lunedì, febbraio 25, 2013
PER NON PARLARE DI POLITICA
Anche se non ufficialmente, ma possiamo dire
che quando leggerete questo post, si conosceranno “quasi” i risultati e
quindi….non sarà cambiato niente; o, no??
Ho deciso quindi di fare un post
“interlocutorio”, in attesa che le grandi forze politiche schierino le grandi
firme e comincino la stessa litania: ho vinto io; no ho un po’ vinto anch’io e
via di questo passo.
E tanto per dire qual’è l’Italia che ci
aspetta per il dopo elezioni: un signore che è stato messo a fare “la gestione della raccolta
rifiuti” in una amena cittadina del centro Italia, racconta: quando sono
arrivato, circa un anno fa, chiesi “quanti – tra i 246 dipendenti – sono
addetti a spazzare le strade e a portare via i rifiuti; gli fu risposto, tranquillamente,
come se fosse la cosa più logica del Mondo: nessuno, dato che i 246 dipendenti
stazionano tutti in ufficio.
Il “nuovo” dirigente, ha così continuato: il
mio compito è salvare le aziende pubbliche in difficoltà, e mi accingevo a
farlo anche qui, ma su 246 dipendenti mi sono ritrovato 64 pseudo-invalidi, tra
cui gente che non può stare al pubblico, ma la sera – come secondo lavoro – fa
il dj in una discoteca del luogo, altri
che non possono alzare oggetti più pesanti di 250 grammi.
Insomma, il dirigente dalle “buone
intenzioni”, ha perso la pazienza ed ha sbattuto la porta;¸evidentemente non
conosceva il motto di Longanesi, per cui
se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, i suoi dipendenti non possono
sognare che “il riposo”.
Meditate, signori politici, sia che abbiate
vinto e sia che abbiate perso, tanto tra le due condizioni non è che ci sia poi
una così grande differenza.
Ed ora cambiamo completamente discorso: nelle
due scorse settimane, sono stato costretto a casa da una noiosa terapia che,
oltre ad ogni altra considerazione, mi ha tolto dal “mondo civile”
costringendomi a stare rintanato in casa, con un sacco di problemi, sia di
carattere fisico che psicologico; sarà forse per quest’ultima considerazione
che mi accanisco un po’ contro la pubblicità?
Mi riferisco ad un marchingegno – l’ultimo
della serie, inventato da Sky per togliere di tasca i soldi ai polli – che
prende il nome di “my sky on demand”” è serve, detto in parole semplici, a
interagire con una sorta di unità centrale dove sono allogati tutti i film e
gli spettacoli dell’emittente; con una modica spesa – non so l’entità, proprio
perché non mi interessa – l’utente si può collegare e quindi interagire con
questa sorta di mega archivio e guardare il film che gli interessa.
Il giovanotto che fa il testimonial
dell’iniziativa – che io non conosco e non ne conosco neppure la “notorietà” –
si rotolava su un divano cercando una posizione, non comoda, ma che recasse
interesse per i suoi fans.
Sapete già come la penso sui film in TV e
quindi non mi ripeto, ma questo giovanotto è arrivato al massimo: sempre
cambiando continuamente posizione su quello squallido divano, ha detto che lui,
alcune sere, le passa “non a vedere uno o più film”, ma a scorrere i titoli del
catalogo e così…si è già fatto l’ora di andare a letto.
Ma è possibile che il pubblicitario che ha
ideato il commercial non sia riuscito ad inventare qualcosa di più “intelligente” che questa
specie di scimmia balzellante su un divano che, al culmine dello sfogo, rivela a
tutti la propria “libidine segreta”: non guardare i film, ma leggerne soltanto
i titoli, prendendoli dal mega-catalogo che
l’azienda mette a disposizione di tutti (dirò meglio: di quelli che pagano),
creando così la loro incommensurabile felicità.