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giovedì, ottobre 11, 2007

CI RISIAMO: CENCIO DICE MALE DI STRACCIO 

Dopo avere approvato – non senza polemiche – le linee guida della prossima “finanziaria”, il governo si è visto piovere addosso una sequela di accuse: ha cominciato l’Europa con il commissario all’economia Almunja che l’ha giudicata debole e non rispondente a quanto ci vorrebbe per ridurre il debito pubblico; ha proseguito il governatore di Bankitalia che ha rilevato l’assenza di riduzioni della spesa pubblica e, di conseguenza, anche della pressione fiscale; in ultimo è arrivata la Corte dei Conti che ha buttato sul tavolo un carico da undici, affermando che stiamo mettendo in conto il famoso “tesoretto”, del quale non è chiara la base di calcolo e quindi deve essere considerato assolutamente aleatorio, cioè non spendibile.

Avrete visto dal titolo che la polemica “Prodi contro tutti” non mi interessa più di tanto: forse è interessante la risposta del nostro Premier che ha orgogliosamente affermato di “voler essere lasciato in pace nel governare l’economia della Nazione”; bella uscita, specchio di uno che la le scatole piene delle polemiche e se la prende con questi che, almeno sulla carta, non possono votargli contro in Parlamento.

Invece di questa polemica mi interessa un altro aspetto e cioè la partecipazione alla gogna mediatica del governo da parte della Corte dei Conti, istituzione di cui sentiamo spesso parlare ma che conosciamo poco; ebbene, su un quotidiano mi è capitato di imbattermi in una disamina “finanziaria” di questa struttura: 615 è il suo organico – di cui 105 donne – e 156mila euro la retribuzione media annua dei magistrati contabili.

A questa notizia, che per la verità mi ha un po’ turbato, vorrei fare due sole osservazioni: la prima è che probabilmente i signori della Corte dei Conti percepiscono lo stesso stipendio degli altri magistrati e quindi, quando sentiamo i vari P.M. o i vari G.I.P., ricordiamoci che la prebenda mensile supera i 13 mila euro che, a casa mia, non sono bruscolini e quindi da ora in poi mettiamoci anche loro nella “casta” che spadroneggia e si appropria di cifre importanti: vogliamo rivalutare Mastella?? No, aspettiamo un po’, ma si potrebbe guardare il mondo delle ruberie italiche con un occhio più aperto, e comprenderci tante altre istituzioni, oltre quelle politiche, che non appaiono ma che il 27 di tutti i mesi si ingrassano proprio come gli altri, magari avendo sparlato dei ladroni della politica per tutto il tempo.

E qui arrivo alla seconda cosa che mi interessa; non è una novità, ma dato che nessun quotidiano o settimanale l’ha raccolta, mi permetto di ripresentarla: la mia idea parte dalla scoperta – tramite le riviste che trovo dal barbiere – che nella didascalia della diva, del divo o comunque del VIP, accanto al nome c’è immancabilmente l’età, essendo questa una cosa di pubblico dominio (basta andare all’anagrafe del comune di nascita) e non infrange la famosa privacy.

La mia proposta è che accanto al nome di politici, magistrati, VIP e comunque personaggi appartenenti alla “casta”, la redazione dovrebbe indicare la cifra percepita nell’anno precedente, ricavando tale notizia dalle fonti ufficiali (Agenzia delle Entrate per le Denunce dei Redditi e segreterie del Parlamento o altre strutture che sono “obbligate” a fornire tale notizia).

In concreto, nella redazione di giornali e riviste dovrebbe esserci una sorta di “data base” che abbina all’immagine del personaggio la didascalia contenente la cifra che percepisce annualmente.

E allora vedreste che la popolazione dei “cenci che dicono male degli stracci” sarebbe assai numerosa e tanti Robin Hood apparirebbero come Sceriffi di Nottingam !!


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