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martedì, aprile 19, 2011

ACCENDIAMO L'INTERRUTTORE 

Nel trattare la vicenda del cooperante italiano, Vittorio Arrigoni, ucciso barbaramente dai fondamentalisti islamici, mi è venuto in mente un aforisma (credo di La Bruyère) che recita: “ci sono persone che parlano un momento prima di pensare”.; e di agire, aggiungo io!!
Eppure, nessuno di noi fa parte di piccoli isolotti, ma soltanto del continente “umanità”,anche se di questa appartenenza non ci rendiamo ben conto, in quanto continuiamo ad erigere frontiere, muri altissimi, tutte cose che dovrebbero “distinguere” le razze, le classi sociali e qunt’altro tutti noi rappresentiamo; ma come ho detto all’inizio: ricordiamoci di accendere l’interruttore con il cervello prima di parlare e agire!
Il povero Arrigoni, si stava spendendo nella striscia di Gaza per fare in modo che le due anime islamiche dei palestinesi – quelli di Hamas e quelli del salafismo – convivessero per far fronte al “nemico comune” Israele.
In Palestina, quindi, i tanti abitanti sono anche divisi, poiché gli islamici credenti si ritrovano anche contro l’anima moderata di Al Fatah e quindi le particelle di umanità si frazionano ancora di più, diventando sempre più esigue.
Ai fini conoscitivi, mentre non si scopre niente parlando di Al Fatah (la creatura fondata nel 1959 da Arafat), vorrei invece spendere qualche parola sul salafismo, la più radicale delle formazioni islamiche, che è responsabile diretta della uccisione di Arrigoni, rapito per ricattare Hamas e farsi consegnare alcuni detenuti pericolosi.
Ma torniamo ai “salafiti”: anzitutto sembra che gli appartenenti a questa frangia di fondamentalismo islamico siano qualche milione; inoltre, possiamo aggiungere che l’aspetto più interessante del salafismo è quello della volontà di dare corso ad una nuova interpretazione autentica dei testi coranici e della “tradizione” etico-giuiridica che si rifà ai primi tempi dell’islam, considerati una sorta di “Età dell’oro”, per ricrearne le condizioni in cui visse e agì il Profeta Muhammad (VII secolo) con i suoi fedeli.
Il primo aspetto che colpisce di questo salafismo è il desiderio di non mischiarsi con la “modernità” che viene considerata del tutto estranea e addirittura antagonista rispetto ai valori dell’Islam. E poi dedicarsi alla sconfitta – con ogni mezzo – dell’occidente agnostico o ateo; il culmine del progetto è quello di ri-fondare il califfato mondiale sotto la probabile dittatura di Osama Bin Laden. È un progetto che affonda le sue radici nel passato e si presenta come la "vera lettura" della fede musulmana, vista come una civiltà alternativa a quella esistente.
Siamo di fronte a qualcosa di simile a quello che accadde in un lontano passato con la sostituzione degli arabi con i turchi nella guida della civiltà islamica: allora l’Europa fu costretta a rispondere con le Crociate, in senso offensivo, e con una lunghissima guerra di contenimento dell’impero ottomano, in senso difensivo (Lepanto, Vienna…); oggi, la lotta è centrata su altre basi e su altri presupposti: anzitutto il terrorismo, con l’efferatezza delle sue azioni (nel caso di Arrigoni, si è arrivati addirittura a strozzarlo) e subito dopo con l’impiego dei kamikaze che sono ben disposti a barattare la propria vita con quella del maggior numero possibile di “infedeli”.
Ma se torniamo al “continente umanità” di cui parlavo all’inizio, credo che noi tutti, occidentali e orientali, possiamo guardarci negli occhi e subito dopo fare in modo che venga fuori la voce del dialogo dato che tutti abbiamo una paternità comune: l’uomo e la donna; il resto sono soltanto degli “orpelli” che l’uomo si è dato senza accendere l’interruttore che lo collega con il cervello; chiaro il concetto??

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