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giovedì, novembre 17, 2011

GOVERNO TECNICO 

Abbiamo perduto “tre-monti” ed abbiamo acquisito un solo “monti”: ci abbiamo guadagnato o perduto? Sarà il futuro a dircelo.
Il professor Mario Monti ha ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo e, fatti salvi alcuni distinguo, quasi tutte le forze politiche hanno dato il loro appoggio. Ho parlato di “appoggio”, perché è bene ricordarci tutti che il governo Monti dovrà varare dei provvedimenti, abolire o modificare delle norme e per fare tutto questo occorre l’avallo del Parlamento; per operare senza Il Parlamento, occorrerebbe un colpo di stato, qualcosa cioè che cancelli ogni carica elettiva; ma non mi sembra questo il caso!!
Il buon Carlo Marx diceva che “il governo è la commissioni d’affari della borghesia” e questo esecutivo mi sembra ben allineato a questa definizione.
Il grosso e insostenibile problema italiano è stato – e continua ad essere – l’indebitamento netto che si è attestato su valori insostenibili; ma facciamone una breve storia: durante la cosiddetta Prima Repubblica è cresciuto dal 55.9% del Pil, nel 1981 al 115.6% del 1993: ricorderete che in quei tempi storici c’erano autorevoli ministri che affermavano, senza pudore, che il Debito pubblico non significava niente, dato che lo stesso era come una sorta di debito che si crea all’interno della stessa famiglia.; e di questa teoria erano convinti tutti, destra, centro e sinistra: questo per la storia!
Nella Seconda Repubblica il Debito non è aumentato di molto (oggi è al 120%), ma nel frattempo abbiamo avuto l’Euro e la globalizzazione dei mercati finanziari e pertanto questo dannato debito è passato da “debito di famiglia” a debito di stato e quindi merce su cui le iene della finanza possono gettarsi contro per sbranarlo.
La chiamata di Monti per l’avventura del nuovo governo rappresenta – sono parole di Prodi che io mi limito a sottoscrivere – una autentica “sconfitta della politica”, ma la sconfitta non è di oggi, ma risale a quando abbiamo spento lo “stellone” che ci guidava, e ci siamo incamminati sull’impervio cammino dell’Unione Europea.
Ed in quell’occasione, l’Europa – o meglio i suoi banchieri – hanno realizzato quello che era il grande sogno di Rotschild, che nella seconda metà del settecento, così scriveva: “autorizzatemi ad emettere moneta e a controllare i sistemi monetari del Paese ed io non mi preoccuperò più di chi fa le leggi”. Peccato che non ha potuto gioire, ma con l’avvento di Maastricht si è avverata prima la nascita dell’Euro e poi il sogno è diventato realtà: la sovranità monetaria passa dagli Stati alla Banca Centrale Europea, la quale non risponde ad alcuna autorità politica; “chi fa le leggi” è irrilevante; e nel momento eccezionale emerge il vero titolare del potere: il tecnico della finanza.
Quindi, anche da noi arriverà questa verità sostanziale e la politica sarà costretta a fare un passo indietro a beneficio di questa nuova figura che farà quello che riterrà opportuno per sistemare le cose; ovviamente in maniera del tutto “irresponsabile”, cioè senza dover rispondere a nessuno degli eventuali fallimenti, ma avendo solo i ringraziamenti per quello di buono che saprà fare. Sembra che del nuovo governo faranno parte solo dei “tecnici” – quelli di cui parlavo sopra – senza che nessun politico venga invitato ad entrare, forse per non connotare in forma partitica l’esecutivo.
Certo che alcune riforme “indigeste” sul tipo di quella del lavoro o quella della giustizia oppure quella fiscale, dovranno essere “digerite” dal fronte politico, parte del quale magari le gradirà; e se qualcuno non le vuole? Semplice, Monti deve contare i voti e abbandonare il vestito da tecnico per indossare quello da politico; altrimenti la politica ri-prenderà il sopravvento sull’esecutivo e saremo daccapo; chiaro il concetto??

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