giovedì, settembre 27, 2012
CON QUESTI NON CE LA FACCIAMO
Adesso tutti si accorgono che i centri di
spesa periferici (Regioni, Province e Comuni) sono i luoghi – o meglio : le
tane - in cui alloggiano i peggiori
ladroni del nostro disgraziato Paese; dopo Milano e la Sicilia adesso abbiamo il
Lazio sotto la lente d’ingrandimento e le cose che scopriamo fanno accapponare
la pelle.
Festini, centinaia di migliaia di euro al
mese che vengono dilapidati a destra e a manca; insomma una ruberia e uno
spreco del denaro pubblico (cioè di tutti noi) che sconcerta. Adesso abbiamo la Regione Lazio inguaiata e
quella campana che sta subendo un’ispezione della GdF.
Ma continuiamo a tenere sott’occhio la Sicilia che è da sempre
fonte di ruberie e di ladrocini; sentite l’ultima: sono stati denunciati 13
dipendenti pubblici che – invece di “lavorare” – stavano al Bar; ho messo tra
virgolette la parola lavorare dato che il concetto che sta sotto al termine è
diverso da quello che avevano i nostri 13 eroi: essi infatti sono “occupati”
all’ufficio del “Garante per la tutela fondamentale dei diritti dei detenuti”;
di questa struttura, tredici erano al Bar e gli altri? Ma quanti sono a
garantire i diritti dei detenuti? Insomma, la solita pastetta per sistemare gli
amici; chiaro??
Infatti sono tutti modi per crearsi clientele
e spendere soldi inutilmente; e poi, quando c’è bisogno di qualcosa, non si
trovano i denari e si tassa il cittadino ignaro, quello più stupido di tutti o,
peggio ancora, quello che ha veramente bisogno: nella mia Regione si mette il
ticket di 10 euro a ricetta anche a coloro che – sfortunati loro – sono affetti
da un tumore; questo perché? Semplice, senza questi ticket i bilanci non
quadrano e quindi via con le gabelle, anche ai danni dei poveri cristi.
E allora, esami diagnostici, analisi e quanto
occorre, viene gravato da questo balzello che, sembra poco se preso
singolarmente, ma diventa una vera tassa nel suo complesso, specie se questi
pazienti hanno necessità di molti interventi..
L’esempio che ho portato è uno, ma se ne potrebbero
fare tanti altri, dai più semplici (bussini per le scuole) ai più complessi
(aggiornamento del manto stradale), ma quando si presentano questi “bisogni”,
immancabilmente si dice che non ci sono soldi; non si ha mai il coraggio di
dire:“si sono già spesi per noi”, come avviene regolarmente. Mi spiego meglio:
se un Ente Pubblico periferico, al presentarsi di una necessità per i
cittadini, dopo avere esaminata l’impossibilità di farlo gratuitamente, si
facesse una sorta di esame di coscienza e “tagliasse” alcune delle prebende a
favore dei maggiorenti politici e devolvesse questi “risparmi” per la nuova
necessità, i cittadini capirebbero di essere governati da persone che – come si
conviene .- si considerano “al servizio” dei cittadini e non dei “sovrani” che
incassano prima quello che gli serve e lasciano ai servi solo le briciole di
quello che avanza.
Faccio un esempio: se non ci fossero gli
uffici di rappresentanza all’estero (un numero tale da fare impallidire l’ONU)
questi denari potrebbero essere stornarti sui cittadini affetti da patologie
tumorali o altro, che quindi potrebbero fare esami e altre cose inerenti il
loro male (non andare a ballare!!) senza mettere mano al portafoglio.
Se poi anche nelle aree più virtuose non
germogliassero come funghi consulenze che sono nient’altro che doppioni di
quelle che l’Ente fa già da solo ma che debbono essere portate avanti per fare
piacere al boss politico di turno, magari si potrebbe sistemare quella
stramaledetta strada che ha già fatto registrare diversi incidenti.
Insomma, quante cose si potrebbe fare se
tutti fossero onesti e si considerassero “al servizio”, ma dato che così non è,
con “questi” non abbiamo speranza di farcela!!