martedì, ottobre 11, 2005
Droga e travestiti per ricchi...scemi
Dopo la vicenda Calissano – attualmente in una Comunità per il recupero dei tossicodipendenti, anche per scansare il carcere – il VIP di turno a cascare nella rete della droga è nientemeno che Lapo Elkann, rampollo della famiglia Agnelli, nipote del grande Gianni, "l’avvocato", figlio della sua secondogenita, Margherita e dello scrittore Alain Elkann.
La vicenda del giovane Lapo é, se vogliamo, ancora più squallida di quella di Calissano: il micidiale cocktail di droga e alcool con la conseguente overdose che ha provocato una insufficienza respiratoria "su base farmacologica" (come recita il comunicato della FIAT); la telefonata di soccorso fatta da un appartamento nel centro storico di Torino, dove una "profonda" voce di donna ha chiesto l’intervento del 118 per il ricovero in terapia intensiva: la voce profonda sembra non appartenere ad una donna ma ad un "travestito brasiliano", tale Lino B., che insieme ad un paio di "colleghi" stava intrattenendo il rampollo degli Agnelli.
Dopo le superiori, frequentate in un liceo pubblico francese, il giovane Lapo – sotto il falso nome di Lapo Rossi – si fa assumere in una azienda di famiglia, la Piaggio di Pontedera, con la qualifica di operaio; l’esperienza non dura molto, anche se ne parlerà per tanto tempo, perché dopo aver seguito un corso di Relazioni Internazionale a Londra si mette a lavorare con l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, grande amico del nonno Gianni.
Rientrato in Italia assume l’incarico di responsabile della promozione dei marchi FIAT, mentre il fratello John – Yaki per la famiglia – viene cooptato nel CdA FIAT e nominato vicepresidente dell’azienda automobilistica.
Sentimentalmente legato all’attrice Martina Stella, ha anche sfarfallato qua e là con modelle ed attricette da quattro soldi, senza purtroppo quella classe che contraddistingueva il nonno Gianni.
Dov’è il problema? I commenti degli amici VIP fanno perno sulla necessità di non criminalizzare il ragazzo, sul perdono che egli si merita per essere la prima volta che viene trovato in questa circostanza, diciamo così imbarazzante: tutti commenti "interessati", perché ognuno di loro penserà che domani potrebbe toccare a lui e quindi ci andrà cauto nello stigmatizzare il comportamento di Lapo. In concreto, un bis delle dichiarazioni rilasciate per Calissano.
Altri commenti, della gente normale per esempio, non ne ho trovati: sarebbe stato interessante sentire qualche operaio della FIAT, ma uno vero, non uno finto come era Lapo alla Piaggio.
Da parte mia due sole osservazioni: la prima è che della numerosa famiglia Agnelli non si è visto nessuno all’ospedale dove è ricoverato il giovane: hanno forse paura della stampa? Hanno forse paura di mischiarsi con quel "drogato" frequentatore di travestiti?
Anche Martina Stella – che ho avuto modo di conoscere agli albori della sua carriera – ha preso le distanze da Lapo e non è con lui a tenergli la mano in questo tragico momento, anche lei ha preferito gettare dell’abbondante acqua sulla loro relazione e far risalire l’ultimo loro incontro allo scorso mese di giugno, come dire una vita fa!
Seconda osservazione: ero un fedele seguace del motto: il denaro non fa la felicità…ma i poveri sono tutti incazzati neri; con la vicenda Elkan – che nel giro di qualche settimana va ad aggiungersi a quella di Calissano, di Kate Moss e di Boy George, tutti straricchi – forse è vera la prima parte del celebre motto e quindi mi debbo ricredere.
La vicenda del giovane Lapo é, se vogliamo, ancora più squallida di quella di Calissano: il micidiale cocktail di droga e alcool con la conseguente overdose che ha provocato una insufficienza respiratoria "su base farmacologica" (come recita il comunicato della FIAT); la telefonata di soccorso fatta da un appartamento nel centro storico di Torino, dove una "profonda" voce di donna ha chiesto l’intervento del 118 per il ricovero in terapia intensiva: la voce profonda sembra non appartenere ad una donna ma ad un "travestito brasiliano", tale Lino B., che insieme ad un paio di "colleghi" stava intrattenendo il rampollo degli Agnelli.
Dopo le superiori, frequentate in un liceo pubblico francese, il giovane Lapo – sotto il falso nome di Lapo Rossi – si fa assumere in una azienda di famiglia, la Piaggio di Pontedera, con la qualifica di operaio; l’esperienza non dura molto, anche se ne parlerà per tanto tempo, perché dopo aver seguito un corso di Relazioni Internazionale a Londra si mette a lavorare con l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, grande amico del nonno Gianni.
Rientrato in Italia assume l’incarico di responsabile della promozione dei marchi FIAT, mentre il fratello John – Yaki per la famiglia – viene cooptato nel CdA FIAT e nominato vicepresidente dell’azienda automobilistica.
Sentimentalmente legato all’attrice Martina Stella, ha anche sfarfallato qua e là con modelle ed attricette da quattro soldi, senza purtroppo quella classe che contraddistingueva il nonno Gianni.
Dov’è il problema? I commenti degli amici VIP fanno perno sulla necessità di non criminalizzare il ragazzo, sul perdono che egli si merita per essere la prima volta che viene trovato in questa circostanza, diciamo così imbarazzante: tutti commenti "interessati", perché ognuno di loro penserà che domani potrebbe toccare a lui e quindi ci andrà cauto nello stigmatizzare il comportamento di Lapo. In concreto, un bis delle dichiarazioni rilasciate per Calissano.
Altri commenti, della gente normale per esempio, non ne ho trovati: sarebbe stato interessante sentire qualche operaio della FIAT, ma uno vero, non uno finto come era Lapo alla Piaggio.
Da parte mia due sole osservazioni: la prima è che della numerosa famiglia Agnelli non si è visto nessuno all’ospedale dove è ricoverato il giovane: hanno forse paura della stampa? Hanno forse paura di mischiarsi con quel "drogato" frequentatore di travestiti?
Anche Martina Stella – che ho avuto modo di conoscere agli albori della sua carriera – ha preso le distanze da Lapo e non è con lui a tenergli la mano in questo tragico momento, anche lei ha preferito gettare dell’abbondante acqua sulla loro relazione e far risalire l’ultimo loro incontro allo scorso mese di giugno, come dire una vita fa!
Seconda osservazione: ero un fedele seguace del motto: il denaro non fa la felicità…ma i poveri sono tutti incazzati neri; con la vicenda Elkan – che nel giro di qualche settimana va ad aggiungersi a quella di Calissano, di Kate Moss e di Boy George, tutti straricchi – forse è vera la prima parte del celebre motto e quindi mi debbo ricredere.