giovedì, febbraio 06, 2014
LA FIAT LASCIA L'ITALIA?
Ha suscitato scalpore l’annuncio che la FIAT – dopo l’unione con la Chrysler – avrà sede
legale in Olanda (ad Amsterdam) e
residenza fiscale in Gran Bretagna; in Italia resteranno soltanto alcuni
stabilimenti e….il cuore di tanti italiani che hanno creduto che la FIAT fosse una parte
dell’Italia e, come tale, indivisibile dal nostro Paese.
Delle cose che vengono tolte al nostro Paese,
cominciamo dalla tassazione (60% sugli utili in Italia e 30% in G.B.!): il
Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Befera, ha detto che “dal punto di vista
fiscale non può impedire alla FIAT di fare scelte societarie economicamente
convenienti per loro; verificheremo il pieno rispetto delle norme”. Il Ministro
dell’economia, Saccomanni, si spinge oltre: “nulla di irregolare; siamo
convinti che abbiano fatto tutto nel rispetto delle leggi vigenti. Ovviamente
verificheremo gli effetti”. Pagare il 30% in meno sugli utili non sono
bruscolini!!
Il Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha
detto che “da parte della FIAT c’è stato un impegno a riattivare gli
stabilimenti italiani e siamo convinti che tale impegno sarà rispettato.
I sindacati ovviamente sono in piena
fibrillazione; il segretario generale della CGIL, Susanna Camuso, ha detto: “non
abbiamo mai vissuto l’alleanza internazionale della FIAT come un problema, ma
adesso non è chiaro il destino industriale degli stabilimenti italiani; per ora
vediamo la scelta di un’azienda italiana che decide di ridurre il suo
contribuito fiscale al nostro Paese”.
Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni
non ne fa un problema di sede:ӏ naturale che le grandi multinazionali operino
in piazze finanziariamente importanti come
Londra”.
Per la scelta della sede legale (Amsterdam) è
stato precisato che la scelta della città olandese è dovuta al fatto che questo
garantisce agli Agnelli un peso maggiore in Assemblea: infatti, anche con meno
del 30% possono controllare la società, a differenza di quanto avviene on
Italia con le leggi sull’OPA.
L’uomo della strada, cioè io, fa alcune
considerazioni che, probabilmente risulteranno errate in quanto non afferenti
la normativa vigente; anzitutto mi chiedo perché la normativa delle nazioni
facenti parte dell’U.,E. possa divergere così tanto, sia sotto il principio
dell’applicazione legale per le assemblee societarie e sia per la tassazione
che, evidentemente, in Gran Bretagna è molto diversa da quella che c’è in
Italia.
In merito alla scelta della sede legale,
forse non è un caso che l’Air France Klm abbia annunciato che dal 26 maggio
prossimo collegherà lo scalo di Torino con l’aeroporto di Amsterdam Schipol con
due voli al giorno, perfetti per andare e tornare nelle 24 ore.
Ovviamente, la scelta di Amnsterdam come sede
legale, comporta anche che l’assemblea annuale non si terrà più al Lingotto di
Torino ma in Olanda, perché se una azienda ha sede in una data nazione, anche i
soci azionisti devono incontrarsi proprio lì, per compiere uno dei più
importanti atti societari.
Un’altra domanda: dove si terranno le
riunioni del consiglio di amministrazione? È molto probabile che ci sia una
sorta di rotazione fra i quattro luoghi di comando: Torino per l’Europa, Auburn
Hills (Detroit) per il Nord America, Belo orizzonte (Brasile) per il Sidamerica
e Shangai (Cina) per l’Asia; e l’ufficio di Marchionne? Probabilmente
sull’aereo, come è già avvenuto!!
A questo punto, visto che è “tutto regolare”
e che non possiamo opporci a queste novità, dobbiamo essere realistici e porci
un’altra domanda: cosa bisogna fare perché la FIAT (oggi FCA) decida di rientrare in Italia con
tutte le sue forze di comando?