mercoledì, luglio 18, 2012
E DOPO MONTI ??
Da più parti si levano vibranti richiami al
professor Monti affinché receda dalla sua posizione e accetti di ricandidarsi
nel 2013; non è stato chiarito da nessuna parte se l’attuale premier verrebbe
“ingaggiato” in qualche partito oppure se dovrebbe formarne uno lui, tutto
nuovo e lucido di pulizia.
Al momento Monti continua a dire che non
resterà a Palazzo Chigi un minuto di più della scadenza naturale del suo
governo e che non farà parte dei candidati alle prossime elezioni.
Ma a qualcuno è venuto in mente che Monti non
ha bisogno di essere “eletto” in Parlamento, dato che il suo amico Napolitano –
poche ore prima di insediarlo a Palazzo Chigi – lo ha nominato senatore a vita
e quindi in Parlamento c’è già ora e ci sarà anche dopo, finché salute lo
protegge.
E da quella posizione privilegiata – in
quanto eletto da nessuno ma “nominato” da qualcuno – potrà rispondere a
eventuali chiamate di soccorso di questo o quel personaggio pubblico e quindi
potrebbe ritrovarsi daccapo a Palazzo Chigi.
Pateticamente (è la parola giusta!) ho letto
che Berlusconi intende candidarsi alle prossime elezioni perché “me lo chiedono
la gente e gli imprenditori” (meno male che non ha detto “gli operai”); al di
là dell’assurdità della faccenda – l’uomo è finito come un limone spremuto a
macchina – vale la pena di riportare una dichiarazione del nemico Di Pietro:
“se torna evidentemente ha qualche affare da sistemare”; ecco, questa ipotesi è
più plausibile della “chiamata nazionale”.
Ma prima di parlare dei candidati, mi
sembrerebbe più logico affrontare il problema della legge elettorale; si voterà
ancora con il “porcellum” oppure i partiti presenti in Parlamento troveranno
una nuova formula?
Su questo argomento ne ho sentite tante, a
cominciare dal semipresidenzialismo vagheggiato da Berlusconi fino alla
copiature del sistema spagnolo ed al “doppio turno”; ma una cosa non me
l’aspettavo e cioè che alcuni politici di rango abbiano definito “pericoloso”
il ritorno alle preferenze scelte dall’elettore.
Lo ha affermato Dario Franceschini, membro di
razza del PD il quale non ci degna però di alcuna spiegazione circa il motivo
di questa pericolosità; quindi proviamo ad ipotizzare qualcosa e cioè che per
qualcuno le preferenze potrebbero rivelarsi pericolose, visto che se fosse la
gente a decidere le Minetti e gli Scilipoti non entrerebbero in Parlamento, ma
anche qualche altro dinosauro della politica potrebbe non essere rieletto per
l’ennesima volta (niente pianti, gli rimarrebbe la lauta pensione).
Ma quello che più mi colpisce è che un
partito che reca nel nome il termine “democratico” abbia una così bassa
considerazione della democrazia; certo non mi dovrei dimenticare che gli
inventori della democrazia a responsabilità limitata sono tre pezzi grossi
toscani del PD che sono stati gli inventori della legge elettorale regionale
toscana che, per prima, ha tolto agli elettori la facoltà di scegliere gli
eletti, consegnando questa facoltà direttamente ai partiti.
È stato il primo scempio della legge
elettorale presto imitato dal porcellum; non so chi può vantarsi della
primogenitura, ma tanto conta poco, perché entrambi raggiungono lo stesso
risultato: togliere il potere all’elettore per consegnarlo ai partiti.
Poi ci stupiamo se molti elettori – di tutti
i partiti presenti in parlamento – vanno alle urne e scelgono il movimento 5
stelle di Grillo; amici, siamo in chiave con la famosa frase “una risata vi
seppellirà” e chi meglio di Grillo può provocarla?!