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lunedì, settembre 17, 2012

L'ANNIVERSARIO DELLA CRISI 


Pochi giorni fa, esattamente il 14 settembre, si è registrato il quarto anniversario della “madre della crisi”: il fallimento della Lehman Brothers che dette inizio ad una valanga finanziaria che colpì tutto il Mondo e creò quella crisi che ancora oggi stiamo vivendo.
Nel salone al 31esimo piano del Palazzo newyorkese in cui ha sede la Banca, una telefonata raggiunge il Consiglio di Amministrazione riunito in seduta plenaria: “la vostra banca deve fallire, il governo degli Stati Uniti pensa che sia meglio così”; a pronunciare questa frase è Christopher Cox, presidente dell’organismo di vigilanza sui mercati finanziari USA, meglio conosciuto con la sigla “Sec”.
La bancarotta dell’azienda fu la più imponente nella storia USA: 613/miliardi di dollari di debiti bancari e 155/miliardi q1uelli obbligazionari; l’indomani ebbero inizio i licenziamenti dei 26/mila dipendenti del gruppo, fra loro i 6/000 delle strutture europee  e i 140 di Milano e Roma.
E cominciarono le “cadute” più o meno celebri: l’unica banca che avrebbe potuto aiutare la Lehman fu l’inglese Barclays, ma nonn lo fece per precisa istruzione del Cancelliere dello Scacchiere, il quale ebbe a dire al Segretario al Tesoro USA: “Barclays non vi aiuterà, è come importare un cancro”.
L’Europa pagò con i soldi dei contribuenti il conto del contagio che fece esplodere le debolezze dei Paesi più fragili: 505/miliardi di euro in aiuti a Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna; Germania e Inghilterra hanno “nazionalizzato” banche e assicurato aiuti e impegni per 1.240/miliardi di euro; gli Stati Unitiu hanno sostenuto – tramite la Fed – i mercati finanziari e garantito salvataggi con una cifra che oscilla, secondo le stime, tra 5 e 7/mila miliardi di dollari; a questo si aggiunge il crollo dei valori immobiliari di abitazioni e imprese.
Si discute ancora adesso sulla nascita della piaga della disoccupazione: nei soli Paesi dell’OCSE si sono persi 15/milioni di posti di lavoro; migliaia di imprese hanno chiuso, il reddito delle famiglie si è assottigliato, il Mondo intero è diventato “più povero”.
Non per i “magnati della finanza” che da questo terremoto ne sono usciti con naturalezza e si sono rimessi a fare il proprio lavoro di speculatori: Jimmi Cayne, dopo aver portato al fallimnento la Bearn Sterns, gode adesso di un patrimonio di 500/milioni di dollari, Stanley O’Neil, numero uno di Merril Linch salvata per il rotto della cuffia, si è fatto da parte con una buona uscita di 140/milioni di dollari e infine, Angelo Mozilo, dopo il crac da 930/milioni della Contrywide, ha pagato 67/milioni di multa, ma può rallegrarsi per un patrimonio di oltre 350/milioni; e potrei continuare citando altri manager che “si sono rimessi” e ora non hanno problemi.
Comunque sia, le “sei sorelle” bancarie superstiti sono diventate addirittura più grandi e controllano, al momento, circa 10/trilioni di dollari, il 39% in più di quello che avevano quattro anni fa.
E gli impiegati e gli operai che hanno perso (e continuano a perdere)  il posto di lavoro come se la stanno cavando? Direi male, soprattutto perché non ci sono Governi o strutture pubbliche che si occupano di loro e quindi sono lasciati allo sbando; i posti di lavoro non vengono creati ex novo e quindi è difficile reimmettersi in un mercato difficile e, addirittura impossibile; molti Questori e Prefetti – specie del nostro Sud – hanno denunciato che la malavita sta imbarcando giovani “disperati” che sono disponibili a tutto pur di portare il pane a casa; non è un buon segno; la prossima mossa potrebbe essere quella di imbracciare un mitra contro “tutti”; attenzione!!

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