martedì, aprile 29, 2008
I RISULTATI DI ROMA: CHE VOR DI' ?
La sconfitta di Rutelli a Roma mi induce ad alcune riflessioni sulla situazione dell’Italia contemporanea: anzitutto, vorrei fare un piccolo parallelo con
A Roma poi si è assistito ad una situazione che rasenta l’assurdo: il Pdl si era talmente rassegnato a perdere che aveva candidato un personaggio al quale aveva riservato un posto nel nuovo governo; ebbene, questo signore – tale Alemanno, sconfitto senza bisogno del ballottaggio da Veltroni due anni fa – ha surclassato Rutelli ed ha gettato tutto il centro sinistra nella più profonda costernazione, soprattutto perché nessuno ha capito cosa è stato sbagliato e quindi non si sa come comportarsi.
Io – dall’alto della mia ignoranza – voglio avanzare alcune idee su cosa sta accadendo qui da noi: la situazione del nostro Paese è talmente assurda che coloro che la vivono quotidianamente possono solo aspettarsi qualcosa da un “cambiamento”, qualunque esso sia: a parte le caste che invece di diminuire aumentano in modo esponenziale, vorrei sapere chi potrebbe essere quel grand’uomo che potrebbe governare questa situazione, questo cambiamento!!
Forse che Berlusconi potrebbe dire alle oltre cento Università che ci ritroviamo che almeno la metà dovrebbe essere chiusa? Oppure chiamare i 103 gestori degli aeroporti italiani e dire loro che ne bastano quaranta, ma forse sono troppi anche quelli. E chi può andare dalle migliaia di Ospedali che ci sono in Italia e dire che sono troppi e, in particolare, a quel nosocomio romano, ribadire che un primario ogni quattro degenti sembra uno spreco; o no!!
Quello che ho esemplificato, non è esaustivo del marcio che esiste nel nostro Belpaese, non rappresenta degnamente tutte le storture – tutte con fior di interessi economici alle spalle – che continuano a proliferare nel nostro Paese.
Non credo che il Cavaliere abbia la forza di intervenire, anche se il suo governo avrà meno spinte centrifughe al suo interno e lui avrà meno da temere da Giudici e PM.
Ma la situazione mi sembra talmente compromessa che solo una sorta di “collaborazione generale” potrebbe riuscire a risolvere qualcosa, ma come ben sapete in Italia occorrono eventi straordinari per realizzarla, del tipo – tanto per intendersi – di quello che fu fatto all’indomani della seconda guerra mondiale.
E l’esempio l’abbiamo avuto in questi giorni con l’ennesima celebrazione “di parte” di una ricorrenza, il 25 aprile, che così come viene ricordata non significa niente per i giovani (per fortuna dico io!!) e continua ad essere millantata come “la vittoria dei partigiani contro gli odiati nazi-fascisti”, come se gli eserciti anglo americani fossero venuti in Italia per fare le ferie e tutti quei morti che vediamo nei cimiteri inglesi ed americani, fossero solo dei turisti morti di malattia.
No, cari amici, non vedo nessuna possibilità di collaborazione tra le due fazioni in gara e chi ci rimette non sono gli sconfitti – tutti ben pasciuti e sistemati alla greppia – ma, come al solito, è l’intero popolo italiano che assiste impotente all’ennesima prevaricazione che l’intera casta farà ai suoi danni.