendere
leggero, di innalzare e assieme rendere profondo, ciò che cantava; mi arrivava
la sua fragilità e la sua potenza”.
Nell’ultima parte della sua carriera prevale
la sua forza d’attrice e con Pasolini – che fu il suo “amore impossibile” –
gira una memorabile “Medea” che, peraltro non sarà accolto con successo dal
nostro pubblico.
Nel 1973 e nel 1974 si fa convincere da
Giuseppe Di Stefano – altro suo amore
molto sofferto – a un’altra tournée mondiale che si chiude a Sapporo nel
1974 con la sua ultima esibizione pubblica.
In quell’occasione, Maria rilasciò questa
straordinaria dichiarazione: “Non sono un angelo e non pretendo di esserlo. Non
è uno dei miei ruoli. Ma non sono nemmeno il Diavolo. Sono una donna e una
seria artista e gradirei essere giudicata per questo”.
La sua grande personalità rimase scossa
quando si rese conto di dover soccombere di fronte all’ossuta vedova Kennedy
per l’amore di Aristotele Onassis, altro suo grande amore per ben 11 anni;
dovette capitolare ma non riuscì a farsene una ragione e questo abbandono le
rimase sul gozzo a lungo.
Ho cominciato questo ricordo della Callas
citando Pier Paolo Pasolini e lo debbo terminare con un altro ricordo che
riguarda il grande regista: nel 1969 il regista girò il film “Medea” proprio a
Pisa, a due passi da dove abito io e quindi mi venne comodo andare a trovare
l’amico Pier Paolo impegnato sul set di un film molto importante: ci restai un
paio di giorni e potei così assistere alla “cotta” che Maria si era presa per
Pier Paolo, del quale ignorava le tendenze.
Ma a parte queste citazioni da gossip, voglio
ricordare la grandissima professionalità che la Callas dimostrava
nell’interpretazione di un personaggio molto difficile e per appagare le
richieste di un regista puntiglioso come era Pasolini.
Oggi avrebbe 90 anni e sicuramente non
vorrebbe uscire di casa per non mostrarsi al pubblico così invecchiata!! La
ricordiamo compera e basta!!