lunedì, settembre 19, 2011
E IN ITALIA???
Ho parlato del Medio Oriente; ho parlato dei problemi dell’Europa; ma non ho ancora accennato al nostro Paese ed ai suoi tanti problemi; quindi adesso mi sento in dovere di parlarne; ovviamente da un punto di vista un po’ diverso da quello della maggioranza dei mezzi di comunicazione; in particolar modo utilizzerò due cifre.
La prima riguarda un dato che molti tendono a trascurare: mi riferisco al potere d’acquisto del nostro denaro (l’euro) e prima di andare avanti, spendo due parole per spiegare bene cosa sia: inversamente all’indice generale dei prezzi, il potere di acquisto di una moneta ci dice quanti beni (un paniere di beni utilizzato per la misurazione del livello generale dei prezzi) si può acquistare con un’unità della moneta in discussione; si capisce bene che all’aumentare del livello generale dei prezzi, cioè in presenza di una situazione inflattiva, il potere di acquisto dei beni tende a diminuire.
Chiarito il tema del confronto, vado avanti e svelo il primo dei due numeri di cui ho accennato: da una ricerca condotta dal Camper (Comitato contro la speculazione e per il risparmio), le famiglie italiane hanno perduto – negli ultimi 10anni, cioè dall’avvento dell’Euro – il 39,7% del potere d’acquisto dei propri introiti; insomma, possiamo dire che gli italiani “si possono permettere sempre meno cose”.
Quindi, quando si dice che la manovra, anzi le manovre, sono state nient’altro che operazioni di macelleria sociale, tese a far pagare ai soliti quello che gli è già stato tolto con l’inflazione, si dice una cosa banalissima.
Ed allora, l’impostazione delle manovre avrebbe dovuto essere diversa? Forse il potere d’acquisto dei redditi andrebbe aumentato, al fine di riprendere i consumi; invece si sono avute maggiori tasse (l’ultima l’aumento dell’IVA il cui destinatario finale è il consumatore) e maggiori costi di sostituzione per servizi di welfare che non saranno più erogati dagli Enti locali per i tagli subiti.
Se fino a qui è tutto chiaro, passo al secondo numero: sapete come è andato il comparto dell’automobile in Italia nello scorso mese di agosto? Direi bene, visto che le immatricolazioni sono aumentate del 7,8%.
Ma allora come mai il dato riferito alla FIAT, casa automobilistica di gran lunga prima in Italia, è nettamente in controtendenza, come purtroppo in altri mesi, e fa segnare un 7,6% ma anziché in più, in meno!! Eppure alla testa del colosso torinese c’è quel grandissimo genio dell’industria che risponde al nome di Sergio Marchionne, il quale non perde occasione per affermare che se continuano a farlo arrabbiare, lui pianta l’Italia e si trasferisce in qualche altra Paese, laddove lo attendendo a braccia aperte.
Prima di andarsene pero, mi piacerebbe che ci spiegasse i dati che ho sopra citato: il comparto va bene e i dati FIAT sono in forte calo; come facciamo a dare la colpa al governo ed alla carenza della sua politica industriale (che c’è!), visto che le altre case automobilistiche stanno stappando bottiglie di champagne e noi nemmeno l’acqua minerale?? Avrei capito se il calo fosse generalizzato e quindi riferito all’intero settore, ma se gli altri vendono e la FIAT no, quale sarà il motivo? Non sono un intenditore, ma provo a fare un’ipotesi: e se fossero i modelli che la FIAT continua a proporre, mentre gli altri si rinnovano anche sotto il profilo delle strategie di vendita?
Comunque la situazione dell’Italia mi appare abbastanza critica, come del resto quella di tutti i Paesi europei, fatta eccezione, forse, per la sola Germania; stiamo facendo qualcosa per cercare di migliorare le cose? Non ne sono convinto, visto che le energie del Governo vengono rivolte in massima parte a “controllare” i P.M. E allora??
La prima riguarda un dato che molti tendono a trascurare: mi riferisco al potere d’acquisto del nostro denaro (l’euro) e prima di andare avanti, spendo due parole per spiegare bene cosa sia: inversamente all’indice generale dei prezzi, il potere di acquisto di una moneta ci dice quanti beni (un paniere di beni utilizzato per la misurazione del livello generale dei prezzi) si può acquistare con un’unità della moneta in discussione; si capisce bene che all’aumentare del livello generale dei prezzi, cioè in presenza di una situazione inflattiva, il potere di acquisto dei beni tende a diminuire.
Chiarito il tema del confronto, vado avanti e svelo il primo dei due numeri di cui ho accennato: da una ricerca condotta dal Camper (Comitato contro la speculazione e per il risparmio), le famiglie italiane hanno perduto – negli ultimi 10anni, cioè dall’avvento dell’Euro – il 39,7% del potere d’acquisto dei propri introiti; insomma, possiamo dire che gli italiani “si possono permettere sempre meno cose”.
Quindi, quando si dice che la manovra, anzi le manovre, sono state nient’altro che operazioni di macelleria sociale, tese a far pagare ai soliti quello che gli è già stato tolto con l’inflazione, si dice una cosa banalissima.
Ed allora, l’impostazione delle manovre avrebbe dovuto essere diversa? Forse il potere d’acquisto dei redditi andrebbe aumentato, al fine di riprendere i consumi; invece si sono avute maggiori tasse (l’ultima l’aumento dell’IVA il cui destinatario finale è il consumatore) e maggiori costi di sostituzione per servizi di welfare che non saranno più erogati dagli Enti locali per i tagli subiti.
Se fino a qui è tutto chiaro, passo al secondo numero: sapete come è andato il comparto dell’automobile in Italia nello scorso mese di agosto? Direi bene, visto che le immatricolazioni sono aumentate del 7,8%.
Ma allora come mai il dato riferito alla FIAT, casa automobilistica di gran lunga prima in Italia, è nettamente in controtendenza, come purtroppo in altri mesi, e fa segnare un 7,6% ma anziché in più, in meno!! Eppure alla testa del colosso torinese c’è quel grandissimo genio dell’industria che risponde al nome di Sergio Marchionne, il quale non perde occasione per affermare che se continuano a farlo arrabbiare, lui pianta l’Italia e si trasferisce in qualche altra Paese, laddove lo attendendo a braccia aperte.
Prima di andarsene pero, mi piacerebbe che ci spiegasse i dati che ho sopra citato: il comparto va bene e i dati FIAT sono in forte calo; come facciamo a dare la colpa al governo ed alla carenza della sua politica industriale (che c’è!), visto che le altre case automobilistiche stanno stappando bottiglie di champagne e noi nemmeno l’acqua minerale?? Avrei capito se il calo fosse generalizzato e quindi riferito all’intero settore, ma se gli altri vendono e la FIAT no, quale sarà il motivo? Non sono un intenditore, ma provo a fare un’ipotesi: e se fossero i modelli che la FIAT continua a proporre, mentre gli altri si rinnovano anche sotto il profilo delle strategie di vendita?
Comunque la situazione dell’Italia mi appare abbastanza critica, come del resto quella di tutti i Paesi europei, fatta eccezione, forse, per la sola Germania; stiamo facendo qualcosa per cercare di migliorare le cose? Non ne sono convinto, visto che le energie del Governo vengono rivolte in massima parte a “controllare” i P.M. E allora??