lunedì, settembre 19, 2005
Ma in Germania chi ha vinto?
Un nuovo rebus elettorale si è avuto nella Germania, a riprova che nessun sistema elettorale è certo di consegnare agli elettori un risultato che consenta una governabilità anche minima.
Ma andiamo con ordine: anzitutto queste elezioni tedesche hanno fatto segnare il punto più basso dei sondaggi messi in campo dalle agenzie specializzate: mai si era giunti a un “non ci indovino per niente” come è successo questa volta.
Abbiamo poi da controllare come si sono comportati i due contendenti – Schroeder e Angela Merkel – anche se i risultati definitivi si avranno soltanto fra quindici giorni, quando cioè si voterà a Dresda dove tutto è stato rimandato a causa della morte di un candidato e verranno assegnati altri 3 seggi; allora, il Cancelliere uscente ha conquistato, con il 34,4%, 222 seggi, mentre la sua avversaria, con il 35,2% ne ha avuti 225; i loro alleati potenziali hanno avuto risultati a una sola cifra e conquistano, 51 seggi i “Verdi” e 61 i liberali, mentre i neocomunisti – che però nessuno vuole imbarcare – ne conquistano 54.
Da questi dati si evince che lo schieramento di sinistra può contare su 273 seggi, mentre quello di centro ne ha 286: quindi nessuno dei due raggiunge la fatidica soglia di 309 seggi occorrenti per governare.
A questo punto, le possibilità che ha il Presidente della Repubblica sono due: rimandare tutti alle urne, ma non sarebbe una bella figura, oppure tentare quella che è già stata definita “grand coalition”, cioè imbarcare nel governo sia la SPD di Schroeder che la CDU-CSU della Merkel.
In questo secondo caso resta da stabilire chi guiderebbe un siffatto governo: Schroeder si è subito candidato affermando che la Merkel era stata punita perché non aveva vinto come da tutti pronosticato; la sua avversaria, ovviamente, si è anch’essa candidata a guidare il prossimo governo, forte dei tre seggi di vantaggio che ha conquistato.
Comunque sia e comunque vada a finire, abbiamo avuto una ulteriore dimostrazione che la legge elettorale proporzionale pura – cioè senza premio di maggioranza – non produce affatto governabilità, a meno di grossi risultati di un partito e pur in presenza di soli 5 partiti e non della trentina che avremmo da noi.
D’altro canto in questi ultimi tempi abbiamo avuto le elezioni in Inghilterra dove Blair – con meno del 40% dei suffragi – ha una maggioranza schiacciante in Parlamento: anche questo ci fa storcere la bocca.
Forse non esiste un sistema perfetto che fotografi gli umori del Paese e li traduca in seggi, forse bisogna sempre accontentarsi del male minore: non sono un esperto, neppure un praticante che desidera diventarlo, ma mi sembra che quello che abbiamo in Italia – sia pure non perfetto – possa essere sufficientemente accettato da entrambi gli schieramenti; il problema è che ognuno pensa ai “propri” risultati e a come fare per renderli sempre migliori.
A proposito di risultati, avete sentito che Berlusconi – in caso di sconfitta alle prossime elezioni – ha deciso di dedicarsi alla filantropia e, segnatamente alla cura dei “poveri” del terzo mondo, costruendo per loro cliniche-modello prefabbricate, il cui costo egli pagherebbe tramite una apposita Fondazione per il 30% mentre il rimanente 70% sarebbe reperito sul mercato?
Signori, anche questo è un modo di fare pubblicità elettorale, infatti va a finire che saremo costretti a fare il tifo perché vinca in modo da non mandarlo in giro per il mondo a creare altri danni a chi ha già tanti problemi di suo!
Ma andiamo con ordine: anzitutto queste elezioni tedesche hanno fatto segnare il punto più basso dei sondaggi messi in campo dalle agenzie specializzate: mai si era giunti a un “non ci indovino per niente” come è successo questa volta.
Abbiamo poi da controllare come si sono comportati i due contendenti – Schroeder e Angela Merkel – anche se i risultati definitivi si avranno soltanto fra quindici giorni, quando cioè si voterà a Dresda dove tutto è stato rimandato a causa della morte di un candidato e verranno assegnati altri 3 seggi; allora, il Cancelliere uscente ha conquistato, con il 34,4%, 222 seggi, mentre la sua avversaria, con il 35,2% ne ha avuti 225; i loro alleati potenziali hanno avuto risultati a una sola cifra e conquistano, 51 seggi i “Verdi” e 61 i liberali, mentre i neocomunisti – che però nessuno vuole imbarcare – ne conquistano 54.
Da questi dati si evince che lo schieramento di sinistra può contare su 273 seggi, mentre quello di centro ne ha 286: quindi nessuno dei due raggiunge la fatidica soglia di 309 seggi occorrenti per governare.
A questo punto, le possibilità che ha il Presidente della Repubblica sono due: rimandare tutti alle urne, ma non sarebbe una bella figura, oppure tentare quella che è già stata definita “grand coalition”, cioè imbarcare nel governo sia la SPD di Schroeder che la CDU-CSU della Merkel.
In questo secondo caso resta da stabilire chi guiderebbe un siffatto governo: Schroeder si è subito candidato affermando che la Merkel era stata punita perché non aveva vinto come da tutti pronosticato; la sua avversaria, ovviamente, si è anch’essa candidata a guidare il prossimo governo, forte dei tre seggi di vantaggio che ha conquistato.
Comunque sia e comunque vada a finire, abbiamo avuto una ulteriore dimostrazione che la legge elettorale proporzionale pura – cioè senza premio di maggioranza – non produce affatto governabilità, a meno di grossi risultati di un partito e pur in presenza di soli 5 partiti e non della trentina che avremmo da noi.
D’altro canto in questi ultimi tempi abbiamo avuto le elezioni in Inghilterra dove Blair – con meno del 40% dei suffragi – ha una maggioranza schiacciante in Parlamento: anche questo ci fa storcere la bocca.
Forse non esiste un sistema perfetto che fotografi gli umori del Paese e li traduca in seggi, forse bisogna sempre accontentarsi del male minore: non sono un esperto, neppure un praticante che desidera diventarlo, ma mi sembra che quello che abbiamo in Italia – sia pure non perfetto – possa essere sufficientemente accettato da entrambi gli schieramenti; il problema è che ognuno pensa ai “propri” risultati e a come fare per renderli sempre migliori.
A proposito di risultati, avete sentito che Berlusconi – in caso di sconfitta alle prossime elezioni – ha deciso di dedicarsi alla filantropia e, segnatamente alla cura dei “poveri” del terzo mondo, costruendo per loro cliniche-modello prefabbricate, il cui costo egli pagherebbe tramite una apposita Fondazione per il 30% mentre il rimanente 70% sarebbe reperito sul mercato?
Signori, anche questo è un modo di fare pubblicità elettorale, infatti va a finire che saremo costretti a fare il tifo perché vinca in modo da non mandarlo in giro per il mondo a creare altri danni a chi ha già tanti problemi di suo!